Quarta classificata al contest “Peppa in reverse”: Nei suoi panni, Releeshahn
Grammatica e sintassi: 8,35/10.
“... e il cuore perse un battito. Sbattendo le palpebre, Alice corse...”
Questa ripetizione è poco evidente perché c’è di mezzo un capoverso, ma comunque c’è, per cui ti consiglio di rivederla. (-0,15)
“Era chiaro perché, in un primo moneto, Alice s’era spaventata...”
“Si fosse” mi sembra più corretto. (-0,15)
“... annullare quella macabre somiglianza...”
C’è un errore di battitura: dovrebbe essere “macabra”. (-0,1)
“... e si sa che quella gente odiava le donne sole...”
Questo verbo sarebbe più corretto al presente. È una considerazione generale, non solo del passato. (-0,15)
“... ma quando [...] il marito ebbe finito di raccontarle [...] della sua giornata, Alice...”
Dopo il “ma” ci vorrebbe una virgola, perché hai chiuso l’inciso dopo “giornata”, ma non lo hai aperto. (-0,05)
“... un triller, magari?”
Hai dimenticato una lettera. (-0,1)
“...se usava le basilari norme di sicurezza, non le sarebbe successo nulla.”
Se “avesse usato”. (-0,15)
“...lui avrebbe capito che lei aveva capito se continuava a girarsi.”
Se “avesse continuato” a girarsi. (-0,15)
“...questa si che sarebbe stata una cosa saggia.”
Manca l’accento a questo “sì”. (-0,1)
“...mani scheletriche pronte a gremire chiunque...”
Gremire significa riempire. Tu forse volevi dire “ghermire”. (-0,1)
“Poi dalle tenebre emerse un ombra scura...”
Hai dimenticato l’apostrofo. (0,1)
“... quando lo vide: un’ombra scura...”
Siccome si riferisce all’ombra, questo pronome dovrebbe essere “la”. (-0,1)
“...il volto pallido e emaciato...”
Non sono assatanata quando si tratta di d eufoniche, nel senso che io spesso ne metto troppe. Ma, quando sono troppo poche (cioè quando la congiunzione è uguale alla prima lettera della parola dopo), vanno segnalate. (-0,1)
Spesso scrivi “bhe” al posto di “beh” o “be’”. È scorretto e anche abbastanza bruttino. (-0,1)
Ti segnalo infine che, quando utilizzi gli incisi, usi a volte il trattino breve (-) e altre volte quello medio (–). La forma corretta è la seconda, senza contare che un utilizzo disomogeneo di questi segni grafici è anche abbastanza fastidioso da vedere. (-0,05)
Stile e lessico: 8,5/10.
“Se c’era una cosa irrinunciabile nella vita di Alice, questa era il caffè e giornale della mattina.”
Inizialmente pensavo fosse un errore, perché prima di “giornale” manca l’articolo, però poi ho realizzato che volevi dire proprio “caffè-e-giornale” come unica entità. Però mi sembra poco chiaro, per cui potresti modificare in qualche modo. Forse dire “caffè & giornale”, quasi come una società, è visivamente orribile, ma così sembra davvero che sia stato dimenticato l’articolo. Forse “caffè con giornale”? Ci rinuncio, sono tutte orribili e forse la soluzione più adatta è proprio quella che hai scritto tu, sebbene non mi convinca.
“...voce comune lo voleva, e come poteva sbagliare?”
Questa frase, tra incisi, mi è sembrata poco chiara. Potresti riformularla in altro modo, perché capisco il concetto ma non il modo in cui lo hai espresso.
“...tanto di moda al momento. Labbra dipinte di rosso...”
Ti riporto questa frase perché, siccome stai elencando le caratteristiche della vittima, mi sembra poco corretto spezzare la frase con un punto. Se proprio non vuoi usare la virgola, il punto e virgola va bene ugualmente. Ma il punto non mi sembra adatto.
“... più le notti solitarie che quelle in cui potevano stare insieme...”
Trovo che questo “che” sia poco elegante: “di” sarebbe meglio.
“Fra il vapore, come un miraggio apparve un uomo completamente nero - eccezion fatta per la bocca, spalancata su un chiostro di denti affilati come rasoi. La guardò senza occhi e cominciò a sorridere, e mentre lo faceva la bocca si tese e si allargò fino a dove avrebbero dovuto esserci le orecchie, mettendo in mostra altre file di denti bianchi come l’avorio. Il cacciatore si avvicinò e, mentre un’altra bocca famelica...”
