Recensioni per
Per voi e per me
di fabi300108

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/11/14, ore 19:37

Dodicesima classificata “Per voi e per me”
 
Grammatica: 8.05/10
Nel tuo testo ho trovato alcune sviste, di seguito trovi tutto nel dettaglio:
“Tic-Tac non”: -0.10; è necessaria la virgola prima di “non”, esattamente come nel caso precedente.
“stare ferma nonostante i dolori”: -0.10; l’espressione introdotta da “nonostante” è piuttosto articolata, dunque per permetterne la facile lettura è preferibile inserire la virgola dopo “ferma”, così da consentire al lettore una piccolissima pausa.
“Qualsiasi cosa sta sognando”: -0.20; “stia” anziché “sta”. È necessario il congiuntivo perché in questo caso il testo esprime una probabilità, un’incertezza, difatti è giustissimo l’utilizzo dell’indicativo nell’espressione successiva (“lo sta proprio facendo arrabbiare”) perché in quel caso c’è una considerazione certa.
“La donna sorride intenerita, lei madre”: -0.10; l’espressione introdotta da “lei madre” può essere sia indipendente rispetto alla precedente, che una sua specificazione. In entrambi i casi, però, è errato utilizzare la virgola come segno di interpunzione. Va inserito il punto fermo se vuoi rendere l’espressione indipendente, o i due punti se vuoi legare “intenerita” a “lei madre” creando la relazione di specificazione.
“sguardo gli viene”: -0.15; essendo riferito a Tonks, “gli” va sostituito con il femminile “le”.
“Aveva appena terminato i suoi studi ad Hogwarts quando entrò nell'addestramento”: -0.20; siccome fai riferimento a tutti episodi che sono già accaduti nel tempo del racconto, non va utilizzato il passato remoto per “entrò”, ma ancora una volta il trapassato prossimo – così che il lettore comprenda che tutto si riferisce allo stesso piano temporale. Dunque “era entrata”.
“quello che è”: -0.10; essendo riferito alla persona di Ninfadora, è necessario il femminile “quella”.
“quando lei stufa delle prese in giro si è scagliata”: -0.30 (0.20+0.10); in questa espressione vi sono due sviste. Una è legata a “stufa delle prese in giro” che, essendo un inciso, va isolato con delle virgole (una da inserire dopo “lei” e un’altra dopo “giro), anche per rendere più scorrevole il lungo periodo. L’altra svista è legata al tempo verbale di “è scagliata”. In accordo con i tempi verbali utilizzati in precedenza per riferirsi ad episodi passati rispetto al “presente del racconto”, va utilizzato il trapassato prossimo (“era scagliata”).
“ridere idioti”: -0.10; essendo un vocativo, è necessaria la virgola prima di “idioti”.
“Con lui è stato tutto in salita”: -0.20; per la stessa ragione esposta nei punti precedenti, va utilizzato il trapassato prossimo. “Era stato” anziché “è stato”, affinché vi sia coerenza tra i tempi verbali del testo, differenziando il piano passato da quello presente.
“guardare negli occhi altrimenti”: -0.10; è necessaria la virgola dopo “occhi”. Senza il segno di punteggiatura, “altrimenti” assume il significato di “in altro modo” e non quello voluto dal testo di “in caso contrario”.
“per lei...Deve”: -0.10; manca lo spazio tra i puntini di sospensione e la parola che segue.
“Per questo e per altro ancora si stringe con difficoltà nella giacca per via dei seni colmi di latte Tonks si smaterializza”: -0.20; l’assenza di una “e” nel punto “latte Tonks si smaterializza” rende confuso il periodo. Leggendolo, si ha proprio la sensazione che manchi qualcosa. Se “Tonks”, come credo, è il soggetto di tutta l’espressione precedente, è necessario inserire una “e” di congiunzione tra “Tonks” e “si smaterializza”. Diversamente, la frase va formulata in altro modo e chiarito il suo significato. Forse, ti è solo sfuggita la congiunzione!, purtroppo non posso saperlo.

