Opera mastodontica, che per la sua epicita avrebbe certo
meritato piu del numero attuale di recensioni.
Un po' imparentato, volendo, con quella sequela di "Epicness
& Friendship are Magic" che e "La leggenda del Pianista
Fantasma", rara gemma da essere così indipendente quanto, per
sorte simile, ignorato dall'utenza di EFP.
Scritta in modo accurato e dettagliato, il ritmo serrato
(forse fin troppo, soprattutto nel finale, dove battaglie
alla Marine Ford nascono e muoiono nel giro di qualche
capitolo).
Se devo ravisare un difetto alla serie, è forse il fatto di
mettere parecchia carne al fuoco: la lettura di quaranta
capitoli, circa un anno di lavoro, mi è sembrata la visione
di circa duecento episodi di One Piece.
Piacevole, ma anche faticosa.
Hai cercato fin da subito di trasportare i cavallini pucciosi
nell'ottica di One Piece, colpi speciali, frutti del mare e
combattimenti sfrenati con eserciti e avversari potenti.
Forse la difficoltà di gestire venti e passa (il cui numero
raddoppia negli ultimi capitoli) protagonisti ha imposto, per
dedicare ad ognuno il giusto spazio, ma lasciando a tutti,
come dire, delle fette davvero anguste.
Ci sono scene decisamente epiche, sulla carta, una montagna,
anzi, un oceano, ma scivolano un po' via, sullo stile
televisivo di One Piece.
A non esagerare, ogni capitolo di questa saga avrebbe
comportato dai tre ai cinque episodi televisivi.
Ma se certe scene in TV rendono epicamente a colpo d'occhio,
sulla carta non vengono impresse con il tempo sufficiente a
far sentire i vari momenti.
Hai, alla fine, voluto anche tu rileggere il background di
MLP per riadattarlo alla tua personale visione epica.
Non che questo sia un difetto, ma i capitoli su Luciferi,
quelli ignorati dalle recensioni, fanno un po' riflettere su
come ai lettori di fandom interessimo poco le aggiunte
personali.
Niente da lamentare sul finale, una sequel di cliffhanger che
si congiunge sul finale, ben meritato.
Anche se qualche domanda rimane comunque: i poteri dei frutti
del mare, sono comunque rimasti agli Elementi?
Non posso esprimermi sulla self insertion di Francy: è una
scelta del tutto personale e legittima. Personalmente, se non
è direttamente il protagonista, come nel caso appunto del
Pianista Fantasma, nel quale l'universo di un fandom (uno
solo), giostra come scenario e i personaggi principali come
co-protagonisti.
Lui riesce perché, come in un videogioco, il lettore prende
le parti di Filippo e "interagisce", come un novello Altair
Auditore, in tanti scenari e combattimenti, livelli di gioco,
se vogliamo definirla. In più, andando avanti, ci aggiunge
molto di suo, variando anche di generi, dalla mistery fino al
fantasy con varie influenze, da Assassin's Creed e Zelda.
In questo crossover, invece, le stars sono due squadre di
fandom forti, e nessuno è stato discriminato a favore di
altri.
In tutto questo, la presenza di Francy è un po', come dire,
forzata.
Sembra il classico ragazzino che mettono sempre in mezzo a un
cast per favorire l'immedesimazione ai bambini.
Una mascotte, se vuoi. Anche se forte e membro attivo.
Tutto questo dispiace un po', perché il crossover in sé è
davvero efficace: i rapporti tra i personaggi riuscitissimi,
con rapporti di amicizia e (*10 punti a MC Outlaw*) pairing
amorevoli di sorta. Quelli sì, sarebbero stati fuori posto.
Adorabili i battibecchi tra la stilista e il cyborg, adeguati i rapporti tra le due fanatiche di libri, pucciosi i momenti di tenerezza tra la renna e l'animalista.
La storia va avanti, ma si perde un po' per strada, quando, nella volontà di complicare la storia, la semplicità del crossover dilata i tempi e li infarcisce di dettagli che ai più forse saranno sembrati forzati e messì lì tanto per giustificare.
Tali elementi, chiarisco, sono anche interessanti, presi a sé: le dimensioni, il multiverso, il paradiso e l'inferno.
Ma è dal viaggio di Dante in poi che ho sentito il deragliare della faccenda, diventato una saga, che pur spettacolare nel suo genere, stride un po', anche se le scintille brillanti di genio puro si vedono, soprattutto i colpi di scena finali e la faccenda degli elementi sulla ciurma di One Piece.
Il miglior pregio, in questo equilibrismo di fandom, generi e epicità, e stato proprio di mantenere bilanciati i ruoli, aggiungedone altri, come un terzo fandom, che si amalgamano bene, anche se un po' a fatica.
Trentadue episodi lunghi, come lunghi sono stati i combattimenti, ma che non fanno rimpiangere la lettura, anche se, come detto, è stata davvero faticosa come i famosi duecento episodi di One Piece.
E tendiamo le vele verso l'orizzonte.
|