Recensioni per
Time has a way of changing things
di Alexiel Mihawk

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
29/01/15, ore 13:21

C'è una dolcezza incredibile in questo racconto. Si stringe il cuore a vedere Saori come una bambina - una bambina normale che ha paura del buio. Che si chiede che fine abbiano fatto i suoi genitori. Perché gli altri bambini abbiano una mamma ed un papà e lei no. E perché suo nonno insista a circondarsi di pezzenti quando potrebbe stare con lei. Perché è lei, alla fine, quella importante. Ed in un certo senso è tremendamente vero, perché sì, lei è Athena e non una mocciosa qualsiasi; ma se è vero che anche gli adulti sono stati bambini, una volta (cit.), questo vale anche e soprattutto per gli dei, quando scelgono di farsi carne. E una bambina sola, una bambina abituata a d avere tutto il mondo che ruota attorno a lei, nemmeno fosse il sole e loro i suoi pianeti in orbita, sa essere molto pretenziosa, crescendo. Perché a volte si ha solo fame d'amore. D'affetto. E non siamo disposti a condividerlo con nessuno. E se cresci assorbendo lo sguardo di chi sta attorno - e ti tratta come se fossi fatta del materiale più pregiato e prezioso che si possa concepire - eccolo lì che alla fine ci credi anche tu.

Mi è piaciuto tantissimo come hai reso Mitsumasa Kido. I suoi sentimenti, che nel amnga sono abbozzati e via, qui prendono corpo e ci mostrano cos'ha provato nel vivere fianco a fianco con Saori. nel crescerla, come fosse una bambina vera, regalalndole quelle stesse attenzioni che avrebbe avuto per una delle sue figlie, sentendosi meno fragile ed amandola nello stesso, identico modo. Perché non voglio credere che lui sfornasse solo cromosomi Y. A tutto c'è un limite.

Tornando serie, hai scritto una storia delicatissima. Perfetta come un cristallo di neve. O come un cioccolatino fondente dopo il caffè.
Ne aspetto altre!

Mangiando un piatto di gnocchi,
Francine

Recensore Master
27/11/14, ore 13:51

Bentrovata Alexiel Mihawk! Questo flashback proietta la narrazione al momento in cui Saori era solo una bambina, ancora ignara del suo destino e del fatto che, di lì a breve, la sua natura divina si sarebbe palesata cambiando il suo futuro per sempre.
Nei tre momenti che hai scelto di raccontare la sua visione del mondo (se si può usare un termine così altisonante per una bambina) si evolve in maniera compatibile con il processo di sviluppo cognitivo di una bambina qualsiasi: a tre anni ha paura del buio e cerca sicurezze, a cinque comincia l'età dei perché (con le domande scomode che solo un bambino può fare), a sei si sente come una principessina egocentrica affetta da un vago complesso di Edipo nei confronti del nonno, di cui pretende la totale e incondizionata attenzione.
Anche il nonno si evolve. Lui è un personaggio a dir poco perverso, con un progetto spietato e incomprensibile, che usa i suoi figli naturali (100!!) come carne da macello mentre ricopre di attenzioni la trovatella Saori. Tralasciamo questo aspetto assurdo, però. Nella tua fic fa quasi tenerezza. Si comporta come un genitore premuroso, che protegge la piccola Saori temendo l'arrivo del fatidico giorno in cui la dea si sveglierà. Fino ad allora, decide di crescerla come una bambina normale, e fa bene: solo durante l'infanzia Saori potrà avere una vita comune (o quasi), perché una volta diventata Dea saranno solo lacrime e sangue, come quelle che nonno-pervert riserva ai suoi poveri figli.
Un abbraccio
S.
(Recensione modificata il 27/11/2014 - 01:56 pm)

Recensore Master
08/11/14, ore 21:37

Un capitolo molto bello, che evidenzia bene la profondità del semplicissimo cambiamento di Saori. da ragazza viziata a dea. Forse potevi approfondirlo maggiormente, ma rende benissimo anche così. complimenti come sempre :) continua così che puoi solo migliorare ;)

