Recensioni per
Il viaggio
di Flora

Questa storia ha ottenuto 24 recensioni.
Positive : 24
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/09/16, ore 15:05
Cap. 5:

Ciao!
Ecco la conclusione del viaggio, un viaggio che ho intrapreso pure io sia perché ci ho messo davvero tanto a leggere questi cinque capitoli (testa e tempo, so che capirai) e sia perché la tua scrittura sopraffina mi ha trasportato letteralmente nel torbido caldo e nell'angoscia vissuta dai personaggi citati.
Efestione era un fascio di nervi, l'attesa è sempre la cosa più logorante, perché l'ansia ti avviluppa e non puoi fare a meno di farti sorprendere e catturare da questa, perché se attendi stai sperando. E mentre speri l'ansia ti uccide. Poi il sollievo, non c'è niente di più bello del sollievo che arriva, che ti scrolla di dosso tutta la stanchezza e la spossatezza accumulata. Il sollievo è come il sole che spazza la tenebra.
Krateros ha fatto salire il crimine ad Alessandro, ebbene sì! Sostanzialmente il concetto è giusto, cioè: se un uomo non facente parte della stessa nazione non mostra affinità a loro è naturale che non sia devoto come dovrebbe essere un macedone, alla fine è anche comprensibile. Ma purtroppo un impero non si costruisce con un solo soldato macedone. E pure i romani hanno commesso lo stesso errore, ma più che errore io la definirei una necessità, perché neanche se procreassero dieci figli macedoni al mese riuscirebbero ad avere un esercito tanto vasto quanto fedele alla causa. Sicché, però, Krateros mi sta anche tremendamente antipatico, spero che qualcuno se lo ingoi XD o che quanto meno gli tagli la lingua! Così almeno è funzionale come soldato, ma tace. Dici che è troppo barbara come cosa?
Ovviamente il loro incontrasi, finalmente, è stato un momento di dolcezza struggente.
Davvero belli, io li amo sempre di più.
Il viaggio è stato veramente sofferto, pure per noi, ma almeno questa volta è finita bene.
Scritta davvero divinamente e accuratissima.
Davvero brava, complimenti!
Alla prossima!

Recensore Master
14/07/16, ore 13:53
Cap. 4:

Ciao!
Ce l'ho fatta, finalmente! Eccomi a leggere il penultimo capitolo di questa breve ma intensissima storia.
Dunque, Efestione mi sembra davvero preoccupato, cerca di mantenere il controllo, ma è confuso, vuole trovare la risposta alle sue domande al più presto. Questo lo denota il fatto che conosce il nome di tutti i suoi uomini, ma che al momento, a causa della confusione non riesce a ricordare.
Efestione conosce quanto è successo ad Alessandro e questo sembra davvero metterlo a tacere definitivamente: se prima era lo sconforto, la paura a renderlo confuso, ora è la preoccupazione e la prosecuzione di quella speranza che lo indurrà a resistere per Alessandro, per augurarsi che stia bene. All'interno di loro, tra l'altro, sembrano esserci state delle cospirazioni, qualcuno non dice il vero sul re, ma vengono comunque assicurati sulla sua vita, seppur precaria.
Sai che Krateros avrei voluto picchiarlo io stessa?
Sono contenta che Efestione abbia reagito come ha reagito. Stava cercando di rimanere calmo per tutti, in primis per se stesso, prima di andare in pezzi. Mantenere i nervi saldi fino alla notizia per poi decidere se esplodere oppure sospirare di sollievo, ma qualcuno glielo ha impedito, qualcuno ha pensato bene di provocarlo, forse mosso dall'invidia.
Comunque è sempre bellissimo vedere Efestione scattare e si tranquillizzarsi al suono di quella parolina magica "Alessandro" haha è così bellino Efestione, ma mai farlo arrabbiare! XD
Lysios è davvero bellino! Ci voleva proprio effettivamente x3
“Pensi che sia vivo?” dice finalmente, pronunciando le parole che ha tenuto seppellite per giorni come un segreto sacrilego.
“Lysios sospira. “E tu?”
“Sì.”
“Allora è vivo.”
Questa parte è dolce e straziante allo stesso tempo, è bellissima davvero. Ma è bella nella sua espressione, nel suo significato.
Efestione sembra essere detentore di una profezia, che come tutti sappiamo, si avvererà. Essere ambiziosi è un pregio, ma bisogna pur calibrarla questa ambizione, specie quando ci si portano dietro centinaia di uomini.
Efestione si sente potente, vorrebbe consegnare il mondo nelle mani di Alessandro, ma questi vuole assaporare il gusto della vittoria, delle città che soccombono sotto i suoi passi e diventano sue.
Si chiedono come si possa voler qualcosa senza averla vista. È il tragico destino dei sognatori: afferrare una cosa mai vista, per scoprire se, effettivamente, era come la si aveva sognata.
Tutti ansiosi di sapere se Alessandro fosse vivo o meno. Efestione in preda a tutte le emozioni del mondo e nessuna allo stesso tempo, solo una cosa, la buona notizia. È vivo!
Perdonami se uso i nomi "italianizzati" ma sarebbero davvero molto difficile scrivere gli originali! Però come dissi tempo a dietro, te ne faccio atto: in greco risultano molto meglio con la storia.
Ovviamente sei sempre bravissima, mi sento miseramente inferiore hahHa. Complimenti!
Alla prossima!

