Recensioni per
Scriverò pace sulle tue ali
di graciousghost

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
11/12/14, ore 18:21

Ayumu ♥
Riesci sempre a sorprendermi!
Per prima cosa complimenti per il primo posto meritatissimo e poi ti ringrazio per aver scritto questo capolavoro! **
Non solo sei riuscita a inserirci un nesso con la storia di Sadako, ma hai anche colto perfettamente i sentimenti dei tre protagonisti.
Adoro la loro storia e il lagame che hanno, quindi leggere ff su di loro è sempre un piacere specialmente se sono storie come la tua! :)
Ancora mille complimenti, sei bravissima! :D
Un bacione.

Recensore Veterano
21/11/14, ore 20:06

Adoro Yahiko, Konan e Nagato. La loro amicizia, la loro vita e soprattutto il loro passato.
Credo che nell'anime la storia degli Orfani della Pioggia sia tra le più tristi, io ho addirittura pianto in determinate scene del loro passato :')
Bo, li amo, anche se sono piuttosto marginali nel manga.
Sei stata davvero molto brava, mentre leggevo vedevo i personaggi di cui tu stavi parlando. Inoltre scrivi veramente molto bene.
I like it c:
Un bacione, spero di leggere altre tue storie!

Recensore Master
06/10/14, ore 19:30

Ero convinta di averle recensite questa drabble, invece le ho solo lette ^^' perdono! Dunque, cominciamo da Nagato: hai usato delle parole molto incisive e sei riuscita a rendere alla perfezione la drammaticità del momento, il che è quasi impossibile considerando che avevi a disposizione un massimo di 110 parole! Non c'è che dire, questo pezzo non fa che dimostrare la tua bravura nell'esternare i sentimenti dei personaggi *-* bellissima ed emozionante!
E' la volta di Konan, ci credi che non sono mai riuscita a inquadrarla? E' uno dei personaggi più misteriosi e complicati da analizzare, ma credo che con queste poche parole tu abbia fatto un po' di luce su di lei XD probabilmente dietro la sua passione/ossessione per gli origami c'è davvero il desiderio di "sfuggire alla carne", dolcissima la scena finale!
La prima su Yahiko mi fa riflettere tantissimo XD superficialmente mi lascio abbagliare dallo spirito di personaggi come lui, credendo che siano coraggiosi, forti, convinti, invincibili, quando in realtà sono i più complessati T^T nella seconda invece si sente il suo cambiamento e la sua vera forza *-* Yahiko era uno dei buoni ed è morto per tenere fede ai suoi ideali! Ma perché Kishimoto è così crudele? T_T
E poi... c'è Mille gru :') è la prima volta che trovo un messaggio del genere nascosto in una fanfiction su Naruto, è una cosa bellissima! Grazie per queste piccole perle che ci hai regalato! Mi raccomando non smettere mai di scrivere, perché con la tua passione riesci a riempire tutti noi lettori di mille emozioni! ;) Bravissima!

