Recensioni per
Storia di due fratelli
di Akemichan

Questa storia ha ottenuto 56 recensioni.
Positive : 56
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/04/16, ore 10:41

Rufy Balboa fa progressi. xD Quato è odioso quel Doma, Ace ha fatto bene a pestarlo. Appena posso leggo il prossimo.

Recensore Master
16/04/16, ore 09:10

In effetti prima del 1939 Hitler era visto come un baluardo contro l'URSS (un po' come oggi Putin viene visto come un baluardo contro il fondamentalismo islamico; epoche diverse stesso errore). Se questa FF segue gli eventi dell'opera originale ho il sospetto che Ace pagherà con la vita la decisione di arruolarsi. Appena posso mi leggo il prossimo.

Recensore Master
13/04/16, ore 20:37

Come fa uno a mordersi la guancia? Davvero drammatica e realistica la scena dell'attacco nazista. Entra in scena Dragon. In effetti Hitler era ostile alla Francia, tanto che la accusò di voler estendere i suoi confini fino al Reno e di voler balcanizzare la Germania in una serie di staterelli.  Dragon e Ivan al servizio di de Gaulle... Beh, questa sì che è una sorpresa. xD Appena posso mi leggo il prossimo.

Recensore Master
09/04/16, ore 20:35

Sabo vuole a tutti i costi combattere, ma non ha un briciolo di addestramento militare e inoltre la guerra non è mai una esperienza piacevole, soprattutto se la vivi sulla tua pelle.Carri? Camion, forse. Bene o male è riuscito ad aggregarsi, ma per quanto vi resterà? Appena posso leggo il prossimo.

Recensore Master
21/03/16, ore 18:22

Stellie è stato davvero meschino a ingannare Rufy. Tashigi è una delle mie preferite. Ace, Sabo e Rufy prigionieri di pericolosi criminali... Voglio vedere come se l cavano. Certo che se uno non è in grado di ricordare due parole... Ma c'erano già le donne poliziotto negli anni '30? Comunque i tre ragazzini sono liberi (meno male...). Giuramento di sangue tra i tre "fratelli".Rufy pugile... D'ora in avanti lo chiamerò Rufy Balboa. xD La mia parte preferita è quella in cui Rufy riesce a condurre la police nel luogo dove sono tenuti prigionieri Ace e Sabo.

Recensore Master
12/03/16, ore 17:33

Buon pomeriggio. Prima di iniziare la mia recensione faccio una piccola premessa: di solito evito di leggere storie AU perchè a parer mio mettere i personaggi di un manga/anime in un contesto non loro è un po' come prendere dei pesci da un acquario e buttarli sul pavimento, stessa cosa. Però, essendo questa una FF di guerra e storica (due contesti che mi piacciono molto) ho deciso di leggerla comunque. Ora inizio a commentare: equilibro si scrive equilibrio. Davvero pestiferi i due fratelli. xD La mia parte preferita è l'ultima. Appena posso leggo il prossimo.

Recensore Veterano
01/09/15, ore 13:26

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Vorrei segnalare questa storia, in quanto, a mio parere, merita davvero di essere inserita tra le Scelte.
L’autrice ha fatto un lavoro di ricerca piuttosto impegnativo e accurato in modo da l’ambientazione più veritiera possibile. Si parla pur sempre della Seconda Guerra Mondiale, un periodo non poco facile da descrivere per chi non ci è vissuto: qui, invece, ogni avvenimento s’incastra alla perfezione, non tralasciando comunque gli elementi del manga in questione.
Personalmente, è stato un modo anche per imparare di più su uno dei periodi storici più importanti, leggendo comunque dei miei personaggi preferiti, e, davvero, non c’è modo più bello per conoscere cose nuove.
Il lavoro meticoloso che l’autrice ha ardito, si nota in tutti i capitoli, nella descrizione dei luoghi, dei bombardamenti, della disperazione che ebrei e che tanti altri hanno dovuto passare; descrive il dolore che devono aver provato milioni di soldati nel perdere amici, parenti, amanti durante tutta la guerra; descrive tutto il lavoro dei soldati per liberare la Francia, cosa di cui, a mio parere, si parla davvero poco.
Per quanto riguarda il collegamento al manga, One Piece, si rispettano alcune delle scelte dell’autore, ma c’è anche un pizzico di originalità che, per quanto possa lasciare il lettore con l’amore in bocca (e per ovvi motivi), va valorizzato. I personaggi sono sempre in linea con la loro caratterizzazione, e questo si evince da alcune frasi in cui si mostra il dolore, la rabbia, e tanti altri sentimenti contrastanti che solo chi è stato davvero in guerra può aver provato.
Soprattutto, si evince la voglia di questi fratelli di proteggersi l’un l’altro, cosa che nel manga non è mai tralasciata e che, quindi, l’autrice rimarca a sua volta.
Sono davvero pochi i personaggi che non sono menzionati, ed è sempre per questioni di trama. Per gli altri, però, l’autrice ha sempre trovato un ruolo a loro adatto, nonostante fossero solo delle comparse.
È stato tralasciato anche il periodo del 1945 – ogni capitolo è datato e sono inseriti sempre i luoghi dove si svolgono le diverse situazioni –, ma, ripeto, è stato fatto tutto ai fini della trama e non mi sembra un motivo per svantaggiare la storia.
Unica pecca, nei primi capitoli ci sono alcuni errori di battitura, che presumo l’autrice abbia oramai ricorretto, tuttavia li segnalo per correttezza.
Questi, comunque, non intaccano in alcun modo la lettura della storia, che rimane sempre pulita e scorrevole, oltre ad esaltare una padronanza del lessico più che notevole da parte dell’autrice.
Alcune frasi sono davvero ben strutturare, soprattutto nei momenti in cui la guerra si fa più seria, e colpiscono davvero il lettore.
Credo di aver detto tutto, ma allo stesso tempo non è abbastanza, perché c’è tanto da dire su questa fanfiction. Sappiate solo che merita e che, per voi, sarà una lettura più che piacevole, ve lo garantisco!
Grazie della vostra attenzione!