Ti segnalo questo passo nello stile, anche se avrei potuto segnalarlo nella grammatica. C’è tre volte la parola “bocca” e altre due la parola “denti”. Sono forse abbastanza distanziate da non permettere di parlare di ripetizione, ma non da non considerare una momentanea carenza lessicale: potresti sostituire con dei sinonimi, perché queste frasi non esprimono il concetto in modo fluido.
“Avrai a dirmi che ho ragione quando...”
Questo “avrai” mi convince poco. Non so se sia una forma dialettale o meno, ma trovo che “verrai” sia più corretto, sebbene anch’esso non propriamente elegante; ma nel parlato ci sta.
“Aveva il passo lento di chi non abbia fretta...”
Ti riporto questa frase perché credo che il congiuntivo qui sia troppo pesante. Non è propriamente sbagliato, quindi non te l’ho segnalato nella parte che riguarda la grammatica, però non è piacevole da leggere. Se non sbaglio, l’hai fatto qualche altra volta, ma questa è senza dubbio la più evidente.
Infine, ho notato che quando utilizzi i vocativi non metti mai la virgola (“oh tesoro”, “oh se lo ricordava bene”, eccetera). Non te l’ho segnalato nella grammatica, ma andrebbe messa sempre.
A parte queste piccolezze, lo stile è molto frizzante e coinvolgente, mi è piaciuto perché mi ha trasportata nella storia e ha saputo dare pepe a tutto quanto. La vicenda è già sufficientemente spinosa, ma hai inserito qualche frase qua e là che ha dato proprio l’impressione di essere nella mente della protagonista. In particolare, l’uso degli incisi è stato interessante: all’interno di essi hai inserito qualche commento o precisazione in grado di far spuntare il sorriso, per via del sarcasmo o dell’accenno di isteria che, alla fine della storia, è diventata così predominante grazie anche a questo stratagemma. Mi sono trovata con il cuore in gola senza nemmeno rendermene conto, e penso che sia grazie anche a questi piccoli commenti pungenti. Inoltre, essendo io una persona particolarmente sarcastica, mi sono sentita anche molto soddisfatta.
Ho però notato qualche piccola pecca: le virgole, in particolare nei periodi più articolati, sono spesso scarse – soprattutto se, appunto, c’è qualche inciso di mezzo. Ti consiglio di spezzare più spesso le frasi, magari con un punto e virgola in più qua e là, perché la storia è già carica di tensione e questi periodi infiniti possono esasperare. Chiaramente non lo hai fatto per tutta la durata della storia, o non ti avrei dato un voto così alto, però si nota abbastanza spesso e ti consiglio di rivederlo.
Un’altra piccolezza che ti faccio notare è la ripetizione del nome “Alice” davvero troppe volte. Poiché il punto di vista è il suo per gran parte della storia, potresti ometterlo qualche volta, perché, di nuovo, è a tratti esasperante.
Comunque, a parte gli appunti che ti ho fatto, trovo che la storia sia scritta molto bene. Considerando la lunghezza, sia la parte di grammatica che quella di stile sono molto ben fatte.
Originalità e comunicatività: 10/10.
A mio avviso, già solo il fatto di aver scritto un giallo ti ha dato mille punti. È rarissimo che un autore amatoriale si cimenti in qualcosa del genere se non è richiesto dal bando – almeno, nei miei vari contest non è mai successo di leggere una tale precisione e accuratezza nei dettagli e nella trama, e proprio per questo si tende a evitare di scrivere certi generi – e che gli riesca pure così bene.
Forse, come mi dicevi, il fatto di non riuscire a decidere subito chi fosse l’assassino ti ha dato una marcia in più per confondere il lettore, e che ti importa se non hai cambiato idea nel corso della stesura? Quando qualcuno legge, di certo non sta lì a chiedersi se il colpevole fosse già deciso all’inizio. I personaggi fanno sempre quel che vogliono, quindi non devi preoccuparti di questo.
Sto divagando, perdonami. Ti ho dato il massimo per questo motivo, in parte, ma anche perché l’ho trovata una vicenda molto interessante. Mi ha stupita dall’inizio, perché sei partita da un caffè e ti sei allargata a macchia d’olio (riprenderò questo concetto anche più avanti), inserendo elementi che, magari, presi da soli non sono per nulla originali, ma che combinati insieme danno una certa sensazione. Il movente è molto particolare e, sebbene abbia sospettato di lui più volte durante la storia (magari quando tu ancora non avevi deciso, ah!), non avrei mai immaginato che potesse essere così. Per l’ennesima volta, mi ha affascinata moltissimo.