Stile e Lessico: 5/10
L’impostazione stilistica della tua storia si fonda sull’alternanza tra il presente, espresso proprio dai verbi al tempo presente, e il passato. La sintassi non è omogenea, si passa da periodi lunghi spezzati in più segmenti dal punto fermo a periodi più brevi isolati in capoversi; in questo senso, difatti, il racconto è diviso in due parti: la prima, quella dei periodi lunghi, dedicata al momento vissuto dalla protagonista e ai suoi ricordi; la seconda, caratterizzata dai brevi capoversi, dedicata alla presa di coscienza della protagonista e all’abbandono del passato – tutto si svolge nel presente questa volta.
Questa scelta stilistica, nonostante sia molto interessante, non è stata gestita benissimo. I maggiori problemi in tal senso sono dati dai tempi verbali (quelli indicati in “grammatica”) e dal brusco passaggio dalla prima parte alla seconda. Ti parlerò di entrambi i fattori nello specifico, così da spiegarti perché ho trovato problematici questi punti dello stile.
I tempi verbali avrebbero dovuto indicare al lettore la differenza tra ciò che la protagonista sta vivendo e ciò che ha già vissuto, eppure nella tua storia è difficile rintracciare questa differenza, perché tempo presente e tempo passato si fondono anche laddove non dovrebbero. Il fondersi rende meno scorrevole il testo, confonde il lettore circa l’aspetto spazio-temporale del racconto, non gli permette di capire in quale momento di vita si trovi realmente la protagonista. Per maggiore chiarezza ti riporto degli esempi dal testo:

    • Il suo credere in lei fin dall'inizio, il suo investire il suo tempo e la sua esperienza sino a farla diventare quello che è. Quella sua frase nella prima settimana di addestramento quando lei stufa delle prese in giro si è scagliata contro”: in questa espressione fai riferimento a un episodio che la protagonista ha già vissuto e che sta ricordando. Per tale ragione è corretto l’utilizzo del presente indicativo in “quello che è”, poiché lei è – ora, nel presente – il risultato dell’esperienza vissuta. Per lo stesso ragionamento, è errato l’utilizzo del passato prossimo in “si è scagliata”, perché lei non si è scagliata ora, nel presente, contro il collega, ma si era scagliata in quel passato che sta ricordando – e quanto detto è supportato proprio dal “quando” che introduce l’espressione; quando nel senso di a quel tempo, allora, quando accadde il fatto. A rafforzare tutto questo, c’è l’espressione seguente “Da allora, la cominciarono a vedere in modo diverso” dove torna il passato, in questo caso scegli il passato remoto. In coerenza con “è scagliata” avresti dovuto inserire “hanno cominciato”, ma hai fatto bene a non farlo perché è giusto, come detto, il verbo al passato e non al presente.
    • E poi, Remus. Con lui è stato tutto in salita. Tutto d'un pezzo, testardo, cocciuto, ma lei l'ha avuta vinta. Ha scardinato tutte le sue remore, ha sciolto ogni suo dubbio, abbattuto ogni muro che lui erigeva. Non si è mai tirata indietro. E questa non sarà la prima volta.”: le parole che sono in grassetto sono quelle utili all’analisi. Il primo verbo è coniugato al tempo errato perché la protagonista sta ancora nel passato, con Remus era stato tutto in salita, in concordanza con i tempi verbali dei periodi precedenti. Si arriva al presente, a una situazione che appartiene a Tonks nell’oggi, con “l’ha avuta vinta”, e si comprende che lei è giunta al presente dall’elenco che segue, tutto al passato prossimo ad indicare un passato, certo, ma un passato molto “prossimo” al presente da lei vissuto. A conferma di tutto questo c’è l’espressione di chiusura al futuro, col riferimento al presente: “questa non sarà”, dove “questa” è un chiaro riferimento al presente e “sarà” è ovviamente l’espressione di un proposito che la protagonista ha “ora”, “oggi”. Anche in questo caso, dunque, l’errato tempo verbale della prima frase non consente al lettore di scandire bene i momenti del testo. In questo particolare caso, poi, siccome si passa dai ricordi al momento vissuto, sarebbe forse stato più indicato inserire un punto dopo “cocciuto” e isolare il “ma lei l’ha avuta vinta” in modo tale da indicare in modo netto il passaggio temporale.
Sempre in riferimento al distinguere i ricordi dal presente, c’è questo caso:
    • “Piantatela di ridere idioti, lei è l'unica che ha fegato qui dentro!”: l’affermazione di Malocchio sembra appartenere al presente, perché non c’è nessun segno grafico che faccia intendere che è invece parte integrante dei ricordi della protagonista. Avresti potuto scriverla al corsivo o renderla parte integrante del discorso indiretto, ma scritta così, come una battuta del discorso diretto, è slegata dai ricordi e inglobata nel presente della storia.
Quanto ai passaggi dalla prima alla seconda parte, mi riferisco al fatto che la prima parte della storia è davvero molto narrativa, permetti al lettore di vivere le sensazioni della tua protagonista, di conoscerle e capirle, mentre la seconda parte – che inizia con “e questa non sarà la prima volta” – è caratterizzata da una serie di brevi capoversi inizianti col per. Questo passaggio da un’impostazione stilistica all’altra è un po’ brusco e rischia di stranire il lettore, che probabilmente si aspetterebbe una conclusione pari alla prima parte del racconto, vale a dire una conclusione narrativa dedicata alle sensazioni della protagonista. È probabile che la tua scelta di optare per una tecnica ad elenco sia stata anche condizionata dal limite di parole, ma non posso fare a meno di evidenziare che il mutamento stilistico è evidente e penalizza la piacevolezza del racconto.

