Recensioni per
La solitudine dei numeri primi.
di Alaska__

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/11/14, ore 22:20

Innanzitutto, mi scuso per essere passata così in ritardo, perché ho rimandato troppo a causa della scuola e, per un attimo, me ne ero persino dimenticata. Ho scelto di commentare questa storia, nonostante “Salvation” che ho letto e apprezzato molto, perché avevo notato una frase che mi aveva fatto vibrare le antennine(?) da fan sfegatata di GoT ^^ Non so se era voluta o un caso, ma mi sono gasata troppo, quando l’ho letta.
Partendo dal fatto che amo molto Yasha che – oltre ad avere un nome stupendo e figherrimo e ripudiare il suo nome come un tipo losco di mia conoscenza xD – è il genietto da record che amo di più in assoluto, il titolo di questa storia m’intrigava molto. Avendo letto “La solitudine dei numeri primi” ed essendoci rimasta male perché, nonostante abbia un titolo veramente bello, non mi è affatto piaciuto. Ho trovato che alcune tematiche delicate fossero trattate con i piedi… Btw, mi è piaciuto che tu abbia voluto dare una tua versione dei numeri-primi/persone-sole e che non si stata scontata.
L’inizio della storia è abbastanza ad effetto e funziona un po’ come una telecamera che zumma sull’Orfanotrofio dove è costretto a stare. Sarebbe perfetto per un film – forse per uno dell’orrore – con le mani dei bambini che cercano di spingere i vetri e scappare via. Yasha però è fuori, che lo guarda con rabbia e si chiede perché debba passare gli anni migliori(?) della sua vita chiuso lì dentro. Un genio come lui potrebbe anche vivere da solo u-u La riflessione che ha fatto sulle famiglie che, dopo la rivolta, decidono di adottare delle povere anime senza un padre né una madre e non prendono lui mi ha stretto il cuore. Credo sia anche colpa sua, però, perché non possono averlo rifiutato senza un rifiuto da parte sua. Ho notato una grande contrapposizione tra il Yasha prima di Phoebe e quello dopo, perché con questa idea che si ritrova in testa – essere un numero primo – e che sceglie di abbracciare anche se sa che non è così, ha sempre evitato i rapporti “umani”. Forse aveva paura di essere respinto o che gli altri lo giudicassero ancora di più di quanto non facessero prima. L’importante è che abbia cambiato idea, perché così facendo ha reso la sua storia ancora pià intrigante e ha dato un perché a questa storia.
Hai avuto una bella idea, quella di utilizzare la citazione di Paolo Giordano per dare vita a una OS totalmente differente ma basata sullo stesso concetto. Meriti un bel po’ di complimenti solo per questo O.O.
Passando alla seconda parte, invece, ho amato come tu sia riuscita a trovare un personaggio che si accostasse così bene a quel piccolo genietto, perché deve essere stata un’impresa ardua. Phoebe è un po’ la ragazza che ha problemi con lo studio – in questo caso, la dislessia – ma è estremamente intelligente e acuta. Sa di più della vita rispetto a Yasha, che è vissuto nella gabbia dell’Orfanotrofio, e glielo fa anche un po’ pesare.  Un po’ molto, direi («Sarai anche un genio, Yasha Ivanov, ma dell’amore non capisci un cazzo, mi sa». ) Rido male :°D
Poi, la ragazza fa lo stesso lavoro Anya, sebbene non sia malinconica come lei. Pur dovendo arrangiarsi allo stesso modo per sopravvivere, sono due personalità molto diverse. Phoebe è più spigliata – come si direbbe a Napoli – e ride, cosa che l’albina faceva molto di sovente, mi sa. Solo in “come due onde nel mare” l’avevo vista farlo C: È sempre gradita, questa caratteristica, e a Yasha serviva qualcuno che fosse più “giovane” di lui e gli desse indietro la sua infanzia. Si fanno persino il solletico, loro due <3
E mi sono dimenticata di dirti della citazione che mi ha fatta andare il fangirl-mode. «Aveva sempre avuto una malsana passione per le cose vecchie, rotte, decadenti e ignorate da tutto e da tutti.» Non so perché, ma mi ha suonato un po’ come la frase che dice Tyrion a Robb quando gli viene chiesto perché stia regalando a Bran il progetto per la sella speciale xD
Ora mi fermo, perché devo andare a ripetermi storia, e mi scuso se non sono riuscita a dare un vero commento ad alcune parti (il flashback, per esempio), ma altrimenti non avrei finito più ^^
Complimenti, complimenti, complimenti! *^*
 