Recensore Veterano
01/09/15, ore 12:54

È finita.
Fa strano dirlo, ma è così, questa è l’ultima recensione che ti sto lasciando…
Non hai idea della tristezza immensa che mi sta salendo in questo momento! T^T
Suvvia, sono solo un’esagerata, non è che stiamo andando al patibolo (?)
 L’ammetto, recensire questa storia mi mancherà, era una cosa che ormai facevo per piacere personale e perché, sul serio, ci tenevo parecchio. 
Storie così ben scritte, con uno studio ben approfondito dietro, se ne vedono davvero poche su questo fandom…

Okay, dopo esserci asciugate le rispettive lacrime (?), cominciamo con questa recensione piena di stupidità e devasto, che già non sto più nella pelle! :’)
Allora, lo sai che io ti voglio bene, vero? 
Cioè, per intenderci, come diavolo riesci a rappresentare Sabo in questo modo? 
Il suo sarcasmo, il suo disprezzo verso la sua famiglia di origine, trasuda in tutta la prima parte della storia. E poi, boh, anche la sua vicinanza con Ace che, al diavolo i legami di sangue, sarà sempre e comunque suo fratello; il fatto che se ne freghi di tutte le stupide convenzione che la vita di un nobile comporta; il fatto che sosterà sempre la famiglia che ha fatto sua, e che decisamente più vera di quella che aveva in passato. 

«Già, è vero, in fondo sono io quello che alla prima avvisaglia di pericolo ha preso tutto quello che aveva e si è trasferito in America ignorando il proprio paese in guerra per farsi una nuova vita.» Si fermò un attimo, come se si fosse improvvisamente ricordato di una cosa. «Ah, no, è vero, siete stati voi.»
[…]
«Non ho bisogno nemmeno di voi come famiglia, ne ho già una.» Sabo tornò a rivolgersi a suo padre. «Ho mio fratello.» Indicò Ace, che rispose con un sorriso soddisfatto. «Ho Koala e i nostri due figli, che voglio tenere il più lontano possibile da voi. Ho mio nipote, il figlio dell'altro mio fratello, con sua madre. Ah, c'è anche il suo nuovo marito con la loro figlia. Ti ho accennato al fatto che è di colore e che sta lavorando con Martin Luther King?»
Ace si stava trattenendo a malapena dal ridere. Il viso dell'intera famiglia Outlook era una maschera a metà fra il disgusto e l'incredulo, laddove Sabo non era mai apparso più soddisfatto. E poi c'era Jinbe, che faceva davvero fatica a mantenersi serio. Alla fine prese un sospiro profondo.
«Quindi hai in famiglia due figli illegittimi fuori dal matrimonio, per di più con un'ebrea, e una coppia interrazziale con due bambini da due padri differenti.»
«E un fratello omosessuale» aggiunse Ace. «Vuoi farmi passare per l'unico normale?»
«Giusto» annuì Jinbe. Aveva un atteggiamento serio, ma era chiaramente divertito. «Ditemi se non è la famiglia migliore con cui io abbia avuto a che fare.» E lo pensava davvero, l'aveva pensato da quando aveva visto Sabo e Koala stringersi la mano il giorno della liberazione di Parigi. Certo, erano poco convenzionali, scandalosi anche, e rappresentavano tutto ciò che la società stava rifiutando.
Erano il futuro così come avrebbe dovuto essere.


Ho inserito qui le due parti di conversazione che mi sono piaciute di più, che mi hanno fatto ridere, sorridere, e anche piangere nel ripensare a quanto sia accaduto in questa storia. E anche quanto potrebbe accadere in questa famiglia che, per quei tempi, non aveva nulla di normale. 
Sono stata anche felice, per un amante di storia quale sono, di veder spiccare alcuni nomi di persone importanti, come Martin Luther King. Mi ha fatto davvero piacere, ma del resto non potevo aspettarmi altro. 
Che dire, l’ultima parte è stata quella che mi ha fatto piangere per davvero (sempre perché tu non puoi evitare di causarmi feels, vero Akemichan?)
Come avevi detto tu, non mi aspettavo tutta la parte della cerimonia, è stata una sorpresa gradita quanto devastante. 
Mi sono ufficialmente innamorata di Junior, ma non poteva essere altrimenti, dato l’amore che io stessa provo per il padre! T___T <3