Recensore Master
02/04/16, ore 00:51
Cap. 3:

Ciao!
Non leggo questa storia da un po' e non è colpa tua. Purtroppo devo avere lo stato emotivo giusto per affrontare un viaggio appunto nella vita di Alessandro ed Efestione. Proprio, perché conosco la loro storia, il mio istinto spesso mi blocca, ma questa sera, dato che ho raggiunto il giusto stato malinconico ho deciso di approfittarne e leggere, almeno, questo capitolo.
Non so, tutta questa storia mi procura un dolore allucinante, perché, leggendola vorrei poterli aiutare, vorrei cercare di confortare chi ha bisogno, ma purtroppo è solo uno scritto e, quindi, non posso che rimanere a guardare.
Per quanto Alessandro sia costruito intorno al mito di essere leggendario, un Dio, alla fine è umano anche lui, e come tutti noi esseri umani, prima o poi scopriamo la realtà, il mondo. Lo conosciamo per quello che è, bello e impietoso allo stesso tempo. Pertanto, neanche Alessandro può avere risposte se prima non le conosce e così, anche i fantomatici filosofi che, essendo umani a loro volta, possono solo supporre uno stato d'animo o una verità, a meno che questo non sia provato. Il problema subentra quando questi illudono con una realtà quando questa non rispecchia con i fatti reali. Subire questo, per Alessandro penso sia peggior di uno schiaffo in pieno viso, qualcosa che lo riporta alla realtà violentemente e che non gli piace affatto.
Soprattutto adesso che lui è in bilico rispetto a qualcosa che non conosce, che un Dio non dovrebbe vivere in quanto immortale. Ma lo sapevano tutto, lo sapevano tutti che stavano alimentando una leggenda senza le fondamenta di una reale verità. E poi, quelle invocazioni, quello che probabilmente percepisce come un richiamo, quel "mio re" ripetuto, mi annienta, mi uccide e mi addolcisce al tempo stesso.
Alessandro, però è forte e almeno questa volta ha dimostrato quella parvenza divina tanto decantata, ma ho come l'impressione che lui abbia assaggiato il vero sapore della paura, la vera essenza della morte. Come se fosse stato avvolto da quel velo che separa il mondo dei vivi e dei morti e abbia visto, ma questa volta è riuscito a fare ritorno.
Cit. “Sì. Ma tu vuoi che io guarisca.” Si ferma per raccogliere le ultime parole e gli ultimi respiri. “Per questo devo andare. Non c’è altro modo.”
Non so se sono io che in questa frase ci vedo qualcosa di bellissimo e struggente, non so se è la mia vera "romantica" e nostalgica che mi lascia intendere che Alessandro senza vedere Efestione non può effettivamente guarire, non può essere a tutti gli effetti il re che è.
Il capitolo è intenso e bellissimo, come sempre. Spero di non aver delirato troppo xD
Alla prossima!

Recensore Junior
23/03/16, ore 03:48
Cap. 2:

