Tranne che per qualche incertezza, il linguaggio da te impiegato è senza dubbio adeguato all'atmosfera e al contesto in cui hai inserito la tua storia.
Purtroppo io non sono una grande amante delle rappresentazioni assai dettagliate e ho spesso trovato il racconto eccessivamente descrittivo, per esempio quando presenti la donna: splendidamente per quanto riguarda le sue fattezze e in maniera assai interessante quando accenni ai guanti di rovi, ma ridondante quando insisti con eccessivo zelo sul suo abbigliamento e la sua sensualità, per i quali sarebbero semplicemente bastati un paio di oggettivi. Allo stesso modo ho reagito al momento del fatidico incontro, in bilico tra la poesia più pura e la grezza descrizione d'uno stereotipo, tanto del corpo dell'uomo, quanto della reazione di Heryn, quanto dei comportamenti di Barduk -lingua? WTF?! temo, purtroppo, che sia una scelta poco consona alla descrizione idilliaca, dolce e romantica che hai sostenuto fino ad allora-. Ma non prendere ciò che ho appena detto come una critica, poiché non è nulla più che una considerazione personale, che viene da me e da me soltanto.
Non è certo una storia compatibile col mio temperamento o granché affine al mio gusto, ma nel suo complesso funziona e questo certo non posso negarlo :)
ps: alcuni consigli pratici: _'invano' si scrive attaccato.
_nel paragrafo in cui descrivi la seconda notte
dall'arrivo dell'aquila hai ripetuto più e più
volte la parola cielo: forse ti conviene
trovare un sinonimo.
Buona fortuna per le tue creazioni future :) |