A Sabo tornò in mente l'espressione sconvolta di suo padre quando gli aveva descritto la sua famiglia, ma lui non avrebbe potuto chiedere niente di meglio. «Chi ha dato a Junior il cappello di paglia?»
«Il vecchio, l'ha trovato in camera di Rufy e ha pensato che fosse un regalo simpatico.» Per Ace era davvero difficile vederglielo indosso: adorava suo nipote, ma doveva continuamente ricordarsi che non era un sostituto del fratello.
«Hai mai avuto occasione di incontrare Shanks? Rufy ne parlava continuamente.»
Ace annuì. «Mi ha detto che era certo che Rufy sarebbe riuscito a rispettare la promessa che gli aveva fatto, per cui per lui andava bene così.»
Sabo pensò che comunque non c'erano particolari alternative e l'accettazione della perdita era l'unica cosa possibile. Forse Shanks era comunque orgoglioso di aver salvato un uomo che era diventato un eroe. Quindi rimase stupefatto quando Ace affermò: «Io invece penso finalmente di essere riuscito a mantenere la mia».
«Come?» Non sarebbe mai stato possibile fotografare Rufy sul podio olimpico.
«Be', ovviamente non è la stessa cosa» precisò immediatamente Ace. Aveva pensato per anni, mentre continuava a fare il fotografo, a come poter pareggiare i conti con Rufy. «Però penso di aver trovato qualcosa che vada bene lo stesso. Qualcosa che ha a che fare con una foto e con Rufy.»
Sabo lo guardò seccato. «Avanti, spara, mi stai facendo morire di curiosità.»
«Non è stato ancora annunciato, ma una mia fotografia ha vinto il premio della World Press Photo.»
«Davvero?» Era stato istituto da solamente due anni, ma era composto dai massimi esperti di fotografia al mondo ed era praticamente un marchio di qualità. «È fantastico!»
Ace frugò nel suo zaino e ne estrasse un pacchetto: la dimensione e la forma davano chiaramente l'idea che si trattasse di un portafoto. «Volevo che fosse questa foto a vincere, perché era l'unico modo per mantenere la promessa.»
«Hai fatto una copia anche per me?» capì Sabo, vedendo che gli stava porgendo il pacchetto.
«Certo. Tra tutte le mie, questa è quella che sicuramente devi avere.»
Sabo la aprì con mano tremante, perché si rendeva conto che si trattava di una foto molto importante. Rimase sorpreso quando la vide e per un attimo rischiò di farla cadere: raffigurava lui stesso, visto di spalle, sulla spiaggia di Omaha Beach, il giorno in cui si erano ritrovati per caso. Si era quasi dimenticato dell'esistenza di quell'immagine, perché Ace non gliel'aveva mai mostrata prima di allora, né l'aveva mai fatta esporre nelle sue mostre.
«È questa la foto che ha vinto il premio?» domandò, con voce tremante. Aveva la gola completamente bloccata. «La foto della promessa?» Non era giusto: quella foto avrebbe dovuto rappresentare Rufy, non lui.
«Sì, è l'unica adatta» annuì Ace. «Una mia foto. A mio fratello. Sulla spiaggia dove è morto l'altro mio fratello.» Non lo disse perché sentì che gli stavano venendo le lacrime agli occhi, ma quella fotografia rappresentava qualcosa di importante: non solo la perdita, ma anche la gioia di aver ritrovato quello che considerava perso per sempre. «Credi che vada bene?»
Sabo non sapeva se avrebbe ritrovato la voce per parlare, perciò si limitò a fissare l'immagine finché non sentì le labbra smettere di tremargli. «Credo che vada benissimo» affermò. «Essere su quella spiaggia, occuparmi di questo cimitero... Era un modo per salutarlo un'ultima volta, perché non c'ero riuscito di persona» ammise.
Nemmeno Ace aveva potuto farlo, perché era arrivato con due giorni di ritardo. «Ora è l'ultimo saluto anche per me.»
Si sedettero sull'erba perfettamente tagliata ed appoggiarono la foto contro la croce bianca, sopra i fiori di tutti i colori, e rimasero in silenzio finché gli altri non vennero a chiamarli. Allora si alzarono e si lasciarono la lapide alle spalle.


Vogliamo analizzare per benino questo spezzone?
Allora, già che quando ho letto del cappello di paglia, avrei voluto che il mondo mi crollasse addosso: no, sul serio, ero distesa con la faccia sul pavimento, a versare lacrime.
Poi, tu mi inserisci l’ennesimo, bellissimo, strungentissimo momento tra Ace e Sabo. Con Ace che ha mantenuto la promessa. Con una foto di Sabo.

