Eccomi, giunta, dopo innumerevoli peripezie, a commentare la famosa "vaccata". Termine tuo,ribadisco... eheheh. Perché per me qualunque cosa scritta da te non potrebbe mai definirsi vaccata. In realtà, si nota un certo retrogusto drammatico, nel sospiro di Hermione, nel non arrabbiarsi follemente per le leggerezze di Ron. Ci sono troppe cose nel mezzo, morti, delusioni, ferite ancora aperte... Eppure la tua vena comica è leggera e totalmente piacevole, mai volgare o ridanciana. Farò finta di restare col fiato sospeso per l'evolversi della situazione, non vantandomi di averla già divorata in una fortunata anteprima, ok?! *Luv

Ha un che di nostalgico trovarmi qui a (ri)leggere il primo capitolo di una tua commedia. Una Ron/Hermione, ovviamente. Lieve come una piuma di zucchero, ed altrettanto dolce. Sai quanto le tue commedie risultino originali. Sarà il tuo Ron, di una plausibilità così spaventosa da dare un nuovo taglio al personaggio. Imbranato, insicuro. Innamorato. A modo suo, come tutti gli esseri umani. Sai quanto, soprattutto, questo tuo nuovo scritto segni il distacco dai precedenti. C'è il peso degli eventi terribili accaduti in DH; la vita non può riprendere tanto serenamente e scanzonatamente come prima. Non in casa Weasley. Non per George, senza Fred. Così, nell'ironia a doppio taglio dell'ennesima dimenticanza di Ron, si sorride per la sua sbadataggine, si ride per le colorite immagini richiamate dalla sua mente (il cardias... snort!), e si contempla quel gesto apparentemente marginale di George, quel suo quieto accarezzarsi il lembo di pelle dove manca l'orecchio, che è un placido richiamo dall'assenza. Non è facile conciliare tutto questo, Chiara, e lo sai. Eppure ci sei riuscita. Un'altra volta. [Sai che i ringraziamenti sono reciproci. Un bacio]