Recensioni per
È peggio bruciare vivi
di floflo

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/01/15, ore 16:07

4° CLASSIFICATO (30/56 punti) al contest FRA QUESTE NOTE indetto dalla pagina facebook A COLPI DI SFIDE.

ATTINENZA AL TEMA DEL CONTEST
La tua storia affronta i pensieri di una donna condannata ad essere impiccata per omicidio e se ne avverte la tensione velata di malinconia. Soprattutto quando i suoi pensieri vengono rivolti a quell’amore che avrebbe potuto essere perfetto, fatto di famiglia, di condivisione, di quotidianità. In questo lo scritto tocca i suoi toni più drammatici e tristi, molto amari nelle considerazioni a volte ciniche della protagonista. La canzone non ha un ritmo propriamente malinconico, ma sono le sue parole il vincolo che la lega alla storia. L’amore irraggiungibile, quell’amore che, come non sarà mai, non potrà mai più essere. Ecco, se il ritmo è forse leggermente “fuori” dai paletti imposti, il contenuto è decisamente idoneo. 

GRAMMATICA
“mentre passa la corda”. In questo caso, il soggetto della frase (che, comprendo bene, vuoi tenere ancora celato) sembra essere lo spasmo. Ti consiglierei di riformularla con un pronome, magari, o in un altro modo.
“dico la cosa” – “dicessi qualsiasi cosa”. Ti segnalo la ripetizione. Forse avresti potuto scrivere “faccio la prima domanda che mi viene in mente”.
“vorrei non sapere nulla di quel macabro rituale in anticipo”. “In anticipo” sembra riferirsi al rituale, e non al contesto generale.
“colui che tra poche ore è stato incaricato…”. Qui il complemento di tempo, sistemato nel luogo sbagliato, dà luogo ad un paradosso simpatico. Ti consiglio di spostarlo.
“le mie ultime, per così dire “volonta”, e…”. Ti consiglio di inserire “per così dire” in un inciso, per rendere la frase più scorrevole.
“È seria Louise”. Sarebbe meglio inserire una virgola prima del soggetto.
“domando, poi, senza nemmeno attendere…”. In questo caso, dopo “domando” sarebbe stato meglio inserire un punto.
“un articolo postumo, non avrebbe…”. È sempre meglio evitare di inserire virgole tra soggetto e verbo.
“La mia storia…”. Siccome scrivi al presente, il passato recente dovrebbe essere espresso con il passato prossimo e l’imperfetto. Non sto a segnalarti ogni singola forma verbale, ma il trapassato prossimo è sbagliato nella ricostruzione temporale.
“infondo” è la prima persona singolare del verbo infondere. L’avverbio è “in fondo”.
“se l’uomo a cui avevo sparato, era…”. Anche qui, la virgola tra soggetto e verbo.
“Nel clamore…”. Questa frase è al passato, ma dovrebbe essere al presente.
“Lo avrei rivisto?”. Ancora un tempo da sistemare: lo rivedrò? In genere, anche in seguito, il condizionale passato dovrebbe essere corretto con il futuro.
“Dicesti che…”. Anche qui, un errore nel tempo verbale.
“Avevo pensato che avremmo potuto essere una famiglia tu, Ezra e io”. Suggerisco ancora l’imperfetto. Inoltre, dopo “famiglia” inserirei i due punti.
“Avevi promesso, quando me lo hai affidato…”. L’errore verbale è evidente anche dal fatto che la successione dei tempi è invertita (prima ha affidato, dopo ha promesso).
“ho ti visto arrivare la tua nuova famiglia”. Immagino che una qualche correzione sia rimasta sospesa, qui.
“Partii di gran carriera…”. Ancora un verbo al tempo sbagliato, come i successivi che non ti trascrivo.
“potevo fare di più per loro”. Qui avrei usato il condizionale passato.
“Lo sapevo, che saresti arrivato”. La frase è davvero poco scorrevole. “Sapevo che saresti arrivato” è senza dubbio più piacevole da leggere.
“dillo ti supplico!”. In questo caso, sarebbe stata necessaria una virgola dopo l’imperativo.

