Ciao Malandrina!
Secoli fa ti avevo già lasciato una recensione a questa storia, ma poi l'avevo cancellata perché con il senno di poi, rileggendola, non mi aveva soddisfatta. Mi sembrava sdolcinata e stucchevole. Contavo di riscriverla prima, ma poi sono stata risucchiata nel tunnel interminabile della stesura della tesi, delle pratiche burocratiche per la laurea, scadenze e consegne varie e ho finito per non farlo. Però ora eccomi qui, pronta a rimediare!
Abbiamo già parlato tante volte di Remus, della sua tragedia da "sopravvissuto", costretto suo malgrado a dover riprendere una vita normale una fatica dopo l'altra, sempre più solo ad ogni passo. Probabilmente il momento descritto da te è stato il culmine di questa solitudine, quando James e Lily ormai sono morti, lui crede ancora che Sirius sia colpevole, il ricordo della loro amicizia profanato dalla morte e dal tradimento, e il fatto che il suo primo incontro con Harry avvenga da perfetto estraneo, senza che lui sappia nulla di lui, della storia che lo lega alla sua famiglia. Il ritrovo al binario nove e tre quarti era un momento che avrebbero dovuto condividere tutti insieme, come una famiglia felice, e invece può avvenire solo nella mente di Remus, che può solo immaginare come avrebbe dovuto essere.
La scrittura abile e scorrevole, come sempre, trasmette perfettamente i suoi pensieri e lascia un senso di malinconia e di perdita durante tutta la lettura, però il finale è bello, pieno di speranza. I Malandrini sono per sempre. Se ci pensi anche nel finale del settimo libro, quando Harry usa la pietra della resurrezione, si presentano tutti insieme, uniti come una volta....
Accidenti, probabilmente sono stata di nuovo stucchevole, ma che ci posso fare? I Malandrini mi fanno questo effetto, e stavolta non cancellerò nulla ;)
Ti mando un grosso abbraccio, Malandrina, e spero davvero che avremo presto il piacere di leggerti ancora! |