Hai praticamente triturato, anzi no, che dico, MASSACRATO i miei testicoli salendoci con la macchina sopra e, non contenta, hai usato anche la retromarcia per far sì che leggessi questa storia.
Me lo dicesti in maniera assai seria (e tu da seria mi hai fatto preoccupare perchè, sostanzialmente, è come veder pucciare il pisello nel caffè bollente e poi andare a fare pipì, totalmente improbabile), quindi mi incuriosii, e lessi.
Sì, lessi.
Ora mi stai martellando i coglioncini e allora recensiamo pure. RECENSIONIAMOLA sta storia, va'...
Che poi sto recensendo proprio pochissimo... Non che abbia dimenticato come si faccia, perché quello non si dimentica mai, però mi sto concentrando sui tanti progetti di scrittura (e sulla visione di tutto The Big Bang Theory, ora sono alla 05 x 04, ieri ho completato tutta la quarta stagione. Ed ho riso).
Tornerò a rompere i coglioni ad ogni autore, prima o poi, questa è una promessa, facendomi odiare di nuovo da tutti.
E poi boh, procediamo, perché fino ad ora non ho assolutamente detto una beneamata ceppa;
La presentazione della storia è delle più classiche: insomma, hai riportato una frase del testo, una frase molto efficace. Si nota tranquillamente che in questa storia hai messo parte di te stessa, e questa frase riflette sicuramente qualche cicatrice che qualcuno di più forte ti ha impresso sulla pelle.
Bruciare è senza dubbio l'unico modo che hai per "vendicarti". Ciò naturalmente è degno dei migliori piromani, e non appena gli avvocati della pubblica accusa manderanno a puttane ogni speranza di assoluzione da parte tua, dovresti correre a cancellare questa storia, perchè risulta come un'aggravante.
Impaginazione pressoché perfetta. Bravissima mogliarella, hai fatto le cose per bene. Il carattere utilizzato mi piace molto, compreso le dimensioni, mentre il tocco di colore iniziale mi ha dato il colpo di grazia. Bravissima Pecoricornus, ci hai azzeccato.
Il titolo non mi piace, ma cazzi miei. Avrei effettivamente preferito qualcosa in italiano, ma forse (e butto lì un'ipotesi) stavi ascoltando una delle tue metallicissime canzoni spacca ossa succhia sangue dito in culo che ami tanto, quindi boh, chi lo sa, magari i "Mascellas" hanno scritto una canzone che si chiama 🔥Let’s watch it burn🔥 e a te è piaciuto il senso, adatto nel contesto emozionale in cui ti trovavi.
Poi vieni tu e mi dici che sono tutte cazzate ma...
Com'è che si dice?
Sti cazzi.
Un punto forte dei tuoi componimenti, soprattutto quelli precedenti a questo, è la mordacità e lo spirito. C'è sempre un po' di Angela nei tuoi scritti, anche quando per forza di cose i personaggi sono altri. Tuttavia qui ho apprezzato in maniera maniacale le descrizioni materiali e sensoriali, quando vuoi uccidere (seriamente) le persone scrivi meglio.
Ciò non toglie che di notte verranno in sei per catturarti, legandoti ad una croce di satana per sacrificarti al signore delle tenebre, perché dai, effettivamente è diabolico. E pensare che tutta questa pazzia sia rinchiusa in un corpicino piccolo come il tuo (più o meno delle dimensioni di un estintore) mi fa dare di matto. Credo che brucerò qualcosa...
Stonano alcuni termini in tale contesto, come la parola mobilia, o missiva, che forse sono un po' troppo alte a livello contestuale, ma è la mia inutilissima opinione personale.
La descrizione fisica della protagonista è quella di una ragazza sfatta, e in questo caso avvengono due situazioni, secondo me: la prima è la trasposizione delle sensazioni dell'autrice; tu stai male dentro e lei si sente brutta.
La seconda invece è una situazione parecchio (forse esclusivamente) femminile, ovvero la trasposizione delle insicurezze da dentro il corpo a fuori, all'esterno, dove la protagonista può effettivamente rendersi conto di cosa succeda. Pallida e smagrita, quasi sfatta, secondo sono accomunati a sensazioni di sconfitta e depressione.
La questione è che qui questa reagisce, per altro in maniera poco diplomatica (fanculo la diplomazia in certi casi, dirai). Il fatto che scrivi: "Non si piaceva, non più oramai." sta benissimo ad indicare come questa ragazza, che prima magari poteva essere apprezzabile esteticamente, e magari la sua autostima agevolava questa situazione, in questo contesto, adesso abbia perso ogni stimolo per vincere il demone che ognuno di noi possede nel petto. Alberga in tutti, non solo in te, non solo in questo personaggio.
