Ciao, sono rimasta un po' indietro con la lettura delle tue storie, lo so! Ma prima di recuperare l'altra che stai postando ora, ho pensato di leggere questa che non avevo ancora avuto modo di aprire. Diciamo che sì, per fortuna so già come andrà a finire, perché questa storia è davvero molto triste e malinconica, ti lascia con il groppone. Nonostante sia ambientata il giorno del compleanno di Sherlock è davvero, davvero triste l'idea che staranno separati per tantissimo tempo, tanto che il compleanno successivo non lo passeranno insieme. A proposito di Sherlock invece... trovo molto IC il fatto che tu abbia deciso di dargli questo punto di vista riguardante i compleanni, non ce lo vedo come uno che ama festeggiarli, ma siccome è John a chiedergli di soffiare su delle candeline, allora lui lo fa. Insomma questo concetto è davvero molto dolce.

In ultimo volevo farti notare un errore, in Inghilterra non festeggiano l'Epifania. Viene celebrata dalla chiesa anglicana come rito religioso, ma lo stato non la riconosce e quindi si lavora. Te lo faccio notare perché nelle prime righe dici che John è a casa e lasci intendere che sia per l'Epifania ;)

Recupererò presto anche l'altra storia, nel frattempo di faccio gli auguri.
Koa

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Diciamo che se non avessi già letto "Come Home" e sapessi che Sherlock mantiene ancora una volta la sua promessa, la lettura di questa storia mi avrebbe provocato un groppo alla gola molto più grande.
Perché, al di là delle battute scherzose tra loro, di Sherlock e John che sono sempre loro, si percepisce chiara l'atmosfera di un addio imminente, davvero si sente nell'aria la consapevolezza che si dovranno separare, per un anno almeno - se le cose andranno bene - e no, non lo sanno se andranno bene, quindi ogni gesto diventa prezioso e Sherlock riesce addirittura a non protestare per la futilità del dolce e del festeggiamento.
Solo per John ovviamente, perché John è la sua unica eccezione.

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