Recensore Junior
08/11/14, ore 20:07

Sinceramente questo capitolo non mi ha fatto impazzire. Hai citato Seiya quasi a caso secondo me, senza dargli lo spazio che si merita. Comunque ho visto che scrivi bene e sono sicura che il prossimo capitolo sarà migliore

Recensore Master
08/11/14, ore 18:02

Ciao, bentornata online! Anche se mi devo accodare a uno dei commenti precedenti nel dire che questa terza storia, rispetto alle altre due, è la tua meno riuscita, ci tengo comunque a darti bandiera verde. Hai scelto un tema molto complesso e sarebbe troppo facile criticare il modo in cui lo hai sviluppato senza provare a fare altrettanto. Io, nella mia long fic, sto cercando di indagare l'enorme ambiguità racchiusa in questa frase e, più in generale, nella figura e nelle intenzioni di Atena/Saori e nel suo triangolo con Shaina e Seiya. E mi ci spacco la testa. La frase pronunciata da Seiya secondo me omette una conclusione, che invece ci leggo io. "La dea per cui mi batto ha rispetto per la vita (ma è pronta a sacrificarne molte per trionfare)". Compresa la sua, certo. Però Atena bara, perché è immortale e sa che tornerà. Insomma, Atena è una stratega che conosce il significato di effetto collaterale quando si parla di morte dei suoi paladini. Saori, a mio avviso, si è evoluta dal suo egoismo viziato dell'inizio, ma solo per sublimarsi in una forma ancora più raffinata di narcisismo, che nella mia personale interpretazione delle cose si espleta in un perverso piacere nel veder accorrere i suoi paladini (Seiya in testa) in sua difesa al primo soffio di vento. Una Dea avrebbe il potere di spazzare via schiere di nemici con un gesto della mano, invece preferisce sempre farsi imprigionare o correre i rischi più strampalati pur di essere salvata. E' bello sapere che qualcuno combatte per te ancora prima che per l'ideale che rappresenti. E in questo è meravigliosamente umana.

Recensore Master
08/11/14, ore 15:16

Questa sì.
Questa mi ha davvero lasciato un senso di sazietà. Di compiutezza. Ho amato il raccordo del bianco e del nero coi tasti del pianoforte e la psicologia delle due entità femminili con la storia a seguire (qui Athena, lì Saori). E mi è piaciuto questo continuo sgusciare tra qui e lì, tra bene e male, come quando, mescolando gli ingredienti, crei una salsa. Perché una maionese (e scusa il paragone, ma tranquilla: la ubris la sconto io, non tu) è formata da uova, aceto, limone olio e sale. Così com'è Athena, una divinità complessa che sa bene sia come il fine giustifichi i mezzi (altrimenti uno come Death Mask col cavolo che avrebbe vestito la sua corazza!) sia come la realtà delle cose è molto più complessa e meno manichea di quanto credano questi giovincelli degli esseri umani.

Recensore Master
08/11/14, ore 15:10

Non so.
Non mi piace lasciare recensioni neutre (e anche se ti avessi lasciato una bandierina verde, questa sarebbe stata di un verde chiarissimo), ma questa storia mi ha lasciato un senso di incompiutezza in bocca. Sono arrivata alla fine dicendomi non "Ancora!", ma chiedendomi "Sì, Ok. Quindi?". Perché niente dà e niente leva. Ed è veramente un peccato, perché il tema scelto, nonché la frase, sono molto appetibili, pur se rognosetti.

Mi spiego meglio, o quantomeno ci provo.
Il prompt di per sé è una bella gatta da pelare, perché sì, hai ragione tu a dire che Saori, da arrogantella e viziata rampolla di una famiglia alto borghese, diventa un'emula di Santa Maria Goretti, sempre pronta a sacrificare se stessa fidandosi, per altro, della parola del nemico, cosa che di per sé io giudico inaffidabile. Lo ricordo solo io che Poseidone la ingabbia nel pilastro centrale con la scusa più vecchia e cretina del mondo ("Vuoi vedere cosa c'è lì dentro?")?