Eccomi qui, infine pronta a postare questa recensione – che, in teoria, avrei dovuto fare già da tempo... e, nonostante tutto, ho comunque sforato, anche se di poco, il limite massimo imposto dallo scambio. ^^
Venendo però al dunque, lascia che apra il mio commento con giusti elogi: la grammatica è ineccepibile, perfetta, così come lo è pure la punteggiatura. È un vero piacere leggere un pezzo che, tecnicamente, sfiora la perfezione; aiuta moltissimo a mandar giù un testo che, per abbondante lunghezza e temi trattati, non sarebbe forse così facile da digerire. Noto con soddisfazione, poi, che anche l'uso delle lineette è perfetto: non vedo gli eccessi che, invece, in altre storie avevo notato. Ottimo!
Inoltre, a differenza del primo capitolo, trovo che la lunghezza sia perfetta per ciò che avevi da raccontare: non ho notato alcun stiracchiamento del testo. Non ho nemmeno patito quel sottolineare troppo elementi quali la luce e l'acqua – o meglio: l'enfasi di cui parlava una nostra comune e amata conoscenza nella sua recensione c'è, sì, ma non la trovo disturbante... ;P Sono però curiosa: hai modificato, in questo senso, il pezzo dopo il suggerimento ricevuto? Oppure abbiamo avuto, più semplicemente, una percezione diversa?
Apprezzo moltissimo il tuo sapiente uso del lessico: amo la varietà di vocaboli – e le piccole ripetizioni poco contano: capitano sempre, anche ai migliori! Più giù ti segnalo le uniche due che ho beccato... – che riesci a sfoggiare, cosicché puoi concederti il capriccio di poterti soffermare più a lungo o più volte, rispetto ad altri autori, su di uno stesso elemento, senza risultare perciò ripetitiva.
Anche le descrizioni sono davvero buone, interessanti e che coinvolgono il lettore. Il che è indispensabile, soprattutto in un pezzo di genere storico!
Ho avuto però a volte la sensazione, soprattutto nelle prime battute dei dialoghi, di un'aria – fra modi di dire e parole adoperate – non perfettamente consona all'epoca: io non conosco per nulla il periodo, e perciò non escludo affatto potrebbe essere solo una mia errata percezione, ma la sensazione avuta è proprio questa...
Tanto per far un esempio, prendo il caso delicato del termine "isterico" che, personalmente, non avrei usato nemmeno nel dialogo di una storia ambientata ben millequattrocento anni dopo la nascita di Cristo per diverse ragioni. La prima è che, sebbene sia collegato alla lingua greca e fin dalle più antiche civiltà si parla della malattia, l'isteria è, per tradizione, almeno sino alla prima parte del Novecento, è idealmente collegata a un problema femminile, in relazione al malfunzionamento dell'utero: da lettrice non troppo avvezza al periodo – ho avuto un dibattito dietro le quinte, a questo proposito, e mi è stato spiegato che anche al tempo poteva esser adoperato in senso dispregiativo per uomini... – a pelle trasmette una strana sensazione il fatto che Efestione, che è maschio e virile nonostante la sua relazione omosessuale, si etichetti da solo come un uomo isterico... anche se, forse, questa mia impressione è dovuta al fatto che non sono pratica neppure del personaggio in sé, cioè della tua rivisitazione dello stesso, dato che, per quanto ne so, potrebbe pure avere un'atipica vena di autoironia. Il secondo perché per cui ti consiglio di rivalutare l'uso della parola – almeno nelle frasi dirette: altrove, dato che usi un narratore ibrido, non è altrettanto evidente – è decisamente più complesso e contorto, e di certo, dato che non sono troppo abile a spiegarmi, sicuramente non riuscirò a rendermi chiara! XD In breve, o rischio di essere per l'appunto poco precisa, il punto è che credo sarebbe stato meglio, all'interno di un dialogo, più che usare il termine in sé, che così come nella nostra lingua – lingua che, ovvio, devi inevitabilmente usare al posto di quella originale adoperata da Alessandro e suoi contemporanei – vedo indicato come parola presente, a seconda delle fonti, dal Trecento o dal Seicento: sarebbe meglio, magari, allora usare una perifrasi. O, per lo meno, è questo il mio consiglio. ^^
Ridarei quindi un'occhiata ai dialoghi, non tanto nel contenuto quanto nella forma – anche "battere la fiacca" è assolutamente anacronistico, per fare un altro esempio: ho letto che è un modo di dire che ha avuto origine nell'aria piemontese alla fine dell'Ottocento; del resto è facile lasciarsi prendere la mano, quindi mi raccomando di non crucciarti troppo. Capita a tutti, ecco.
Fra l'altro, comprendo benissimo che, per chi come te si accinge a far una sorta di conversione di una certa lingua estranea e antica, che sia quella di Alessandro o quella adoperata dai Vichinghi, la questione del lessico è assai spinosa e scomoda: per questo, da un lato, provo ammirazione per chi tenta questa strada; io, paurosa e fanatica della precisione, probabilmente non avrei la forza e il coraggio necessario per provare. In questo senso, poiché io invece scrivo del Rinascimento, mi sento enormemente avvantaggiata.
Proseguendo con la lettura, come anticipato prima, ho trovato poi un paio di ripetizioni nel testo: "stessa" e "stessa" all'inizio del pezzo; "corrente" e "correnti" quando parli dell'Acesines – a proposito, forse eliminerei le poche parole dopo "subdolo", che appesantiscono la frase, rimarcando qualcosa di già compreso.
Vado avanti con un breve elenco di piccole incongruenze o simili che ho riscontrato: "la mano sulla fronte contratta e segnata da un solco profondo", per iniziare; è un solco – data da una cicatrice o altro? – permanente o solo momentaneo, d'espressione? Te lo chiedo perché se è un qualcosa che caratterizza più in generale Efestione è un conto, ma se è invece la piega naturale dell'aggrottare la fronte, allora a mio avviso dovresti togliere parte della frase, perché se ha la mano lì non è tecnicamente possibile, anche per il narratore esterno, vederla attraverso la carne – non so se mi sono spiegata... ç.ç – e dunque riferirla al lettore.
Non mi convince inoltre moltissimo questa frase: "al volto che brucia come erba secca". Cosa volevi intendere di preciso?
Una noticina anche ad una frase in particolare, e cioè: "L’ha detto quasi per caso, è riuscito persino a sembrare indifferente. E bravo Ptolemaios, questo deve riconoscerglielo". Benché non abbia da obiettare nulla, perché è chiarissima e ben scritta, la trovo un po' estranea rispetto al narratore fin'ora incontrato: tu usi l'ibrido – come abbiamo ribattezzato altrove! ;) – e, nel pezzo, fino a questo momento la voce narrante pareva comunque più preponderante verso l'esterno, ovvero ho avuto la sensazione di un narratore non troppo dentro, non interamente per lo meno, la mente Efestione; questa frase, invece, è assolutamente – per come l'ho interpretata io, almeno; quindi correggimi se sbaglio – più intima, una vera e propria considerazione personale del nostro Macedone. Mi piacciono considerazioni come queste, che aggiungono colore ai personaggi, però non la trovo perfettamente accordante come appena spiegato, ecco.
Infine, credo tu abbia a un certo punto dimenticato le parentesi, prima messe per sottolineare i pensieri in corsivo – e, a dire il vero, non so se preferisco con o senza! XD
Il pezzo mi è piaciuto? Sì: ecco la mia risposta, ma sarò più precisa fra un attimo.
Anche se, come quasi ogni lettrice donna al mondo, apprezzo – se ben impostati, sia chiaro! – gli aspetti sentimentali, ovvero romantici, di una storia, in realtà vado pazza anche – e forse ancor di più... – per quel genere di racconti che mostrano altro oltre alle faccende di cuore: in primis il mondo prettamente maschile – poco importa se si parli dell'ambiente militare al tempo dei Romani o della gerarchia della Chiesa dell'ultimo Medioevo –, con tutte le sue routine e regole; mondi che a me, per sesso e attitudine, sono estranei nella realtà. Forse perché, quando si legge, è bello anche calarsi in vite che non avremo mai occasione di sperimentare?
Per l'appunto, trovo entusiasmante che ci siano autrici – per quanto poche – che, come te, non privilegiano a tutti i costi storie di cuore... e anzi si occupano di guerra, politica e via di seguito. È uno degli aspetti che più amo di te come autrice.
A proposito: tornando a questo pezzo in particolare, posso per l'appunto affermare che le parti che mi son piaciute di più, a parte quelle caratterizzate da un vago – perché non so se sia corretto affibbiare questa definizione a certi pettezzi del tuo racconto – sentore di slice of life, che è un genere che apprezzo moltissimo e che per esempio ho un po' ritrovato nella relazione dal sapore quotidiano con il giovane servo, sono difatti quelle che riguardano le questioni più schiettamente militari del gruppo di generali.
Tant'è che credo che avrei goduto ancor di più – per esser chiari: m'è già piaciuto davvero molto! – se il pezzo fosse stato fosse stato maggiormente farcito di dettagli tecnici, se così è possibile definirli: benché nel testo l'aspetto bellico non appunto trattato con superficialità, anzi, da amante della saggistica di un certo peso – pallosa, secondo molti! XD – immagino che sarei letteralmente impazzita per una totale immersione nella società militaresca alessandrina. Non so però, data l'antichità dei reperti, delle fonti e via di seguito, se sia qualcosa di effettivamente possibile: più si va indietro nel tempo, infatti, e meno informazioni si riescono inevitabilmente a ottenere circa personaggi e civiltà. Inoltre mi rendo perfettamente conto che si tratta di un mio assurdo capriccio e, anche se ve ne fosse l'opportunità, probabilmente una storia troppo accademica – passami il termine! – non sarebbe risultata gradita alla maggior parte del pubblico, soprattutto per il target del sito.
Come al mio solito, spesso e volentieri a colpirmi nell'immaginazione – o nel cuore, addirittura – sono più i personaggi secondari, che non i principali: forse è quel loro essere a metà fra il definito e il non a solleticare la mia curiosità, a volerli maggiormente esplorati. Ammetto che mi piacerebbe poter approfondire un po' le figure dei generali di Alessandro e persino del giovane Aleksias; figure che, per destino superiore, cioè dettato dalla Storia che ha lasciato ben poca fama a chi non fosse il Grande, e per volontà tua, ovvero per esigenze di copione, hanno ben poco spazio. Almeno sino ad adesso!
Ma, chissà, magari nei prossimi capitoli... ;)
Non mi resta che proseguire la lettura per scoprirlo, dunque. ùù
Bandierina verde, e a presto!

