Recensioni per
Time has a way of changing things
di Alexiel Mihawk
C'è una dolcezza incredibile in questo racconto. Si stringe il cuore a vedere Saori come una bambina - una bambina normale che ha paura del buio. Che si chiede che fine abbiano fatto i suoi genitori. Perché gli altri bambini abbiano una mamma ed un papà e lei no. E perché suo nonno insista a circondarsi di pezzenti quando potrebbe stare con lei. Perché è lei, alla fine, quella importante. Ed in un certo senso è tremendamente vero, perché sì, lei è Athena e non una mocciosa qualsiasi; ma se è vero che anche gli adulti sono stati bambini, una volta (cit.), questo vale anche e soprattutto per gli dei, quando scelgono di farsi carne. E una bambina sola, una bambina abituata a d avere tutto il mondo che ruota attorno a lei, nemmeno fosse il sole e loro i suoi pianeti in orbita, sa essere molto pretenziosa, crescendo. Perché a volte si ha solo fame d'amore. D'affetto. E non siamo disposti a condividerlo con nessuno. E se cresci assorbendo lo sguardo di chi sta attorno - e ti tratta come se fossi fatta del materiale più pregiato e prezioso che si possa concepire - eccolo lì che alla fine ci credi anche tu. |
Bentrovata Alexiel Mihawk! Questo flashback proietta la narrazione al momento in cui Saori era solo una bambina, ancora ignara del suo destino e del fatto che, di lì a breve, la sua natura divina si sarebbe palesata cambiando il suo futuro per sempre. |
Un capitolo molto bello, che evidenzia bene la profondità del semplicissimo cambiamento di Saori. da ragazza viziata a dea. Forse potevi approfondirlo maggiormente, ma rende benissimo anche così. complimenti come sempre :) continua così che puoi solo migliorare ;) |
Sinceramente questo capitolo non mi ha fatto impazzire. Hai citato Seiya quasi a caso secondo me, senza dargli lo spazio che si merita. Comunque ho visto che scrivi bene e sono sicura che il prossimo capitolo sarà migliore |
Ciao, bentornata online! Anche se mi devo accodare a uno dei commenti precedenti nel dire che questa terza storia, rispetto alle altre due, è la tua meno riuscita, ci tengo comunque a darti bandiera verde. Hai scelto un tema molto complesso e sarebbe troppo facile criticare il modo in cui lo hai sviluppato senza provare a fare altrettanto. Io, nella mia long fic, sto cercando di indagare l'enorme ambiguità racchiusa in questa frase e, più in generale, nella figura e nelle intenzioni di Atena/Saori e nel suo triangolo con Shaina e Seiya. E mi ci spacco la testa. La frase pronunciata da Seiya secondo me omette una conclusione, che invece ci leggo io. "La dea per cui mi batto ha rispetto per la vita (ma è pronta a sacrificarne molte per trionfare)". Compresa la sua, certo. Però Atena bara, perché è immortale e sa che tornerà. Insomma, Atena è una stratega che conosce il significato di effetto collaterale quando si parla di morte dei suoi paladini. Saori, a mio avviso, si è evoluta dal suo egoismo viziato dell'inizio, ma solo per sublimarsi in una forma ancora più raffinata di narcisismo, che nella mia personale interpretazione delle cose si espleta in un perverso piacere nel veder accorrere i suoi paladini (Seiya in testa) in sua difesa al primo soffio di vento. Una Dea avrebbe il potere di spazzare via schiere di nemici con un gesto della mano, invece preferisce sempre farsi imprigionare o correre i rischi più strampalati pur di essere salvata. E' bello sapere che qualcuno combatte per te ancora prima che per l'ideale che rappresenti. E in questo è meravigliosamente umana. |
Questa sì. |
Non so. |
