Ciao Melian! :D
Finalmente ho trovato del tempo per leggere con calma questo tuo piccolo capolavoro e anche per recensirlo (con la speranza che la recensione sia all'altezza dello scritto)!
Innanzitutto, voglio fare qualche premessa:
1 - amo e ripeto AMO la mitologia egizia. La mia passione per essa è sbocciata quasi in concomitanza con quella greca, anche se quella che conosco meglio è ovviamente quest'ultima (diploma di liceo classico... CHECK! xD).
2 - sono felice di sapere che c'è qualcun altro che sa che il nome egizio di Iside è Aset.
3 - ti ho già detto che amo il tuo stile? No? Bene: amo il tuo stile di scrittura.
Ho adorato questa storia, dalla prima all'ultima parola: non è facile raccontare dal punto di vista di una divinità (sono immortali e onniscienti, mica bazzecole!), ma tu ci sei riuscita alla perfezione. Leggere i pensieri di Aset attraverso i secoli, sapere ciò che ha pensato e pensa delle varie epoche che ha vissuto, mi ha strappato un sorriso: alla fine, il modo con cui interpreta la storia non è molto dissimile dal nostro, nonostante il suo sia un punto di vista più "personale" (ma diciamo anche "divinamente distaccato"!).
Ho sempre amato Aset, è una delle divinità che più ho apprezzato e che continuo ad apprezzare (forse perchè sono cotta di Osiride e Horus almeno quanto lo sono di Ade e Thanatos. Ma questa è un'altra storia! xD). Ti devo dunque ringraziare per aver scritto questa one-shot, perchè mi hai fatto davvero sognare!
Ho apprezzato tanto anche il modo in cui gli altri dèi si sono adeguati alla nuova epoca: Osiride, in fondo, si è trovato a fare quello che faceva anche prima; Horus nei panni del "life coach" è a dir poco perfetto (e il titolo del libro ha in sè una sottile ironia che non guasta affatto); Bastet che fa la veterinaria/gattara, beh, c'era da aspettarselo, così come Thot nei panni del genio informatico/nerd. Amon si è ritirato a vita privata e, non so te, ma io me lo immagino in una mega villa ariosa e soleggiata... ma forse sarebbe meglio se togliesse la carta di credito a Mut, considerando le sue aspirazioni!
Mi è piaciuto davvero tanto anche il fatto che ti sia riferita all'Egitto chiamandolo Kemet ("Terra Nera", come hai informato tu), perchè - non c'entra niente, ma il mio cervello fa collegamenti che capisce solo lui - l'ho contrapposto all'Adam che, in ebraico, significava invece "Terra Rossa" (ad Israele la terra fertile è... rossa! :P) ed è anche il nome del primo uomo creato da Dio.
Il tuo stile è inconfondibile: lineare, diretto, ricercato e colloquiale al tempo stesso. Il testo scorre che è un piacere e permette al lettore di "viaggiare nel tempo" insieme ad Aset.
Continuerei a tessere le tue lodi, ma ho paura di fare la figura della ruffiana!
Ti faccio i miei più sinceri complimenti, approfittandone anche per augurarti un felice anno nuovo!
un bacione,
Ele |