Recensioni per
Non basta più il ricordo, ora voglio il tuo ritorno
di Mirty_92

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Prima classificata al contest “L’amore è una cosa semplice – II edizione”: Non basta più il ricordo, ora voglio il tuo ritorno, Mirty_92
 
Grammatica e sintassi: 7,8/10.
“Senti freddo, Hermione e non è...”
Essendo un vocativo, la virgola va prima – come hai giustamente fatto – ma anche dopo. (-0,1)
“Sai perfettamente che quanto è successo lo ricorderai anche in un ipotetico futuro...”
Quel “lo” si riferisce a “quanto è successo”, quindi non ha senso ripeterlo due volte. È una ripetizione, anche se nel parlato capita che venga usato. Potresti dire, ad esempio: “Sai perfettamente che ricorderai quanto è successo anche in un...” (-0,3)
“... ma lui non aveva voluto sentire ragioni. Lui non ti aveva risposto...”
Il secondo pronome è, a mio avviso, superfluo. Inoltre, oltre alla questione stilistica (che ti avrei valutato dopo, se fosse stata l’unica pecca) c’è anche la ripetizione. (-0,3)
“...a metabolizzare il fatto, per quanto possa essere crudele e insensato. Lui non è più lì con te.”
Qui ti sei sbagliata con la punteggiatura: dopo “insensato”, probabilmente, volevi mettere la virgola. (-0,1)
“D’altra parte non potete smettere di spostarvi, tu ed Harry.”
Quella virgola è tra il soggetto e il predicato. (-0,1)
“...tu una ragazza nata babbana ma con indubbie capacità magiche e lui un ragazzo appartenente ad una famiglia che, da sempre, profuma di magia...”
Questo inciso è un po’ ostico. La parte principale è “tu e lui”, quindi dopo “tu” va una virgola per aprire un inciso e dopo “magiche” ne va un’altra per chiuderlo; la stessa cosa vale per la virgola dopo “lui”, che dovrebbe aprire un inciso (che però verrebbe chiuso insieme al trattino dell’inciso più grande). Inoltre, c’è la ripetizione di “magiche” e “magia”, che non sono proprio la stessa parola ma si sovrappongono abbastanza. (-0,1) (-0,1) (-0,1) (-0,3)
“... vi ha fatti diventare amici ed ora, forse, qualcosa di più. Tu, adesso, ti aggrappi...”
Questa non è una ripetizione nel vero senso della parola, però concettualmente ripeti la stessa cosa a distanza di quattro o cinque parole, per cui è come se lo fosse. (-0,3)
“... e tu devi fartene una ragione anche se non è facile.”
Di solito non segnalo le virgole non puramente oggettive nella grammatica, ma qui si sente proprio la mancanza: dopo “ragione” sarebbe il caso di inserirla. (-0,1)
“Stringi la bacchetta tanto forte che le nocche della mano destra, sbiancano.”
Quest’altra virgola, invece, è tra il soggetto (“le nocche”) e il predicato (“sbiancano”). (-0,1)
Ultima cosa: ho visto che scrivi gli incisi in modo scorretto. Usi, prima di tutto, il trattino breve (-) mentre il più corretto sarebbe quello medio (–); inoltre, scrivi la parola attaccata al trattino, mentre dovrebbe essere staccata. (-0,1) (-0,1)
 
