Il carnevale di Venezia, ai giorni nostri, è una bolgia infernale. Se la storia fosse stata ambientata nel presente, perfino il Gold Saint di Cancer avrebbe avuto qualche difficoltà nell'accompagnare la sua dama tra le calli ;) |
Con le tue storie ho quest'abitudine: leggo prima le note e poi passo al resto. Quando ho visto "Mykonos" che occhieggiava dal rigo come un neon rosa sono subito corsa indietro fino all'inizio della pagina per divorare letteralmente questa nuova puntata, finita in men che non si dica con l'avidità del bambino davanti al pacco delle kinder delice. E oltre alla grassa risata di pancia che non potevo trattenere, ce n'è stata un'altra meno rumorosa, legata al ricordo dell'inizio del viaggio, la scorsa estate, del towel boy che non era riuscito a rimanere nello schermo e si era materializzato sul mio album da disegno con la sua piega perfetta pure dopo la mattinata in spiaggia, della compagnia che mi hanno fatto nei pomeriggi caldi e umidi quando avrei dovuto mettere mano alla tesi prima di andare a lavorare ma....i mesi estivi sono fatti a misura di ozio e pigrizia... |
Credo di aver squittito come una deficiente. |
Io ti voglio bene: ma tanto, sappilo. ♥♥♥♥♥ |
Due cose mi hanno colpito di questa storia: |
Ho dovuto leggerla una, due, tre volte. Con gli occhi dietro una mascherina nera di pizzo. COn la convinzione che, no, tu mio padre non lo puoi conoscere, di persona almeno. Ho dovuto leggerla una, due, tre volte. Dormirci su. E poi leggerla una volta ancora, per assicurarmi di essere sul serio dentro un'opera fittizia, dentro un'altra dimensione. A Venezia, e non in Sicilia, alle pendici dell'Etna, a guardare incantata il teatro delle marionette dello zio con Pulcinella che prendeva a mazzate la Morte. E con mio padre, che sapeva di fumo e di arance, che mi spiegava che la Morte non era quel brutto teschio di cartapesta, ma una bella signora. |
Oh, la GGIOIA. *sparge cuoricini* |