Sei tornata, finalmente!
D'accordo, quando oggi mi hai detto che avevi una storia subito pronta ho passato la giornata a scervellarmi su cosa potesse trattare stavolta.
Ed eccola qui!
Allora, come sai, questa è stata davvero una giornata di merda.
Ho dovuto recuperare qualcosa come dieci versioni fra latino e greco (e neanche ho finito), ho perso la mia povera, poverissima long, e mi sono impegnata nel riscriverla.
Alla fine ho scritto solo il prologo, ah, non ho abbastanza tempo per far tutto quello che voglio.
Insomma, tutto questo proemio (oh no ancora classico greco) per spiegarti che, quando ho aperto questa pagina, ero incazzata a morte e triste oltre ogni dire.
Ero molto "Ave Vita, moritura te salutant" (sarà giusto? Boh).
Poi ho letto e ho iniziato a sorridere.
Nel modo più spontaneo e puro, senza alcun pensiero per la testa.
Credo che il mio infinito amore per John sia già stato ampiamente manifestato, ma qui davvero ho raggiunto i massimo storici.
Adoro vedere -leggere, pardon- di un John così preso da Paul da osservarne i minimi dettagli.
E sul viso di Paul si è detto e ridetto tutto.
Capelli neri/ corvini/ soffici/ ordinati/ pettinati/ scompigliati.
Occhi nocciola/ verdi/ scuri/ chiari/ medi/ grandi/ all'ingiù/ dolci/ stronzi/ limpidi/ bui.
Sopracciglia perfette/ da donna/ arcuate/ scure/ ordinate.
Naso a ciliegia/ dritto/ a bottoncino/ all'insù.
Bocca soffice/ ben disegnata/ schiusa/ aperta/ chiusa/ col cazzo di John dentro/ col cazzo di John fuori/ rosea/ chiara.
Oh, insomma, non c'è molto da essere originali.
Però, ad esempio, la descrizione dei fianchi, delle cosce e della schiena è qualcosa di diverso, di non sentito mille volte.
Bellissima idea.
E poi:
“Ti ho chiesto scu-sa.” ripeté lentamente, scandendo bene le parole, “Sicuramente devo aver fatto qualcosa di sbagliato perché sono una gran testa di cazzo, ma sai, proprio ora non riesco a ricordare.”
Quanto ho amato questa frase di John.
Mi ha ricordato una persona a cui ho tenuto tanto, così tanto che ogni cosa che diceva e faceva era un peso, e poteva farmi arrabbiare a morte.
Lui non la capiva mai, la causa di quei litigi.
Per lui era tutto semplice, dolce.
Eravamo io e lui, che altro importava? Le cose sbagliate si dicono sempre, lo stesso Paul canta "I'm only a person like you, love. And who in the world can be right all the right time?".
E poi, boom, il perdono.
Il "I know I was wrong make me right".
Il modo di prendere i litigi di John credo fosse esattamente così.
Cercava di sdrammatizzare e far sorridere l'altro per essere sicuro di non averlo perso.
Piccolo mio.
Oh, e poi devo dire che concordo perfettamente con Paul.
Neanche a me piace il soprannome di "Beatle carino", e non perché sia bellissimo (piccolo e sfacciato vanitoso, sì che lo sei), ma soprattutto perché annulla qualità che in Paul erano più importanti.
Che dire, una storia bellissima e dolcissima, non cambierei una sola parola.
Hai uno stile semplice e diretto che arriva dritto al cuore e lo riscalda, come un abbraccio.
Complimenti ancora.
PS: scusa per eventuali errori nella recensione ma sono stanca e non ho voglia di rileggere. |