Eccomi qui, pronta a riprendere la lettura dei racconti dedicati ad Alessandro ripartendo da questa mini-long – ammetto candidamente che non ricordo mai il giusto ordine cronologico dei tuoi pezzi sul tema, ma per quanto mi riguarda non è affatto un problema perché, tutto sommato, ognuno di loro può leggersi anche come storia a sé stante.
Il momento da te scelto per questa nuova avventura alessandrina è decisamente interessante: forse le ultime ore – anche se noi sappiamo già che non morirà adesso! ùù – di un grande re, un conquistatore e uno stratega come pochi altri nella Storia del mondo. È interessante perché è comunque un uomo – quasi! – come tutti gli altri, che amava e sognava e soffriva quanto ogni altro essere umano, lontano dalla divinità; è bello, ogni tanto, dimenticare la leggenda e guardare oltre, alla persona dietro un tal grande nome. Così com'è interessante che la vita di questo eroe non sia stata messa in pericolo da un'entità superiore o da un evento che, al tempo, la forza dell'uomo non poteva sconfiggere – penso alle varie malattie incurabili – ma, invece, da qualcosa di così piccolo – la punta di una freccia – e scagliato da mano umana sconosciuta, ben lontana dalla celebrità della sua vittima: credo che sia un qualcosa che possa far pensare, e molto.
Lo stile è curato, preciso – quegli errorini di distrazione e le ripetizioni che ti avevano già segnalato sono state già corrette e questo non può che portarti altro plauso: purtroppo non tutti gli autori poi si prendono la briga di sistemare il testo dopo i consigli ricevuti dai recensori, per pigrizia o, peggio ancora, per tracotanza – e pure elegante, al solito: apprezzo molto la ricerca del lessico, generalmente molto variegato. Le uniche cose che, ogni tanto, a mio avviso non sono gestite alla perfezione sono – non lo immagini da sola? – le nostre amate lineette che qua e là generano un po' di confusione durante la lettura, alcune maiuscole mancanti – se non erro – quando fra le lineette inserisci sprazzi di frasi e, proprio in quella zona, un doppio "ma".
Cose da poco, insomma, soprattutto la ripetizione e le maiuscole: so quanto sia facile in un testo appena più lungo di una cortissima flash fare errori di distrazione – non importa quante volte si sia controllato il testo! XD
Sull'introspezione non metto bocca: ahimè, lo sai, non conosco bene i personaggi storici di cui parli... però, dato che ho avuto già modo di testare altrove la tua perizia, come al solito do per scontato che tu abbia fatto il miglior lavoro possibile quanto a caratterizzazione – di Alessandro, ma anche degli altri: ovviamente mi riferisco all'aderenza, per quanto possibile, alle controparti storiche dei personaggi – e precisione circa l'ambientazione, gli usi e i costumi dell'epoca.
Forse un po' troppo spazio, secondo il mio modesto parere, è stato dato al rincorrersi di luci e ombre – nella mente e nel cuore di Alessandro – dopo il colpo ricevuto al nostro conquistatore: anche snellendo il pezzo, magari tenendo solo le parti più intense – operazione difficile, me ne rendo conto: tutte le frasi sono belle, ottimamente scritte –, si manterrebbe il senso e l'atmosfera del racconto e, in più, si eviterebbe così di appesantire un po' la lettura – perché mi è parso come se si fosse ripetuto dove non necessario ciò che, in fondo, era già stato scritto appena prima; capisco che sia il fulcro di questo primo capitolo, ma nulla vieta di far un testo più corto quando occorre: se ti preoccupasse la disparità di lunghezza con i pezzi a seguire, potresti semplicemente considerare questo come una sorta di prologo, che per tradizione è più breve rispetto ai capitoli veri e propri.
In ultimo, mi è spiaciuto un pochino non vedere le amate note che forse, qua e là, avrebbero chiarito meglio un paio di passaggi per i meno avvezzi alla storia alessandrina.
In ogni caso la bandiera verde è giustamente meritata e, quanto prima, continuerò la lettura – e la recensione, naturalmente! – dei capitoli rimanenti.
Un bacio!!! |