Recensioni per
Storia di una professoressa e di un gattaccio di strada
di _juliet

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Ho scoperto questa storia grazie all'evento "Regala una recensione", ma ti assicuro che non è affatto regalata... è meritatissima! Mi piace il tuo stile, il modo in cui descrivi personaggi e ambientazioni, sembra quasi di averli davanti agli occhi e seguire la professoressa in Ca' Dario e lungo le calli veneziane. Il finale, poi... ho molto apprezzato il finale aperto, lascia spazio alla fantasia e sensibilità del lettore, pur con alcuni paletti: si intuisce che la donna si è affezionata a Gattaccio (sono entrambi dei randagi, anche se in modi e per motivi diversi), quindi, se questo dovesse salvarsi (cosa che, da gattofila, spero), non credo lo lascerà all'addiaccio. Una storia tenera e commovente, è stato un piacere leggerla! Serpentina

Recensore Veterano

Salve!
Partecipo all'evento "Regala una recensione... a chi vuoi tu". Sono stata attratta dal titolo, mi piacciono le storie che parlano di animali. La tua ¨¨ una storia molto toccante e soprattutto molto vera. Sembrava quasi di vederlo accadere davanti ai miei occhi.
Basta poco per riconsiderare qualcuno (un gatto in questo caso) e capire che tutti hanno bisogno di affetto, di considerazione e di cure. 0‡6 veramente bello il messaggio che hai voluto trasmettere, non solo quello di rispettare ogni animale ma anche ogni essere. L'amore viene sempre ricompensato!
Perdonami, sono una coccolona xD
Per il resto, devo farti i complimenti per lo stile, molto fluido e scorrevole.
Per¨° sono curiosa! Com'¨¨ finita poi?
Bien, penso di non aver altro da dire.
Complimenti ancora e a presto!

Sylvia Naberrie

Recensore Master

Ciao :3 Questa storia è davvero colma di affetto e il tuo volerla dedicare a tutti i randagi è bellissimo. Gli animali - gatti o altro che siano - meritano solo il meglio. Povero Gattaccio. Solo perchè è stato sfortunato non merita un pò di affetto? La vita è stata così dura con lui...
Parlando della storia i miei complimenti per aver giustificato il testo e per aver scritto in modo così scorrevole. Mi hai fatto molto riflettere quando hai scritto di Margaret che si ferma una attimo, pensa, e si rende conto della sua situazione o meglio di cosa gli altri vedono: una vecchietta spaurita, nervosa e con un gatto in mano. Credo che mai il parallelismo tra lei e il gatto sia stato così vicino. Lei in quel momento è scansato da tutti, deve cavarsela da sola e tutti ma proprio tutti le corrono intorno senza nemmeno guardarla... a parte quel signore che le offre aiuto ma secondo me lo fa solo per pena e non perchè vuole aiutarla davvero... non so ho avuto questa sensazione.
Molto ma molto bella!

-Han

Recensore Master

Ciao!
Arrivo qui dietro consiglio di Chara, che ha proposto la tua storia per l'evento natalizio "Regala una recensione... a chi vuoi tu" indetto su facebook.
Dunque, partiamo dal fatto che questa shot è scritta molto bene e dà modo di conoscere i personaggi e la loro storia - gatto incluso - seppur in così poche parole; tanto di cappello, dunque.
Il tema che hai scelto sta molto a cuore anche a me. Sono quel tipo di persona che per strada lascia avvicinare i cani randagi per fargli qualche carezza, anche se circondata da amici che cercano di spaventarmi con improbabili malattie e incazzature improvvise da parte di quelle povere bestie, quindi mi ha toccato molto questo finale. Credo che per ogni persona al mondo ci sia la sua anima gemella animale, e trovarla è un'immensa fortuna.
Complimenti per questo scritto breve ma importante.
A presto,
Red.

Recensore Master

Seconda classificata al contest Lontano da casa di 9dolina0

Sintassi, ortografia, punteggiatura
Ho trovato la tua storia molto corretta dal punto di vista formale: la sintassi scorre bene, perfettamente in equilibrio tra paratassi e ipotassi, senza che l’una prevalga nettamente sull’altra.

Anche l’ortografia è impeccabile: non ho riscontrato né errori, né refusi, segno che, evidentemente, hai messo molta cura nel tuo lavoro.

