Recensioni per
Breaking Down
di Utrem

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
15/01/16, ore 12:39

Mia carissima Marta,
ammetto con rammarico che quest'ultimo capitolo mi era sfuggito. Non immagini il senso di angoscia che mi ha provocato questo capitolo e il disagio palpabile che lo contraddistingue; un disagio, un senso opprimente che è il filo rosso di tutti i capitoli qui presenti e che incombe sul lettore, non lasciandolo mai. La mimica facciale di tutti i personaggi, da te descritta nei dettagli, rende il tutto teatrale e minuzioso, profondamente psicologico.
La prima parte è concentrata sulle dinamiche criminali e sulle conseguenze "criminali" dell'omicidio di Marie; lei era moglie di un investigatore della DEA e la sua morte gratuita porterà problemi. Walter esprime la sua faccia cinica qui, quella facies che gli ha permesso di simulare il suicidio della cognata con tanto sangue freddo. Non fatico a credere che in quel momento lui sia realmente freddo, che non senta la lacerazione eppur presente nel suo animo. In effetti è come se fosse bipolare, poiché nella seconda parte lui sente davvero la gravità di ciò che ha fatto, il peso, o meglio la voragine nera che ha provocato nella sua stessa famiglia, nell'intimità della sua casa.
Terrificante la sequenza in cui lui entra a casa e Skyler è disfatta, mentre Hank vomita da ore. Un profondo disagio prende l'anima del lettore; una sensazione di profondo malessere.
Molto efficace qui la metafora del cancro di Walt che diventa quasi un essere animato, generando la bipolarità all'interno dell'uomo. È il cancro ad essere il Walt criminale, la manifestazione fisica della sua corruzione psichica. È proprio un brusco risveglio e forse non ci si potrà più riaddormetare.
Walt cerca la catarsi: piange ai piedi del figlio, il più innocente ed inconsapevole di tutti; ma gli viene negata proprio da Skyler, e sempre Skyler tronca la catarsi di Hank alla fine, in quello scenario oscuro e surreale, con il cappellino di Marie che si muove al vento.
Anche Hank è colpevole e vittima allo stesso tempo: è stato vittima di un'ossessione così come un'ossessione ha ucciso Marie. Tutti sono preda di demoni psichici che hanno, infine, tracciato questa trama grigia ed angosciosa attorno a loro e da cui non ci si può più togliere impunemente.
Un'ottima prova, Marta, ancora una volta.
Un abbraccio e a presto :)

Ele
(Recensione modificata il 15/01/2016 - 12:41 pm)

Recensore Junior
14/06/15, ore 14:17

Ciao Marta!
Questo capitolo continua a presentarci un'atmosfera claustrofobica ed agghiacciante, stavolta attraverso il punto di vista di Hank e Skyler.
Ho trovato molto angosciante tutta la parte relativa all'inquietudine di Hank mentre prova a rintracciare Marie per telefono. Il telefono, da te giustamente definito omertoso, diventa uno strumento con cui il lettore viene calato nella parte di un marito preoccupato per la non rintracciabilità della moglie. L'inquietudine viene gradualmente trasformata nel gelido gorgo d'angoscia che s'impadronirà di lui per poi colorarsi di un filo di orrore quando il cadavere di Marie viene ritrovato, mascherato come effetto di un suicidio. Ho trovato molto efficace e opprimente tutta la sequenza, nonostante fossi già informata della fine di Marie. Trovo che il tutto sia pregno di un ulteriore grado di cupezza proprio in virtù del fatto che il lettore sa già tutto sin dal principio.
Abbiamo poi un incontro altrettanto straziante: Hank che si presenta davanti a Skyler per annunciarle il lutto che colpisce entrambi.
Com'è cruda, viva e straziante tutta questa scena! Nessuno dei due sembra destinato a recuperare la totale lucidità, evocata a malapena dai nomi dei figli.
E che dire del preludio di tutto questo, mentre Skyler fissa assorta lo specchio d'acqua della piscina? Sembrerebbe rigenerante, se non fosse che il lettore sa già cosa l'aspetta di lì a poco. Ho apprezzato molto questa quiete riflessiva prima della resa dei conti, che rimane pur sempre parziale. Infatti, sia Hank che Skyler dovranno convivere con uno degli assassini (figurato, nel suo caso) di Marie; colui che ha congeniato tutta la scena del suicidio, generando in Hank un vorticoso crogiolo di sensi di colpa.
Davvero un ottimo lavoro, Marta!
Come sempre non posso non complimentarmi con te per come riesci a descrivere e penetrare negli stati psicofisici dei personaggi, qui coinvolti in una vera e propria Tragedia familiare.
Sono curiosa di leggere il seguito!
Un abbraccio.
Ele
(Recensione modificata il 14/06/2015 - 02:34 pm)