Stile e lessico: 8,5/10.
Lo stile che hai usato è abbastanza semplice, non particolarmente incisivo. Hai scelto di concentrarti sulle emozioni piuttosto che sul modo di trasmetterle e questo dona alla storia un che di effettivamente semplice. Non sto dicendo che sia sbagliato o brutto: è una scelta. In questo modo sei arrivata al lettore in modo molto chiaro, senza fronzoli. Personalmente preferisco un altro genere di cose, ma te ne parlerò nel gradimento personale e qui non incide per nulla.
Ho d’altro canto apprezzato molto l’uso della punteggiatura: hai “osato”, in un certo senso, inserendo punti e virgola in varie occasioni (in alcuni casi anche forzando un po’ la mano, ma ti dico anche questo tra qualche riga), senza limitarti alla piattezza dei punti singoli, delle virgole, dei puntini di sospensione. Sono contro la discriminazione dei segni di punteggiatura “difficili da inquadrare”, per cui mi esalto per queste cose!
Passo ora a farti qualche appunto, che in alcuni casi verte sullo stile e in altri casi sul lessico. Ma sono sempre delle piccolezze, devo dire. C’è poco di effettivamente brutto e ancor meno di grave.
“Sai perfettamente che quanto è successo lo ricorderai anche in un ipotetico futuro che sembra svanire nell’oscurità che avanza sempre più, un’oscurità che porta scritto il nome di Voldemort.”
Non c’è nessuna virgola in questa frase e sembra quasi di andare in apnea prima di arrivare al primo segno di punteggiatura. C’è una  virgola, per l’appunto, che però serve a marcare una ripetizione – chiaramente voluta. Trovo che queste due cose insieme, la ripetizione e l’assenza di virgole, rendano il periodo molto pesante.
“Dovete continuare a muovervi; a disfare e a rimontare la tenda; a proteggere ogni nuovo luogo designato a vostro nascondiglio, con incantesimi di difesa.”
Anche qui il problema è rappresentato dalla punteggiatura: prima ti ho detto, è vero, che apprezzo molto il fatto che tu ti sia cimentata con punti e virgola piuttosto che con altri segni più “facili”, ma trovo che questi due così ravvicinati stonino un po’, perché la frase dovrebbe rendere l’idea di una vita frenetica, mentre il punto e virgola dà una pausa troppo lunga. Inoltre, non capisco l’utilità di quella virgola dopo “nascondiglio”. Nel senso: non capisco che tono volessi dare alla frase, perché credo che quel punto senza pause suonerebbe meglio.
“Tu, adesso, ti aggrappi con ostinazione alla memoria di tutti i momenti condivisi in sette anni passati insieme.”
Anche qui si tratta di ripetizioni un po’ concettuali. Ripeti “memoria”, anche se l’hai detto una frase prima citando la canzone, quindi potresti dire qualcosa come “ti aggrappi ai ricordi condividi”, così condensi anche la frase che altrimenti risulterebbe un po’ troppo piena di complementi. Inoltre, se i momenti sono condivisi è ovvio che gli anni sono stati passati insieme, mi segui? Non so se riesco a spiegarmi bene. Per questo ti dico che concettualmente è una ripetizione.
“Ma la realtà è che Ron non c’è più...”
Questa te la segnalo perché, scritta così, sembra più che altro che sia morto!
“Sì, ora ne sei pienamente convinta: non ti basta più il suo ricordo. Il tuo cuore, Hermione, desidera ardentemente il suo ritorno.”
Questa è una blanda ripetizione che non mi sono sentita di segnalarti nella grammatica: gli avverbi con il suffisso in “-mente” di solito fanno storcere il naso, perché è facile cadere in ripetizioni o cacofonie varie. In questo caso, ne hai inseriti due in due frasi adiacenti e si nota abbastanza (senza contare un “velocemente” nella frase ancora prima). Ci sono molti sinonimi, ti consiglio di sostituirne almeno uno – preferibilmente quello centrale, in modo da staccare i due che restano.
Ti segnalo poi il fatto che spesso utilizzi “d” eufoniche in abbondanza: non sempre sono necessarie, come ad esempio quando dici “tu ed Harry” (mi rendo conto che leggendo ad alta voce sarebbe difficile se non ci fosse quella “d”, ma devi guardare il testo scritto, e sarebbe preferibile ometterla). Ci sono altri esempi nel testo, ma te ne ho fatto presente solo uno.
 