Per quanto riguarda l’uso della punteggiatura, devo dire che sono piacevolmente sorpresa: è difficile trovare una storia tanto ben scritta anche a livello di segni d’interpunzione. Vanno benissimo sia l’uso dei punti e delle virgole, sia l’uso delle caporali nelle battute dialogate.
L’unico piccolo appunto che ti faccio riguarda il seguente enunciato:

La donna sorrise, ripercorrendo in silenzio le tappe che l'avevano portata fino a sedersi su quella panchina: dopo essersi laureata con il massimo dei voti a Dublino, aveva deciso di realizzare il suo sogno: trasferirsi a Venezia, la città più bella del mondo.

Anche se, in realtà, utilizzare due volte i due punti nella stessa frase è una prassi abbastanza diffusa nell’italiano scritto antico, oggi si tende a evitarlo, proprio perché tale utilizzo appesantisce di molto la narrazione.
9,5/10

Appropriatezza lessicale e stile
A livello lessicale, la storia si presenta decisamente bene. Non hai utilizzato parole troppo artificiose o complesse, ma quelle che hai inserito sono perfettamente idonee al genere e alla trama del racconto. Non ci sono termini fuori posto che possano fuorviare il lettore o far storcere il naso: semplicemente, hai usato con maestria un lessico semplice ma non banale, riuscendo nel compito di rendere apprezzabile e scorrevole la lettura.
Degne di nota sono ovviamente le sporadiche citazioni dal lessico veneziano: Ca’ Foscari – nome dell’Università di Venezia – e Ca’ Dario, pur nella loro evidente brevità, rappresentano comunque un collegamento fondamentale – e richiesto dal bando! – tra l’ambientazione geografica e le espressioni culturali del posto. Hai scelto di avvalerti della lingua e questo lo apprezzo particolarmente. D’altra parte, sarebbe stato arduo citare frasi più complesse o strutturare le battute in veneziano – non tutti i lettori avrebbero capito! –; per cui, anche se magari qualche interiezione tipica avrebbe giovato, direi proprio che hai portato a termine in modo soddisfacente il tuo compito.

Per quanto riguarda lo stile, questo è molto semplice e lineare. Hai preferito raccontare la storia piuttosto che affidarti alle battute dialogate – le quali, per altro, compaiono solo verso la fine – mantenendoti quasi al livello del genere favoloso.
Data la relativa leggerezza della trama, la tua scelta è sicuramente apprezzabile, tanto più che la conclusione del racconto può quasi essere interpretato come una morale.

L’unico piccolo difetto che ho colto è la presenza di alcune ripetizioni che appesantiscano un po’ la lettura. È vero: ripetere la stessa parola o espressione nel giro di poche righe non può essere considerato un vero e proprio errore; ma, a livello stilistico, la narrativa in lingua italiana predilige piuttosto l’uso di sinonimi artificiosi che non un’eccessiva chiarezza espressiva raggiunta attraverso l’utilizzo ravvicinato della medesima parola.
Ti cito un esempio dal tuo testo:

Vivere a Venezia le piaceva perché la maggior parte delle distanze si percorreva necessariamente a piedi, ma non riusciva più a reggere il clima come quando era giovane.
La donna sorrise, ripercorrendo in silenzio le tappe che l'avevano portata fino a sedersi su quella panchina […]


Chiaramente, trattandosi la mia di una valutazione stilistica – e, dunque, parzialmente soggettiva – non sei tenuta a prendere in considerazione il mio suggerimento di modificare uno dei due termini. Credo però che a livello di scorrevolezza la storia ne gioverebbe molto.
8,5/10

