Recensioni per
Requiem
di Nahash

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/01/16, ore 15:03
Cap. 1:

Ehilà, ciao!
Le storie introspettive, lo ammetto, sono le mie storie preferite. Amo vedere i pensieri, esplorarli a fondo, rapita dalle parole, senza bisogno che questi pensieri siano sorretti da una vera e propria trama. Questa tua os mi è piaciuta moltissimo: il linguaggio che hai usato è fluido e il tuo stile di scrittura cattura subito il lettore. Ho amato moltissimo le metafore che hai usato per le lacrime, così come le domande che hai rivolto al lettore che, mentre legge rapito, si fonde ancora di più con il tuo scritto. La tua os dà a chi legge sentimenti contrastanti, confusi e fa riflettere: ho trovato meravigliosa la frase "Che brutte sensazioni le sensazioni a metà".
Ti faccio i miei più sinceri complimenti, una storia davvero bella.

Baci,
Francesca.
 

Recensore Master
27/12/15, ore 10:57
Cap. 1:

Eccomi qui :-) Allora ho trovato il racconto molto suggestivo, sto quasi perdendo le parole, è uno di quei racconti che ti lascia senza parole e quelle che ti vengono in mente le ritieni inadatte a descriverlo, quindi chiedo venia se la recensione non fosse all'altezza delle aspettative :-) Ho trovato molto coinvolgente i pensieri della protagonista racchiuso nella bara che sta partecipando al suo canto di morte, il parallelismo tra i petali che cadono e l'anima che viene raffigurata come un quadro, come un dipinto, l'anima che si innalza leggiadra verso il cielo e nel contempo è odiata dalla protagonista perché si sta allontanando da lei...gli ultimi istanti di vita prima che l'abbraccio della morte l'avvolga e le ultime note di Requiem si spengano...molto brava, i miei complimenti :-))

Recensore Master
18/01/15, ore 22:21
Cap. 1:

....e come petali di rose volteggiano le tue parole nei miei occhi. Le sento, le stringo a me, ma sono già scomparse. Come tutto ciò che è bello, perchè impossibile da afferrare.
Sì, trovare scritti del genere, brevi e tremendi nel loro più alto lirismo, è come trovare un fiore nel deserto. E pertanto meritano di essere custoditi, amati, letti e riletti. Complimenti dal più profondo del cuore.
Federica.

Recensore Veterano
04/12/14, ore 12:55
Cap. 1:

"L'anima è un quadro, l'anima è un dipinto, è l'urlo di Munch e io la odo cantare un requiem. Spinge, fino a salire, fino a lasciarti sfinito." Questa forse è stata la parte che più mi ha emozionata, nonostante mi sia ritrovata in ogni riga. Sei davvero brava, e concordo con la tua bio, sembri avere un'anima decadente (attenzione, da parte mia questa non è mai una critica in quanto condivido questa caratteristica). Complimenti, sono impaziente di leggere altro.

Recensore Junior
11/11/14, ore 18:29
Cap. 1:

