Premettiamo una cosa, e premettiamola perché è fondamentale per il resto di questa recensione.
Io adoro "Hall of Fame". Non mi stanco mai di ascoltarla, in qualsiasi salsa la trovi: che sia la versione originale, quella solo strumentale o una cover al pianoforte, è sempre meravigliosa.
Perciò mi sono premunita della versione originale e l’ho messa come sottofondo, mentre ho letto la storia e anche mentre ti scrivo questo commento.
Fine della parentesi. XD
Per la recensione, parto da un punto: il fatto che tu abbia associato questa canzone a Yuzo è… è meraviglioso. Ti devo dare ragione, tale canzone sembra scritta apposta per lui e per la sua storia di grande tenacia e caparbietà. Ok: su Yuzo sto dicendo cose ormai scontate e che ormai ti sto ripetendo tutte le volte che ci sentiamo per messaggio, ma non mi stanco mai di ricordare che lui è un bel personaggio proprio per le sue grandi qualità. E mi fermo qui, altrimenti metà recensione sarà solo su Yuzo e non sulla storia in sé, LOL
Da qui in poi, ti commento momento per momento ;)
Riguardo la parte iniziale, io… io adoro la figura del capitano della Mizukoshi. Figura che assolutamente non conoscevo (solo perché questa è la seconda tua storia che leggo, ops ^^"), ma sulla quale posso affermare una cosa: che è fondamentale per Yuzo. Crede pienamente nelle capacità di Yuzo, lo sprona per tentare insieme a lui e ai suoi compagni le selezioni per la Nankatsu SC, e lo incoraggia sempre comunque e dovunque, nonostante la loro squadra non si sia qualificata nemmeno per essere rappresentante della prefettura di Shizuoka.
Insomma: come ho già scritto a khrenek nel suo romanzo d’esordio, tutti noi dobbiamo ringraziare questo grandissimo Theo! Caro Theo: non ci hai visto lungo con Yuzo, hai visto ben oltre! Grazie mille per aver catapultato il nostro Yuzo in un avvenire ricco di soddisfazioni! ;////;
A parte questo piccolo momento di sclero, tornando seria: la scena di Theo che incoraggia Yuzo a tentare queste selezioni è molto significativa. Ovviamente entrambi non sanno ancora gli esiti di quelle selezioni e non sanno nemmeno che, da lì in poi, la vita di Yuzo inizierà a cambiare… anche se Theo, con un tono che immagino essere anche scherzoso ma ricco di conforto, profetizza il futuro del suo amico.
Se non è vera amicizia, questa… :’)
Sul secondo momento, innanzitutto ti dico che ho apprezzato moltissimo la parte della telecronaca. Mi è sembrato di essere lì, in quello stadio, pronta a gustarmi la partita, awww **
Tra l’altro:
"Esistono solo loro due, i loro avversari e il pallone. Dopo, quando tutto sarà finito, il mondo tornerà a fare parte del flusso del tempo e dello spazio solitario che ha preso a scorrergli nelle vene, ma per ora l’universo è raccolto nella sola area di rigore."
In questa frase sei riuscita a concentrare in poche frasi tutte le emozioni di quel momento fondamentale della partita; in modo particolare la tensione e, se io l’ho avvertita appieno mentre leggevo di quei minuti cruciali, seguendo parola per parola, posso ben immaginare come si siano sentiti i giocatori. L’adrenalina… i brividi… Ammetto di aver tirato un bel sospiro di sollievo quando Yuzo (santo Yuzo di questa storia!) ha parato l’ultimo pallone: ti credo che poi dice «Non fatemi mai più lo scherzo di mollarmi i rigori in una simile finale! È puro sadismo!» Poveretto, come dargli torto? XD
Torno un attimo indietro prima di proseguire. A parte il modo magistrale in cui hai descritto tutta la parte dei rigori, nella quale hai messo anche il lettore nella condizione di provare sempre più tensione per l’esito della partita e la grande felicità per la vittoria meritata, mi ha colpito molto il momento nel quale Yuzo ripensa a tutta la sua carriera calcistica, partendo da una riflessione sui se. E da quella riflessione se ne allaccia subito un’altra, riassunta nella frase: "L’importante è sapere di aver dato il meglio. Rinunciare per paura è ammettere la sconfitta."