SANTO CIELO AKEMICHAN, PERCHE’?
È come se, in pratica, Ace si stesse scusando con Rufy per non avergli creduto, come se stesse mostrando a Sabo quanto, in realtà, sia felice di averlo ritrovato.
E Sabo, Dio, che sostiene che, no, quella foto non doveva rappresentare lui, ma Rufy, e che tuttavia accetta la cosa, perché è il solo modo di salutare il suo fratellino, di risentirlo vicino ancora un’ultima volta.
Davvero, Akemichan, non potevi trovare finale migliore per questo capolavoro, ho ancora le lacrime agli occhi! <3

E, infine, GRAZIE!
Non sono io quella che deve essere ringraziata, io ho fatto solo quello che mi sembrava giusto fare, ovvero riempire di disagio di complimenti una storia così ben scritta. 
Sei tu quella che deve essere ringraziata, per tutto l’impegno che ci hai messo, la passione, la voglia di migliorare; per esserti prefissata di presentarci capitoli degni di tale nome, impresa più che riuscita.
E sì, un grazie per aver sopportato anche le recensioni di questa povera piccola pazza! :’3
Tranquilla, non ti libererai di me tanto facilmente! :’)
Sai che bello!
Questa storia farà sempre parte del mio bagaglio di scrittrice su EFP, come la fanfiction che, fin ora, mi ha devastato più di tutte e che mi ha fatto conoscere ancora di più una splendida autrice! <3
Ovviamente, va dritta tra le ricordate :33
Mi auguro che pubblicherai altri capolavori come questi. Ci si vede in giro, tra ritardi vari e tanto disagio, 
_Lady di inchiostro_, la fangirl fin troppo simile a Pollo-kun.  

Recensore Junior
31/08/15, ore 23:53

Devo confessarti che non volevo leggere questo capitolo. È difficile da spiegare ma mettere la parola "FINE" a questa storia significava chiudere un minuscolo capitolo della mia vita. Perchè ogni libro, romanzo o testo che abbia significato per una persona un po' la cambia. Così è stato per me. Avrei smesso di gioire come una bambina davanti a un gelato ogni volta che c'era un aggiornamento e di rattristarmi per ogni morte di un personaggio. Di vivere con loro ed emozionarmi con loro. Non avevo il coraggio. Poi ho chiuso gli occhi e l'ho trovato. Ed ecco uno splendido capitolo apparire dinanzi a me.
Come sempre ho riso per varie scene stavolta per il ricongiungimento della famiglia di sangue di Sabo. E mi sono commossa per ogni accenno a Luffy.
Grazie per questa storia.
Un bacio da Fight!

Recensore Veterano
31/08/15, ore 09:48

Ohhh ma grazie<3
Grazie a te per aver scritto questa storia, innanzitutto, perchè è davvero un gioiellino e finisce subito nelle preferite.
Che dire, è finita. Sono molto soddisfatta della conclusione, davvero complimenti perchè penso sempre che sia la parte più difficile da scrivere, la parte in cui Sabo parla agli Outlook è fantastica, molto divertente e poi tutto quel parlare di 'famiglia' mi ha davvero commossa :')
Quindi, che dire ancora... Grazie per avermi fatta piangere (non hai idea di quante maledizioni ti abbia lanciato) e per avermi fatta ridere, ma soprattutto per avermi fatto trascorrere un po' di tempo piacevolmente, in compagnia dei miei personaggi preferiti!
Che dire ancora... Alla prossima!

Recensore Veterano
30/08/15, ore 15:27

Era da tempo che non arrivavo così in ritardo nella recensione di un capitolo. Giuro, a un certo punto temevo che tu aggiornassi e che, di conseguenza, io fossi costretta a lasciarti due recensioni. 
Perché, credimi, c’è tanto da dire su questo capitolo, e sono sicura che ce ne sarà da dire anche sul prossimo, dato i propositi.
Comunque, dopo le mie solite e patetiche scuse, possiamo cominciare!

Nella risposta alla mia precedente recensione, mi avevi detto che ci sarebbe stato da piangere anche qui. Ho pensato subito che fosse dovuto all’incontro tra Ace e Nami, o Nojiko, il che, in parte, si è rilevato così.
Cielo, mai avrei pensato a una cosa del genere!
Okay, partiamo dal fatto che vedere Usop e Nami insieme, mi ha lasciato con un enorme punto interrogativo sopra la testa, anche perché conosco i tuoi gusti in fatto di ship :’)
Nonostante questo, mi è piaciuta la resa che hai dato al loro rapporto. In America, i neri hanno lottato parecchio per avere gli stessi diritti dei bianchi, e il fatto che loro si siano sposati pur non essendo visti di buon occhio, mi ha toccato particolarmente; anche perché, un po’ è grazie a Rufy se Usop non ha più paura di mostrarsi per quello che è, un uomo che di differente – se davvero può definirsi un motivo di discriminazione – ha solo il colore della pelle.
Per non parlare di come Ace, adesso, non si vergogni di rivelare le sue attinenze sessuali, perché sa che, su questo piano, non potrà sentirsi giudicato. 
E poi, boh, lui che sceglie l’ultima e straziante foto di Marco per la mostra… Dio, non vedo l’ora di scoprire come sarà reso tutto! T^T
Ma adesso, continuiamo con le notizie bomba, che mi sembra di star divagando un po’…
Allora, Garp e Ace: DIO MIO, PERCHE’?
Cioè, non solo hai reso benissimo il dolore di Garp per Rufy (sì, sì, LUI VUOLE BENE A QUEI PAZZI SCONSIDERATI! E L’ABBIAMO VISTO A MARINEFORD!), ma l’hai persino fatto piangere davanti ad Ace, condividendo così il suo dolore con quello che considererà sempre come un suo nipote. 
E il resto?
Il resto mi ha fatto ricredere su tutto quello che ho detto prima…

