Breve, intensa, significativa. Capace di far immergere il lettore nella situazione a tal punto da permettergli di poter osservare quanto lo stesso Sasuke stava visionando con i suoi leggendari occhi.
A dir poco meticolosa la prima parte nel riuscire a stilare il proverbiale punto della situazione. Traspare la piena consapevolezza che quello che si sta vivendo altro non è che un punto di arrivo, l’ultima tappa di un iter iniziato anni se non secoli prima, considerando l’eredità ancestrale di Naruto e Sasuke; probabilmente uno spartiacque fra tutto ciò che c’è stato prima e tutto ciò che ci sarà dopo. Il sottolineare che si trovino sulle statue di Hashirama e Madara contribuisce non poco a rafforzare la sensazione di imminente resa dei conti, scontro decisivo, battaglia finale. Sasuke, che aveva rincorso un obiettivo per tutta la vita e che nello stesso tempo era stato rincorso, ora sa che l’inseguire e l’essere inseguito sono prossimi a raggiungere una conclusione che cambierà per sempre l’assetto e lo status quo del mondo e della sua stessa vita.
Ho apprezzato particolarmente l’uso dell’acqua che col suo fluire spezza e si miscela col silenzio caratterizzante la situazione, accompagnando i pensieri vividi e riflessivi di Sasuke. Nello stesso modo, il fruttare il “blu” degli occhi di Naruto, usufruendo ulteriormente dell’acqua per generare metafore, contribuisce ad evidenziare come Sasuke sia totalmente concentrato sull’amico, su ciò che hanno vissuto e sullo scontro che sarebbe iniziato da lì a poco.
La seconda parte non fa che confermare come Sasuke finalmente accetti e sia renda consapevole di quel legame che aveva sempre avuto con Naruto. Un legame strano e particolare ma nello stesso tempo unico nel suo genere. Un legame che nel corso del tempo si era manifestato in diverso modo, talvolta inaspettato, talvolta bizzarro, sicuramente fuori dai canoni e difficilmente spezzabile visto che il contesto in cui i due si trovavano lasciava ben poco spazio ad interpretazioni fallaci. Eloquente al riguardo il silenzio di Hagoromo.
Ho apprezzato molto l’aver citato il frangente in cui si scontrarono con Haku che, inconsapevolmente, ha dato vita a uno de momenti più intensi dell’opera.
Veniamo infine all’ultima parte. Ho apprezzato come l’elemento “acqua” continui ad essere un fattore che si alterni al silenzio e non lo renda una protagonista assoluto. Un elemento tanto soave e delicato capace però di portare scompiglio e distruzione…in questo caso riporta Sasuke alla realtà, distogliendolo dai suoi pensieri e, indirettamente, facendolo focalizzare sul suo ardente obiettivo.
Un breve squarcio riprendente il passato…Itachi, la solitudine, l’odio provato...paralleli ai pensieri di Naruto, veicolati dai suoi occhi, che ancora spera che non debbano scontrarsi, non debbano davvero incrinare nuovamente quel rapporto che sembrare essere stato ritrovato dopo anni. Sasuke nell’osservare l’amico tentenna ma sa che ormai non si torna indietro, ormai la loro battaglia è inevitabile.
Straziante il finale nella sua brevità. Sasuke si getta nella lotta sicuro che la loro ultima battaglia forse sarebbe stata anche la sua ultima battaglia in assoluto. Una battaglia che avrebbe coinciso con il suo ultimo scontro da Shinobi. La sua morte avrebbe definitivamente fatto da spartiacque fra un’era e l’altra, avrebbe, a tutti gli effetti, gettato le basi per un futuro luminoso e migliore del presente che vedeva lo stesso Sasuke come ultimo rappresentante dell’oscurità.
Tale consapevolezza si affianca a quella che vede Naruto come unica persona che avrebbe potuto ucciderlo realizzando un utopia impensabile per molti.
Come detto all’inizio “breve, intensa, significativa”; schienata come una gratificante birra gelata in piena estate che, per un breve momento, fa dimenticare l’ingombrante e fastidioso caldo estivo. Promossa a pieni voti. |