Ciao! ^^
Quanto è delicato questo racconto? Mi ha ricordato quelle favole che, da piccola, mi piaceva leggere sotto Natale, al calduccio di una coperta. Erano storie di quelle brevi e un po' tristi, ma che avevano il potere di restarti nel cuore...
Mi piacciono tanto le coppie shonen-ai/slash e appena ho letto il nome di Ila, non ho potuto fare altro che aprire e leggere.
Eracle era molto venerato dai popoli che nell'antichità abitavano la mia regione e in ogni luogo che ho visito, ho sempre trovato un tempietto o un'ara a lui dedicata. Dopo il mio amato Odysseo, è il secondo eroe che apprezzo di più e che, a causa di ciò che ha vissuto, trovo molto "umano" nonostante la sua natura semi-divina.
Ho apprezzato molto il modo in cui hai presentato Ila: così delicato e soave, è l'esatto opposto del guerriero rude che invece è Eracle. Non è un amore o un desiderio carnale quello che li lega (o, per lo meno, non solo quello), ma un amore puro, che riesce addirittura ad addolcire il grande guerriero, che di lotte ne ha affrontate e ne dovrà affrontare ancora.
Come la maggior parte di questi amori - basti pensare ad Apollo e Giacinto o, se vogliamo restare in un rapporto uomo/semidio, Achille e Patroclo - anche questo finisce in tragedia.
Hai descritto molto bene la scena finale, indugiando appena nei particolari e lasciando trasparire la velocità con cui è avvenuto il rapimento. Quando ho letto al frase: "Aveva gli occhi verdi, un viso delicato, ma si stava già sviluppando e tra poco sarebbe diventato un uomo anche lui, come i suoi compagni e come Eracle." mi è scappato un sorriso amaro, sapendo bene che Moros aveva, invece, per lui altri piani...
E, infine, mi è pardo di averla sentita quella "voce possente" che ha squarciato il cielo notturno, urlando il nome della persona che amava...
Hai uno stile molto bello. Complimenti!
Elly |