Nuovo recensore
22/03/16, ore 12:53
Cap. 1:

Ciao!
Che dire, non avevo dubbi che mi sarebbe piaciuta anche questa storia. È emozionante e coinvolgente, scorrevole nello stile. Non ho molto da dire, non ho trovato eventuali errori di punteggiatura o distrazione. Nel processo di lettura, ci si immedesima nel personaggio ferito e morente, hai saputo creare la giusta atmosfera. Ho solo da gridarti 'Brava!'.

Baci **

Recensore Master
15/03/16, ore 22:12
Cap. 2:

Eccomi qui :-)) Inizio subito a farti i complimenti con il fatto che hai fatto un ottimo lavoro di ricerca storica e mi è sembrato di stare accanto ai soldati durante la campagna militare nell'impervia India, uno stato totalmente dalla Grecia a cui erano abituati, Alessandro uomo innovatore e cosmopolita, il quale ha aperto il mondo a nuove prospettive, il nome del capitolo Pyr ovvero Fuoco come quell'elemento che illumina e devasta, mi ha fatto male vedere Efestione che sta male, i suoi commilitoni, i suoi compagni d'arme che si preoccupano per lui e il suo unico pensiero è Alessandro...davvero molto brava :-)

Recensore Master
01/03/16, ore 18:12
Cap. 2:

Ciao!
Eccomi, con molto ritardo, a leggere questo secondo capitolo.
Devo dire che hai reso l'atmosfera davvero molto bene, percepisco il clima torrido fino a qui!Sto quasi male io per loro. Gli uomini sono afflitti dai vari sintomi provocati dalle febbri e da clima al quale non sono abituati, perfino Efestione non ne è esente.
C'è una frase molto bella secondo me e che esprime perfettamente la profondità del rapporto che c'è tra Efestione e Alessandro. Parlo, di quando hai scritto che Alessandro sognava città lontane ed Efestione le sta costruendo, davvero bellissima. Vorrei essere brava come te, insieme ad altre autrici su efp, a esprimere così bene i concetti anche semplicemente parlando del clima. Le descrizioni sono molto ben costruite, perché si riesce, perfettamente, a vedere, a immaginare il luogo in cui si trovano.
Se penso al primo capitolo, Efestione fa bene a essere preoccupato. La mia parte sentimentale mi fa quasi credere che la tragedia di Alessandro sia legata alla sofferenza di Efestione, come se fossero legati proprio visceralmente, ma in realtà uno è stato ferito ed Efestione sta subendo i mali del posto.
Il finale del capitolo di certo non mi fa smettere di essere sentimentale verso Alessandro ed Efestione, ma come si fa a non esserlo? Questi due sono assurdi, lo adoro, non ci posso fare niente. Già sono iniziati così i capitoli, non oso immaginare la fine e soprattutto, mi hai già dato la notizia che hai pubblicato un'altra cosa tragica! Soffrirò. Ma, ormai ci devo fare l'abitudine, certo l'angst e poi mi lamento XD Sono fatta così, non ci posso fare niente, spero che ci sia sempre qualcosa di bello dopo tanta sofferenza.
Alla prossima!

Recensore Master
24/02/16, ore 00:42
Cap. 1:

Ciao!
Sono sconvolta, piacevolmente sconvolta! E questa volta comincerò dalla fine a recensire. Alessandro è magnifico, io l'ho sempre pensato e, questa volta ho notato tutto il suo amore e la sua fede in Efestione quando, esausto resiste per accertarsi della sua salvezza e, una volta certo, cede, invece, ai malori subiti dalla freccia.
La narrazione è cadenzata, nel leggerla ho percepito tutta l'angoscia di Alessandro, tutto il tumulto intorno a lui. Le molte descrizioni credo che siano state usate da te, proprio per farci percepire tutta la confusione che c'era intorno a lui e tutta la sua paura e il suo smarrimento, perché insomma, lui può anche essere Alessandro il grande, ma in fondo anche lui conosce la paura. Io non sono amante delle molte descrizioni, l'ho già detto, ma non mi hanno infastidita anche perché tu sai usare molto bene le parole e il tutto diventa omogeneo.
Ho apprezzato che tu abbia usato i nomi originali, non so davano un senso di veridicità al racconto. Quindi, perdonami se li scrivo in italiano i nomi, ma non credo di riuscire a imparare a scrivere quelli originali in breve tempo. XD
Alessandro ed Efestione sono una delle prime coppie storiche che ho amato, come quella di Achille e Patroclo, però, non so Alessandro ed Efesfione mi toccano più nel profondo. Ricordo che quando ero in prima liceo e studiavo storia, epica o letteratura era sempre alla ricerca di qualche segreto come quello di un amante maschio, per esempio. La cosa divertente è che ancora non conoscevo lo slash o lo Yaoi, ma ho sempre cercato le cose particolari, quindi anche nei libri di storia XD poi più erano drammatiche e più mi rimanevano in testa LOL XD
Ad ogni modo, sproloqui a parte, la storia mi piace e credo proprio che proseguirò con gli altri capitoli!
Alla prossima!