«Questo è mio figlio Rufy. Noi lo chiamiamo Junior.» Nami incrociò le braccia e studiò Ace aspettandosi che ci arrivasse da solo. Ace osservò Junior e il suo viso rotondo circondato dai capelli neri spettinati. La pelle era chiara, cosa che lo portava a dubitare che fosse di Usop. Ed improvvisamente gli fu tutto chiaro.
«È figlio di Rufy?» E alla risposta positiva non poté far altro che esclamare: «Ma io lo uccido!». Già l'idea che suo fratello avesse avuto una ragazza e ci avesse anche fatto sesso era incredibile solo da pensare, ma il fatto che se ne fosse andato in guerra lasciandola incinta era assurda. «Lo sapevo che avrebbe combinato danni senza di me...» Era colpa sua che era nell'esercito nel momento in cui Rufy esplorava la pubertà. Figuriamoci se aveva una chiara idea di cosa fossero gli anticoncezionali!
Nami rise. «Il signor Garp ha avuto la stessa reazione» gli comunicò, non rendendolo felice. «Junior, questo è Ace, il fratello di tuo padre.»
Junior lo guardò con sguardo curioso. Uno sguardo fin troppo familiare. Poi sorrise. «Ciao.»
«Ciao...» Ace si sentiva come se Rufy gli avesse appena lasciato un piccolo se stesso indietro, a consolarlo. Però non sapeva veramente come comportarsi con lui. «Vuoi vedere una foto di tuo padre?» gli chiese infine.
«Sì!» Il volto di Junior si aprì in un grande sorriso. Ace aspettò il cenno positivo di Nami, quindi si sedette sul divano ed estrasse dal suo zaino la busta con le fotografie che aveva sviluppato. Non ce n'erano moltissime di Rufy perché il periodo che avevano trasmesso a Fort Irwin assieme era stato limitato, tuttavia ne aveva un paio dove si vedeva bene.
Junior gli si avvicinò e studiò attentamente la figura che lui gli indicava con il dito. Poi sorrise.«Questo è papà» commentò, indicando Rufy. «E questo è l'altro papà» aggiunse, indicando la foto di Usop. «Dov'è la mamma?»
«È più intelligente di Rufy» affermò Ace in direzione di Nami.
Lei annuì. «Fortunatamente ha preso da me.»
Ace non aveva una foto precisa di Nami, ma non voleva deluderlo dicendoglielo, quindi si limitò a mostrargli altre foto nel tentativo di distrarlo, cosa che parve funzionare. Junior le osservò tutte attentamente e sorrideva ogni volta che riusciva ad identificare Rufy, Usop o lo stesso Ace. Aveva già iniziato a chiamarlo “zio” come se lo conoscesse da sempre. Per Ace guardare quelle foto era meno doloroso con un bambino al fianco che non sapeva che cosa rappresentassero.
Quando lo vide sbadigliare, Nami decise che per quella sera era abbastanza. «A letto, su.»
«Ci penso io» si offrì Garp, cosa di cui Ace fu grato perché aveva ancora molto di cui discutere con gli altri due.
«Se il nonno ti tratta male, dimmelo, ti proteggo io» sussurrò a Junior, facendolo ridere, prima di lasciare il divano e tornare in cucina, che era stata riassettata nel frattempo. 


Volevo morire…
Te lo giuro, ero distesa nel letto e piangevo come una povera disperata…
Che malattia, eh!
Tanto per cominciare, vogliamo analizzare per benino la frase che dice Ace?
Era come se Rufy gli avesse lasciato un piccolo se stesso indietro, per consolarlo…
DIO MIO, COS’E?
Non hai idea dello stato pietoso in cui ero, mentre leggevo di Junior e Ace assieme, che guardavano le foto e ridevano, dannazione, ridevano assieme!
La reazione di Ace, perché tu lo sappia, è stata la stessa che ho avuto io: Rufy sembra che le cose non le sappia, ma le sa eccome!
(fai finta che non te l’ho detto, ma questa cosa è una sorta di mio headcanon, perciò… *fischietta, con una misteriosa aureola comparsa sopra la sua testa*)
Io aspetto solo di vedere come si comporterà Sabo con questo bambino, data la sua supermegaiperprotettività (??) nei confronti di Rufy.
Anche se pure lui avrà il suo bel daffare…!

