2 CLASSIFICATA – Chaotic Alaska 'Come pesci rossi in una boccia di vetro' al contest "Ti scriverò d'amicizia, di quanto sia devastante"
Grammatica e punteggiatura: 4.4/5 Non hai fatto errori né la tua punteggiatura è errata. Avrei evitato qualche virgola però, costatando il fatto che alcune volte la congiunzione 'e' rimane intrappolata dalla virgola e lo scritto avrebbe continuato lo stesso ad avere una sua continuità/un suo seguito anche senza una delle due. Poi i due punti in una frase cui secondo me sarebbe stato meglio averli utilizzati.
Lessico e stile: 4.5/5 Il tuo stile è molto pulito, ben fatto, ritmato. Spezzettato in alcuni fronti, per dare ancor di più a delle frasi una 'certa importanza'. Il lessico è semplice, ben utilizzato, non troppo ricercato e in una lettera fra due amici di cui scrivi questa è una buona cosa. Una ripetizione si poteva risparmiare (magari con un sinonimo): “(...)col risultato che sembravi il risultato di un errore(...)” si nota che volevi intendere due concetti diversi, questo sì.
Originalità: 6.4/10 Dunque, qui ci sarebbe da dire il concetto “un cliché se ben usato, non è un cliché, ma una buona scena.” L'Originalità non è al massimo, poiché di una ragazza in coma e un amico al suo capezzale ne si legge/guarda un po'. È una situazione ben conosciuta/affrontata. Ancor di più poiché questi due ragazzi si “son trovati” perché “due pesci fuor d'acqua”, un poco fuori dall'ordinario, un poco incompresi, giusti l'uno per l'altro. Per carità è una storia che può accadere sempre, ma che è abbastanza usata. Però... però è BEN usata. Insomma, sebbene non sia il picco dell'originalità, sei riuscita nel buon intento di cercare di rendere “nuova” questa storia e far affezionare il lettore a questi due ragazzi. Hai trovato alcuni particolari, alcuni modi in cui raccontare la vicenda in questa lettera che fanno sì che il racconto non risulti banale.
Utilizzo della frase: 4.3/5 Ben utilizzata. Seppur sia alla fine della lettera è parte integrante del tutto. La si riconduce alla storia, alla ragazza, al coma che ha e per questo “sarebbe stanca e che dorme così bene”. Un'unica cosa sarebbe stata magari scrivere prima della neve, (Anche solo un accenno) poiché sebbene si possa indovinare che siamo in un ospedale, non riconduciamo immediatamente che la stagione sia quella in cui possa nevicare, essendo febbraio.
Gradimento personale: 3.9/5 Ben scritta, ben delineata, con una conclusione ben definita, con la giusta partecipazione dell'amico e ho trovato molto congeniale d'aver messo in mezzo “la memoria dei pesci”, oh sì. L'avevo già sentita e letta, ma l'hai ridefinita e ben s'intona al racconto. Per tutto il testo riecheggia questa “memoria” come se ci fosse qualcuno davanti a quei due, che sta ascoltando, un pubblico silenzioso... e allora Leo non racconta solo per scrivere la sua “ultima lettera a lei”, ma scrive per far vedere nell'immaginario di quello spettatore vari “sprazzi di immagini” come fossero degli schizzi di un pennello imbevuto di vernice. Allo stesso tempo però hai peccato un po' di originalità e seppur ben usata come scelta, questo fattore ti penalizza un po' per il mio gradimento personale.
Caratterizzazione dell'amicizia: 7.4/10 Questa amicizia è una di quelle senza pretese, una di quelle che leggi nei romanzi e poi ti ci appassioni, o almeno è questa la sensazione che ne ho ricevuto. Una buona caratterizzazione (ti ci sei proprio molto soffermata su tante caratteristiche!) data forse anche da quei 'tratti che nell'originalità hanno penalizzato, ma che qui invece diventano il punto di forza'. Sono semplici, dei buoni amici che han condiviso insieme le cose belle, futili della vita. Quelle che sembrano solo insignificanti giorni, magari passati davanti ad un videogioco o a parlare del più e del meno. E invece diventano qui, in questa lettera, il motivo della malinconia nostalgica delle risate, dei bei momenti che... non torneranno più. Piuttosto semplice, come già detto. Ma un'amicizia che si manterrà solo per merito di un solo amico è dolce quanto terribilmente sofferta.
TOT: 30.9/40 |