Recensioni per
Morire
di Nahash

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
17/12/14, ore 00:06
Cap. 1:

In una serata buia come quella che sto attraversando le tue parole hanno colpito dritto un punto che neanche saprei identificare. Bravissima, hai creato nella mia testa l'immagine evanescente di un sentimento incredibilmente forte.
Complimenti, davvero.

Recensore Junior
22/11/14, ore 23:30
Cap. 1:

Ciao, cara!
Rieccomi di nuovo qui a recensire una delle tue meravigliose poesie!
Che dire? Davvero splendidamente evocativa anche quest'ultima, che mi ha davvero fatto sentire quel sentore di gelo e impotenza legato alla morte. Ho trovato veramente splendida ogni metafora delle prime tre strofe, oltre che molto piacevole l'assonanza, nella prima strofa, di "morire" "confine", che, anche se non formano rima, sono comunque due parole perfettamente musicate insieme.
Si sente per tutto il testo quasi un certo desiderio e una qualche aspirazione verso quella "bella" Morte che i poeti romantici e decadentisti tanto elogiavano e decantavano. È come se questa poesia raccontasse una sorta di fascinazione per la morte, un desiderio, una bramosia di quella pace che la vita non riuscirà mai a donare a nessun essere umano. Mi sa di Leopardi e di Novalis, questa poesia, per lo stile leggiadro e musicale, per quel languore che la pervade dalla prima all'ultima parola, per questi giochi di anafore e metafore che percorrono tutto il testo. Mi piace, mi piace da impazzire!
E quel "tutto svanisce" finale è davvero il culmine di tutta questa cupidigia della morte, se così la possiamo chiamare. Come se l'io lirico ambisse davvero a svanire, a perdere affanni, dolori, tristezza, solitudine e, soprattutto, il maledettissimo tempo, che ci rende così pienamente consapevoli della nostra esistenza miserrima ogni secondo che passa.
In particolare, poi, mi ha molto colpita la parte in cui scrivi "come quel sentimento/che gelido nel cuore trapassa". Il verbo trapassare e il verbo morire a così poca distanza, come a rinforzare il concetto, a ribadire che tutto ciò che si vuole è quello. E poi il gelo dei sentimenti: sì, perché niente scalda il cuore di un essere umano tanto a lungo, nemmeno i sentimenti, soprattutto nel momento in cui essi muoiono. Sono lì, sfioriti, appassiti, senza altra utilità se non ricordarci del fatto che siamo come dei lupi per noi stessi, e sentiamo tutto il gelo che deriva da questa constatazione. Dolore, desolazione e morte.
Sublime, direi.
Grazie ancora per aver scritto un'altra delle tue splendide poesie, sai che amo leggerle! E scusa per il ritardo con il quale sono passata di qua.
A presto, tua

Sid