Ammetto, tanto per fare una figura da pesaculo come sempre, che la storia l’ho letta appena pubblicata, anche se ho continuato a rimandare la recensione al giorno dopo, poi a quello dopo, poi a quello dopo ancora…
Comincio con il dirti che i due nomi che hai scelto mi piacciono entrambi davvero tanto. Gecla ha un suono meraviglioso e Niard mi ricorda un po’ il nome di un mio OC, che si chiama Ninad, quindi non ho potuto non amarli dal primo momento che li ho letti(?). È stata molto particolare la scelta dell’ambientazione, perché in molti scrivono sul secondo bombardamento del tredici e nessuno sul primo, un po’ perché non ci sono notizie un po’ perché – ne sono convinta – qualcuno si dimentica perfino che sia accaduto. Ultimamente amo le storie che parlano della Rivoluzione – prima o seconda, è indifferente – e questa è stata corta ma intensa. È bello come Niard cerchi di capire cos’è la libertà che lui non ha mai vissuto ma non riesca a trovare le parole per domandarlo a sua sorella. È un concetto astratto che lui non può avere, perché è nato prigioniero e morto, beh, è morto senza sapere cos’è veramente. Questo mi dispiace. Tanto. E ti ho detestata per averlo fatto morire u-u Dall’altra parte, vivere come un topo sotto il terreno e con i nervi a pezzi per tutto ciò che ha passato sarebbe stato forse peggio.
Mi è piaciuto molto che tu abbia formato le frasi all’inizio di ogni parte nello stesso modo: dona una musicalità alla storia e ha un suo perché, così come il concetto che hai ripetuto varie volte e che dà il nome alla storia. Soprattutto, sei riuscita a trovare un titolo originale, senza affidarti a canzoni o citazioni random ^^
Ti faccio anche moltissimi complimenti per l’html più che curato, la storia in generale e la parole «sempre» in corsivo nel titolo. L’unico appunto è che metti forse un troppi trattini, che rendono la narrazione un po’ frammentata per i miei gusti.
Tanto di cappello ~
Talking Cricket (Recensione modificata il 30/10/2014 - 04:36 pm) |