«Sono incinta.» Non aveva risposto direttamente a quello che lui aveva detto, anche perché Sabo non sembrava voler davvero una risposta, ma solo esternare i suoi sentimenti.
Lui la fissò. «Ma siamo sempre stati attenti...» Adesso era impallidito: era piuttosto comico vedere la gamma dei colori che il suo viso poteva assumere.
«Non sono infallibili, a volte succede» commentò Koala.
«Lo terrai?» Sabo non aveva idea se per la religione ebraica l'aborto fosse considerato un tabù come per il cristianesimo, ma a parte quello non sapeva che cosa ne pensasse lei. Quella era la prima occasione in cui parlavano effettivamente del loro futuro assieme e decisamente non si aspettava una cosa del genere.
«Se dico di sì?»
«Avremo un bambino.» Sabo si sedette quasi abbandonandosi a fianco a lei. «In un giorno sono diventato zio e padre. Caspita.» Poi sorrise. «Adesso lo sai che ti tocca restare con me, vero?»
«Be', non ti credere, potrei sempre scappare e partorire in segreto e dire che il padre è morto in guerra» annuì Koala convinta.
«Poi ad Ace glielo spieghi tu» ribatté Sabo. «È diventato iperprotettivo di recente. Be', in realtà lo è sempre stato, ma fa ridere ora che ho vent'anni e passa.»
Lei rise di cuore. Ace le piaceva, non aveva pregiudizi di alcun tipo nei suoi confronti, era simpatico e avrebbe dato un braccio per le persone a cui teneva. Non era rimasta per niente stupita che avesse quel carattere, conoscendo Sabo. In ogni caso, stava scherzando e sapeva che non c'era nemmeno bisogno di spiegarlo. Anche lei voleva stare con lui: non si erano mai preoccupati di innamorarsi o cose del genere, erano già diventati una coppia senza nemmeno rendersene conto, per questo era stato sempre tutto così facile fra di loro. Diventare parte della sua famiglia era quasi ovvio: era un gruppo strano, composto solo da due fratelli che non erano nemmeno parenti alla lontana, e adesso dal figlio del fratello che avevano perduto, ma era diventata anche la sua. D'altronde, non le era rimasto nessun altro.
«Puoi piangere, se vuoi» le disse Sabo improvvisamente.
«Perché dovrei?»
«Dopo la morte di Fisher Tiger, non te l'ho mai visto fare» rispose Sabo. «Pensavo fosse perché le cose passavano, dopo un po', quando si aveva dell'altro da fare. Adesso so che non passano affatto.» Dopo due anni, faticava ancora ad accettare la morte del fratellino. Ritrovare Ace gli aveva dato una gioia che non pensava di poter provare ancora, ma ciò nonostante non riusciva ancora a sentirsi meglio. Invidiava la forza d'animo di Koala, che invece aveva stretto i denti in ogni occasione, mentre a lui veniva da piangere anche per delle stupide scritte sul muro.
Lei si strinse a lui e nascose il viso sul braccio. «Sono gli ormoni della gravidanza. Dovrai sopportarli per un po'.» Poteva anche lasciarsi andare, in quel momento.
Sabo le passò il braccio sulla spalla. «Quanto vuoi.»


Ci credi se dico che ho dovuto posare il telefono e allontanarmi alla svelta, prima di avere un collasso?
IL MIO CUORE NON PUO’ REGGERE A TUTTO CIO’!
Oggi sono anche più disagiata del solito. Sarà il caldo… (??)
Questi due, i miei due esserini, avranno un pargoletto tutto per loro! *^*
Potrei spargere cuori in questo momento! <3
Sul serio, nel prossimo capitolo pretendo la scena di Ace in cui scopre di star diventando, per la seconda volta, zio! uu
Piccola nota: ho riletto la parte di Sabo in cui, nel rimbiancare la casa, è indeciso se cancellare o meno le scritte dei suoi fratelli. Sono una stupida se mi sono messa a singhiozzare, ripensando tra l’altro a quel maldetto special? T^T

In conclusione… Un attimo ma quanto diavolo è lunga sta recensione?
Mi odierai senz’altro!
Comunque, aspetto il prossimo e, incredibile, ultimo capitolo, certa che ci sarà da piangere anche qui.
Almeno non è morto più nessuno… *stappa una bottiglia di champagne*
Te l’ho già detto, ma mi mancherà questa tua storia; e riconfermo anche che la leggerò ogni qual volta che sarò a corto di feels sui tre fratelli (???) :’)
Alla prossima, ti prometto che lascerò una recensione anche alla raccolta e che risponderò alla tua recensione.
Dio, ancora non ci credo! *^* *saltella*
La tua fan sfegatata,
_Lady di inchiostro_ 

Recensore Veterano
18/08/15, ore 10:10

Awwwwwww
Che bello!
Che belli!! Sono tutti bellissimi e poi (oltre alla Saboala) amo ace. Sono felice che tu abbia stravolto la storia originale per farlo sopravvivere è troppo bello, tenero, coraggioso, testardo, generoso, IDIOTA... Ha un cuore troppo grande e questo si rispecchia anche nella sua visione di 'famiglia' che mi ricorda molto Lilo&Stich (ohana vuol dire famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene lasciato indietro, o dimenticato) ed è fantastico....
L'apparire di tutti questi figli è dolce e strano allo stesso tempo, ma molto commovente....
Davvero complimenti vivissimi e-beh- al prossimo capitolo!!

