Recensioni per
Time has a way of changing things
di Alexiel Mihawk

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
08/11/14, ore 21:37

Un capitolo molto bello, che evidenzia bene la profondità del semplicissimo cambiamento di Saori. da ragazza viziata a dea. Forse potevi approfondirlo maggiormente, ma rende benissimo anche così. complimenti come sempre :) continua così che puoi solo migliorare ;)

Recensore Junior
08/11/14, ore 20:07

Sinceramente questo capitolo non mi ha fatto impazzire. Hai citato Seiya quasi a caso secondo me, senza dargli lo spazio che si merita. Comunque ho visto che scrivi bene e sono sicura che il prossimo capitolo sarà migliore

Recensore Master
08/11/14, ore 18:02

Ciao, bentornata online! Anche se mi devo accodare a uno dei commenti precedenti nel dire che questa terza storia, rispetto alle altre due, è la tua meno riuscita, ci tengo comunque a darti bandiera verde. Hai scelto un tema molto complesso e sarebbe troppo facile criticare il modo in cui lo hai sviluppato senza provare a fare altrettanto. Io, nella mia long fic, sto cercando di indagare l'enorme ambiguità racchiusa in questa frase e, più in generale, nella figura e nelle intenzioni di Atena/Saori e nel suo triangolo con Shaina e Seiya. E mi ci spacco la testa. La frase pronunciata da Seiya secondo me omette una conclusione, che invece ci leggo io. "La dea per cui mi batto ha rispetto per la vita (ma è pronta a sacrificarne molte per trionfare)". Compresa la sua, certo. Però Atena bara, perché è immortale e sa che tornerà. Insomma, Atena è una stratega che conosce il significato di effetto collaterale quando si parla di morte dei suoi paladini. Saori, a mio avviso, si è evoluta dal suo egoismo viziato dell'inizio, ma solo per sublimarsi in una forma ancora più raffinata di narcisismo, che nella mia personale interpretazione delle cose si espleta in un perverso piacere nel veder accorrere i suoi paladini (Seiya in testa) in sua difesa al primo soffio di vento. Una Dea avrebbe il potere di spazzare via schiere di nemici con un gesto della mano, invece preferisce sempre farsi imprigionare o correre i rischi più strampalati pur di essere salvata. E' bello sapere che qualcuno combatte per te ancora prima che per l'ideale che rappresenti. E in questo è meravigliosamente umana.

Recensore Master
08/11/14, ore 15:10

Non so.
Non mi piace lasciare recensioni neutre (e anche se ti avessi lasciato una bandierina verde, questa sarebbe stata di un verde chiarissimo), ma questa storia mi ha lasciato un senso di incompiutezza in bocca. Sono arrivata alla fine dicendomi non "Ancora!", ma chiedendomi "Sì, Ok. Quindi?". Perché niente dà e niente leva. Ed è veramente un peccato, perché il tema scelto, nonché la frase, sono molto appetibili, pur se rognosetti.

Mi spiego meglio, o quantomeno ci provo.
Il prompt di per sé è una bella gatta da pelare, perché sì, hai ragione tu a dire che Saori, da arrogantella e viziata rampolla di una famiglia alto borghese, diventa un'emula di Santa Maria Goretti, sempre pronta a sacrificare se stessa fidandosi, per altro, della parola del nemico, cosa che di per sé io giudico inaffidabile. Lo ricordo solo io che Poseidone la ingabbia nel pilastro centrale con la scusa più vecchia e cretina del mondo ("Vuoi vedere cosa c'è lì dentro?")?

Il problema reale (non imputabile a te ma a Kurumada) è che se davvero Saori avesse voluto sacrificare se stessa e risparmiare i suoi paladini perché rispetta la vita, avrebbe sciolto le sue schiere. Invece #NO. Ma nemmeno per sbaglio, lo fa.
E va bene dire "buona sì, fessa no" (anche se Saori oscilla pericolosamente sul confine tra queste due realtà), ma la realtà è che Saori usa due pesi e due misure. Saori è pronta ad accettare il sacrificio dei Santi d'Oro ("Grazie, Kanon, per essere venuto a combattere al mio fianco"), ma non quello dei Santi di Bronzo. E pure lì, quello dei cinque protagonisti NO, in assoluto. Gli altri, se ci scappa, pazienza.

Il problema maggiore, a mio avviso, è dato da un senso quasi di riassunto che mi fornisce questa storia. E non perché hai usato solo duecentosessanta e rotte parole. È l'attenzione che dai ai singoli momenti che mi lascia questo senso di incompiuto. Più una storia è breve, più bisogna scegliere con oculatezza quali momenti, quali istanti, si devono mettere sotto l'occhio di bue.

Quanto alla presenza di Seiya, mi sarei aspettata una maggiore partecipazione da parte del santo di Pegaso. Messo così, tanto per rispettare il prompt, è intercambiabile con un pincopallino qualsiasi. Ben diverso, invece, sarebbe stato se avessi dato a tutta la storia il punto di vista di Seiya, e non solo quello di Saori.

Voglio comunque farti i miei complimenti, perché davvero non è facile gestire un simile tema, e per la complessità dello stesso e per la base mezzo compiuta e mezzo no che ci dà l'autore.