Recensioni per
I came from the 80s
di J85

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
29/10/22, ore 12:07

Forse non ti aspettavi una recensione a un racconto del 2008, ma dalla presentazione mi ha colpito, quindi ho deciso di leggerlo e recensirlo. In un primo momento, lo ammetto, pensavo fosse un personaggio che aveva viaggiato nel tempo, per poi rendermi conto che invece Roberto vive nel presente ma amando gli anni '80 al punto tale da renderli protagonisti assoluti della sua vita.

Il personaggio principale mi è sembrato piuttosto originale, ben costruito e non stereotipato. Mi spiego: di solito racconti e fan fiction sono pieni zeppi di personaggi che, alle manie originali, affiancano o un odio totale per il mondo circostante, oppure si isolano totalmente da esso. Invece no: Roberto ha un look particolare, non possiede un cellulare, ha dei gusti particolari in termini di intrattenimento... ma è una persona che si comporta in modo normalissimo.

Ho apprezzato molto questo aspetto e in particolare il suo rapporto con l'amica, che per lui chiaramente non è solo un'amica! Non mi aspettavo un finale così triste, ma comprendo la scelta. Anzi, oserei dire che è un finale molto azzeccato e seppure la lettura del messaggio "postumo" non sia forse così originale, la trovo una chiusura molto emozionante.

Recensore Veterano
19/07/15, ore 16:56

Secondo posto

I came from the 80's

di

J85

con

66,95 pt



Grammatica: 9.95/10
Per un po’ fu il silenzio a farla da padrone. Farle da padrone. Errore di battitura, niente di grave.


Stile e lessico: 10/10
Posso solo dirti che il modo in cui hai scritto questa storia, le espressioni, i modi di dire, la scelta delle parole, i riferimenti continui ed ironici agli anni 80 mi hanno fatto letteralmente sciogliere e divertire contemporaneamente.
Lineare, incalza una lettura piacevole e mai singhiozzante.
Anche i dialoghi, in stile adolescenziale, sono ben amalgamati con la narrazione senza spezzarla mai.
Ho amato ogni singola frase, ogni singola parola.
Lo stile è semplice, adatto al contenuto e ai personaggi di cui si narra.
Veramente pieni voti!


Caratterizzazione dei personaggi:14/15
Parto con il dirti che ho amato prima di tutto la mamma di Roberto, adorabile nel suo gesto di premersi una mano sulla fronte nel vedere che il figlio ha indossato la maglietta per le occasioni speciali con su scritto 'I <3 80's'. Deliziosa!


Beatrice: Capisco Beatrice, il suo cercare continuo di cambiare l'amico strambo, però mi rendo anche conto che, dopo tutti quegli anni, ci sarebbe dovuta essere un'accettazione da parte sua nei confronti di Roberto, per cui sembra anche provare qualcosa.
Di Bea non sappiamo moltissimo, se non che è utile allo sviluppo della caratterizzazione del personaggio principale, la sua spalla.


Roberto: Ohh! <3 Tanti cuoricini per Rob, il sedicenne incallito, col desiderio irrealizzabile di tornare nei fantastici anni 80! Bellissimo, caratterizzato alla perfezione, tridimensionale, con una passione che coltiva e che ostenta, indipendentemente dai pareri altrui. Il suo amore per gli anni 80 è incondizionato, non cede alle comodità del suo tempo e non si fa corrompere dalla nuova tecnologia.
Bello però il pezzo finale. C'è crescita in lui quando pensa a Bea e alle cose che continua a ripetergli, le vuole bene e per lei è disposto a cambiare anche se di una virgola e decide di mandarle quel tenero e straziante messaggio prima della fine.
Bello, bello, bello!!


Ambientazione e descrizione dei luoghi: 15/15
Il fulcro della descrizione qui lo troviamo nella stanza di Roberto (Descritta in ogni dettaglio) e nel modo in cui si veste, cosa che mi fa capire di quanto tutto, nella sua vita, ruoti intorno agli anni 80 e che il resto rientri in un opzionabile realtà che a lui non interessa.
Me lo sono immaginato, con il giacchetto con le spalline, l'invicta giallo fluorescente, gli occhiali con la montatura di plastica...
Vabbé mi sono innamorata!!




Originalità: 4/5
Quì l'originalità merita un punteggio alto, non ho mai letto di un personaggio così, anche se il finale cade un po' nell'ordinario.