Nuovo recensore
05/10/14, ore 11:50

A commentare le drabble mi trovo sempre in difficoltà, ma è ora di imparare, direi. Sulla tua “raccolta” sono moralmente un po’ divisa. Innegabile l’ottimo stile e l’emozione che le parole riescono a trasmettere, ma tutta la poesia di cui hai intriso il testo, quel dire con parole mai del tutto chiare, mi ha lasciata un po’ distante. Mi sono dovuta, in alcuni momenti, impegnare talmente tanto a capire che ti passasse per la testa – senza tra l’altro la certezza di esserci riuscita – da perdere di vista la totalità. Si tratta, ovviamente, di una mia limitazione, quell’incapacità che mi porto dietro da sempre di cogliere appieno ciò che è espresso in maniera troppo raffinata, capirai però che doversi spremere le meningi per capire il significato di un testo per alcuni può risultare frustrante, anche quando la storia è scritta innegabilmente bene.
Inoltre l’ultima drabble a mio avviso non è pienamente in linea con le precedenti. È sicuramente una scelta ponderata, ma io non posso far altro che esprimerti la mia opinione, che poi può anche non essere condivisa da te e di certo non me la prendo. La scelta di rivolgerti al lettore è azzardata. Io non posso in alcun modo provare empatia per Pain, non vivo in un mondo ninja e tutta la storia di Naruto per me non è altro che fantasia, impossibile confonderla con la realtà. Mi sono sentita estraniata dai sentimenti che volevi trasmettere. Poi ho letto le note, quando dici che Pain si riferisce anche a Naruto, nell’ultima drabble, ma se tu non lo avessi scritto non sarebbe stato comprensibile, per come è impostata la storia, non c’è niente che lascia presagire un appellarsi direttamente all’eroe di Konoha. Ho trovato in tal senso la maggiore carenza, seppur sottile, della storia. Questo per spiegarti la detrazione di quel punto e venticinque sullo stile, che riguarda tutto il gradimento personale e non una tua effettiva mancanza.
Parlando da un punto di vista più pratico, le drabble sono scritte tutte molto bene, un unico refuso a interrompere per un istante la lettura:
Oggi sei distratta, non ha mai avuto uno spettatore. x (refuso - non hai mai avuto)
Per il resto devo dire che il tuo stile è proprio adatto a creare una sensazione soffocante di malinconia. Ti gestisci bene le emozioni dei personaggi e per questo la caratterizzazione riesce molto bene pur nella brevità imposta dalle drabble. I sentimenti sono raccontati in poco spazio, ma, che siano paura, dolore o rinnovata speranza, alla fine sono tutti chiari – certo, come ti dicevo, prima di coglierli me la sono dovuta leggere qualcosa come cinque volte, ma una volta superato lo scoglio dell’enigmaticità, apprezzare le sfumature caratteriali dei tre protagonisti è stato un vero piacere.
Sei molto sensibile, chiaramente la tua è una scrittura tutta femminile, e non hai timore a rigettare all’esterno l’interiorità dei personaggi, per quanto invece potrebbe essere difficile gestire ciò che riguarda l’animo.
Anche l’uso della frase, oltre a essermi sembrato centratissimo, è stato molto originale. Hai saputo trarre il meglio da un obbligo imposto e sfruttarlo per darti la giusta ispirazione, anche questo è sintomo di grande abilità: quelli che possono sembrare ostacoli vengono, invece, sfruttati a proprio vantaggio.
Mi ha fatto molto piacere la tua partecipazione, questa storia ha in sé tutta l’introspezione di cui necessitavo nel momento in cui l’ho letta. Quando non mi sento troppo su di morale, leggere delle sofferenze altrui, per quanto fittizie queste siano, mi dà sempre una sorta di calma. Quindi sì, grazie davvero.

