Recensioni per
E se non sai chi chiamare
di KeyLimner

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
28/09/14, ore 22:48

Mi piace, mi piace molto.
La vena è tremendamente nostalgica, malinconica, e devi aver scavato a fondo in quella vena. Hai estratto sensazioni forti e le hai ricomposte in una poesia dai toni sin troppo pacati, che camuffano bene ciò che sta dietro.

Commentarla in poche righe sarebbe veramente un peccato, preferisco rileggerla strofa per strofa.

"Non mi importa di impedirlo.
Mi basta sapere
che non è colpa mia."

Ah, intanto complimenti per la formattazione, immagino ci abbia messo un po' per sistemare tutto come volevi. Io di solito preferisco formati più semplici e lineari, senza troppi fronzoli, però non ho potuto fare a meno di apprezzare i tuoi sforzi e il risultato, che è veramente piacevole a vedersi e funzionale alla poesia stessa.
Questa prima strofa m'ha catturato - il primo frammento che m'ha convinto che sì, era il caso di continuare a leggere. Non ci sono figure di suono o di significato particolari, anzi, e tuttavia quello che hai scritto m'ha colpito. Quel bisogno, quel volersi sentire innocenti, non responsabili, m'ha colpito. Di sapere che è stata l'altra parte ad aver causato tutto questo. A tal punto da cambiare priorità e da preferire ciò piuttosto che impedire la causa stessa di un'affermazione così forte (e così, se me lo concedi, inconsistente; quel bisogno lo comprendo e quante volte ho avuto la necessità di provarlo! Quante volte ho voluto convincermi che non fosse colpa mia! Eppure quando poi posso permettermi un certo distacco, mi rendo ben conto che le colpe non stanno mai da una sola parte). No, non vuoi estirpare il problema alla radice; non vuoi tornare indietro nel tempo, non in questa strofa - e forse in nessuna -, vuoi soltanto che ti sia riconosciuto il diritto d'innocenza. Una strofa quasi vendicativa, una strofa liberatoria.

"Cominciamo a parlare
quando non abbiamo più niente
da dirci."

Un'accusa grave quella che muovi - e che, con molto tatto, non rivolgi a nessuno in particolare, lasci un plurale piuttosto ambiguo, come a voler ammettere che riguarda entrambi. In altre parole, è troppo tardi. E questo lo si evince dall'intera poesia, dalla prima strofa che già andava oltre questo momento, in cui sapevi che era già troppo tardi e andavi oltre, pensavi già a scrollarti ogni colpa di dosso. Non so se le avessi o meno; comunque le hai spazzate via - quantomeno per il momento.
E questo motivo, la rassegnazione per ciò che ormai ritieni irrimediabile, si lega al motivo successivo della poesia: protrarre quell'addio, un'ultima volta e un'ultima ancora.

"I’m a strange kind of girl.
The kind that
 Kisses you on night
And
Kicks you
The day after."

Un intermezzo, e non mi dispiace che sia scritto in inglese. Una descrizione brevissima, fulminea, quasi scorbutica e violenta. Un po' come that kind of girl.
La definirei volubile, ma forse è solo una delle tante anime incerte, insicure, una di quelle che guardano il mondo e si rendono conto che qualcosa non quadra. E accade ogni giorno.

"E se non sai chi chiamare,
puoi urlare il mio nome.
Forse
non ti verrò a salvare.
Ma se ti volterai
nella mia direzione
potrai incontrare i miei occhi,
e si scambieranno
un’ultima parola,
o un ultimo
silenzio."

Eccolo l'altro motivo. Ed è un motivo guidato dagli sguardi e dall'incertezza di quella ragazza - non che lo faccia intenzionalmente, è che certe cose sono difficili da prevedere, oppure spiacevoli - e dell'altra persona, a cui non garantisce più nulla. Vorrebbe rimandare l’addio, ma sa che non è rimasto nulla. I loro sguardi potrebbero incrociarsi e restare muti, non avere più nulla da dire. There’s nothing left to say.

“Ma continuerò a pregare
il sole
di non lasciar morire
questo crepuscolo;
continuerò a tirarlo per i raggi
fino a bruciarmi le mani.
Finché la pelle non mi si staccherà
come una benda
dalle falangi.”
 
Stupenda questa parte, la mia preferita. Fa troppo male quell’addio, fa troppo male il solo pensiero che le cose possano finire, concludersi, che l’esistente possa annullarsi, che qualcosa venga relegato al rango di ricordo passato. Forse speri ancora, forse in cuor tuo desideri che non sia ancora troppo tardi, nonostante tu abbia esordito convinta dell’opposto. Adesso sembri pronta a lottare, con la fierezza d'una guerriera che sprezzante fissa negli occhi una fine. Sa che non avrà la meglio, sa che è troppo tardi, ma sa pure che talvolta non ci si può arrendere; il cuore non concede mai rese incondizionate.

Complimenti, questa tua poesia mi ha veramente colpito!

Nuovo recensore
28/09/14, ore 22:03

Veramente molto toccante. Bellissima l'ultima strofa. Non ho ben compreso perché l'uso dei diversi font, nè il perchè di quella strofa in inglese. Però ecco, le ultime due parti, sono decisamente belle, piene di pathos. Molto semplice il tuo modo di scrivere, ma allo stesso tempo efficace.
Spettacolare quel " Ma continuerò a pregare il sole di non lasciar morire questo crepuscolo."
La mia opinione è positiva. Solo ecco, non ho ben compreso alcune tue decisioni. Questo non compromette la bellezza del componimento.
Mi piacerebbe avere un tuo parere sui miei versi, se ti fa piacere e se hai tempo.
Buona fortuna!