Sei stata anche sorprendentemente comunicativa, perché l’isteria di Alice è scivolata anche sulla mia schiena. Ho letto il tuo racconto prima di andare a dormire e sono rimasta piuttosto inquieta, al punto da dovermi guardare qualche video idiota per scacciare l’ansia dalla mia mente. Non mi capita praticamente mai di farmi prendere così tanto da una storia, per questo ti meriti i miei complimenti più sinceri.
Rispetto del pacchetto: 8/10.
1)5,5/6.
Se sapessi quanto ho sudato per decidere che punteggio assegnarti qui! Ci ho pensato per tutta la storia, perché all’inizio pensavo sinceramente che la caratteristica fosse un’altra (diffidente, irrazionale soprattutto... ci sono così tanti pacchetti adatti a questa storia). Quindi non ero per nulla contenta. Solo che, con il passare delle pagine, la tua idea ha preso forma in modo sempre più distinto e mi sono trovata d’accordo con te – forse non completamente, ma di certo hai svolto un buon lavoro con la personalità di Alice. Crede effettivamente alle idee che si è fatta delle persone e degli avvenimenti, così come non è stata in grado di capire che non erano realistiche. Ci ho messo un po’ a focalizzare il tuo punto della questione e per questo non me la sento di darti il punteggio pieno, però sappi che sei stata brava.
2)1/2.
Il prompt c’è, effettivamente, ma non si può dire che abbia un ruolo preponderante. Il calore si nota nei momenti cruciali, quando Alice – nel sonno o nella realtà – si trova faccia a faccia con il suo incubo, ma per tutto il resto della storia non si fa alcun accenno al calore e tanto meno al calore dell’asfalto d’estate. Trovo che sia molto più importante, ad esempio, l’aspetto fisico delle altre donne. Non che fosse facile riprendere lo stesso concetto per 5000 parole, ma ci sono altri punti attorno a cui si allaccia la narrazione e li trovo più importanti di questo.
3)1,5/2.
Sono molto indecisa anche qui. Quando intendevo che non doveva esserci ammissione di colpa, pensavo che la donna avrebbe dovuto essere fermamente convinta dei suoi pensieri e delle sue opinioni. Effettivamente questo è vero e insindacabile, ma la storia non termina con Alice e quindi la cosa è un po’ più rarefatta. Lei è molto frastornata al momento e ammettere di essere stata prevenuta forse non le passa nemmeno per la testa (senza contare che non sbagliava nemmeno a credere che le vittime somigliassero a lei, sebbene sbagliasse a considerare il serial killer ogni persona che si trovava davanti). D’altro canto, c’è qualcuno che invece ammette di essere colpevole, ed è giusto così, perché la storia non si sarebbe conclusa se così non fosse stato, ma credo che in parte non rispetti il limite del pacchetto, perché esula dalla donna e dalla sua caratteristica preponderante, creando in un certo senso confusione su chi sia effettivamente il “portatore” del difetto.
Gradimento personale: 4,5/5.
Non ho mai apprezzato questo genere di storie, detto in modo spassionato e sincero: mi mettono ansia, come effettivamente hai fatto – e me la pagherai. Ma ho praticamente divorato questa storia, nonostante la lunghezza all’inizio mi spaventasse un po’, e contro ogni previsione mi è piaciuta moltissimo. Lo stile che hai usato (non so se sia il tuo stile solito oppure uno apposito che ti sembrava più adatto per questo racconto in particolare) è davvero coinvolgente e trascina il lettore dritto nella testa di Alice. Anche l’introduzione mi ha conquistata, con la storia del caffè e del giornale, perché sei partita da un dettaglio per ampliare tutto in modo graduale. Sono arrivata alla fine e non sapevo nemmeno come.
Non ti ho dato il punteggio massimo perché, a mio avviso, non ti sei giostrata benissimo il limite di parole: il finale è stato un po’ frettoloso. Certo, il precipitare degli eventi rende molto meglio l’idea se è più incalzante rispetto al ritmo del resto della storia, ma così mi è sembrato come se, appunto, non avessi più spazio. Credo che ti sia dilungata un po’ troppo all’inizio, perché ci hai messo qualche pagina per entrare effettivamente nel vivo della storia. L’ho apprezzato molto, non fraintendermi, perché da leggere è stato davvero bello, ma sapendo del limite di parole avresti potuto contenerti un po’ e non stringarti soltanto nel finale.
A parte questa piccola cosa, comunque, sono davvero soddisfatta di aver letto una storia del genere per un contest: come ti dicevo, non pensavo proprio che l’avrei apprezzata così!
Bonus Peppa: 0/5.
Totale: 39,35/50.
Storia vincitrice del premio Giuria |