Recensore Junior
20/02/16, ore 16:12
Cap. 5:

Eccomi qui, giunta alla fine di questo tuo breve testo. ç-ç

Direi che, decisamente, hai concluso in bellezza: l'arrivo di Alessandro è stato spettacolare, tanto per come è orchestrato quanto per i sottintesi del suo platealissimo gesto (piccolo bastardo X°D). Da quello che so di lui, non solo è assolutamente IC, ma è anche coerente con il personaggio che tu stessa hai creato - che del resto si propone di richiamare al massimo la figura storica. Ho apprezzato moltissimo l'intensità della scena, l'attimo sospeso di silenzio tombale; poi, la mano alzata in segno di vittoria - e di monito - e lo scoppio come un rombo di tuono di sollievo.
Sicuramente si è trattato del momento più pregnante del capitolo, nonostante quanto segua non sia minore per importanza; se però il resto lo è per le varie dinamiche di rapporto, questo è esclusivamente "suo".
In seguito lo vediamo interagire con i suoi generali, che cercano inutilmente di fargli capire quanto sia preziosa la sua pelle per il funzionamento del sistema da lui creato. Alessandro è un conquistatore che va sempre avanti: sì, si cura delle terre che ha preso sotto il suo dominio, ma pare il tipo di persona più interessata alla presa in sé che al vero e proprio esercizio del potere. Se Efestione costituisce la sua ancora a livello sentimentale\personale, non è lo stesso a livello politico: gli manca qualcuno che lo freni e lo faccia riflettere che l'estensione dei territori sotto di lui è già considerevole, e che lui, in fin dei conti, non è che uno solo - immortale e figlio divino, o meno. Do ragione a Krateros nelle sue obiezioni, nonostante umanamente possa parteggiare per Efestione nella sua... "esortazione" a lasciare in pace il sovrano ferito.
Venendo poi alla loro scena AWWWW ship.
Devo dire che ho quasi - QUASI - perdonato il nostro Alessandro per le sue indiscrezioni con Bagoa - non ci sperare troppo in una completa assoluzione, tuttavia. Vederli finalmente a confronto, con Alessandro che tiene per sé le sue considerazioni circa Efestione, ma che comunque sono note al lettore che ha seguito il filo del suo ragionamento è awwww. Non sarà un modo profondo per spiegarlo, ma penso che sia onomatopeicamente eloquente. XD Quanto ad Efestione, di nuovo vediamo come il sentimento per Alessandro riesca a tirare fuori in lui un lato feroce che non si ferma neanche di fronte all'onore - un po' come è capitato per quanto riguarda i soldati, con il massacro dei nemici. E' una parte che lo rende sfaccettato e non un personaggio "buonista", misericordioso a tutti i costi. Umano, insomma.
E gli ultimi momenti, AW.

Un plauso va sempre alle descrizioni e alla capacità di creare atmosfera, e allo stile, che è sempre adatto alla materia narrata e godibilisimo.

In tutto questo, l'unico appunto che ho da farti è un dettaglio a livello di trama. Mi riferisco alla ferita riportata da Efestione nel capitolo precedente: possibile che Efestione ancora non ne senta il fastidio; che Filippo, che è medico, non la noti anche di sfuggita; che lo stesso Alessandro non se ne accorga? Con un colpo del genere, un qualche segno dovrebbe essere rimasto, come la tumefazione (te lo dico perché sono esperta di affezioni varie alla bocca XD come sai). Ne farei quindi menzione, non tanto perché sia fondamentale, quanto per la continuità. ^^

A parte questo, ti lascio le solite noticine e tantissimi complimenti: la storia è stata davvero un bellissimo viaggio, mi ha permesso di conoscere Efestione più a fondo e di vivere uno spaccato per me inedito delle esistenze dei nostri due eroi (oltre che, in generale, di rivederli insieme quanto separati). Aspetto con ansia il prossimo installment e non farmi attendere troppo, da brava. <3

tensione - teso --> Piccola ripetizione.
re --> Andrebbe in maiuscolo quando si riferisce alla persona fisica di Alessandro.
nervoso - nervoso --> Piccola ripetizione.
apposta --> Correttamente è "a posta" ( = "a bella posta").
cavallo - cavallo --> Anche qui, ripetizione.
popolarità --> Lo cambierei: lo hai inserito in un dialogo, ma stona col periodo storico - inoltre, è attestata come forma solo a partire dal XVI° secolo.
attende - tendere --> Suono simile. Cambierei "tendere" con "prendersi cura".

Recensore Junior
19/02/16, ore 12:58
Cap. 4:

Eccoci qui al penultimo capitolo di questo viaggio - questa volta torniamo da Efestione e alla situazione nell'accappamento ignaro della sorte del Re.

Uno degli elementi che ho più apprezzato in questo capitolo è stata l'atmosfera di tensione che sei riuscita a creare - tanto esterna, esplicitata dalla presenza degli uomini di fronte alla tenda di Efestione, quanto interna al personaggio stesso, che così tanto inizia a risentire dell'incertezza da perdere fiducia non solo in sé ma anche nel proprio giudizio, nella propria utilità. Ho sempre trovato che Efestione sia, tra i due, molto meno sicuro di sé di quanto non sia Alessandro, più prono allo sconforto di quanto non sia il Re, sempre slanciato in avanti.
Il suo lato riflessivo prende qui il sopravvento, cosa assolutamente normale data la situazione, e che mi è piaciuto vedere. E' stato un momento umano di cedimento, e ho apprezzato particolarmente che sia stato suo fratello (a proposito, scrivimi una OS in cui lo sposo) a tirarlo su, a ricordagli il proprio ruolo nella vicenda, che è più della mera spalla: Efestione è la roccia che permette ad Alessandro di andare avanti, oltre che la sua vera casa - come ha finalmente compreso il Re stesso.

Lo scontro con Krateros, preludio di questa crisi profonda, è poi stato particolarmente rivelatore circa la situazione nell'accampamento. Krateros è un po' come un bambino: una bocca della verità priva di freni inibitori, il tipico individuo che "apre bocca e gli dà fiato"; è stata la molla che ha fatto finalmente scoppiare Efestione, ma non ho trovato il loro conflitto "finto", per così dire, e ti spiego cosa intendo: era funzionale alla trama, ma neppure così provvidenziale da far apparire calcata la mano del narratore. In realtà, Krateros stesso è un personaggio che non mi dispiace così tanto, sebbene gli preferica Tolomeo per ovvie ragioni (<3).