Trama: originalità e sviluppo
Una delle particolarità della tua storia riguarda la leggerezza e al contempo la profondità morale della trama. Ne ho lette poche di storie che potessero definirsi apprezzabili sotto entrambi i punti di vista e trovo che ciò vada anche a vantaggio dell’originalità del racconto.
Gli elementi che metti insieme, presi uno alla volta, non hanno nulla di particolare, trasgressivo o originale; eppure, il modo in cui li hai estrapolati dai loro anonimi contesti e li hai miscelati insieme ha creato un risultato a mio avviso egregio.
A farla da padrona, nel racconto, è la solitudine.
La solitudine colpisce la protagonista della storia – anche se ciò non viene detto esplicitamente – e affligge anche un povero gatto dal passato difficile e dal presente tormentato. Tra i due non c’è intesa – almeno nella parte iniziale del racconto – e, anzi, sembra che a dividerli sia una profonda antipatia reciproca. Solo in un secondo momento, verrà fuori che si tratta semplicemente di un’ingiustificata diffidenza, dovuta al fatto che entrambi sono troppo simili per poter apprezzare e ammettere le loro somiglianze. Certo, Gattaccio è semplicemente un animale, e il suo modo di comportarsi è dettato dall’istinto – e, probabilmente, dai soprusi subiti nel passato –, ma Margaret è una donna vissuta, dalla raffinata intelligenza e dall’ottima cultura personale. L’anziana professoressa fatica a percepire e a cogliere le sofferenze di Gattaccio: anche lei, inizialmente, esattamente come tutte le altre persone che hanno a che fare con lo scorbutico animale, tende a prendere le distanze da lui.
È ciò che capita al gatto a farle aprire finalmente gli occhi.
Margaret lo trova accoccolato a terra, visibilmente sofferenze e bisognoso di aiuto.
È in quel preciso istante che ella capisce: capisce che quel gatto è come lei, che è un essere che soffre e che va aiutato. Capisce che Gattaccio è suo.
Il fatto che tu abbia lasciato il finale aperto non pregiudica affatto la comprensione o la qualità della storia. È probabile che l’animale venga effettivamente salvato ma, ai fini della morale della storia, ciò conta poco. Quel che importa è che la protagonista impari cosa sia la solidarietà e a rispecchiarsi negli occhi sofferenti degli altri.
In fondo, anche lei si rende conto di essere sola, proprio come Gattaccio, quando vaga per Venezia alla ricerca di aiuto. È sola perché diversa: nonostante gli anni trascorsi in Italia, infatti, la gente coglie comunque il suo essere straniera e interpreta la sua folle corsa attraverso la città come il delirio di una turista.
Ecco perché, improvvisamente, si rende conto di voler bene a quel misero gatto.
Ecco perché, alla fine, piange per lui.
9,5/10

Caratterizzazione dei personaggi
L’unico personaggio umano di un certo rilievo che compare nel racconto è la protagonista della storia. Una scelta coraggiosa da parte tua quella di limitare al massimo l’interazione di Margaret con altri personaggi.
I pochi che vengono citati sono delle comparse o poco più: l’uomo d’affari molto ricco, i veneziani incrociati per strada, il giovane che presta soccorso a Margaret. Ecco: forse quest’ultimo è quello che ha un ruolo preponderante rispetto agli altri. Ciò nonostante, la tua storia non pecca di efficacia: anche se Margaret è praticamente quasi da sola sulla scena – a esclusione di Gattaccio – ella è caratterizzata bene a tal punto da rendere plausibile il suo modo di agire. Hai voluto, insomma, concentrarti su di lei, sulla sua psiche, sul suo modo di essere e di apparire e sulla sua presa di coscienza. Non trovo difetti, dunque, riguardo alla sua caratterizzazione: è una donna anziana le cui esperienze di vita passata hanno permesso di rimanere una persona di successo, di frequentare un certo ambito e di mettere indosso una sorta di maschera che, alla fine, si ritrova lei stessa a rinnegare. Margaret è più solidale di quanto ella stessa pensi o voglia far credere e il fatto di prendere a cuore la salute del gatto dimostra sostanzialmente quanto lei, pur nell’apparente perfezione della sua vita, si consideri affine all’animale.
Per quanto concerne l’aspetto più importante della caratterizzazione, ovvero l’essere uno straniero in terra italica, devo dire che te la sei cavata piuttosto bene. È vero: non hai raccontato la classica drammatica storia dell’immigrato che viene a cercare fortuna nel Bel Paese – cosa, oltretutto, che da regolamento non era obbligatoria – ma hai preferito buttarti su un personaggio che si è trasferito in Italia per motivi, sì, lavorativi, ma principalmente anche culturali.

La donna sorrise, ripercorrendo in silenzio le tappe che l'avevano portata fino a sedersi su quella panchina: dopo essersi laureata con il massimo dei voti a Dublino, aveva deciso di realizzare il suo sogno: trasferirsi a Venezia, la città più bella del mondo.