Recensore Junior
10/02/15, ore 17:36

Questo capitolo mi è piaciuto davvero tanto, Marta.
È brutale, straniante e allo stesso tempo profondo, elaborato con la tua consueta bravura e con un lessico accurato e sobrio allo stesso tempo. Mi ha trasmesso un profondo senso di angoscia, anche perchè si ricollega a quello che hai preparato nei capitoli precedenti.
L'omicidio di Lydia, che è un po' il doppio di quello Marie, è agghiacciante, così com'è agghiacciante la reazione di Walter quando scopre che la cognata è stata freddata con un colpo alla nuca. Trova addirittura la lucidità di creare un espediente per discolparsi di questa morte, percepita in modo così diverso da quella di Lydia. Come hai sapientemente sottolineato tu, il cadavere di Marie suscita un altro tipo di reazioni in Walt, che sembra davvero un uomo di gomma, da come viene presentato. Marie è un mondo che muore, un mondo di cui lui fa parte, sangue del sangue di sua moglie. Eppure lui trova il modo di districarsi da questo nodo, sebbene la coscienza imporrebbe altre soluzioni. Perfino il suo complice pensa con orrore all'ipotesi di trovarsi al posto di Walt e gestire la morte della cognata a quel modo! Walt riesce a trovare il bandolo della matassa e risolve la situazione, ma il nodo più grande, quello fondamentale che coinvolge anche la sua morte imminente, non lo scioglierà mai ed è destinato a peggiorare, perchè ha scelto di coprire la peggiore delle bugie, ossia quella che tradisce nel profondo i suoi affetti più cari. Ne è valsa la pena, vendere l'anima così, diventare un siffatto traditore, per ottenere in cambio la sicurezza famigliare della sua famiglia? Come vivrà sua moglie, ora che sua sorella è morta?
La tensione l'hai creata piano piano, dal prologo fino a qui, come fosse un'opera unica. Già sapere che Marie moriva, rendeva tutto più Fatale e ferale allo stesso tempo. Come non pensare all'angoscia pungente che ha segnato le ultime ventiquattro ore della sua vita? Davvero opprimente!
Ti faccio i miei complimenti, Marta!
Un saluto!
Ele

Recensore Junior
29/01/15, ore 22:45

Ciao Marta,
è con molto piacere che mi accingo a recensire questo secondo capitolo della tua storia.
Davvero un bel climax ascendente, non c'è che dire. Nella prima parte sono ben descritti i dubbi che sono sorti nella mente (e nel cuore!) di Marie, dopo una festa di compleanno funestata dai sospetti. Non c'è nulla di peggio che una gaia ricorrenza famigliare in cui le menti, invece che essere assorbite dalla serenità, sono attanagliate da fosche elucubrazioni. È ciò che confessa Marie ad Hank, oltre alle paure comprensibili che riguardano sua sorella, già aspirante suicida. È molto realistica la situazione che descrivi, le reazioni che hanno entrambi durante il confronto verbale. Il ritmo cresce quando ti soffermi a descrivere la notte inquieta di Marie e dell'elaborazione del suo piano. Conoscendo il prologo, il tutto assume tinte fatali e la tensione cresce, assieme al ritmo che si fa più serrato. Quasi si spera che lei non riesca a trovare le chiavi o che non trovi la macchina di Walt parcheggiata davanti alla casa. Marie comincia a somatizzare la tensione mano a mano che il piano procede...inutile dire che la descrizione particolareggiata delle sue reazioni fisiche e mentali, che si trasformano in un vero e proprio malessere psicofisico, è fatta molto bene: c'è il ritmo giusto, il lessico è preciso ed accurato, c'è la giusta composizione tra descrizione, narrazione ed introspezione. Sei dotata di un'ottima capacità di osservazione e di auto-osservazione, e questo si vede appunto in come riesci a descrivere certe dinamiche psichiche, ossia in modo nient'affatto banale. L'ultima parte mi ha messo molta tensione, pur non avendo mai vista la serie: ciò significa che il tuo intento è stato raggiunto!
Un abbraccio!
Ele
(Recensione modificata il 29/01/2015 - 11:04 pm)

Recensore Junior
28/01/15, ore 14:26
Cap. 1:

Ciao Marta!
Ho letto attentamente questo tuo primo capitolo e ho letto su google di cosa tratta Breaking Bad per capire meglio (trama controversa e per certi versi cruda! 😛 ).
Dunque, Marie è la moglie del cognato del protagonista e so che nella serie preme per far incastrare Hank. Non so però cosa stia facendo in questa situazione precisa, ma ti assicuro che mi ha molto impressionato il modo in cui tu hai composto il tutto: una scena essenziale, accurata, claustrofobica, con un finale spiazzante e crudo. Le sensazioni fisiche, quasi malate, di Marie, il senso del vuoto, lo straniamento e il peso interiore di aver fatto una cosa gravissima, sono quasi tangibili e si sposano con l'ambientazione desolata e sporca, in cui un raggio di sole non è che un elemento di fastidio, invece che un appiglio di speranza o distensione. Bello il doppio senso ("[...] ora te ne puoi andare. [...]") che metti in bocca al ragazzo, che tranquillamente fredda Marie nell'epilogo di questo primo capitolo; bello perchè Marie lo interpreta come un'assoluzione invece che per il suo esatto opposto: una condanna a morte. M'incuriosice molto sapere ciò che accadrà e sapere se Marie è morta davvero (presumo di sì, a meno che non accada qualcosa a vanificare tutto come in "Kill Bill") o se solcherà ancora la scena.
I miei complimenti!
Ele
(Recensione modificata il 28/01/2015 - 02:28 pm)
(Recensione modificata il 28/01/2015 - 10:57 pm)
(Recensione modificata il 28/01/2015 - 11:00 pm)