Il problema reale (non imputabile a te ma a Kurumada) è che se davvero Saori avesse voluto sacrificare se stessa e risparmiare i suoi paladini perché rispetta la vita, avrebbe sciolto le sue schiere. Invece #NO. Ma nemmeno per sbaglio, lo fa.
E va bene dire "buona sì, fessa no" (anche se Saori oscilla pericolosamente sul confine tra queste due realtà), ma la realtà è che Saori usa due pesi e due misure. Saori è pronta ad accettare il sacrificio dei Santi d'Oro ("Grazie, Kanon, per essere venuto a combattere al mio fianco"), ma non quello dei Santi di Bronzo. E pure lì, quello dei cinque protagonisti NO, in assoluto. Gli altri, se ci scappa, pazienza.

Il problema maggiore, a mio avviso, è dato da un senso quasi di riassunto che mi fornisce questa storia. E non perché hai usato solo duecentosessanta e rotte parole. È l'attenzione che dai ai singoli momenti che mi lascia questo senso di incompiuto. Più una storia è breve, più bisogna scegliere con oculatezza quali momenti, quali istanti, si devono mettere sotto l'occhio di bue.

Quanto alla presenza di Seiya, mi sarei aspettata una maggiore partecipazione da parte del santo di Pegaso. Messo così, tanto per rispettare il prompt, è intercambiabile con un pincopallino qualsiasi. Ben diverso, invece, sarebbe stato se avessi dato a tutta la storia il punto di vista di Seiya, e non solo quello di Saori.

Voglio comunque farti i miei complimenti, perché davvero non è facile gestire un simile tema, e per la complessità dello stesso e per la base mezzo compiuta e mezzo no che ci dà l'autore.

Recensore Junior
29/10/14, ore 21:23

Non mi piace recensire dal cell, ma ho sentito l'urgenza di lasciarti una traccia per dirti che scrivi benissimo. Per questo faccio un'eccezione e per dirti che apprezzo le tue citazioni di mitologia. Avevo letto subito anche la prima scena e l'avevo trovata adorabile. Ma ho aspettato e ho fatto bene perché ho avuto modo di farmi un'idea più precisa. Sono d'accordo con te. Saori si ama o si odia e più spesso è odiata perché in molti la guardano con gli occhi di altri personaggi. Mi piace molto questa 'tua' Saori, umana e divina. Non sono d'accordo sul fatto che la sua natura divina le impedisca di provar sentimenti umani però capisco che ci sia voglia di non renderla una 'ragazzina'. In fondo lei è Athena la dea nata dalla testa di Zeus! Personalmente ho le mie idee ma questa e' la tua storia e io posso solo farti i complimenti non solo perché è scritta bene ma perché trasmette delle emozioni. C'è da perdersi in Saori, c'è da crescere tanto con lei. Ti prego però non imprigionarla in una scultura d'oro e d'avorio. Falla parlare, lasciala ascoltare, falla arrabbiare, combattere, falla amare e odiare perché nei miti di Grecia gli dei somigliano agli uomini più di quanto gli uomini siano stati fatti ad immagine degli dei. Un ultimo complimento: usi parole leggere ed evochi immagini... Continua non appena puoi. Alla prossima!

Recensore Junior
28/10/14, ore 19:19

Ancora una volta i miei complimenti. Mi dispiace molto che tu sia senza internet ma in bocca al lupo per l'erasmus!

Recensore Junior
28/10/14, ore 19:16

Mi piace molto come hai scritto questo primo capitolo. Secondo me in Saori convivono appunto due nature, quella di ragazza e quella di donna.

