Recensioni per
L'avventurosa storia di Scott: Il colibrì libero
di Nahash

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master

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Ciao!
Avevo da tempo questa tua storia tra quelle da recensire e oggi mi sono ritagliata un piccolo spazio.
Ti dirò, l'idea di base e la storia che vuoi narrare è molto carina, peccato però per tutto quello che dirò ora.
Spero che tu non ti offenda per la bandierina o per le mie parole, ma cerco di essere il più obiettiva possibile perché trovo sia un vero peccato che delle storie originali perdano molto con degli errori e orrori anche grossolani.
Ho notato che tu, ahimè, ne fai parecchi e mi spiace dirlo.
Ti dico che non sono un luminare della Crusca, ma qualcosina la so, e cerco di condividere quel che so con tutti, nei limiti delle mie possibilità.
Partiamo.

"non né" --> "non ne", il "né" accentato è una congiunzione negativa che corrisponde a "e non", il "ne" invece ha funzione pronominale, come dovrebbe essere in questo caso. Attenzione, è un errore bello pesante.

Ora passo al tasto secondo me più dolente. L'uso delle virgole.
Penso che tu abusi di questo segno di interpunzione, usandolo male, oltretutto.
Non si separa mai il soggetto dal verbo con una virgola, mai.
"Lui, era triste solo" --> scrivendo così stacchi tutto ed è sbagliato, al massimo poteva essere "Lui era triste, solo," mettendo come inciso l'aggettivo per rimarcare la solitudine dell'uccellino.
Mi spiace notare che  è un errore recidivo, infatti lo si trova subito dopo: "Scott, si disse che, doveva fare qualcosa" oppure qui "cominciò a tracciare, tutti" o anche "la notte buia, lo mangiò".
Lo si trova spesso e quindi non posso affermare che si possa trattare di un errore di distrazione.

Usi male le virgole anche in altri casi.
"Progettò persino una fionda, affinché, potesse liberarsi in aria" --> non va la virgola dopo "affinché", vuoi rendere una proposizione finale e quindi non si separa il verbo della subordinata dalla congiunzione.

Proseguo.

"Si costruì", il verbo in questo caso è "costruì", senza riflessivo, perché non è una forma né riflessiva propria, né apparente

né reciproca. Tu lo usi in modo apparente e non è che l'azione ricade sul colibrì, quindi è sbagliato.
Ti lascio il link di ciò che voglio dire.
http://www.treccani.it/enciclopedia/riflessivo/

"Ruzzolando, ruzzolando" le favole hanno spesso delle ripetizioni, in effetti per definizione i bambini (e non solo loro) le

mandavano facilmente a memoria, e proprio per questo la virgola qui non ci vuole, se si vuol dare il ritmo. La virgola lo

spezza.
Per capire il ritmo di narrazione si può leggere a voce alta, così assapori anche a orecchio le pause e le parti che vuoi velocizzare. In questo caso credo proprio che tu volessi renderlo veloce come quando si scrive "cammina cammina" e la virgola va dopo. Lo hai fatto anche dopo, scrivendo "camminando, camminando" e vale come su.

«Non è vero Scott, che quest'ala è inutile --> Scott è un vocativo e qui va tra due virgole (sembra che le inserisci dove non occorrono, mentre dove servono mancano) proprio perché ci si riferisce alla persona e sarebbe preferibile omettere il "che", è molto brutto da leggere, pare un dialettalismo delle mie zone.
Se posso permettermi: "Non è vero, Scott, quest'ala non è inutile", vedi? Credo sia anche più musicale, quel che rende tutto rozzo, a mio parere.

Spesso e volentieri ci sono delle cadute di stile che mi deprimono, perché il messaggio della storia è bello, il tono usato è delicato, ma perde tantissimo così.

Mi fermo qui perché il mio compito non è quello di dire pedissequamente ogni cosa perché altrimenti è solo un elenco sterile, per quanto dia le spiegazioni, e penso che rileggendo possa rilevare da te qualcos'altro.

Ti consiglio di cercare una beta-reader, ma non una di quelle che ti corregge l'errore e basta, una di quelle che ti segnala

l'errore, ma ti spiega perché e percome, di modo che tu non possa farli più.
Questi, purtoppo, sono davvero elementari e certe conoscenze della lingua italiana sono imprescindibili se si vogliono

scrivere un testo, anche semplice, ma che rispetti sia il lettore sia lo scrittore che propone un buon italiano.

Spero che le mie parole non ti mortifichino, ma sono una lettrice esigente e ci tengo che delle belle storie nei contenuti lo siano anche nella forma, da cui non si può prescindere.

Un saluto,
_Branwen_

Recensore Veterano

Il piccolo Scott non sapeva volare e come al solito c'è sempre qualcuno che nella vita debba farti notare le tue mancanze.
Questa piccola favola triste e a momenti malinconica è tanto reale, ma più che insegnare a non darsi per vinti ci suggerisce che, forse, la soluzione giusta è quella di amarsi per ciò che si è e che si può volare anche se in modo differente dagli altri, il risultato è lo stesso.
Ognuno di noi ha un modo diverso di vivere e di concepire la vita ed è questo il bello. Forse il finale "vendicativo" non è propriamente per bambini, ma credo che tu volessi riferirti a noi adulti con questa favola.
Molto bella e significativa e un po' insegna a camminare da soli anche se il sentirci diversi fa male, anche se a volte sentirci "rifiutati" da chi vogliamo emulare ci distrugge, però alla fine il risultato è questo: siamo vivi e con le nostre forze e con i nostri mezzi dobbiamo imparare a vivere.
Mi è piaciuta in particolar modo questa favola, è la più delicata e bella che tu abbia scritto tra le altre (tra le poche) e leggo sempre un po' di te, anzi, un po' tanto di te.
Bacini.
Bloom