Trama, lessico, grammatica.
Trama.
Trama… mh. Non so se una precisa trama ha dato avvio a questa fanfiction, non so. Potrei definirla più una non-sense, anche se alcuni punti sembrano quasi urlare un preciso e addirittura palese senso.
Di essere complessa, lo è, nella sua struttura.
Ha un bel pregio, innanzitutto: l’aver dato risalto alla figura di Argus Gazza, che mai, mai nessun altro fanwriter ha utilizzato se non per qualche casuale apparizione. Particolarmente apprezzata la fantasia, la creatività per le scene in cui lui fa da protagonista, spiragli di vita che magari – in un modo o nell’altro – l’hanno reso quel che è adesso.
Tuttavia, ho più amato il piccolo Gilderoy. È evidente quanto sia IC. È lui il Campione-Non-Campione che attende lo sfidante immaginario sul suo posto d’onore, con la trottola in mano e il petto gonfio di orgoglio. Ed normale che sia lui il vincitore della battaglia, normale. Abbiamo conosciuto un Gilderoy buffo e borioso con la Rowling, e questa fanfiction riporta meravigliosamente il carattere del personaggio, con un’aggiunta in più: l’ingenuità del bambino, cosa che lo fa apprezzare di più.
Ciò che più mi ha colpita è stato il modo in cui è riuscita a legare due personaggi che in comune hanno poco o, meglio, nulla. Nulla, veramente. Si sono incontrati casualmente, in un parco vuoto, spinti da una solitudine che sembra avere qualcosa di… infantile, innocente.
Una trama carina, piacevole, che spinge il lettore a ricercare il vero senso del testo.
Voto: 8,5.
Lessico.
Oh, adorabile, davvero.
Si adatta benissimo alle varie situazioni. È semplice; quasi riflette la spontaneità dei due protagonisti.
Voto: 10.
Grammatica.
A parte la parola “maganò”, errata in quanto Gazza è un uomo e quindi dovrebbe essere “magonò”, direi che è tutto corretto. La lettura è stato scorrevole e fluida grazie alla punteggiatura messa dove Dio comanda.
Voto: 9,5.
Utilizzo dell’immagine.
È stato ciò che più mi ha colpita, l’utilizzo dell’immagine che le ho assegnato: costituisce il vincolo che unisce i due personaggi. Niente di banale, tutto imprevedibile. A mio parere, il ruolo che ha dato ai vari orologi può assumere molteplici significati.
Ai posteri, come si suol dire, l’ardua sentenza.
Voto: 10.
Finale.
Mi ha lasciata con l’amaro in bocca Speravo, povera me, in un bel finale lieto. Eppure, la conclusione (se è possibile definirla conclusione) non è né troppo triste, né troppo allegra.
La malinconia è onnipresente. Si percepisce per tutta la durata della lettura, come in sottofondo. Ma la goffaggine di Gazza e Allock spezza il ritmo proprio delle fanfictions a genere angst.
È agrodolce, sì. E magari è proprio per via di questa scelta dell’autrice che la storia rimarrà bene impressa. Indimenticabile.
Voto: 9.
Voto finale. 47/50. |