Passando al lessico, hai scelto un registro linguistico molto vicino al linguaggio d’uso, molto diretto e molto lineare (senza mai arrivare, salvo alcune occasioni, a un registro colloquiale), il che aiuta il lettore a entrare immediatamente nel clima della storia, a leggerla con semplicità e ad apprezzarne il significato. Le ripetizioni, salvo alcune che credo siano volute (come il rimarcare l’aggettivo possessivo sua/suo nella parte dedicata all’agire di Malocchio), sono pressoché assenti. Ho trovato la tua scelta lessicale funzionale al racconto e complessivamente omogenea. Ti segnalo solo alcuni piccoli punti:
    • diventare quello che è. Quella”: questa è l’unica vera ripetizione che intralcia un po’ la lettura, poiché l’aggettivo dimostrativo ripetuto appesantisce il testo. Al di là di questo, ti invito a considerare un’alternativa per “quello che è” perché come espressione è forse sin troppo vicina al linguaggio parlato.
    • la cominciarono a vedere”: in questo caso, sarebbe più corretto l’utilizzo del verbo “guardare” anziché “vedere”, dato che il testo si riferisce ad una persona; “a vedere” è un modo di esprimersi più vicino all’italiano parlato che all’italiano scritto.
Con questo posso dire di aver concluso la spiegazione del perché il punteggio in questa voce non è maggiore di 5/10. Passando ai pregi del tuo stile – del lessico ne ho già parlato! –, ne lodo certamente la linearità e la buona costruzione, fatta eccezione per qualche caso!, delle frasi. Inoltre, gestisci piuttosto bene la punteggiatura, seppure tu faccia grande uso del punto fermo e preferisca non spezzettare troppo i periodi con virgole o punteggiatura affine. È una scelta, ma nel tuo caso si è rivelata indovinata!

Trovo che il tuo stile e il tuo lessico abbiano una buonissima base e che in questa storia hai forse fatto un po’ di confusione con i tempi verbali sia per l’esigenza di racchiudere tutto in poche parole, che per l’aver scelto un’impostazione stilistica che è oggettivamente molto complessa da gestire. Io spero, nel mio piccolo, di essere riuscita a spiegarti in modo chiaro le mie perplessità e che queste possano essere per te un buon terreno di confronto. Non escludo che le sviste possano essere state il frutto di una mancata rilettura o di piccole distrazioni, alle volte è difficile avvedersi dei dettagli! Ad ogni modo, mi ripeto, ottime le basi e coraggiosa l’impostazione stilistica, ti sei messa alla prova con uno schema difficile, dunque complimenti per questa iniziativa!