… 'mazza, se è vero! Spesso preferiamo rinunciare ad affrontare delle prove per paura di non riuscire a superarle, ed è proprio in quel momento che ci rimbomba nella testa quel "se" che ci frena dal provarci. A ciò si riallaccia il discorso di Theo che, anni addietro, aveva proprio detto "Se non provi non lo saprai mai, e rinunciare solo per paura, beh, è ammettere la propria sconfitta" aggiungendo che, comunque sarebbe andata a finire, si sarebbero divertiti! E quest’ultimo pezzo, a sua volta, si riallaccia al discorso di Kota che afferma "Che vinciamo o perdiamo lo faremo sempre insieme, l’importante è che tu sappia di aver fatto il possibile e, comunque vada, ce la saremmo giocata fino alla fine."
Insomma: alla fine qui è tutto collegato, per insegnarci che anche noi, nella vita di tutti i giorni, non dobbiamo aver paura di provarci. Comunque andranno le cose, dobbiamo affrontare qualsiasi ostacolo con tutte le forze che abbiamo a disposizione!
Bravissima, qui hai davvero colpito nel segno! :’)
Proseguendo, la parte del dopo partita mi ha ricordato moltissimo il finale della mia "Everyday life". Giuro che non ho visto questa storia prima di scrivere quella scena, perciò sono molto contenta che entrambe abbiamo immaginato uno Yuzo che si gode uno stadio vuoto, lontano dalla frenesia e dal caos dei giornalisti, per respirare un’atmosfera tranquilla prima di tornare al mondo che lo aspetta.
Lasciando questo punto da parte ammetto che, onestamente, non me la sento di giudicare la troppa modestia di Yuzo.
"Ma così com'è sbagliato non essere modesti, lo è anche esserlo troppo e lui deve imparare ad ammettere di non essere proprio uno qualunque."
E sai perché? Perché questa frase che ho appena citato sembra scritta proprio per me, ahahah! Ricordi quando mi hai scritto che lui "è uno tra i più umani e normali del manga"? Ecco, ora posso confermarlo con la tua storia: Yuzo è molto più vicino a noi di quanto possiamo pensare! Ciò che prova, ciò che pensa nella tua fanfiction… insomma: anche qui sembra che questa storia voglia parlare a noi, proprio a noi che stiamo leggendo e, spesso, pensiamo di non essere abbastanza in gamba per fare questo o quello. E qui posso riportarti il mio esempio da scrittrice: spesso non penso "Ok, devo migliorare però in fondo me la cavo" ma, invece, "Ok, non sono abbastanza brava, non riuscirò mai a raggiungere un livello molto alto come quello di certi scrittori" come te, sì, mi sto riferendo anche a te che hai scritto questa storia meravigliosa XD
Dobbiamo imparare questo, ad essere un giusto equilibrio tra la modestia e la presunzione. Pensare sempre positivo sulle proprie capacità, in altre parole! E il buon Yuzo ce lo insegna: nessuno fa schifo e, se ci si impegna fino in fondo, i miglioramenti si vedono! **
Mentre, riguardo il finale… com’è che avevo scritto all’inizio, quando ho parlato di Theo? Ah, sì: "se non è vera amicizia, questa…" E, infatti, le vere amicizie sono quelle che durano per sempre e, anche quando non ti senti con qualcuno da anni (come nel caso di Theo e Yuzo), si continua sempre a pensare a quella persona con la quale ti sei legato molto e hai condiviso parte del tuo cammino. In questi casi basta una telefonata o un messaggio… e tutto è pronto per ricominciare da dove si è lasciato!
Qui mi sono commossa tantissimo, sappilo. <3
Sai che, forse, questa è la recensione più lunga che ho lasciato da quando sono su EFP?
Ho divorato la storia e, anche se è della fine del 2014, mi ha regalato tante emozioni sulle quali non potevo non lasciare un commento! Scusami se ho parlato troppo ma questa volta non sono riuscita a riassumere tutto in poche righe, come faccio di solito… ma hai ragione: l’insegnamento più grande che ha dato questa storia è proprio quel "crederci fino in fondo", così caro alla filosofia della serie di CT!
Complimenti vivissimi, è un racconto molto intenso e ricco di significati positivi! Lo rileggerò sicuramente per tutti gli insegnamenti che mi ha lasciato, grazie mille! <3
A presto!
--- Moriko |