In questo capitolo come in altri, Tolomeo gioca il ruolo dell'equilibrato: si frappone tra un Efestione fuori controllo e un Krateros che neppure cerca di trattenersi. Devo dire che come figura mi è sempre piaciuta, anche nei tuoi altri lavori; vedo in lui l'evoluzione che ha subito negli anni come la ritrovo in Efestione - di cui ho già parlato - e la sua importanza, all'interno delle dimaniche tra i vari generali.

Come sempre, dal punto di vista della caratterizzazione, ambientazione e atmosfera, non posso farti alcun appunto. L'unica nota che ti faccio è quel punto di vista di Tolomeo che inserisci nella prima parte: capisco che ti serva uno sguardo esterno che veda Efestione nella sua condizione disastrata, ma sai che sono fan di un solo punto di vista coerente; senza contare che, credo, tu possa mostrare quello che desideri anche senza spostare lo sguardo verso la sua interiorità. Fossi in te, quindi, rifletterei circa questo aspetto nella riscrittura.

A parte questo, il secondo punto che ho più apprezzato è l'episodio del ricordo di come abbia acquisito "l'anello del destino", di cui ti avevo già accennato e di importanza vitale per comprendere il rapporto tra lui e Alessandro (il suo essere il Patroclo del suo Achille, destinato dal Fato a essergli così fondamentale ma pure a essergli strappato via). L'ho trovato estremamente rivelatore circa il passato e la mentalità di Efestione, che spesso tende a rimanere in ombra quando Alessandro entra sulla scena con prepotenza, togliendogli materialmente il tempo di pensare e ripensare.

Come lui, aspetto il ritorno del Re ù.ù e con i miei complimenti e poche note finali, passo al prossimo capitolo.

re --> Maiuscolo ogni volta che si riferisce alla persona fisica di Alessandro.
avvicinare --> Il verbo va al riflessivo: avvicinarsi.
mettere a fuoco --> E' un'espressione moderna che stona un po' con la materia narrata.
ricordare-ricordarsi-ricordare --> Occhio alle ripetizioni.
sbagli - sbagliato --> Come sopra.
occhi - occhi --> Idem. XD
aggiornamenti --> Sostituirei con "nuove", "notizie".
vecchio - vecchio - vecchia - vecchia --> Occhio alle ripetizioni, anche qui.
ancora - ancora --> Idem.
raddrizza - raddrizza --> Idem, e attenta all'espressione molto simile.
sguardi - sguardi --> Ripetizione.
veleno - velenosa --> Ripetizione.
momento - momento --> Ripetizione.
occhi - occhi --> Ripetizione.

Recensore Master
18/02/16, ore 14:02
Cap. 5:

Eccomi qui! Non potevo non passare a recensire l'ultimo capitolo di questa splendida storia.
Parto subito dicendo quanto abbia apprezzato la parte iniziale: tutto l'accampamento che si raduna ad attendere il re arrivare: credo che non ci sia una forma migliore per mostrare l'attacamento e l'affetto verso il proprio sovrano, se perfino donne e bambini vogliono sapere cosa devono attendersi. Emerge potente la figura di Efestione, l'amante che non vuole arrendersi, la figura sofferente e inquieta.
Il dubbio si insinua potente sotto la carne dei generali: perché il divino Alessandro ora, su quel letto, sembra solo un uomo? Non può essere. Come è possibile che il figlio di Zeus muoia?
Ma infine, tra la morte e vita che si mischiano e combattono, vince la prima. E qui si insinua lo spettro dorato di Eros, e delle sue promesse. Anche in questo caso la scena è molto ben descritta, come la scena in cui Alessandro vuole dimostrare di essere in forze, come niente fosse successo, e solo Efestione lo vede soffrire. Cosa è disposto a fare un uomo per non far perdere le speranze alla sua gente? A quale limite è disposto ad arrivare un uomo come lui, Alessandro il Grande? Si sottomette - per modo di dire - ai suoi generali e si fa rimproverare da essi; è generoso quanto impavido, assetato di gloria quanto, nel suo amore, debole e bisognoso... cerca il limite dell'infinito come Odisseo, ma resta ancorato a chi è cresciuto con lui, al suo Efestione.
Tutti gli uomini e gli animi si fondono in lui, e io mi ritrovo a commuovermi a leggere questa storia. Più di una volta mi sono ritrovata a pensare a quanta fortuna ho avuto a conoscerti come autrice, Flora, perché alcune cose non hanno prezzo, come le emozioni.
Perdonami se non dirò altro di più, perché per me non è mai facile commentare l'ultimo capitolo di una storia, nemmeno delle mie.
Però ti ringrazio per le tue parole, come sempre. Grazie

Un grosso bacio,
Manto :*

Recensore Junior
18/02/16, ore 01:41
Cap. 3:

  Allora, eccomi a recensire questo bel capitolo. ù.ù

Rimettiamoci in viaggio con Alessandro ed Efestione in questo momento di profonda crisi. Questa volta, abbiamo lasciato da parte quest'ultimo - che pure, però, è sempre presente, aleggia nell'aria come un profumo lieve - e concentriamoci sull'entourage di Alessandro, nel profondo sconforto nel momento di crisi.
Ho amato che tu abbia coinvolto tutti i personaggi, di riuscire a vedere una sfaccettuatura di ciasciuno. Sicuramente il mio preferito è il medico, povero Philippos, destinato a restare inascoltato tanto dai generali quanto da suo re.
La dedizione che gli dimostra è davvero commovente, paragonabile a quella che potrebbe avere per un dio; eppure, la sua è una divinità umana, così fragile: il momento in cui svela la ferita di Alessandro come rivelasse un oscuro segreto che è rimasto a suppurare nell'ombra, invece che sotto lo sguardo bramoso ma bramosamente distolto di tutti coloro che si affidano ciecamente al giovane sovrano e si rifiutano di pensarlo vulnerabile.
I frammenti affidati agli altri comandanti - il ricordo dei giovani Alessandro ed Efestione che vengono considerati quasi due entità differenti da tutti gli altri (presenti, eppure isolati in un mondo irraggiungibile), aiuta a gettare luce su questo atteggiamento di cui sopra. Ho apprezzato che il ricordo non venisse poi dispiegato per filo e per segno, ma che resti solo un vago momento qualunque che pure è esplicativo proprio perché preso da un bagaglio di attimi come mille altri.