Recensore Master
28/10/14, ore 17:02

Mi piace mi piace mi piace. Sì, hai centrato in pieno l'obiettivo. Io e te condividiamo una sensibilità e una visione delle cose che mi fa piacere incondizionatamente la tua Saori/Atena (e lo scrivo attaccato, perché sono un binomio inscindibile). Perché lei NON è solo la fanciullina senza macchia da salvare a tutti i costi. Lei è il generale, lo stratega, quella che manda a morte i suoi soldati ritenendo il loro sacrificio un prezzo giusto da pagare in nome di un bene più grande. In un certo senso Kurumada aveva intuito questa verità, dipingendo Saori come una boriosa viziata all'inizio della sua avventura. Poi si è perso per strada, e ha appiattito questo personaggio rendendolo bidimensionale come la carta su cui era disegnata. Lei, la principessa in pericolo, e lui, Seiya, il suo eroe salvatore. Che misera parabola, che banalità totale in questo accostamento. Riesco a salvarlo soltanto se lo leggo in chiave di amor cortese medievale, con Saori in versione donna angelicata e Seiya in versione paladino che le rende omaggio. Per il resto è da buttare. Ma tu, per fortuna, riporti una speranza con la tua interpretazione coraggiosa di Saori/Atena, che come dici tu era una dea votata alla guerra e alla vittoria, non certo la candida statua d'avorio dal chitone immacolato con la quale è stata raffigurata.
Brava, continua così. Spero che il tecnico arrivi alla svelta a montarti internet perché non vedo l'ora di leggere il seguito della tua raccolta.
A presto
S.

Recensore Junior
09/10/14, ore 13:49

Veramente una bella scelta quella di scrivere di Saori, di volersi concentrare su quel aspetto di lei - pure così importante - che al fandom sfugge (o meglio, di cui al fandom nemmeno importa di provare a capire o inquadrare). Diciamo pure, che probabilmente anche a Kurumada spesso il potenziale di Saori è sfuggito e così lei è purtroppo rimasta intrappolata in una storia ciclica, in un ruolo abbastanza ripetitivo e pure maschilista. Credo che, come fan, o negli anni ti accorgi di questa cosa e di ciò che Saori era in fondo in fondo, e di quello che avrebbe potuto essere, oppure c'è poco da fare, ti resta indigesta.

La tua fic, per quanto breve e coincisa, fa un ottimo lavoro nel condensare i contrasti di questo personaggio sotto un'ottica tutta umana, ovvero quella della stessa Saori che si è ritrovata - e si ritrova ancora - a dover affrontare e convivere con parti di sé che a un tempo la costringono ad essere vicina all'umanità come nessun'altra persona può, ma anche ad isolarla ulteriormente da essa. Brava!

Recensore Master
01/10/14, ore 16:48

ti faccio i miei complimenti.Sei la sola che oso definire fan autentica di Saori.lei non è la mia preferita,ma noto con immensa gioia che sei la sola che l'ha capita davvero. è una ragazzina di tredici anni,che accetta il suo destino fino in fondo rinunciando ad essere umana.tralasciando che,per quanto se ne dica,Seiya si vede lontano un miglio che non la ama,perchè il suo cuore batte per una sacerdotessa dai capelli verdi....mi chiedo come si faccia ad inventarsi scuse come quella che in lei sarebbero presenti natura umana e divina.mica è sasha di lost canvas...Saori l'ho sempre ammirata,nonostante le apparenze ha coraggio da vendere.e non per nulla,atena è una stratega militare a volte violenta quanto Ares.sono appassionata di mitologia e quando leggo certe sciocchezze resto sempre amareggiata. continua così :) la tua fanfiction è davvero bella

Recensore Master
01/10/14, ore 14:04

Bello, bello, bello. ^^

Io ho sempre preferito leggere storie in cui Saori non è descritta come un'oca, stupida, e petulante. E' una dea. Una delle dee più importanti di Saint Seiya. Certo, ha commesso i suoi errori. Ma sono poi davvero errori?
Atena è l'unica divinità che, secondo Kurumada (se non vado errata), s'incarna, quindi è anche vero che dire Saori, dire Sasha, dire Atena è dire la stessa cosa, ma è anche vero che la Saori Kido delle Galaxian Wars è molto diversa della Saori Kido di Hades. Evolve... diventa sempre più consapevole.