Anche questa scelta è abbastanza in controtendenza, ma io l’ho apprezzata particolarmente. Il non essere italiana della protagonista emerge comunque: nonostante, infatti, Margaret viva a Venezia da moltissimi anni, ella non ha comunque perso, evidentemente, l’accento irlandese. Proprio nel finale, questa sua caratteristica si rivela beffarda e il suo tentativo di chiedere aiuto per salvare Gattaccio, viene interpretato come un momento di follia da parte di una turista spaesata. È un po’ come se la realtà avesse improvvisamente bussato alle porte della donna e l’avesse riportata coi piedi per terra, rivelandole non solo dei sentimenti non credeva di possedere ma anche la consapevolezza di essere una persona anziana e sola in terra straniera.
Ottima caratterizzazione!
10/10

Ambientazione
Non ti sei dilungata molto nel descrivere i dettagli riguardanti l’ambientazione, ma, nonostante ciò, la trama funziona ugualmente bene e le informazioni che fornisci sono esaustive. Venezia c’è: la troviamo nei nomi degli edifici e nelle citazioni di qualche luogo particolarmente famoso – come, per esempio, l’Università Ca’ Foscari. Manca, a mio avviso, l’interazione con quell’ambiente: se, infatti, per quanto concerne gli abitanti nativi, verso la fine del racconto c’è un confronto diretto, la città lagunare non viene mai messa particolarmente in primo piano, se non, appunto, quando vengono citati luoghi piuttosto noti. Margaret potrebbe vivere benissimo in una qualunque altra città italiana poiché, di fatto, non trapela in modo evidente il legame affettivo tra la protagonista e il posto in cui ha deciso spontaneamente di vivere.
Rimane comunque il fatto che l’ambientazione è realistica e che ti sei mantenuta fedele ai dettami imposti dal bando. Complessivamente, anche per quanto riguarda questo parametro, il giudizio non può che essere positivo.
8/10

Gradimento personale
Come avrai certamente capito, la tua storia mi è piaciuta molto.
Ho apprezzato lo stile, adatto in tutto e per tutto al genere del racconto, e ho apprezzato la trama che, pur nella sua semplicità, è in grado di commuovere e di far riflettere.
Hai più o meno esplicitamente toccato diversi temi molto interessanti, quali l’abbandono e il maltrattamento degli animali, la solitudine delle persone anziane, la ricchezza che non fa la felicità, i pregiudizi dettati dall’apparenza.
Il tutto, si è svolto senza che mai la lettura risultasse troppo pesante o la trama troppo artificiosa.
È stato un immenso piacere, insomma, imbattermi nel tuo racconto.
Veramente un ottimo lavoro!
Tot: 45,5/50

Recensore Veterano

Perché non ascolto mai quella vocina nella mia testa che mi suggerisce di prendere i fazzolettini prima di iniziare a leggere? TT.TT
Ti giuro che sono commossa, è una delle storie più dolci che abbia mai letto: nel mio palazzo c'era un Gattaccio che si avvicinava a tutti per farsi coccolare e per giocare, ma un giorno non è più venuto così lo abbiamo cercato dappertutto però non l'abbiamo più ritrovato. Anche se il Gattaccio del mio palazzo aveva un carattere più dolce rispetto a quello da te descritto, non ho potuto fare a meno di ripensare a lui e così mi sono sciolta in lacrime... :'(
Questa "premessa" serve per dirti che ancora una volta sei riuscita a colpirmi nel profondo dell'anima e ti ringrazio immensamente per aver scritto una storia sulle creature più belle che esistano: gli animali, che al di là di tutto, sanno essere spesso molto più sensibili di noi.
Grazie di cuore, davvero! <3
Credo a questo punto sia persino superfluo dirti quanto sia forte l'impatto di questo racconto e quanto il tuo stile sia capace di dare spessore anche a vicende apparentemente comuni, ma ricche di significati che la realtà spesso e volentieri non offre...
Scusa la pseudo-arringa politico-animalista, purtroppo quando si parla di certe cose perdo completamente il senso della misura. Concludo rinnovando i miei complimenti e aggiungendo di corsa questa storia alle mie preferite.
A presto! ;)
Bacioni,