Una cosa che ho notato, durante la lettura è questa sequenza di riflessivi che non mi piace: limitandosi solo a rinfrescarsi. Sostituirei con: limitandosi solo ad una rinfrescata, nonostante la tua formula non penso sia un errore. Tuttavia cambierei "se continuava con quel ritmo" con se avesse continuato con quel ritmo. Suona meglio.
Che poi in questo caso Ninetales è il Pokémon perfetto.
Oltre ad essere un Pokémon di tipo Fuoco, il che comunque ha aiutato il compito, è anche un tipo di mostriciattolo che ha a che fare con le maledizioni.
Non mi piace quando poi descrivi le gambe fasciate nei pantaloni di Lara come "le gambe dell'umana". Quell'umana è quasi razzista, so che è per generalizzare e specificare di chi parli, però hai umanizzato Ninetales facendolo dormire su di un letto. Quel "dell'umana" ti fa perdere eleganza. Siccome sono in due, e Ninetales ha le zampe, non le gambe, credo sia più bello ed elegante evitare qualsiasi riferimento alla parola UMANA, anche se in un certo senso può essere la metafora della pazzia, quella parola. Nella parola umana coesistono miliardi di sfumature che, seppur spesso contraddittorie, non completano né definiscono una singola persona.
Incredibile.
Comunque, quel "dell'umana" non mi piace, ma fatti miei, se la pensi come me sostituiscilo (o chiama il 10020054865 e combatti con noi il gossip su EFP).
Ma perché la Città Nera mi ricorda Milano? Mi piace, in ogni caso la descrizione che ne fai degli abitanti della città: sembrano marionette, burattini mossi da fili lunghi e trasparenti, che vivono le loro vite in maniera naturale senza rendersi conto di non avere alcuno spunto oltre al vai in ufficio - lavora - guadagna - vai a casa - dormi - vai in ufficio - lavora - guadagna - vai a casa - dormi ecc...
L'annuncio dell'apertura del Mercato Internazionale mi ha fatto pensare all'annuncio che ho visto nel film Anarchia - La notte del Giudizio, in cui la donna segnalava l'apertura della purificazione.
Quel film m'è piaciuto... un po' na minchiata, però la scena del pullman infuocato era epica, mi si è rizzato nel cinema.
Come sono prosaico e baccalaiolo.
"Nonostante il lavoro di segretaria fosse uno dei più sottovalutati nella Città Nera le fruttava abbastanza da permetterle di vivere dignitosamente e di concedersi anche qualche svago.". Trovo che tra "nella" e "Città" ci vada una virgola, altrimenti la frase può prendere un altro senso.
E noi non lo vogliamo, vero capretta belante?
Poi mi porti ad un ragionamento.
Solo i cagionevoli di salute non diventano allenatori, ma fanno gli avvocati, i medici, i poliziotti, gli imprenditori.
Questo è un mondo che è destinato a morire.
I figli cercano sempre di rendere orgogliosi i genitori. Nel mio caso è successo con mio padre. È stato brutto appurare che in 12 anni in cui ho praticato Pallavolo non sia venuto a vedere nemmeno una mia partita.
Ora se n'è andato. Bah, devo dare fuoco a qualcosa, datemi un accendino.
Inoltre verso la fine Lara chiede "Come?" ma lo trovo un po' ambiguo. Dovresti specificare tipo "come dovrei fare?", altrimenti potrebbe essere anche un "Come? Non ho capito".
Capito vero?
O forse no.
In ogni caso c'è da rivedere anche il calore che Ninetales "Emanava", non quello che aveva.
Lanciafiamme con la lettera maiuscola, ma sostanzialmente la trovo un po' patetica la scena del "salvati almeno tu. Dai fuoco a tutto e scappa, salvati". Un po' un cliché sostanzialmente, ma funziona.
La situazione dei genitori forse è personalissima, ma ti posso garantire che già metterti un piatto sulla tavola e darti un tetto sulla testa, garantirti la connessione per le cazzate su internet ed il cellulare per stare a cazzeggiare ecc... sia un dono, perché i genitori se ne vanno anche, lasciandoti con mille responsabilità, a diciotto anni, quando non sai nemmeno annodarti la cravatta e lo impari a fare da youtube. Non voglio fare la gara a chi piscia più lontano, non è stata specificata la storia di Lara e tutto ciò che vuoi, però il rapporto che si ha con i genitori è sempre una cosa soggettiva. C'è sempre chi sta peggio, e ora come ora starei meglio anche con un padre che non ricorda il mio nome, almeno ci sarebbe.
Perdonami per questa stupidaggine, più patetica a mio avviso della scena del Ninetales (non ti offendere) ma con questa cosa chiudo questa recensione.
Buon lavoro Nanuk. A presto.
Andy Black |