STILE
Lo stile, in genere, è abbastanza gradevole. Mi ha lasciata un po’ perplessa l’uso delle virgolette per esprimere i pensieri diretti a Cullen, ma è una tua scelta su cui non ho molta voce in capitolo.
Riesci a rendere abbastanza bene i pensieri della protagonista, il suo desiderio di essere amata, il suo amore, i tormenti del passato. Scrivi in modo abbastanza puntuale e ben definito. Hai avuto qualche problema con i tempi verbali – non so se perché hai scritto la storia in più momenti – ma niente di drammatico.

SVILUPPO TRAMA
Si sta scrivendo una sceneggiatura? Lo è. E’ degna di questa qualifica. Vi sono le dosi corrette su scena e personaggi, su scorci accennati al passato e vissuto che si sta svolgendo. Sequenza dopo sequenza si entra in quelle scene e si diventa un attore invisibile che vorrebbe fare qualcosa e cambiare la sorta della protagonista. Bene, sono presa dalle parole del personaggio, sono catturata dai dettagli degli oggetti messi sotto una lente di ingrandimento. Si sta scrivendo di una corsa col tempo e difatti si corre nella lettura per arrivare alla fine e capire e non volere quella fine. Uffa!!! Voglio una fine alternativa per questa storia. L’intreccio tra i dialoghi e lo svolgersi degli eventi è bilanciato ottimamente. Continua a scrivere.

CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI
Qui il personaggio è dilagante, è coinvolgente, è realmente carne e ossa e sangue e afflizione. Viene scolpita una statua che si può osservare da più angolazioni: una donna che si è difesa e ha combattuto, una madre che ha perso tutto, un’amante che ama chi l’ha delusa, una donna ammirata e condannata (per beffa) per il suo coraggio. Vi è un omaggio alla figura femminile non gracile? Vi è fisicità di un personaggio che calca la scena e se ne impadronisce (mio applauso).

FANTASIA E ORIGINALITÀ TEMI, AMBIENTAZIONE E TITOLO
L’unica pecca per quanto riguarda l’originalità è che la storia è fortemente incentrata sulla perdita dell’amore, tema ricorrente cui si pensa se si vuole scrivere una storia triste o malinconica. Per il resto il racconto ha, senza dubbio, punti di originalità. Il titolo è una frase della storia che riassume tutto il sentimento che spinge la protagonista a rifiutare la grazia e ad andare incontro alla morte. Non le resta più nulla per cui vivere e il vivere stesso diventerebbe una condanna. L’ho trovato calzante e interessante. L’ambientazione, essendo tratta da una storia già esistente, è completa e coerente. Il tema trattato coinvolge nonostante sia un tema macabro (o forse proprio per questo), soprattutto perché sviluppa a pieno l’incoerente fiume di pensieri di una persona che sta per morire. 

GRADIMENTO PERSONALE
Non conosco il fandom cui questa storia si ispira, ma non mi è affatto dispiaciuta. Alcune scelte non le condivido, sia dal punto di vista stilistico (parlo, per esempio, dei puntini di sospensione) che dal punto di vista del contenuto (tipico delle fanfiction è riferirsi a tutta una serie di personaggi anche nel momento in cui il loro inserimento nella storia risulta un po’ superfluo), eppure l’ho letta in modo scorrevole e mi ha innegabilmente coinvolta. Forse non mi ha proprio commossa, ma di certo mi ha trasmesso una certa ansia nell’attesa dell’esecuzione e malinconia per il modo vivido in cui vengono espressi i pensieri della protagonista. [D]

Non posso dire di non aver gradito la tua storia. Una donna che decide di pagare fino in fondo le conseguenze dei suoi errori, che sceglie la morte invece di rinunciare alla persona che ama, che crede che la propria vita abbia perso il suo significato nel momento in cui perde chi ama. Una madre, un’amante, una donna. Davvero bello. Mi è piaciuta molto la parte iniziale della storia, la descrizione del cappio e dell’olio (e grazie per il “fila liscio”). Una storia ben scritta, la speranza che davvero è l’ultima a morire e la morte che davvero è una liberazione. Bel lavoro. [V]