Recensore Master
12/09/14, ore 22:39

Buonasera e ancora auguri di buon compleanno, carissima!
Questa fic l'avevo adocchiata già qualche giorno fa, ripromettendomi di passare a recensire, proprio perché incentrata sui miei adoratissimi orfanelli della Pioggia. Tra università e stress, lo ammetto, me ne sono poi completamente dimenticata *sigh*. Ma non tutto il male viene per nuocere, e il mio regalo oggi sarà una recensione dettagliata(?)
Partiamo dal principio: trovo molto originale sia che tu abbia pensato a questi tre personaggi quasi fossero parte di una cosa sola, per il prompt datoti, sia per il fatto che tu abbia scelto di usare come portavoce per l'ultima drabble proprio Pain, che considero una trovata geniale, considerandolo -personalmente- come il frutto del sacrificio di non un solo cuore, ma ben tre. Esemplare, davvero. 
Mi ha molto colpita la prima drabble. E' terribilmente angst (come piace a me!) e fa un ritratto di Nagato che lascia di stucco. Quel semplice atto, il fuggire, sembra quasi definire la sua stessa persona. Ce l'hai presentato in tutta la sua immensa fragilità, fisica ed emotiva che sia. Il colpo di genio, secondo me, è stato scegliere di narrare di due spaccati temporali in così aperto contrasto, per mostrare che pur essendo cambiato così poco, in realtà sta cambiando tutto: prima lo vediamo malfermo sui suoi stessi piedi (incapaci di dargli vero supporto, vista la giovane età) ma con l'attivo sostegno della madre; poi ce lo mostri ancora permeato da quella fragilità -stavolta ben più estrema e psicologica-, mentre assiste al crollo di quella stessa certezza che lo aveva sempre sostenuto, la figura materna. E' un cambiamento così radicale da lasciarlo muto, insensibile, incapace di muoversi se non per tremare. Qui lo vediamo perdere tutte le sue difese, crollare sotto la propria stessa fragilità. Tra l'altro, c'è un che di macabro ma intrigante, nel modo in cui hai descritto il suo contatto visivo con la lama di quel kunai, mi ha ricordato la scena della morte di Yahiko.
La seconda drabble mi ha aperto una nuova prospettiva sul personaggio di Konan, quindi devo proprio ringraziarti, oltre che rinnovarti i complimenti. Non avevo mai pensato alla donna di carta come qualcuno ossessionato dall'ideale della perfezione; è un punto di vista interessante e, per quanto ne so, potresti anche aver visto giusto. Di certo c'è che hai ragione quando dici che lei non voleva essere più ferita dal mondo reale, dal dolore contro cui lei e i suoi compagni fondano la loro ideologia. In parte ridotta, ma non meno efficace espressivamente, hai ritratto quella stessa paura, quella stessa ossessione, nella metafora con il tagliarsi a causa della carta. Semplice ma efficace e potente, come immagine. Anche qui, il prompt è stato affrontato con inventiva e maestria: per come la vedo io, Yahiko è sempre stato colui che l'ha resa donna (al di là di concetti sessuali o da shipper). Il suo supporto, il suo affetto e in ultimo il suo amore l'hanno fatta maturare, negandogli quella fuga dalla realtà che minacciava di diventare la sua abilità. 
La terza e la quarta drabble sono singolarmente belle, ma accostate lo sono molto di più. Personalmente, adoro quando in una fic viene presentata la crescita caratteriale e personale di un personaggio. Qui tu l'hai fatto scandendo ancora una volta la vita di un suo protagonista in due fasi ben distinte. Quell'apostrofe, Principe, che sembra quasi ironica nella terza drabble, finisce per calcare l'identità dello Yahiko maturo, allargando quella che era solo un'ombra, un'idea vaga e immatura, in un esercito, un'ideologia maturata e sentita nel profondo. Bravissima, di nuovo.
Come ho già detto, poi, trovo che lasciare il compito di chiudere la storia a Pain sia la conclusione perfetta, logica e ben articolata che alza la qualità di tutto lo scritto. Pain è un fantoccio. Pain non esiste, se non nel nome che rappresenta tutti e tre gli orfani della pioggia. Quindi è giustissimo lasciare che sia la sua voce, oltretutto in prima persona, a rivolgersi doppiamente al lettore e a Naruto stesso, quasi sfidandolo a mettere la parola fine per una storia che in realtà non si conclude - perché come sappiamo, proseguirà con il giovane Uzumaki. Mi ha colpita principalmente questo passaggio: "Gocce perlacee di uguale grandezza che lentamente si dissolvono nello stesso frammento di infinito.
Che la nostra storia ti serva da monito. Tu ci credi in un mondo senza più guerre?
"
Se mi permetti una interpretazione(?) nella prima stai ponendo l'accento su quanto il loro passaggio su questa terra fosse solo momentaneo e invisibile, quasi. Come la pioggia che battezzava il loro paese. Loro che volevano lasciare una traccia nella storia, cancellando per sempre il conflitto, finiscono per essere eroi presto dimenticati. Mi è sempre dispiaciuto parecchio che alla fine nessuno abbia conosciuto il sacrificio di Konan. Ma sto divagando. Il fatto che quelle gocce si "dissolvano" io lo voglio percepire come un segno che la loro opera non è stata vana, ma al contrario sia diventata parte di un universo più grande, di un altro "infinito". La loro opera non sarà mai dimenticata da Naruto, continuazione e garanzia del loro sogno.
In conclusione, ottimo lavoro. Spero di non averti annoiato con il mio sproloquio e -soprattutto- di non aver detto cose a caso, ahah. In quel caso mi appello alla stanchezza post-esame xD
Un bacio, alla prossima
thyandra