Recensore Junior
18/08/15, ore 09:31

È il finale? Immagino di sì ma non ne sono sicura. Beh.... parlerò come se fosse il finale.
Mi veniva da piangere quando ho letto del figlio di Luffy! È proprio un cretino adorabile quel ragazzo!
Mentre Sabo che diventa papà è un altro colpo di scena straordinario! Adesso ogni uno andrà per la propria strada...
Però una coppia che mi ha fatto leggermente storcere il naso sono Nami e Usopp... non li vedo un granchè bene insieme. Capisco la coppia interraziale ecc. Ma avrei preferito Sanji o Zoro.
Robin invece sembra il fantasma delle notte insieme a Dragon e a tutti gli altri.
L'incontro tra Garp e Ace mi ha riempito di allegria. Davvero tanta allegria.
Dimmi se c'è un prossimo capitolo!
Un bacio da Fight!

Recensore Veterano
06/08/15, ore 16:31

Okay, sai benissimo quanto aspettavo questo momento, per cui una recensione era d’obbligo. No, sul serio, non cambierei una virgola di questo capitolo, al posto tuo! 
È assolutamente perfetto!
Va bene, abbiamo saltato tutta la parte che riguardava la guerra vera e propria, ma, credimi, è stato meglio così!
Per me, per te, per tutti i feels che abbiamo dovuto gestire insieme (?)
Eh… sì…
*tossicchia e si ricompone*

Come ti dicevo, bramavo per questo benedetto incontro tra i due fratelli praticamente dall’inizio. E, lo sai, mi auguravo che ci fosse anche Rufy con loro, ma non è stato possibile, perciò…
*si trattiene dal piangere*
Allora, partiamo dal fatto che ci sono un sacco di parti che mi hanno colpito. Giuro, sono indecisa su quale sia scritta meglio, perché sono tutte bellissime! *^*
Forse, la mia preferita potrebbe dirsi questa, ma non ne sono poi tanto sicura:

«Ace...?»
Fu il turno di Ace di essere sconvolto. Durante la guerra aveva avuto poco a che fare con l'esercito francese e anche se si era distinto come soldato, era impossibile che il suo nome fosse diventato così famoso. Inoltre non aveva senso essere trattato in quel modo da qualcuno che lo conosceva come Ranger, la reazione sarebbe stata totalmente diversa. C'era solo un motivo possibile.
«Sabo...?»
Nessuno dei due rispose effettivamente alla domanda dell'altro, ma non ce n'era davvero bisogno. Si gettarono l'uno nelle braccia dell'altro, cadendo in ginocchio sulla sabbia. Ace credeva di aver esaurito tutte le sue lacrime quando Marco era morto, ma in quel momento le sentiva scendere copiose sulle guance come il giorno in cui aveva ricevuto la lettera di Stelly. Le sue braccia stringevano spasmodicamente la schiena e le braccia dell'altro, premendo sulla ruvida stoffa della divisa fino a sentire la carne calda e resistente al di sotto. Contemporaneamente avvertiva le braccia di Sabo che lo stringevano e le sue dita che si muovevano su di lui. La Argus era in mezzo a loro due e premeva dolorosamente contro i loro petti. Il suono della risacca era completamente coperto dai loro singhiozzi.


Dio mio, COSA È?
Me l’aspettavo un tantino diversa, con Ace che picchiava Sabo e poi scoppiava a piangere tra le sue braccia (sì, sono un tantino tragica…), ma questa versione è decisamente meglio.
E stavo piangendo e ridendo come una povera pazza, con Ace che non faceva che ripetere a Sabo che lo credeva morto.
Non so perché, mi ha ricordato tanto Rufy che piange per Sabo, dopo averlo riconosciuto :’3
La cosa che mi ha lasciato un pochino perplessa è il fatto che Sabo non sapesse del passato di Ace.
Grazie che quello non l’ha trovato! 
Mi è piaciuto che, però, nonostante il biondo ci sia rimasto male, non la prende sul personale, in fondo l’importante è che l’altro sia lì con lui. 
Quando hanno cominciato a parlare di Rufy, il magone è cominciato a salire.
Santo cielo, il fatto che vogliano discuterne ma non lo fanno allo stesso tempo, è angosciante.

«Sappi che me lo sentirai dire solo questa volta ma... Avevi ragione».
Sia Ace sia Sabo ebbero la chiara impressione di sentirlo rispondere con quella sua risata contagiosa: “Te l'avevo detto!”.
«Non c'è nemmeno soddisfazione» commentò Ace, sedendosi. «In una situazione del genere me l'avrebbe rinfacciato per anni.»
Sabo si sedette al suo fianco. «Be', posso farlo io al posto suo, se vuoi.»
«Non ci provare.»