Talking Cricket

Recensore Master
09/09/14, ore 14:02

Buongiorno!
Questo è un periodo un po’ così, per me, e fatico molto sia a leggere che scrivere, perciò sono riuscita a finire di leggere questa storia solo ora. Mi è piaciuta veramente moltissimo, tanto per cambiare, ma voglio andare in ordine per non perdermi nulla per strada!
Intanto ho apprezzato tantissimo la tua decisione di raccontarci di Yasha utilizzando come supporto una citazione che tratta la sua passione più grande, quella dei numeri. Io “la solitudine dei numeri primi” lo lessi e in effetti mi è piaciuto molto e non mi è piaciuto al tempo stesso: è difficile da spiegare. Ma la questione dei numeri primi raccontata nella citazione che hai scelto mi aveva affascinata moltissimo e ho apprezzato tanto il modo in cui hai scelto di utilizzarla adattandola alla storia di Yasha e Phoebe.
Ho amato molto il primo passaggio, quello dello Yasha quattordicenne all’orfanotrofio, e la parte in cui  si reca al monumento dei caduti e pensa a sua sorella mi ha stretto il cuore :/ Mi sono piaciuti tanto i richiami agli altri personaggi delle tue precedenti edizioni, come Elias o il compagno di Distretto di Anya. Mi piacciono questi accenni di leggende che inserisci spesso nei tuoi racconti dedicati al 7 o al 4! E l’idea di Elias in versione demone che si aggira per i boschi e canta è molto creepy, ma bellissima!
Ho apprezzato tanto anche il flashback su Yasha piccino e la maestra, forse è stata una delle parti che ho preferito! Lei sembrava essere proprio una bella persona e mi è piaciuto il modo in cui si è servita della passione del ragazzino, la propensione e l’amore per i numeri, per cercare di fargli capire che non vuole vederlo così isolato e che ha bisogno di aprirsi con qualcuno, per non diventare completamente un numero primo privo di “gemello”.  Ah, e ho amato l’idea della casa abbandonata nel bosco, credo che renda tanto l’idea di Yasha come numero primo, solitario, che conta solo sulle proprie forze.
Anche la parte successiva, con il primo incontro con Phoebe, mi è piaciuta molto. Phoebe mi piace tanto, anche perché adoro il suo prestavolto, e ci sono delle cose di lei che mi ricordano Anya, quindi posso immaginare come per certi versi Yasha si senta istintivamente vicino a lei. Yasha “da grande” mi fa tanta tenerezza, così malinconico e solitaria, e spaventato al pensiero di lasciar entrare di nuovo qualcuno nella propria vita per paura di perderlo. Lo trovo anche tanto dolce, nel suo impaccio all’arrivo di Phoebe, lui che non ama il contatto umano si trova a dover condividere il letto con lei che, per forza di cose, è invece molto più a suo agio con il dormire con una persona che non conosce. Eppure a colpirmi tanto in Phoebe è quella sorta di… non so bene spiegarmi che intendo dire, ma nonostante il suo lavoro la vedo un po’ bimba, affatto maliziosa. Ah, e sono curiosa di saperne di più sul fratellino!


La parte del secondo incontro, a cui segue tutta la conversazione fra Yasha e Phoebe, è stata una delle più belle. Loro due hanno un’intesa bellissima, sono al tempo stesso similissimi – entrambi soli e costretti a persistere con la vita per andare avanti giorni giorno dopo – ma anche molto diversi, per certi punti di vista. Yasha che è un piccolo genio, Phoebe che ha problemi di apprendimento. Lui così impacciato nei rapporti con il prossimo, lei decisamente più schietta. La parte in cui si mettono a giocare e a farsi il solletico è dolcissima! Oh, e amo quando Yasha e Anya parlano in russo u.u Me lo devono insegnare –w-
L’ultima parte è di una dolcezza incredibile *^* Yasha che mette per iscritto  i “sintomi” che avverte mi ha fatta morire xD è un cervellone adorabile u.u E anche la presa di coscienza di Phoebe mi ha intenerito tanto, il suo andare a cercarlo, il senso di colpa al pensiero di essere costretta a “tradire” il rapporto con lui pur di lavorare e mantenere il fratellino.
L’accenno finale ai numeri e quel diciannove con relativa descrizione che riprende un po’ “Numbers”  è stato il colpo di classe, davvero!
Insomma, ho adorato questa one-shot e come al solito ti faccio tanti tanti complimenti!

Un abbraccio e a presto!

Laura