Recensore Master
03/09/14, ore 13:27

Ciao, io sono nackt e per prima cosa lascia che ti dica una cosa: Wow!
Sì, non è un'esclamazione molto incisiva, ma al momento trovo difficile dire altro, davvero.
Il trio composto da Nagato, Konan e Yahiko è a mio parere il team più bello sul quale scrivere perché ci sono tantissime cose non dette, colte e non colte nei dettagli del poco spazio che occupano che permettono alla fantasia dell'autore di scavare a proprio piacimento nei loro sentimenti e nelle loro anime.
Nella prima drabble mi sono soffermata molto sull'idea del bambino, un bambino che compie gesti automatici, un bambino che non si domanda come riesce a camminare e d'un tratto, nella sua crescita, per necessità si trova a doversi chiedere come abbia fatto ad imparare a camminare perché il panico lo assale e iniziare a correre gli sembra un'esperienza nuova, una nuova terribile esperienza. E di nuovo, incapace di farsi di nuovo delle domande fugge, senza sapere come, con la paura attanagliata a quelle esili caviglie.
Probabilmente non c'è qualcosa di particolarmente interessante, alla fine sappiamo tutti che chiunque avrebbe fatto così, è un meccanismo naturale. Eppure, secondo me, in Nagato la parola naturale ha smesso di esistere.
L'ispirazione della raccolta mi ha colpita. Avevo letto la vicenda da qualche parte e devo dire che usarla in una drabble è stata un'idea geniale, inutile dire che Konan è il personaggio perfetto -ovviamente anche gli altri-. La immagino a fare i suoi origami, lei con gli occhi ancora da bambina e le ali da angelo dietro la schiena mentre spera, un giorno, di poter scrivere con tanto fogliettini di carta la parola pace. Anche lei come Sadako non è riuscita a realizzare il suo sogno, ma sono certa che come Konan anche Sadako ha esalato l'ultimo respiro con speranza.
E' una sciocchezza, ma vedere le 109 parole sembra quasi ribadire a quanto vicina Konan era dall'esaudire il desiderio che lei ed i suoi compagni avevano espresso numerose volte, ogni notte.
Yahiko è un personaggio che mi sarebbe sicuramente piaciuto conoscere meglio, quando penso a lui vedo un grande buco nero perché ha ancora molti spazi vuoti da riempire. Diciamo che non riesco a immaginarmi il suo viso per intero.
La spada che si sfalda con la pioggia mi porta a rivivere la comparsa del suo personaggio, di quel bambino spavaldo e coraggioso che al contrario di Nagato camminava sotto la pioggia senza problemi, come se avesse accettato la realtà del mondo in cui vive. La pioggia come la guerra e la spada come la sua felicità.
Anche qui non è difficile immaginarsi Sadako in quel letto d'ospedale con una vena di ottimismo mentre crea l'ennesimo origami mentre fuori il tempo non è bello. Ricorda Yahiko prima di perdere la vita, lui in prima linea pronto a sacrificarsi, ancora immerso in un ottimismo quasi artificiale.
Un piccolo eroe mai chiamato con tale nome.
E alla fine abbiamo Pain.
Pain può essere letto attraverso molte chiavi, molte delle quali sono completamente sbagliate. Vi sarebbero infinite costanti da tener conto nell'analizzarlo, vi sarebbero molti aggettivi falsi da smentire. Quest'idea di essere un dio alla fine ha vacillato, il primo presentimento di follia non può realmente resistere se si entra e si capisce con chi si ha a che fare.
Alla fine che sia un manga o il mondo reale il dolore esiste, le guerre non cesseranno mai e la pace è solo una coperta sui morti.
Le sue parole sono vere, noi possediamo bandiere bianche e se trovassimo la forza e il coraggio che hanno avuto loro forse potremo davvero cambiare il senso del mondo e della morte, forse non ci sarebbero così tanti cadaveri di madri e così tanti bambini senza muscoli ad adornare le ossa.
Grazie, in particolare per questa ultima drabble, apre gli occhi sulla realtà e ci fa capire che in verità dentro a manga, anime, racconti e storie è quasi impossibile sfiorare situazioni non presenti oggi, nel mondo odierno. La guerra è vera, i morti sono veri, il dolore e il sangue versato esistono davvero.
Sarà più complicato di applicare un retino ad una vignetta, ma il primo passo non deve essere fatto per cambiare qualcosa?

Recensore Veterano
03/09/14, ore 12:22

Heylà!
Non so proprio come poterti recensire, mi stupisco sempre a leggere in questo fandom, trovo che ci siano delle storie scritte perfettamente con dei meccanismi pensati e ingegnati per far sì che il lettore capisca e non si stanchi durante la lettura, scritte senza errori, con tante metafore, leggende che ne adornano già la bellezza della storia, ecco questo è uno di quei casi, tu hai utilizzato anche dei personaggi meno approfonditi, altra cosa gradita.
Super complimenti! Dire che ho apprezzato la tua shot è poco.
Spero di rivederti ancora qua!
Un saluto da Federica:)

