- Recensione partecipante al contest "I colori del Natale - Contest di Recensioni" indetto su Facebook
E rieccomi qui!
Partirò dalla cosa che più mi ha colpita è stata la frase di Nadia "mi racconti una storia?": non so perché ma l'ho ricollegata a "facciamo un pupazzo di neve insieme?", la frase che viene spesso citata in Frozen. Sarà che anche lì si parla di un grande affetto tra sorelle, come qui lo abbiamo tra fratelli.
In questo capitolo, come hai giustamente spiegato tu, si capisce un po' di più il rapporto che lega i due fratelli e comincia a farsi chiarezza sul loro passato. Avevo inteso che il padre dei due ragazzi non fosse un tipo integerrimo, ma non credevo che fosse tanto schifoso.
Ammetto che avevo pensato che spacciasse droga e ti dico che forse sarebbe stato meglio (non che spacciare droga sia esempio di rettitudine, ma quello che faceva quell'uomo è davvero disgustoso).
Ci credo che la povera Nadia sia traumatizzata!
Ed ecco anche perché è così apatica. I genitori sono figure importanti per i bambini e quando si hanno dei genitori assenti come quelli di Nadia ed Ansel, ecco cosa succede, I figli si sentono senza bussola, in balia delle onde, esattamente come si sente la ragazza nel mare.
Per paradosso, il mare è molto più tranquillo e protettivo.
Mi è piaciuto tantissimo il pezzo in cui descrivi dell'infanzia passata nel Golfo di Napoli. Non amo molto il mare, ma mi piace tantissimo l'armonia che deriva dallo stare a galla a contemplare il cielo. Dà un senso di pace totale, pace che è mancata molto a Nadia.
Ansel ancora lo si conosce poco, ma già che ha dovuto abbandonare gli studi per guadagnare qualcosa per mandare avanti la baracca è indice di grande maturità.
Purtroppo, avendo una madre del tutto assente, è stato compito suo crescere la sorella. Ecco perché lei lo vede come suo unico punto di riferimento.
Nadia vive in un mondo tutto suo, è come se avesse paura del contatto con l'esterno e un po' come se non le interessasse. Vive nella sua sofferenza e nei suoi incubi, diffida degli altri ed è ben comprensibile, dopo tutto quello che è stata costretta a passare.
Ho un brutto presentimento riguardo il padre dei due ragazzi, come se, prima o poi, tornerà nelle loro vite e finire di rovinarle. Spero di essermi sbagliata in pieno, anche se l'aria che si respira in questo capitolo sembra di cupo presagio.
Ovviamente siamo solo al secondo capitolo e non si possono fare grandi "scommesse", ma io amo fare previsioni sul futuro.
Nadia e Ansel avranno da barcamenarsi parecchio, per non affondare.
Dal punto di vista grammaticale, in questo capitolo non ho riscontrato errori, pertanto ti faccio i miei complimenti (la lettura è stata molto più fluida).
Ho apprezzato enormemente lo stile frammentato che hai dato al paragrafo sull'incubo, nel quale sembra che si proceda a singhiozzi, terrorizzati ed immobilizzati dalla paura. Ad un certo punto ho fatto un parallelismo mentale con il quadro "l'urlo" di Munch. L'angoscia che si percepiva era la stessa!
Hai saputo evocare una sequenza di immagini e trovo che questo sia davvero importante per la comunicazione autore-lettore.
Bene, credo che per ora ho finito di sproloquiare XD
Perdono, ma mi piace recensire in base a ciò che ho sentito mentre leggevo e non seguo uno schema ordinato. Le mie recensioni sono più "a braccio" che secondo uno schema specifico, spero non ti dispiaccia.
Detto questo, spero di leggere presto il terzo capitolo, così da apprendere di più sul background e vedere se ci saranno degli scossoni nella vita della povera Nadia.
La trama, per quanto ancora non sia delineata, lascia presagire che si solleveranno numerosi polveroni e, in un certo senso, io sono come Eris, la dea della discordia, adoro dove c'è confusione.
Di solito non leggo storie drammatiche, perché credo che gli scrittori si lascino troppo prendere la mano, sfociando in contesti poco credibili. Per ora tu ti stai mantenendo su "cose di questo mondo" e devo rendertene merito, assolutamente. Ben fatto.
In attesa del tuo prossimo aggiornamento, ti lascio.
Alla prossima!
*Halley* |