Aderenza al tema: 9/10
È evidente che hai scritto la storia avendo bene in mente il tema del contest, difatti il tuo racconto è in questo senso un crescendo: si parte dall’ansia della protagonista, si passa per i suoi ricordi e si arriva alle sue motivazioni, a ciò che la spinge ad andare avanti.
Nella prima parte della flashfic hai messo in luce tutte le difficoltà che il personaggio è stato costretto ad affrontare sia sul lavoro, che nella vita privata. Tutte queste difficoltà l’hanno temprata nel corso del tempo, rendendola forte e pronta a rischiare persino la vita per il bene dei propri cari.
Le motivazioni che enunci nel finale, attraverso la sequenza di per, sono coerenti al personaggio protagonista e sono in linea con questa donna tanto determinata da vincere ogni sfida che la vita le messo dinanzi.
Tutto questo è il motivo per cui il punteggio in questo parametro è 9/10, se non è superiore è perché nella sequenza finale, che spiega i reali motivi che spingono Tonks a schierarsi e a combattere, sei stata molto veloce, poco approfondita. L’elenco delle tragedie lasciate dalla guerra parte da Harry, passa per i chiunque vittime di guerra, arrivando alla famiglia della protagonista. Non è chiaro se sia un elenco “gerarchizzato”, dove si passa dalla motivazione più debole alla più forte, o meno. Se così fosse, ad esempio, sarebbe strano che l’apice di questa struttura piramidale non sia il figlio o che sul gradino più basso vi sia Harry. A rendere meno efficace questa sequenza è anche il modo in cui si conclude, ossia affermando “per questo e per altro ancora”, dove è impossibile capire cosa sia per la protagonista “altro ancora”. Nel complesso, comunque, l’aderenza al tema del contest c’è, perché, nonostante le incertezze riportate, vi sono le motivazioni che spingono Tonks a combattere, quindi 9/10 più che meritato!

Caratterizzazione e IC personaggi: 8/10
Protagonista assoluta della storia è Ninfadora Tonks, ciononostante sono indirettamente presenti anche Malocchio, Ted e Remus.
Parto dai personaggi di contorno! Malocchio appare franco, volitivo e carismatico come la sua controparte originale, ed emerge chiara anche la predilezione per Tonks, sua pupilla. Ted è solo citato, ma l’aggettivo a lui rivolto, vale a dire “dolce”, è verosimile, così come è coerente al suo personaggio la forza di sfidare una famiglia come i Black per amore; unica pecca nella sua caratterizzazione è l’averlo definito un Babbano; Ted Tonks non è un Babbano, è un mago figlio di Babbani – come Hermione – e ha frequentato Hogwarts. Quanto a Remus, hai ben tratteggiato dei piccoli risvolti del carattere del personaggio, seppure trovo che quel “tutto d’un pezzo” sia poco in linea con il Remus Lupin alle prese con la storia d’amore con Tonks, dato che la Rowling ci ha mostrato un uomo continuamente dubbioso, sempre indeciso, che prima si concede all’amore e poi fugge, e poi torna di nuovo! Quindi, ecco, non è proprio tutto d’un pezzo il Remus della Rowling.
Passando a Ninfadora, la sua caratterizzazione è molto buona, descrivi di lei la caparbietà, l’amore sconfinato, la forza d’animo e persino quel suo sentirsi perennemente fuori posto. È certamente IC la tua Tonks, è IC quel suo nervosismo iniziale e quella impulsività finale, che la porta a prendere la drastica decisione di raggiungere il marito in battaglia. L’unico elemento che mi lascia perplessa è l’averla definita l’unica donna nel corpo Auror: sappiamo dai libri che gli Auror sono un corpo misto, che Tonks non era l’eccezione, quindi questo tratto si discosta un po’ dalla saga.
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 8/10 è legato a quanto detto in riferimento a Remus e soprattutto a Ted Tonks. Purtroppo, scrivere una storia con protagonista Ninfadora e alterare un elemento del suo background familiare è piuttosto rilevante. Per il resto, come già detto, le caratterizzazioni sono ottime! Complimenti!

Totale: 30.05/40

Nuovo recensore
19/11/14, ore 22:54

Come ho già detto all'altra ragazza che ha scelto Tonks, lei è uno dei personaggi a cui sono più attaccata. Il momento che hai scelto è davvero delicato, come hai scritto sa perfettamente che quel che sta per fare potrebbe significare non vedere più il suo bambino. Eppure lo fa. La flash è davvero carina, con uno stile molto scorrevole, che ha azzeccato la visione che io ho di Tonks. Ottimo lavoro!

Nym