Recensioni per
Time has a way of changing things
di Alexiel Mihawk
Questa sì. |
Non mi piace recensire dal cell, ma ho sentito l'urgenza di lasciarti una traccia per dirti che scrivi benissimo. Per questo faccio un'eccezione e per dirti che apprezzo le tue citazioni di mitologia. Avevo letto subito anche la prima scena e l'avevo trovata adorabile. Ma ho aspettato e ho fatto bene perché ho avuto modo di farmi un'idea più precisa. Sono d'accordo con te. Saori si ama o si odia e più spesso è odiata perché in molti la guardano con gli occhi di altri personaggi. Mi piace molto questa 'tua' Saori, umana e divina. Non sono d'accordo sul fatto che la sua natura divina le impedisca di provar sentimenti umani però capisco che ci sia voglia di non renderla una 'ragazzina'. In fondo lei è Athena la dea nata dalla testa di Zeus! Personalmente ho le mie idee ma questa e' la tua storia e io posso solo farti i complimenti non solo perché è scritta bene ma perché trasmette delle emozioni. C'è da perdersi in Saori, c'è da crescere tanto con lei. Ti prego però non imprigionarla in una scultura d'oro e d'avorio. Falla parlare, lasciala ascoltare, falla arrabbiare, combattere, falla amare e odiare perché nei miti di Grecia gli dei somigliano agli uomini più di quanto gli uomini siano stati fatti ad immagine degli dei. Un ultimo complimento: usi parole leggere ed evochi immagini... Continua non appena puoi. Alla prossima! |
Ancora una volta i miei complimenti. Mi dispiace molto che tu sia senza internet ma in bocca al lupo per l'erasmus! |
Mi piace mi piace mi piace. Sì, hai centrato in pieno l'obiettivo. Io e te condividiamo una sensibilità e una visione delle cose che mi fa piacere incondizionatamente la tua Saori/Atena (e lo scrivo attaccato, perché sono un binomio inscindibile). Perché lei NON è solo la fanciullina senza macchia da salvare a tutti i costi. Lei è il generale, lo stratega, quella che manda a morte i suoi soldati ritenendo il loro sacrificio un prezzo giusto da pagare in nome di un bene più grande. In un certo senso Kurumada aveva intuito questa verità, dipingendo Saori come una boriosa viziata all'inizio della sua avventura. Poi si è perso per strada, e ha appiattito questo personaggio rendendolo bidimensionale come la carta su cui era disegnata. Lei, la principessa in pericolo, e lui, Seiya, il suo eroe salvatore. Che misera parabola, che banalità totale in questo accostamento. Riesco a salvarlo soltanto se lo leggo in chiave di amor cortese medievale, con Saori in versione donna angelicata e Seiya in versione paladino che le rende omaggio. Per il resto è da buttare. Ma tu, per fortuna, riporti una speranza con la tua interpretazione coraggiosa di Saori/Atena, che come dici tu era una dea votata alla guerra e alla vittoria, non certo la candida statua d'avorio dal chitone immacolato con la quale è stata raffigurata. |