Eccomi di nuovo qui a leggerti e recensirti, finalmente, dopo un po' che non lo faccio!
L'ho fatto con la tua poesia e lo rifaccio ora, perché questo piccolo scritto è davvero spettacolare: merita assolutamente tutte le parole che sto per dedicargli!
Innanzi tutto, vorrei porre l'attenzione su un concetto che tu hai ampiamente utilizzato in questa storia: lo straniamento. È la forma di scrittura che io più apprezzo, perché riesce a descrivere cose che accadono davanti agli occhi quotidianamente come se fossero cose mai viste: questa tecnica fa in modo che, a chiunque legga, non sia semplicemente indicato l'oggetto descritto, ma ne sia data una visione.
Ed ecco che, ora, io ho una visione della morte completamente diversa da quella che avrei potuto avere se avessi letto una storia in cui si dice, semplicemente, che il personaggio muore. La morte che descrivi tu, io la sento e la vedo davanti agli occhi: sento quella musica ultraterrena che si spande nell'aria dall'interiorità della protagonista, sento la pioggia di petali che ricopre il suo corpo come se stesse lentamente ricoprendo il mio. Sento il freddo e il caldo, il respiro mancante, la Bellezza che si esprime attraverso quest'attimo di passaggio finale, quando l'ultimo respiro viene esalato e tutto si conclude, quando il telos della nostra vita viene raggiunto.
E, leggendo, mi è sovvenuto alla mente il modo di narrare di Tolstoj, che usa lo stesso procedimento dello straniamento nei suoi libri: quando descrivere le battaglie in "Guerra e Pace", riusciamo a vedere con sguardo nuovo quello che avrebbe potuto essere qualcosa di comune e già visto: così hai fatto tu, lasciando che la Morte prendesse piede in chi legge, che questo scritto rapisse l'anima e lasciasse impressa dentro di noi che l'ammiriamo quell'immagine di grazia e dolcezza unica. Come se si vedesse davvero la pelle alabastrina della donna che giace nella tomba che descrivi.
E poi, vogliamo parlare della descrizione della tomba? All'inizio nemmeno sembra che lo sia! Se ne ha un vago sentore e poi, all'improvviso, ti rendi conto di essere chiuso in quello spazio angusto con lei, la protagonista morta della storia. Quelle pareti strette che torreggiano su di te, quel coperchio che chiude ogni visuale del mondo esterno e che ti lascia avvolto nel buio e nel silenzio, mettono anhce un po' d'ansia, leggendo. Magnifico, sublime!
E poi, vogliamo parlare della fatiscenza dei petali che hai descritto? Mi hanno tanto ricordato la poesia di Charles Baudelaire, che io adoro infinitamente. È stato come tornare a leggere quelle pagine dei Fleures du Mal con quelle immagini grottesche, sublimi e macabre che ti danzano nella mente, seguendo il ritmo delle parole quasi sussurrate per renderle più vere e corporee.
E poi tutte le assonanze nel testo (come "fulgido fugge", all'inizio, e "sento...solcano...pesanti...scie...illusorie", successivamente, oppure anche "carezze... fresco...calore" alla fine) rendono il tutto davvero piacevole, in uno stile poeticizzante come pochi ne ho incontrati su questo sito! È stupendo poter vedere una bella storia ben scritta, ogni tanto, poter leggere e immedesimarsi tanto bene da non riuscire più a scorgere la differena tra te e la voce narrante! Sono estasiata da questo scritto, trabocca di sentimenti opprimenti e non espressi, di tristezza e incubo, quasi. È veramente meraviglioso, io stessa non sarei mai riuscita a scrivere qualcosa di così bello e profondo!
E sì, la Bellezza salva, anche dalla morte! È proprio vero, è proprio vero.
E, chiudendo questa recensione senza capo né coda, posso solo rivolgere il mio ultimo pensiero del momento a Henry Wotton de "Il ritratto di Dorian Grey", il cui pensiero affine serpeggia tra le parole che hai scritto e le impregna di un odore e un sapore diversi. È filosofia ed è estetica: fenomenale.
Sono felice di aver potuto leggere questa storia ieri sera, appena l'hai pubblicata! È stata una dolce buona notte, qualcosa di veramente unico, soprattutto perché, di sera, le parole trovano più spazio nel mio animo. La sera è il mio momento, così come è il momento di tutte queste storie votate alla malinconia e alla grazia.
Grazie per aver scritto questa meraviglia e averla condivisa su EFP!
Spero di leggere presto qualcos'altro di altrettanto bello. A presto!
Tua

Sid

Recensore Veterano
11/11/14, ore 14:19
Cap. 1:

Punto primo: mai leggere dal cell quando hai la possibilità di farlo da pc perché ieri, leggendo velocemente, non avevo compreso una serie di cose.
Mi ha ingannata la prima parte: Sapevo che tutto si sarebbe risolto in uno sguardo.
Ecco, io l'avevo letto come risoluzione, invece non è risoluzione è arrivare alla conclusione, quindi alla fine, alla morte.
Il mio è stato un errore di comprensione che mi ha sballato tutto e adesso mi è tutto chiaro.
Mi piace moltissimo il come hai descritto la morte, ma trovo sinistro il senso di pace con il quale l'anima muore. Non c'è rassegnazione alla morte, che è molto diverso dal bearsene, c'è proprio consolazione nella morte.
In questa OS c'è disillusione, amarezza e quasi rabbia sotto certi punti di vista nei confronti della vita e questa è una cosa che mi fa male. È come un insulto. Ammetto, però, che esistono duplici significati sia nella morte reale che nella morte letteraria che in questo caso ci offri con così tanta bellezza.
Abbandonarsi alla morte nel momento in cui questa ci sorprende per questioni naturali è un atto di coraggio e, secondo me, pregno di una tenerezza che noi esseri vivi non potremmo mai capire.
Alla fine, la vita e la morte si equivalgono in bellezza e in maestosità, quindi trovo questo tuo Requiem davvero bellissimo sebbene ci sia questa nota un po' inquietante dell'arrendevolezza come se la fine fosse un regalo.
L'anima è molte più cose di un urlo di Munch anche se ho apprezzato enormemente l'accostamento in questo caso perché, a prescindere da ciò che penso, mi limito a leggere qualcosa senza il filtro del mio raziocinio. Apprezzo ciò che gli altri scrivono senza setacciare le parole con i miei giudizi etici personali.
Quindi come componimento è poetico, magico, dolce e nonostante tu abbia inserito anche l'avviso Angst devo dire che di Angst c'è solo il concetto ma non il contenuto.
Perché l'argomento è trattato con una tenerezza davvero pregevole e disarmante allo tesso tempo.
Provo due distinte sensazioni nei confronti di questa OS e sono ambedue in totale contrapposizione. Provo attrazione per la bellezza delle parole, ma anche fastidio nei confronti di tanta meraviglia che hai descritto.
La morte è un passaggio, alla fine, e per i più disillusi è un gran bel finale, per i coraggiosi un finale inevitabile che si abbraccia con estrema tranquillità e sensibilità. Ecco, c'è un filo sottile che divide questi due concetti, di conseguenza provo entrambe le sensazioni e se una lettura provoca così tante emozioni, allora, è qualcosa che vale la pena leggere.
È bellissima davvero, piena di sfaccettature e di poesia e con questa posso certamente confermare la stima che provo nei confronti dell'autrice Nahash.
Un abbraccio.
Bloom