Chloe

Recensore Master

Eccomi a lasciarti, finalmente, la tua recensione premio.
Avevo già visto questa storia un po' di tempo fa, e mi ha sempre incuriosita anche perché il contest per cui è stata scritta mi è sembrato molto bello - ovviamente io sono in blocco da mesi (anni?), per cui non ho potuto partecipare.
Nelle mie vene scorre sangue di gattara, ho una micia (inserire qui qualsiasi insulto al femminile) e una ciotola per due gatti randagi che, manco a dirlo, macchiano e sporcano e non mostrano un minimo di riconoscenza, perché non si fanno nemmeno avvicinare. Questo è esattamente il motivo per cui amo i gatti, perché annullano la mia dignità, mi spingono a elemosinare dell'affetto che non arriva mai, se non nei momenti meno attesi.
E questa storia mi ha commossa, perché stringere tra le braccia un animal indifeso e sentirlo fare purr purr è una delle più grandi gioie di questo mondo. Il rapporto tra Margaret e Gattaccio è bellissimo, il modo in cui lei lo difende è perfetto e sono convinta che solo chi ama gli animali per ciò che sono - quindi al di là delle cicatrici e dei monconi - avrebbe potuto scrivere una storia del genere. Un gatto non è un trofeo da esibire per il pelo folto e gli occhi languidi, è una creatura con un ego tra i più grandi e bisognosi di cure di questo mondo.
Ovviamente la grammatica è ottima, lo stile impeccabile e la cura per la storia mi ha estasiata quasi quanto la vicenda. Leggerti è sempre un piacere e questa storia finisce tra le ricordate, perché... beh, perché contiene un messaggio importante e deve essere, appunto, ricordata.
Complimenti davvero!

Recensore Veterano

Salve cara, sono Tsunade del forum di EFP e passo per lasciarti il giudizio del contest tramite recensione. ♥

Terza classificata al contest "Left Behind - Storie di Ruggine e Abbandono"

Grammatica e Lessico: 20/20
L’ortografia che hai usato, come anche l’uso del lessico, è impeccabile. Pur rileggendo attentamente non abbiamo trovato un singolo errore o refuso e, contando il fatto che hai consegnato la storia per prima e poco dopo l’inizio del contest, credo tu abbia fatto un lavoro perfetto. Sei riuscita a non commettere errori ed a scrivere una bella storia in poco tempo. Congratulazioni, davvero! L’unica cosa che forse ci ha lasciate un po’ incerta è stato il doppio uso dei due punti in una delle frasi all’inizio della storia ma probabilmente si è trattato di un errore di distrazione.


Stile: 14/15
Il tuo stile è semplice e scorrevole, ci ha ricordato molto quello di alcuni scrittori che adoriamo (in particolar modo di quelli orientali) per la particolarità delle descrizioni e la propensione all’introspezione. Aggettivi e avverbi sono usati in maniera equilibrata, così come la punteggiatura. Il personaggio di Margaret è squisito: quando hai scelto il pacchetto che conteneva la signora anziana ed il gatto mai avremmo pensato che avresti usato questi elementi nel modo in cui li hai gestiti. Tutta la storia si è rivelata una piacevole sorpresa, peccato forse che alcuni punti siano un po’ troppo veloci. Secondo noi diversi aspetti della narrazione andavano un po’ approfonditi, magari soffermandosi di più su alcune scene.


Originalità ed Uso del Luogo: 9/10
Questa storia ha solo una pecca: dura troppo poco. Siamo felici che ti sia uscita di getto e che l'ispirazione ti abbia guidata ma arrivate alla fine eravamo quasi dispiaciute di separarci da Gattaccio e Margaret... prima o poi dovresti davvero pensare ad un seguito, sono due bei personaggi e meriterebbero altri racconti incentrati su di loro! Hai utilizzato Ca’Dario in un modo che mai avremmo immaginato. Devo essere sincera, quando abbiamo cercato informazioni su questo posto avevamo in mente l’idea di una storia dai toni più “dark” ed inquietanti ma tu sei riuscita a ribaltare tutte le nostre convinzioni. Hai descritto una Venezia piacevole, una piccola realtà che abbiamo percepito con dei colori intensi e brillanti al contrario dei toni spenti e scuri caratteristici dell’horror. L’originalità è il punto forte della tua storia (assieme all’introspezione) ma non ti diamo il punteggio pieno solamente perché avremmo preferito che raccontassi un pochino di più le vicende della storia legate a Ca’Dario. Non che tu non l’abbia fatto ma avremmo comunque voluto leggere qualcosina in più a riguardo.


