1 CLASSIFICATA - Anariel 'Traditore' al contest "Ti scriverò d'amicizia, di quanto sia devastante"
Grammatica e punteggiatura: 4.3/5 Buona la tua grammatica, ho letto spedita la tua lettera e questo è stato profondamente apprezzato. Purtroppo mi sono accorta dopo ad una terza lettura che alcuni spazi fra delle parole sono più di uno. Magari hai digitato male lo spazio e te ne son venuti per questo più di uno. Nulla di gravissimo comunque. Poi, può essere una scelta, ma mi è un po' stonato quel due punti prima della frase “se indugiassi troppo nel buio(...)”.
Lessico e stile: 4.8/5 Hai uno stile ben impostato, non articolato, in compenso molto scorrevole: la lettura è stata piacevole proprio per questo motivo. La grammatica pulita e lo stile ben lineare hanno fatto sì che potessi leggere senza ostacoli. Il lessico non è troppo ricercato, ma neanche troppo colloquiale, come se il protagonista stesse scrivendo non una lettera confidenziale, piuttosto un rassicurante testamento d'addio. E ben si affranca al contesto da te descritto.
Originalità: 8/10 Il soldato disertore perché non “si riconosce” negli ideali del regime non è un racconto troppo nuovo, eppure sei riuscita nell'intento di dare linfa vitale a questa storia. Ora, non ho chiaramente in mente i personaggi a cui ti sei riferita (mea culpa), in definitiva però ho trovato emozionante il modo in cui parli di questi due giovani. Il modo in cui Herbert scrive di se stesso e del suo compagno d'armi. Originale è la trovata di mandarlo in Russia perché “gli piace” e originale è stato il fatto che in qualche modo egli stesso si ritenga un “traditore” forse non della sua patria, ma perché parlando di patria... Herbert stesso sente di non appartenerle più. Ci sono dei dettagli che mi hanno colpita, come ad esempio che in questa stessa lettera chi scrive sa già cosa potrà accadere al suo amico se giovedì farà come stabilito. O invece la speranza, la speranza di essere ritrovato un giorno da Klaus. Quella stessa speranza però che, leggendo la lettera, si comprende sia solo una farsa: ha l'animo dell'eroe il suo amico. Quindi NON si tirerà indietro. Non per sua stessa scelta, almeno.
Utilizzo della frase: 5/5 No, non sono esagerata. Fra le altre che ho letto questa lettera è quella a cui la frase più si è intrecciata nell'opera. Righe prima che inizi la frase c'è già il buon contesto in cui inserirla e, appena conclusa la frase narrando di un treno, la tua lettera continua scrivendo del protagonista che allontanandosi dal suo amico prenderà il treno e per questo le loro strade si divideranno. Cosa scrivere di più? È decisamente ben integrata.
Gradimento personale: 4.9/5 Ho apprezzato moltissimo che qualcuno abbia scritto di soldati. Ah, io adoro l'amicizia che esiste sebbene di sottofondo ci siano lastre di dolore e logoranti battaglie. Ho un po' il pallino per queste cose e allo stesso tempo però siccome ne adoro e ne leggo d'ogni sorta, son anche un po' esigente e decisamente scettica quando leggo qualcosa che fa di tutto per essere bella, ma risulta solamente banale. Non è il caso qui. Tutto ciò che rende questa storia di mio gusto è proprio il “sentimento di disertore” che ha questo ragazzo. Questo ragazzo che non vuole più vivere così e si sente già di suo un traditore, ma che accantonerà l'unico suo barlume di luce in mezzo a quella patria in declino, accantonerà la sua amicizia, la sua fedeltà al suo compagno d'armi... per vivere. Vivere secondo la sua scelta. E sa, allo stesso tempo, che la scelta del suo amico lo porterà alla morte. Perché se lui ne ha avuto abbastanza... Klaus ha dalla sua i suoi giusti e splendidi ideali. Insomma, in definitiva, davvero una bella lettera... una bella storia da leggere.
Caratterizzazione dell'amicizia: 9.2/10 Molto, tanto caratterizzata. Perfettamente in grado di inquadrare non solo i due personaggi, ma anche di rispettarli per le loro scelte seppur differiscano l'una dall'altra. Certo, per un po' di anni sono vissuti all'unisono, spensierati e libertini con in mente le loro glorie e i loro ideali, ma poi hanno fatto i conti con la storia, le vicissitudini, il dolore, il NAZISMO. E allora, mai codardi, mai vili sono stati... eppure poi uno ha lasciato, se ne è andato, è partito. Perché la Russia non era poi così lontana quanto la sua patria dal suo cuore. E proprio per la patria lontana dal cuore, invece, Klaus ha voluto combattere, far aprire gli occhi, rimanere. Scelte contrarie, diverse, lontane come sono ora i due compagni. Bello davvero lo spezzato sulla loro vita da medici sul fronte o di quando inizia la lettera e ci sono tutti i “posti in cui Klaus potrebbe cercarlo /CONOSCENDOLO/, ma in cui non lo troverà” e allora solo dopo si renderà conto che se n'è veramente andato.
TOT: 36.2/40 |