Recensioni per
Vergogna
di Shainareth
Come ti hanno già scritto, questa volta hai dimostrato di saperti destreggiare più che bene anche con una storia sicuramente meno leggera del solito, ma comunque molto profonda che svela tantissimo del personaggio di Akira. Mi piace davvero tanto come stai "svelando" questo personaggio... e pensare che non era certo tra i miei preferiti. ^__^ |
Ma poverina. Mi fà davvero una pena infinita qui,sola, in bagno a rendersi conto che in effetti è sola a crescere...e si vergognas pure, di questo! In effetti non è solo il suo corpo a prenderla allegramente in giro, è tutto il mondo!Povera, povera Akira. |
Bella Chia, veramente bella. Lascia in bocca quel retrogusto amarognolo tipico delle cose belle e dolorose. Akira è una bambina sotto molti punti di vista, matura certo, ma rimane pur sempre una bambina, che per di più è stata cresciuta come un maschio. Ed è ironico che diventi donna proprio quando sente questa sua femminilità così distante, perchè la sente così è palese. E' costretta a nasconderla, a negarla perfino a sè stessa. In questa Shot hai evidenziato benissimo il suo pensiero, le sue emozioni, arriva questa cosa, così improvvisa, così nuova, sconvolge la sua vita ancora di più e le lascia un senso di smarrimento. Perchè secondo me Akira è persa, sa di essere una donna, ma deve vivere come un uomo. cos'è davvero?
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Tenerezza e tristezza. Ecco ciò che mi ha fatto provare questa brevissima ma intensa fic. Per Akira dev’essere stato davvero molto difficile dover affrontare un periodo così delicato da sola. Quasi mi sono commossa, e dico sul serio, perché ho provato a mettermi nei suoi panni… ed è stato piuttosto triste.
Però penso che sia anche questa, la forza della nostra stellina preferita. E’ per questo che non è come tutte le altre ragazzine: è buffo dirlo, ma lei è così ingenua, così pura. Certo sapeva che il suo corpo oramai le stava dando tanti segnali di “crescita”, però un conto è avere una guida, un altro è dover “diventare donna” da sole con la consapevolezza di non poter parlare con nessuno, escluso suo padre che non è certo la persona più adatta. |