Uso del Pacchetto: 10/10 (+3)
Anche qui, come nel punto sopra, avevamo in mente l’idea di una storia più diretta verso l’horror ma preferiamo di gran lunga la tua. Hai inserito alla perfezione entrambi gli elementi del pacchetto, anzi! Sei riuscita addirittura a farli interagire fra di loro, rendendoli i pilastri portanti della trama. Hai descritto tre situazioni di abbandono che si sono incontrate in modo fortuito ma quasi predestinato: l’abbandono di Ca’Dario che, nonostante sia stata acquistata recentemente, non è mai stata abitata di nuovo; l’abbandono di Margaret, che dopo una vita spesa a lavorare e ad occuparsi della famiglia si trova improvvisamente sola e non sa più quale sia il suo scopo nella vita (tragica verità che ritroviamo nelle realtà degli anziani di oggi) ed infine l’abbandono del povero gatto, allontanato da tutti senza essere compreso. Hai creato una miscela fantastica di questi tre elementi che ci ha veramente sorprese… se dobbiamo essere sincere, verso la fine ci siamo anche commosse. Anch noi come te abbiamo molto a cuore gli animali e ci dispiace tantissimo vederli abbandonati o sofferenti. Insomma: punteggio pieno e meritatissimo.


Gradimento Personale - Tsunade: 5/5
Penso di aver detto tutto nei punti precedenti, la tua storia è un vero e proprio gioiellino; uno spaccato della vita moderna in una città che cerca di restare al passo coi tempi ma rimane affascinante soprattutto per la sua aria colma di storia e, in un certo senso, di malinconia. Ho apprezzato moltissimo l’originalità con cui hai interpretato tutti gli elementi che ti abbiamo fornito e mi sono affezionata moltissimo ai due protagonisti. Ottimo lavoro!


Gradimento Personale – Ino;Chan: 5/5
La storia mi è piaciuta molto: pur nella sua brevità, hai tracciato la storia di due vite destinate ad incontrarsi e a diventare importanti l'una per l'altra in maniera nitida, piena di sentimento, poetica, specie nella parte finale. Adoro gli animali e ho un feeling speciale coi gatti, per cui capirai come la figura di Gattaccio mi sia rimasta nel cuore... mi piacerebbe sapere cosa succederà in seguito, se Margaret adotterà effettivamente Gattaccio, se Ca'Dario tornerà davvero al suo splendore, se Margaret scoprirà qualcosa sulla sua storia... e se mi vengono questi pensieri, significa che il racconto mia ha davvero intrigata. Il finale in particolare, quello in cui Margaret decide di prendersi cura del suo nuovo amico e di proteggerlo da chi lo considera solo un randagio senza un valore particolare, poi, è davvero dolce e intenso, forse la mia parte preferita in assoluto. In sintesi, l'ho trovata davvero una bella storia, ben scritta e interessante e... ripeto, mi piacerebbe vedere un seguito, prima o poi!

Nuovo recensore

Ciao Juliet :)

sono finita a leggere la tua storia per caso, perché partecipo anch'io allo stesso contest, e mi sono innamorata del modo in cui è scritta.
E' perfetta, amo il modo in cui hai interpretato il tema del contest, senza scadere nell'horror solo per l'ambientazione un po' inquietante.
E poi, la parte finale con Margaret che si rende conto di essere, in fin dei conti, affine a Gattaccio, mi ha fatto quasi piangere.
Complimenti, mi piace davvero tanto 
 
Alaska
 

Recensore Junior

Ciao _juliet ! Come te anche io sto partecipando allo stesso contest e devo dire che la tua storia è veramente bella e commovente. Mai mi sarei aspettata la reazione dell'anziana donna...è stato bellissimo vedere la svolta che ha preso il tuo racconto. Mi hai commossa ed emozionata (cosa che succede non molto spesso). Non so bene cosa tu abbia scatenato in me, ma mi hai fatto riflettere tanto e per poco non mi è scesa una lacrimuccia (mi sono trattenuta) >_<. Il tuo "Gattaccio" credo proprio che lo ricorderò sempre, ogni volta che qualcuno chiamerà un gatto in quel modo. Io penserò a te e all'importanza dell'insegnamento che hai voluto dare a ciascuno di noi lettori.
Non scoraggiarti, perché hai fatto un ottimo lavoro! Sei stata più che originale nella scelta.
Ti faccio i miei più sentiti complimenti e un grandissimo in bocca al lupo!

Recensore Junior

Ciao Juliet!
comincio col commentare la fine della tua one-shot, cioé la tua nota; ha ragione, troppo spesso i randagi vengono maltrattati :'(
la storia mi é piaciuta per il doppio (o triplo) abbandono trattato, "Gattaccio" e Margaret (o Gattacio, Margaret e il palazzo ;)).
Il cambiamento della protagonista é commovente, come alla fine dal disprezzare il gatto finisce per considerare suo il gatto e a volergli salvare la vita!
finisco col dire che adoro Venezia anche io! :)
Alla prossima, un bacio
Sofia Minerva.