Ti metto qui un mio appunto circa l'utilizzo dei molteplici punti di vista: per quanto siano stati funzionali rispetto a quanto detto sopra, ho trovato che certi cambiamenti fossero un po' troppo repentini, soprattutto nel secondo paragrafo. Forse, in quel particolare punto, dovresti sceglierne uno che possa riassumere in sé tutti gli altri, perché sì, rende l'idea della confusione, ma un lettore non familiare coi personaggi si trova a faticare per ricollegare le varie frasi, sbalzato un po' troppe volte nel corso di poche righe. Riflettici su. ^^

Veniamo poi ai protagonisti. Alessandro la fa da padrone incontrastato, avvolto nel suo sonno comatoso e pieno di sogni, quanto nelle menti di cui gli sta attorno. Le riflessini febbrili del nostro eroe sul suo destino, sui suoi desideri, sugli dei bambini sono stati forse il punto che più ho amato di tutto questo tuo lavoro. Il suo riconoscere, dopo aver tanto viaggiato, che la "casa" non è un luogo ma una persona, qualcuno che sia una roccia anche quando le divinità infantili ti prendono in mano e giocano con te muovendo il tuo fato per loro diletto. Ho ritrovato in questo un vecchio mito su Persefone, che vede gli esseri umani come giocattoli della dea bambina che da lei hanno avuto il dono della vita. E' dunque calzantissimo, da questo punto di vista.
Passando al lato shipping, e continuando al discorso di cui sopra, ho cominciato a perdonare un poco Alessandro per i suoi bagordi con Bagoa - solo un poco ùù non farti illusioni. L'adorazione per Efestione, il bisogno che ne ha per andare avanti. Riprendi qui uno dei temi di tutta la tua serie su Alessandro: Efestione come guida, come Orfeo che ha abbandonato, almeno per breve tempo in questo pezzo, la sua Euridice. Eppure, non è così, non davvero: Efestione c'è, con la mente e con il cuore. Alessandro non deve fare altro che tornare da lui - incosciente Alessandro, pronto a sfidare l'ultima barriera: se stesso.

Ti lascio le solite noticine e poi vado a sospirare in un angolo.

Non è possibile”.  --> Occhio al punto.
caldo - calde - calda --> Ripetizioncine.
Solo sperava --> Metterei una virgola tra le due parole.
coppa - coppa --> Calice?
ombra - ombra --> Ripetizioncina.

raggiungibile - raggiungere  --> Come sopra.
quello che vuole pensare --> Quello a cui vuole pensare.




 

Recensore Junior
17/02/16, ore 18:38
Cap. 1:

Eccomi qui, pronta a riprendere la lettura dei racconti dedicati ad Alessandro ripartendo da questa mini-long – ammetto candidamente che non ricordo mai il giusto ordine cronologico dei tuoi pezzi sul tema, ma per quanto mi riguarda non è affatto un problema perché, tutto sommato, ognuno di loro può leggersi anche come storia a sé stante.
Il momento da te scelto per questa nuova avventura alessandrina è decisamente interessante: forse le ultime ore – anche se noi sappiamo già che non morirà adesso! ùù – di un grande re, un conquistatore e uno stratega come pochi altri nella Storia del mondo. È interessante perché è comunque un uomo – quasi! – come tutti gli altri, che amava e sognava e soffriva quanto ogni altro essere umano, lontano dalla divinità; è bello, ogni tanto, dimenticare la leggenda e guardare oltre, alla persona dietro un tal grande nome. Così com'è interessante che la vita di questo eroe non sia stata messa in pericolo da un'entità superiore o da un evento che, al tempo, la forza dell'uomo non poteva sconfiggere – penso alle varie malattie incurabili – ma, invece, da qualcosa di così piccolo – la punta di una freccia – e scagliato da mano umana sconosciuta, ben lontana dalla celebrità della sua vittima: credo che sia un qualcosa che possa far pensare, e molto.
Lo stile è curato, preciso – quegli errorini di distrazione e le ripetizioni che ti avevano già segnalato sono state già corrette e questo non può che portarti altro plauso: purtroppo non tutti gli autori poi si prendono la briga di sistemare il testo dopo i consigli ricevuti dai recensori, per pigrizia o, peggio ancora, per tracotanza – e pure elegante, al solito: apprezzo molto la ricerca del lessico, generalmente molto variegato. Le uniche cose che, ogni tanto, a mio avviso non sono gestite alla perfezione sono – non lo immagini da sola? – le nostre amate lineette che qua e là generano un po' di confusione durante la lettura, alcune maiuscole mancanti – se non erro – quando fra le lineette inserisci sprazzi di frasi e, proprio in quella zona, un doppio "ma".
Cose da poco, insomma, soprattutto la ripetizione e le maiuscole: so quanto sia facile in un testo appena più lungo di una cortissima flash fare errori di distrazione – non importa quante volte si sia controllato il testo! XD
Sull'introspezione non metto bocca: ahimè, lo sai, non conosco bene i personaggi storici di cui parli... però, dato che ho avuto già modo di testare altrove la tua perizia, come al solito do per scontato che tu abbia fatto il miglior lavoro possibile quanto a caratterizzazione – di Alessandro, ma anche degli altri: ovviamente mi riferisco all'aderenza, per quanto possibile, alle controparti storiche dei personaggi – e precisione circa l'ambientazione, gli usi e i costumi dell'epoca.
Forse un po' troppo spazio, secondo il mio modesto parere, è stato dato al rincorrersi di luci e ombre – nella mente e nel cuore di Alessandro – dopo il colpo ricevuto al nostro conquistatore: anche snellendo il pezzo, magari tenendo solo le parti più intense – operazione difficile, me ne rendo conto: tutte le frasi sono belle, ottimamente scritte –, si manterrebbe il senso e l'atmosfera del racconto e, in più, si eviterebbe così di appesantire un po' la lettura – perché mi è parso come se si fosse ripetuto dove non necessario ciò che, in fondo, era già stato scritto appena prima; capisco che sia il fulcro di questo primo capitolo, ma nulla vieta di far un testo più corto quando occorre: se ti preoccupasse la disparità di lunghezza con i pezzi a seguire, potresti semplicemente considerare questo come una sorta di prologo, che per tradizione è più breve rispetto ai capitoli veri e propri.
In ultimo, mi è spiaciuto un pochino non vedere le amate note che forse, qua e là, avrebbero chiarito meglio un paio di passaggi per i meno avvezzi alla storia alessandrina.
In ogni caso la bandiera verde è giustamente meritata e, quanto prima, continuerò la lettura – e la recensione, naturalmente! – dei capitoli rimanenti.
Un bacio!!!