E boh, qua non so proprio come descrivere i sentimenti che stavo provando. Ero immersa nel fluff più totale, per poi ricominciare a disperarmi per la morte di Rufy.
Lo vedi quanto sono disturbata?
Ti ringrazio sempre per l’immane quantità di dolcezza che mi trasmetti con Sabo e Koala. No, dico davvero, ne ho sempre bisogno! (?) <3
E Ace, poi, è fantastico: è ovvio che quei due non gliela contino giusta! :’)

Sabo si fermò un attimo a guardarlo, ma non aggiunse nulla. Continuò semplicemente a cercare la tomba finché non la trovò. Solo in quel momento affermò: «Eri lì». Ace annuì, con lo sguardo fisso sul nome inciso sulla croce di legno. «Chi era?»
«Il Colonnello che mi ha addestrato prima che entrassi nel Battaglione dei Ranger.» Fece una pausa e deglutì. «E l'uomo di cui mi ero innamorato.» Non l'aveva mai detto a nessuno, anzi, era forse la prima volta che lo ammetteva a se stesso. Però, se non l'avesse detto a Sabo, a chi avrebbe potuto dirlo?
Sabo si era limitato a fissarlo, con l'espressione a metà fra lo stupito e il dispiaciuto. Alzò il braccio per stringergli la manica della camicia. Poi gli fece una domanda insolita, che non si sarebbe mai aspettato: «Eri ricambiato?».
Annuì lentamente. «Credo che... avrebbe potuto funzionare.» La presa di Sabo sulla sua manica si fece ancora più stretta, prima di separarsi da lui e fare qualche passo indietro. Era chiaro che lo voleva lasciare da solo. «No. Resta.» Ace sfiorò il limite della croce, poi si chinò molto vicino. «Ciao, Marco...» mormorò sorridendo. Poi accennò con la mano a Sabo di fronte a lui. «Non ci crederesti mai, ma Rufy aveva ragione da sempre. Ho ritrovato mio fratello.» Chinò la testa fino ad appoggiare la fronte contro il legno. «Non ti devi più preoccupare per me adesso, perché non sono più da solo. Non sono rimasto da solo.»
Sabo si era chinato al suo fianco. «Sono Sabo» si presentò all'aria. «Grazie per esserti preso cura di Ace.» Deglutiva e stava cercando di trattenersi, ma con quelle frasi non è che ci riusciva granché bene e non faceva altro che far piangere di più anche lui.
«Scusami, sono in pessime condizioni» disse. «Sono il fratello maggiore, io.»
«Sei nato solo tre mesi prima di me» protestò Sabo, che forse aveva fatto una risatina ma era uscita comunque come un singhiozzo.
«Tre mesi vogliono dire che sei più piccolo di me.»
Sabo si rivolse alla croce. «Guarda con chi mi tocca stare!» commentò, allargando le braccia. «Avrei voluto conoscerlo» aggiunse poi.
«Ti sarebbe piaciuto.» In fondo avevano qualche somiglianza, rispetto a lui erano tutti e due più riflessivi e calmi.
«Avrei anche voluto vedere Rufy combattere sul ring almeno una volta» proseguì Sabo. «Sarebbe andato alle Olimpiadi di sicuro.»
«Con la testa dura che si ritrovava... Faceva pure gli incontri clandestini!»
«Che?!» Sabo sapeva che avevano sei anni da recuperare, ma in quel momento si rese conto che non poteva aspettare. Non avrebbe lasciato il fratello dopo averlo appena ritrovato e voleva farsi raccontare tutto.


Anche qui, COSA È TUTTO QUESTO?
Cioè, passano dal parlare con Marco, con Ace che lo rassicura pur sapendo che, materialmente, non c’è più, per poi passare a parlare di Rufy, non nascondendo la loro mancanza.
Ma, dio mio Akemichan, come fai a causarmi tutto questo, eh? EH? T.T
Oddio, mi sono appena accorta di aver copiato un’intera parte; siccome mi piace troppo, mi secca toglierla, sorry! <3

Il prossimo capitolo mi lascia intuire che avremo ancora qualche piccolo feels da gestire; beh, almeno abbiamo concluso con le morti.
Insomma, la guerra è finita, no?
Quindi non morirà più nessuno, giusto? D:
Non riesco a smettere di pensare che questa storia stia per finire: io ti ho conosciuto così, quindi in un certo senso mi mancherà!
Oh, l’aggiungerò alle ricordate, così da poterla rileggere in un giorno piovoso e di pura noia! :’D (??)
In verità, la rileggerò quando avrò bisogno di devastarmi. Come, non l’hai capito che sono masochista?
Che dire, ci vediamo al prossimo capitolo, mia cara ;)
_Lady di inchiostro_

P.S: piccola curiosità, continuerai la raccolta di storie su Ace e Marco? Sai, aspetto con ansia il prossimo capolavoro! :33 

Recensore Junior
28/07/15, ore 19:17

Fantastico!
Ed eccomi con abnorme ritardo a recensire il capitolo per dire che è fantastico!
Mi hai sorpreso per l'ennesima volta! Pensavo di dover leggere centinaia di capitoli che descrivevano minuziosamente l'andamento della vita di Ace a fine guerra. E invece mi sbagliavo di grosso.
Non immaginavo così l'incontro tra Ace e Sabo. Lo vedevo di più come un incontro diplomatico tra soldati francesi e americani in cui i due si riconiscevano miracolosamente. Ma stavo gallopando troppo con la fantasia. La tua idea è stata molto realistica.
Mi piace il modo in cui lasci la fine del capitolo con quell'orribile (per la tristezza della risposta) domanda. Questo promette un nuovo capitolo. Leggendo questo avevo paura che fosse l'ultimo ma mi sbagliavo.
Un bacio da Fight!

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