Recensioni per
Hurt
di Hikikomori

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/07/15, ore 03:38
Cap. 1:

Buonasera (o notte, data l'ora di questa mia recensione)!
I latini dicevano: "Nomen omen", frase che stava praticamente a significare che un nome è principalmente un dato di fatto, in questo caso il titolo della one-shot su Doofenshmirtz.
Appunto, fin dalla ridondante routine di Perry che compie il rituale di nascondersi, andare al covo, sentire quello che ha da dire Major Monogram e poi agire, si preannuncia un tono un po' più smesso e precipitoso del dovuto da parte dell'agente segreto, il che fa già presagire a qualcosa di unico e doloroso allo stesso tempo.
Già, l'angst è proprio di scena quando Perry nota che da quella ridondanza ci sfugge per un motivo particolare, l'azione di Heinz che lo rende certamente sospettoso per via del suo lavoro ma anche piuttosto preoccupato, ed è un angst crescente, che ferisce e crea dipendenza per sapere come questa storia autoconclusiva può svilupparsi nel corso delle righe.
A parte la considerazione sul genere che fa da padrone (oltre ad una serie di fattori che ora vado a spiegarti), questa storia è vera e in un certo modo...probabile, se solo la Disney osasse nel parlare di queste cose legate alla realtà ma che spesso "censura" ed "omette" per via del suo target.
La linearità dello stile, la correttezza dei periodi e della sintassi, dell'ortografia, utilizzando parole mai banali e scontate per questo, fanno sì che i personaggi, calati in un genere generamnete (scusa il gioco di parole) non tantissimo legato a loro se pensiamo alla storia, siano loro stessi nella routine (specie Perry) e nella sorpresa.
Adoro come Doof tratti la sua nemesi con il suo fare tipico che spesso mostra in alcune puntate, facendolo sentire parte della stanza però stavolta in modo del tutto genuino ed umano, con lui che comunica facendo i discorsi seri e che fungono da sfogo e l'agente segreto che comunica fortemente grazie allo sguardo e alle emozioni facciali, qualcosa che lo rendono comunque empatico e più umano di altri personaggi che hanno a che fare con lo scienzato stesso, Charlene e Roger in primis.
Con la rivelazione c'è a mio avviso il climax che rende tutto più brutale ma vitale al tempo stesso, così come la spiegazione dell'uomo, la sua reazione più drammatica umana, il pianto, le parole più forti (come quando apostrofa bastardo il fratello, ci sta), crude e taglienti: è quasi un paradosso sapere cosa gli è successo, ma in fondo la vita gioca sempre sorprese magnifiche quanto terribili.
E tu ti ritrovi come Perry (specie se provi ad immedesimarti per il rapporto che provi per Doof), senti dolore e vorresti proprio provare a fare come quest'ultimo ma cerchi di resistere come fa lui ma in modo totalmente sua, IC: ligio al dovere, lucido e da vero agente, che dimostra i sentimenti esclusivamente con metodi del tutto spiazzanti e da comprendere, non solo per la sua natura ma sopratutto perché ha un carattere estremamente vitale con un suo amico, oltre che rivale.
Non ti nascondo che leggendo ho quasi sperato che Perry facesse esattamente un gesto molto più espansivo come ad esempio un abbraccio, segno di stima e rispetto per lui; devo dire che però mi hai totalmente spiazzato.
Il saluto militare racchiude senza dubbio la determinazione e la descrizione da me accennata di Perry e l'imbarazzo di Heinz e quella frase sommessa ma veritiera rendono tutto più introspettivo e così semplice da tremare da tutto l'affetto che circola in quella stanza dopo l'affermazione, così come la poesia del borsalino che viene tolto mentre Perry è da solo per onorare il rispetto: i brividi.
Questa è la creatività introspettiva che adoro leggere in storie autoconclusive e potrebbe essere quasi il prequel per qualcosa di più corposo e da un finale diverso da quel pomeriggio, per spiegare altre cose future ma questa è una mia fantasticheria.
La storia è bellissima anche così ed è triste ed angosciante per il suo realismo e l'affetto di due personaggi che si manifesta sul lavoro e sul volersi cercare e stare accanto nei momenti necessari, sapendo che sono parte di un'unica parte insostituibile.
Tra le ricordate per la sua toccante intensità: è una lettura notturna che mi ha proprio fatto del male, ma nel suo senso più positivo del termine.

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensore Veterano
13/10/14, ore 22:45
Cap. 1:

Buonasera. Che tu ci creda o no, è stato un caso che io sia ricapitata su questa sezione, l'avevo un po' abbandonata, sconfortata, dopo la mia ultima fanfic, sono stata molto sorpresa che qualcuno abbia deciso di passare da qui per impreziosirla con una storia nuova, intendo una che valesse qualcosa.
Indubbiamente è molto triste e non c'è altro modo per dirlo. 
Io sono una specie di fan di Heinz Doofenshmirtz e mi è dispiaciuto leggere una cosa così malinconica su di lui. Però sono anche contenta che tu abbia scelto di indagarlo immaginandolo in una situazione molto delicata come questa che lo dipinge in una maniera così diversa dal solito, dando di lui un'immagine più completa e più profonda, che non si limita soltanto a quella dello 'scienziato pazzo geniale ma un po' stupido' che di solito emerge di più nel cartone. La sua rabbia e la sua disperazione nei confronti di una guerra che risulta impossibile da vincere, quella contro un male fisico che gli cresce dentro, sono indagate perfettamente. Mi ha fatto tenerezza quando ha giustificato Vanessa e non mi è risultato per niente difficile immaginarlo arrabbiato nei confronti di Roger, che dopo averlo messo in ombra per tanto tempo s'è forse sinceramente sentito in colpa per lui. Anche se ha mandato al diavolo qualcuno che in quel momento non faceva altro che tendergli la mano, il suo risentimento nei suoi confronti è perfettamente comprensibile.
Sul piano tecnico non ho niente da dire, è un ottimo testo, le descrizioni sono equilibrate con le azioni, non ci sono troppe ripetizioni di termini e non c'è alcun errore di grammatica, a parte forse un paio di virgole dimenticate da qualche parte. Devo giusto farti un'unica precisazione: nell'ultima frase del testo hai scritto: "... lo liberò in aria, volando via." sarebbe più corretto scrivere: "lasciandolo volare via" oppure "e lo lasciò volare via" perché l'azione deve ricadere sul cappello, non su Perry stesso.
Voglio infine complimentarmi con te, la storia che hai scritto è veramente molto bella e anche questa immagine finale è molto poetica. Approfondisce e rende in qualche modo ancora più vero il rapporto di amicizia tra i due, che personalmente ho sempre trovato piuttosto esilarante.
Se volessi rispondere alla recensione ti sarei molto grata, almeno per sapere che non ho parlato al vuoto. Un saluto.
(Recensione modificata il 13/10/2014 - 10:48 pm)