Recensore Master
16/02/16, ore 21:53
Cap. 1:

Eccomi qui :-) Allora io sono appassionata di Alessandro Magno fin da piccolissima e scoprire che qualcuno ha scritto su di lui, mi ha fatto giubilare di infinita gioia...okay, a parte questo mio delirio pre-recensione, ho amato leggere questo primo capitolo e quello che ho apprezzato di più è come tu sia riuscita a esprimere la tensione della battaglia, Alessandro e i suoi commilitoni che combattono con coraggio e ardore, l'inizio carico di emotività, la fine con Alessandro che cerca disperatamente Efestione e non lo trova e lui che lo rassicura dicendogli che lì accanto a lui, un uomo che è stato all'avanguardia nel suo periodo, Efestione, un amico, un collega, un compagno d'armi, il quale non lo molla e gli rimane accanto fino alla fine...si vede che hai un grande amore per il personaggio e davvero sono molto contenta di questo :-))) Molto brava, i miei complimenti :-)

Recensore Junior
29/01/16, ore 10:55
Cap. 2:

Eccomi a farti anche un'altra recensione because I can. ù.ù

Dunque, eccoci al secondo capitolo di questo viaggio, dove la scena si sposta nell'altro accampamento - non sarebbe del tutto corretto dire "su Efestione", non solo perché il suo punto di vista non è l'unico presente nel testo, ma anche perché una buona parte è dedicata alla vita nell'accampamento.

Per quanto io apprezzi ed ami l'introspezione -e il tuo modo di farla- mi ha colpito molto la minuzia con cui hai descritto non solo l'ambientazione (come sei solita fare e per cui mi complimento sempre), ma anche la ricercatezza nei dettagli dell'organizzazione del campo, dalle figure che vivono al suo interno ai materiali utilizzati per riparare gli animali dal caldo e la disposizione di questi ultimi. Denota, appunto, un lavoro di ricerca alle spalle che è sempre una gioia trovare in qualche scritto, soprattutto se di qualità. Quindi, kudos. <3

Come ho già detto, le ambientazioni sono sempre le due, vivide e che non fanno solo da contorno ma celano del simbolismo o hanno comunque un ruolo nelle vicende. In questo caso, ho trovato un bel parallelismo tra la luce che accieca Efestione da fuori e l'oscurità che produce, da dentro, il medesimo effetto: in entrambi i casi, egli si trova fiaccato, e sotto la patina di chi ha tutto sotto controllo è confuso quanto gli altri - lo si evince dalla reazione violenta che ha quando gli viene domandato cosa pensi del ritardo di Alessandro.

Nonostante tuffarmi, anche se brevemente, nella testa di Nearco sia stato piacevole, è Efestione che spicca, sia dagli occhi del compagno che quando il punto di vista passa a lui. Come sai, ho apprezzato molto che finalmente egli abbia uno spotlight indipendentemente da Alessandro (per quanto possibile lo renda il loro rapporto) e proprio in questa situazione di forzata separazione egli brilla, così come il loro legame: il fatto che egli, da sveglio quanto in sogno (la cui valenza profetica per i greci ovviamente non dimentichi), riesca ad avvertire che qualcosa è capitato alla sua metà (non trovo altro modo di definirlo che non sia riduttivo) può anche sembrare un cliché, ma in questo caso è azzeccatissimo per la profondità della loro relazione.

E' un legaccio spirituale quanto fisico che non rende stucchevole e giustifica questa vicinanza di menti, e la rende, anzi, ancora più tragica: la parte che ho preferito è stata quella del sogno - senza nulla togliere al dialogo con Tolomeo, che ci mostra un Efestione stratega con una scioltezza che ti invidio - in cui egli riesce a sentire il richiamo di Alessandro che terminava il capitolo precedente: l'ho trovato struggente quanto frustrante, perché i due, per quanto vicini, restano incapaci di raggiungersi.

Ship.

Qualche nota before I go. :3

Dunque, soprattutto nella prima parte tendi a mettere molta enfasi sulla luce e sul sole; attenta, perché ripetendolo troppe volte rischi di perdere in efficacia. Per il resto, si tratta solo di imprecisioni perché sono puntigliosa come piaccio a te. XD <3


"odore" - "odore" - "odore" --> Ripetizioni ravvicinate.
"truppe, voglio" --> Qui potresti dare un maggiore tono alla frase sostituendo la virgola con i due punti.
"tempo?, Anni?" --> La virgola dopo il punto di domanda è superflua.
Che cosa?Appoggia --> Manca uno spazio dopo il punto di domanda.
acqua - acqua --> Ripetizione e a distanza ravvicinata. Eliminerei il primo "acqua".
maniaco --> Nella maniera in cui lo intendi tu, il termine risulta anacronistico.
"occuperò" - "occupando" --> Ripetizioncina. "Penserò"?
"L’Acesines" --> L'articolo è in maiuscolo anche se non a inizio frase.

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