I tasti del pianoforte, ottantotto, come le costellazioni, come il numero dei presunti Saint al suo servizio. Atena li guida, ne determina l'evoluzione, la sopravvivenza e la morte. Mi ha sempre affascinato il modo in cui Kurumada ha voluto tratteggiare Atena. Questa divinità potentissima, ma che necessità degli umani per agire.

Bye.
 

Recensore Master
01/10/14, ore 11:10

Ci sono dei giorni in cui non sa se i suoi pensieri sono suoi o della dea che giace sopita dentro di lei; Saori esiste come individuo singolo?

BANG!!

Perché è quello che mi chiedo anche io, e che credo si chieda chiunque realizzi l'enormità di ciò che significa scoprire, in una bella e assolata mattina di Maggio, di essere la reincarnazione di una divinità (senza andare a scomodare le dispute filosofiche tra arianesimo, manicheismo e tutto il resto, o non ne usciamo vivi). Capiamoci, sono solo storie di carta. Ma una storia di carta vale davvero se ti lascia qualcosa. Un'emozione. Anche da poco. Anche solo un pensiero. Che ti prende, ti si aggrappa alle viscere con la gentilezza di un Rok incarognito e la leggerezza di una farfalla. E non ti molla.

Odiare Saori è facile, perché è la donzella da salvare con cui è davvero complicato immedesimarsi. Ci sono persone che ci riescono, e di solito sono quelle persone che amano giocare con Barbie. Io no. Eppure, crescendo, questa ragazza cresciuta mangiando pane e volpe si è rivelata meno imbecille di quanto mi appariva all'inizio. O forse sono solo cambiata io, chi può dirlo. Saori ha un suo spessore, e questo a prescindere dall'accoppiarla o meno a Seiya (e se lo si fa, si tenga presente la blasfemia di questa relazione, grazie. Caspita, è una dea, non una liceale della III B). Saori ha i suoi difetti (viziata, arrogante, saccente, testarda... devo continuare?). Saori assomiglia (o meglio, noi fan ci accorgiamo che potrebbe assomigliare) ad una persona vera. Reale. Che avrebbe taaaaaaanto da dire, se solo la si lasciasse parlare.
Saori non è materia facile da maneggiare. Affatto. Ma che soddisfazione ti da quando riesci a farle fare quello che vuoi tu.

In bocca al lupo per questa tua avventura. Perché perdersi in Saori è come entrare nel Labirinto di Alice (o di Creta, per restare in tema), ma mi sembra che tu conosca quasi a memoria tutte le svolte e sappia tornare al punto di partenza. Da un'altra prospettiva. E questo mi è piaciuto davvero. Perché all'inizio della storia che Saori. Una ragazza. Con le sue ansie, le sue paure ed i suoi dubbi, mentre suona - mentre doma, mi verrebbe da dire - gli ottantotto tasti del pianoforte. E nel corso della storia ci mostri tutto: lei, la sua vita, le due guerre sacre, nonno Mitsumasa - spezziamo una lancia in favore di quest'uomo: siamo tutti portati ad allevare la nostra discendenza, figli o nipoti che siano, come se fossero loro i padroni della terra, pensando, a torto o a ragione, "Mira, popolo, la perfezione di questa creatura!". Mi sembra logico fare altrettanto, se non di più, quando si sa di allevare una divinità. Cosa bizzarra, me ne rendo conto. Ma se Kido ha avuto un merito non è stato quello di allevare nel lusso Saori - impedendole di conciarsi come una torta alla panna - quanto quello di averla cresciuta come una bambina).
Ma poi, rincorrendo quei tasti bianchi e neri, non c'è più Saori, a suonare il pianoforte. C'è Athena. Che è anche Saori. Perché hai ragione tu. I nomi delimitano. E noi, tutti noi, siamo infinito.

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