Recensore Master
03/09/14, ore 01:15

Ancora non mi spiego com'è che io e te ci troviamo sulla stessa lunghezza d'onda! E' fantastico, davvero: tu dai vita alle mie OTP quando pochi, in questo sito, tentano di uscire dal coro per occuparsi di personaggi "minori" (con le dovute virgolette perché mi rifiuto di pensare che Konan, Yahiko e Nagato siano tali *-*).
Già questo è motivo di sorpresa, ma poi, leggendo ciò che scrivi, mi accorgo che lo stupore è uno stato d'animo che non vede fine, cui non mi abituerò mai, del quale non aspirerei nemmeno di sbarazzarmi, perché al mondo c'è bisogno di meraviglia, di sentimento, di luce (e anche delle ombre giuste, quelle che il cuore proietta). E ci sei anche tu, per questo compito di latrice di emozioni ❤
La storia dei tre orfani di Amegakure è uno dei punti del manga che più amo! Kishimoto ne ha combinate di tutti i colori (ha ucciso Jiraiya e Itachi nel giro di due volumetti e questo non riesco ancora a perdonarglielo, sigh!), ma quando sguazza nell'angst lo fa come si deve, non ci sono dubbi (e, per questo, nonostante non possa chiudere un occhio sulle morti di cui sopra, continuo a seguirlo fedelmente); ecco, dicevo, la vicenda di Konan, Yahiko e Nagato è talmente dura, aspra, forte e triste da risultare tremendamente vera.
Le tue drabble hanno dato un quadro incredibilmente completo di tre infanzie lacrimose - tanto che chiamarle "infanzie", in effetti, pare fuori luogo!
L'idea di parlare di Nagato attraverso i passi è geniale, mi ha colpita tantissimo! Dapprima la mamma lo guarda con amore e gioia, vedendolo camminare con un'incertezza che poi sarà solo un ricordo, mentre improvvisamente, quando il nemico entra in casa ed è pronto a seminare sangue, quel gesto tanto istintivo diventa il più difficile da compiere. Come si può camminare, correre e fuggire, quando i tuoi genitori stanno per perdere la vita? E gli occhi della madre, in tutto il suo desiderio di protezione, assumono anche la sfumatura dell'amore che teme, che ha paura, che vorrebbe possedere la certezza di vedere il proprio bambino sano e salvo.
Le due drabbles di Yahiko sono state di un impatto visivo eccezionale: le spalle del bambino che s'incurvavano sotto la pioggia, per il peso di una sconfitta cui non poteva ancora opporsi - e di un sogno grande, immenso, incredibilmente leggero nella mente, da immaginare, ma spaventosamente vasto e irrealizzabile, quando si vive a un passo dalla morte - sono qualcosa di veramente efficace, da brividi. Gli incontri giusti - Jiraiya, Konan e Nagato - hanno cambiato le carte in tavola, ma, ahimè, non il destino del più grande sognatore di questo manga.
Konan, fragile, delicata, ma tagliente come la carta, è stata di un'eleganza tragicamente umana, nella sua comparsa. Sola al mondo, anche lei, e dura con se stessa, nel tentativo di rendersi perfetta e affidabile per il trio - ma anche per Jiraiya, quell'uomo con la testa fra le nuvole! -, si taglia incautamente un dito e dalla scoperta di essere anche lei fatta di carne nasce la consapevolezza di essere una ragazzina, una creatura capace di amare e, soprattutto, di ricevere amore e assistenza esterna. A cosa serve la perfezione, se ci allontana dai cuori che vorremmo solo proteggere? A cosa serve, se non riusciamo più a percepire il nostro?
L'ultima drabble, che sgorga dalle labbra di Pain, è una pugnalata dritta al petto, alla realtà, all'uomo del XXI secolo, all'umanità in generale; è vero che nasce tutto da un'opera "ludica" come un manga - e che questa è una fan fiction -, ma ciò che hai scritto è esattamente ciò che mi sarei domandata anch'io, a fondo pagina: perché questi dolori assurdi, disumani, sono improvvisamente diventati necessari, inevitabili, nel mondo? Perché la guerra continua a perseverare, a incedere con passo tanto pesante, mentre i sogni si spezzano sotto i piedi degli oppressori, come se fossero fatti di cristallo?
E poi ho capito che ho sbagliato a vederli come tali, perché la pace, la speranza e gli ideali sono di carta. Carta: non era su fogli svolazzanti che circolavano le idee di chi si batteva per la libertà e la dignità degli ultimi? Per quanto accartocciata e pestata, la carta non si spezza; anche bruciandola, io voglio credere che le parole continuino a circolare.
Il riferimento - che ti ha ispirato questa meravigliosa mini-raccolta - a "Il gran sole di Hiroshima" mi ha riportata indietro nel tempo, a quella lettura toccante, triste e spietata, reale, ammirevole e speranzosa. Grazie per questo viaggio nel tempo - passato, presente e futuro.
Non so bene cosa io abbia appena scritto (e con questa frase so di giocarmi tutta la presunta credibilità della recensione), ma ti ringrazio per i pensieri che mi hai ispirato!
Rapida, incisiva, elegante e di una poesia che ti s'imprime dentro fin dalla prima lettura: complimenti!
Un bacione - e in bocca al lupo per il contest! ❤

Ophelia
(Recensione modificata il 03/09/2014 - 09:38 am)