Non mi piace recensire dal cell, ma ho sentito l'urgenza di lasciarti una traccia per dirti che scrivi benissimo. Per questo faccio un'eccezione e per dirti che apprezzo le tue citazioni di mitologia. Avevo letto subito anche la prima scena e l'avevo trovata adorabile. Ma ho aspettato e ho fatto bene perché ho avuto modo di farmi un'idea più precisa. Sono d'accordo con te. Saori si ama o si odia e più spesso è odiata perché in molti la guardano con gli occhi di altri personaggi. Mi piace molto questa 'tua' Saori, umana e divina. Non sono d'accordo sul fatto che la sua natura divina le impedisca di provar sentimenti umani però capisco che ci sia voglia di non renderla una 'ragazzina'. In fondo lei è Athena la dea nata dalla testa di Zeus! Personalmente ho le mie idee ma questa e' la tua storia e io posso solo farti i complimenti non solo perché è scritta bene ma perché trasmette delle emozioni. C'è da perdersi in Saori, c'è da crescere tanto con lei. Ti prego però non imprigionarla in una scultura d'oro e d'avorio. Falla parlare, lasciala ascoltare, falla arrabbiare, combattere, falla amare e odiare perché nei miti di Grecia gli dei somigliano agli uomini più di quanto gli uomini siano stati fatti ad immagine degli dei. Un ultimo complimento: usi parole leggere ed evochi immagini... Continua non appena puoi. Alla prossima! |
Ancora una volta i miei complimenti. Mi dispiace molto che tu sia senza internet ma in bocca al lupo per l'erasmus! |
Mi piace molto come hai scritto questo primo capitolo. Secondo me in Saori convivono appunto due nature, quella di ragazza e quella di donna. |
Mi piace mi piace mi piace. Sì, hai centrato in pieno l'obiettivo. Io e te condividiamo una sensibilità e una visione delle cose che mi fa piacere incondizionatamente la tua Saori/Atena (e lo scrivo attaccato, perché sono un binomio inscindibile). Perché lei NON è solo la fanciullina senza macchia da salvare a tutti i costi. Lei è il generale, lo stratega, quella che manda a morte i suoi soldati ritenendo il loro sacrificio un prezzo giusto da pagare in nome di un bene più grande. In un certo senso Kurumada aveva intuito questa verità, dipingendo Saori come una boriosa viziata all'inizio della sua avventura. Poi si è perso per strada, e ha appiattito questo personaggio rendendolo bidimensionale come la carta su cui era disegnata. Lei, la principessa in pericolo, e lui, Seiya, il suo eroe salvatore. Che misera parabola, che banalità totale in questo accostamento. Riesco a salvarlo soltanto se lo leggo in chiave di amor cortese medievale, con Saori in versione donna angelicata e Seiya in versione paladino che le rende omaggio. Per il resto è da buttare. Ma tu, per fortuna, riporti una speranza con la tua interpretazione coraggiosa di Saori/Atena, che come dici tu era una dea votata alla guerra e alla vittoria, non certo la candida statua d'avorio dal chitone immacolato con la quale è stata raffigurata. |
Veramente una bella scelta quella di scrivere di Saori, di volersi concentrare su quel aspetto di lei - pure così importante - che al fandom sfugge (o meglio, di cui al fandom nemmeno importa di provare a capire o inquadrare). Diciamo pure, che probabilmente anche a Kurumada spesso il potenziale di Saori è sfuggito e così lei è purtroppo rimasta intrappolata in una storia ciclica, in un ruolo abbastanza ripetitivo e pure maschilista. Credo che, come fan, o negli anni ti accorgi di questa cosa e di ciò che Saori era in fondo in fondo, e di quello che avrebbe potuto essere, oppure c'è poco da fare, ti resta indigesta. |
ti faccio i miei complimenti.Sei la sola che oso definire fan autentica di Saori.lei non è la mia preferita,ma noto con immensa gioia che sei la sola che l'ha capita davvero. è una ragazzina di tredici anni,che accetta il suo destino fino in fondo rinunciando ad essere umana.tralasciando che,per quanto se ne dica,Seiya si vede lontano un miglio che non la ama,perchè il suo cuore batte per una sacerdotessa dai capelli verdi....mi chiedo come si faccia ad inventarsi scuse come quella che in lei sarebbero presenti natura umana e divina.mica è sasha di lost canvas...Saori l'ho sempre ammirata,nonostante le apparenze ha coraggio da vendere.e non per nulla,atena è una stratega militare a volte violenta quanto Ares.sono appassionata di mitologia e quando leggo certe sciocchezze resto sempre amareggiata. continua così :) la tua fanfiction è davvero bella |
Bello, bello, bello. ^^ |
Ci sono dei giorni in cui non sa se i suoi pensieri sono suoi o della dea che giace sopita dentro di lei; Saori esiste come individuo singolo? |