Utilizzo della canzone: 8/10.
Rispetto alle altre due storie, ho sentito poco la presenza della canzone. Certo, il titolo si basa su di essa e principalmente hai girato attorno a questo concetto per tutta la storia. Non si può dire che non ti sia ispirata, ma forse avresti potuto ampliare un po’, prendere qualche altro verso e inserirlo nel racconto. Sono consapevole del fatto che siano testi un po’ difficili da amalgamare per via dello stile particolare di Tiziano Ferro, però qualcosa in più sarebbe stato possibile.
C’è comunque da dire che è stato bello il percorso mentale che hai fatto per congiungere il finale al titolo, quindi credo che sia stata un’ottima cosa ugualmente. Il clima è fondamentale per determinare un’ispirazione o meno, per cui devo dire che su quello non posso proprio farti appunti: c’è la malinconia, la mancanza di una persona, la sofferenza e infine anche la determinazione di avere indietro la persona amata.
Ti faccio un appunto, in cui mi sono accorta che hai inserito un verso in modo poco attinente:
“Nonostante i vostri mondi diversi […] avete in comune una sola memoria.”
Ecco, qui non capisco proprio cosa significhi avere in comune una sola memoria. Posso intuirne il senso, proprio andando a intuito, ma nel periodo mi sembra fuori contesto, perché è troppo astratto rispetto alle cose che hai elencato come diversità (si tratta dell’inciso riguardo le loro origini, che però non ti ho riportato per evitare che si perdesse ciò che voglio farti notare), che sono effettivamente cose reali. Dopo vai a spiegare i loro anni condivisi, certo, ma questa parte di frase nello specifico mi sembra troppo forzata.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10.
Come poi ti dirò anche nel gradimento personale – mannaggia a me e al vizio di scrivere le valutazioni saltando di parametro in frasca (?) – ho apprezzato molto l’assenza di melodrammaticità. Hermione è un personaggio molto riflessivo, per cui è difficile che si faccia prendere da emozioni violente o, non so, con potenzialità di vittimismo. Queste sue riflessioni rispecchiano molto bene uno dei suoi rari momenti di debolezza perché sono assolutamente adatte a lei: composte e dignitose. Credo che non le avresti reso giustizia se le avessi messo addosso emozioni più “visibili”, non so se mi segui. Per cui sono molto soddisfatta di questo, sia per ciò che ti ho detto che per la difficoltà di destreggiarsi con un personaggio forte in un momento di debolezza: anche la sua debolezza è forte, perché rimugina fino a trovare l’appiglio per rialzarsi e riconquistare la propria determinazione. È davvero ben gestita.
Tuttavia, non ti ho dato il punteggio massimo per via di una piccola incoerenza che ho notato nel testo, sempre legata all’utilizzo della canzone:
“... vuoi il suo amore e quelle attenzioni goffe che solo lui sa darti.”
Ho apprezzato il fatto che, di nuovo, ti sia legata alle parole della canzone, però comunque c’è un passaggio che manca. Prima di tutto, Ron non ha mai dato grandi attenzioni a Hermione (mi viene in mente, primo fra tutti: “Hermione… tu sei una ragazza!”, ma ci sono mille altri esempi) e lei non può sentirne la mancanza. In secondo luogo, dici che lei vuole il suo amore; ma come siamo arrivati a questo punto? Lei è triste perché un terzo del loro inseparabile gruppo li ha abbandonati, ma credo che, nonostante l’introspezione di tutta la storia sia molto profonda, non basti questo a farle realizzare che ciò che lei vuole è proprio l’amore di Ron. Noi lo sappiamo perché... beh, perché lo sanno tutti! Ma per com’è fatta Hermione credo che sarebbe stato necessario un ragionamento molto più lungo e contorto per poter introdurre una parola così importante come “amore”.
 
Gradimento personale: 3,5/5.
Sarà che non ho mai capito come una persona brillante come Hermione potesse perdersi dietro un mezzo addormentato come il caro Ron (e gli voglio bene, giuro), ma questa storia non ha toccato il mio cuoricino (che già è sufficientemente piccolo e difficile da trovare). Il motivo per cui non mi sei arrivata in modo incisivo è – come ti accennavo prima – forse dovuto anche alla semplicità stilistica: essendo quello che descrivi un momento pieno di tristezza e pathos in genere, qualche figura retorica più aggressiva sarebbe stata l’ideale. In questo modo, racconti sì lo stato d’animo di Hermione, ma è difficile immedesimarsi in esso perché non scavi a sufficienza. Se da una parte mi è sembrato quasi superficiale, però, dall’altra l’ho molto apprezzato perché sono una persona piuttosto algida e quando si eccede con la sofferenza c’è sempre un po’ il rischio di cadere nel trash, cosa che non sarebbe nemmeno stata adatta al personaggio. Sei stata senz’altro molto sobria e questo è un grande merito che ti va, perché non è facile raccontare uno dei rarissimi momenti di debolezza di Hermione senza farsi prendere la mano.
 
Totale: 36,8/45.

Recensore Veterano

Che bella io Li amo loro *___* e adoro ron ma devo ammettere che è stato proprio un cretino...ma lo amo lo stesso muhahhaha *la gente scappa via terorizzat*
E veramente ben fatto molto profonda e significativa

Recensore Master

Molto carina,scritta bene,mi aspettavo qualcosa di più però va comunque bene.


A presto Federica :)