Grammatica: 10/15
Giudizio personale: 33/35
Totale 43/50
]Innanzitutto mi permetto un OT gigante riguardo all’headcanon che hai espresso. Inizialmente non mi ero soffermata mai a pensare al motivo per cui Sabo aveva taciuto di essere ancora in vita, ma pensandoci bene non posso che condividere anche io in un certo senso ciò che dici: Sabo avrebbe fatto di tutto per dire ai suoi fratelli che era vivo a meno che questo non li avrebbe messi in pericolo. Proprio questa è la mia idea, e visto che ci sono dieci anni quasi di silenzio, mi aspetto da Oda-sensei un gran bel chiarimento.(?)
Bene, tolto questo, torniamo alla valutazione.
Prima cosa: Ace vivo. È già un bel punto a favore, sono sincera, perché purtroppo (almeno fino alla parola contraria di Oda) non c’è purtroppo stata nessuna interazione di Sabo ed Ace da grandi. Un vero peccato.
A tal proposito: nonostante io preferisca di gran lunga i due come semplici fratelli maggiori di Rufy senza risvolti amorosi, non mi è dispiaciuto leggere di loro come coppia. Continuo a preferirli nell’altro senso, comunque, ma sono rimasta soddisfatta leggendo la tua storia.
L’aspetto psicologico del bondage è stato un escamotage che ho davvero apprezzato (tanto più che a me piace leggere di certe cose), soprattutto l’ho trovato adatto a parlare della questione fiducia/sfiducia che riguarda da vicino loro ma anche Rufy. Prima che me ne dimentichi: c’è un’incongruenza in merito nemmeno troppo grave e che non ha gravato sul punteggio - in fondo si tratta solo di un dettaglio -, ma è giusto che te la segnali: verso la fine, una volta terminato l’amplesso, parli ancora del fatto che Sabo abbia la bocca ancora tappata dal fazzoletto, ma subito dopo lui e Ace si baciano e parlano. Forse mi è sfuggito qualcosa nella lettura, ma non hai accennato al fatto che Sabo se la sia tolta. Come ti dicevo si tratta solo di un piccolo dettaglio e niente di più.
Riguardo alla caratterizzazione ho giusto un paio di dubbi: Ace e Sabo piangono entrambi un po’ troppo spesso, quando in realtà non mi sembrano tipi dalla lacrima facile. Sono energici, sono coraggiosi, Ace affronta anche la morte sorridendo sereno tra le braccia di Rufy, e non mi ricordo (ma può darsi che su questo mi sbagli io) di averlo visto piangere prima se non da bambino. Idem per Sabo. Tuttavia questa è stata una parentesi soprattutto centrale, poiché a inizio e fine racconto sei rimasta a mio avviso IC con entrambi.
Il lessico è diretto, la struttura del testo semplice e per questo parecchio efficace, di effetto immediato. I dialoghi non sono costruiti “scolasticamente”, ma sono tipici del linguaggio comune, nonché di due ragazzi che parlano da pari a pari, e contribuiscono a rendere più realistica la situazione. Ci sono però purtroppo alcuni errori grammaticali, fortunatamente non ripetuti, che ti riporto qui di seguito:
- “Ace aprì la lampada”. So per certo che in forma dialettale “aprire la lampada (o la luce)” si dice, ma l’italiano ufficiale vuole l’utilizzo di “accendere” quando si parla di lampade, luci e quant’altro.
- “la rispettiva fiducia l'uno nell'altro, [nella] quale lui non aveva mai dubitato”. Non so se questa è stata solo una svista, ma nel dubbio ti segnalo che ci va “della quale” (pronome riferito alla fiducia) anziché “nella quale”.
-“ma date le caviglie legate sufficiente a fargli perdere l'equilibrio[:] Sabo cadde a terra di schiena, incapace di proteggersi dal colpo[,] e mugolò” Nel primo caso ti ho segnalato dove la virgola dovrebbe sostituire i due punti (la frase deve continuare non deve essere chiarita, né deve introdurre una spiegazione, altrimenti sembra lasciata in sospeso); nel secondo caso, invece, la virgola non c’è ma ti suggerisco di metterla per completare l’inciso che altrimenti sembra comprendere anche la frase successiva creando confusione nella frase. In alternativa puoi eliminare anche la virgola precedente e rendere “incapace di…” tutt’uno con la frase precedente.
-“Lo lasciò quando [sarebbe arrivato] troppo al limite”. In questo caso è il verbo ad essere sbagliato, perché non concorda con il precedente (e con tutti gli altri) al passato remoto. “Sarebbe arrivato” (condizionale passato) va sostituito con o “arrivò” (indicativo passato remoto).
- “stacco la presa”. Qui manca solo l’accento sul verbo.
-“paura che gli altri non gli stessero dicendo la verità sui suoi sentimenti”. Immagino sia una svista, forse hai corretto la frase in ultimo lasciando “suoi” invece di sostituirlo con “loro” dato che si parla di sentimenti altrui.
-“tolse le dita / e lo penetrò / in fretta, praticamente adagiandosi su di lui[,] e(d) emettendo…” Innanzitutto ci sono due spazi mancati (segnalati con /); poi ti ho segnalato dove va la virgola (stesso errore di sopra con l’inciso) e infine la “d” atona che va davanti alla congiunzione poiché “emettendo” inizia per vocale “e”.
-“gli soffiò lentamente nell'orecchio, mentre iniziava a muoversi lentamente dentro di lui” e “rotolò su un fianco e si sdraiò di schiena al suo fianco”. Entrambe le frasi presentano una ripetizione che le appesantisce inutilmente. Togliere uno dei due termini ripetuti alleggerisce la lettura e fa risultare la frase molto meno ridondante.
Tutto qui. Come hai visto non sono errori gravi, e anzi, alcuni sono solo refusi che non hanno avuto granché peso nel punteggio finale, per cui mi sento di farti i complimenti per questo e per come hai saputo gestire e impostare la tua storia: un bel lavoro, brava! |