Gradimento personale: 14/15
Ho adorato la tua storia, il personaggio di Roberto, sua mamma, ma mi è dispiaciuto troppo per il finale.
Avevo immaginato che il tutto si sarebbe concluso con la morte del protagonista e questo ha influito negativamente sul mio giudizio.
Da un po' di tempo a questa parte c'è una tendenza a far morire i personaggi perché il 'vecchio' happy ending è uscito di moda...
Questa cosa non la comprendo, io adoro i finali felici, perché non sono scontati per niente.
Al di là di questo, la storia è veramente eccezionale, mi ha fatto simpatizzare per Roberto e ho sospirato per lui e Beatrice con la speranza che fra loro potesse nascere qualcosa (l'inguaribile Cupido che è in me non muore mai).
Peccato solo per come è finita.
Ci sentiamo presto!
Verrò a leggere sicuramente qualcosa di tuo!
Baci!

Nuovo recensore
07/01/15, ore 22:10

Recensione storia partecipante al contest "Voglia di Sognare" di Giulia___

3° classificata

Grammatica: 10/10 

La grammatica è ottima, non ho trovato né un erorre di battitura, né una virgola fuori posto. 

Stile e lessico: 10/10 
Hai uno stile davvero ottimo, la storia scorre veloce ed è un piacere leggerla. È adatta al contesto, si vede la cura che hai messo nella scriverla e leggendola ho avvertito quasi il tuo attaccamento alla storia. È un concetto un po’ particolare, ma si vede che è una storia a cui sei legato e non una storia che hai buttato giù per passare il tempo. Magari non è così, ma è quanto traspare dalla lettura. 

Originalità: 10/10 
La storia è davvero originale, soprattutto per Roberto e il suo voler vivere negli anni 80. Meravigliose le citazioni, sicuramente le avrei apprezzate di più se fossi nata qualche anno prima, ma hai dimostrato un’incredibile attenzione per i particolari, a partire dalle spalline nella giacca, alle musiche e alle citazioni. Il finale poi mi ha strappato il cuore. 

Caratterizzazione dei personaggi: 9/10 
Il personaggio di Roberto è caratterizzato alla perfezione. Forse il personaggio di Bea è un po’ stereotipato e più che altro mi chiedevo come fosse possibile che dopo tutto questo tempo lei ancora si lamentasse per l’abbigliamento e il comportamento di lui. Ma è davvero una piccolezza, è quasi perfetto. 

Attinenza con il tema: 15/15 
L’attinenza c’è al 100%. Roberto ha un sogno irrealizzabile, quello di vivere nel passato, e nonostante sia un qualcosa di impossibile fa il possibile per sentirsi parte di quell’epoca a costo di venire forse emarginato. 

Gradimento personale: 5/5 
Ho trovato la tua storia meravigliosa, ho finito di leggerla con gli occhi lucidi. Hai trattato tutto in maniera perfetta, se mentre all’inizio riuscivo a immedesimarmi perfettamente con Roberto, alla fine ero perfettamente immedesimata nei panni di Beatrice e riuscivo a sentire la sua disperazione. Il fatto che lui abbia comprato un cellulare per lei mi ha davvero distrutto. Davvero molto bella, i miei complimenti! Alla prossima! 

Totale: 59/60 

Recensore Master
18/11/14, ore 13:29

GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL «SUMMER CONTEST PER STORIE EDITE»
«I CAME FROM THE 80S» DI J85
Le note che uscivano dal lettore CD invadevano l’intero abitacolo della macchina. Il ragazzo, ormai un uomo, alla guida della vettura aveva ben altri pensieri in testa. Era in ritardo per il lavoro, la sua ragazza lo aveva nuovamente lasciato perché non riusciva a smettere con la droga e, proprio quella mattina, aveva trovato un graffio sullo sportello dell’auto.

- Sviluppo della trama e dei personaggi
La trama, purtroppo, non mi ha entusiasmata come credevo. Dal titolo avevo inizialmente creduto che si trattasse di una cosa vecchio stile come “Ritorno al futuro” - infatti viene a sua volta nominato nel corso della storia, anche se purtroppo non è esattamente il riferimento che avrei voluto trovare, essendo io una vera e propria patita di quel film -, ovvero di un tuffo in quella società e in quel mondo un po' a parte che erano gli anni '80, dove si sarebbero visti gli alti e i bassi e dato vita ad una commedia che non pesasse troppo e che riuscisse a strappare anche un sorrisino per i tempi andati. Non è stato invece così e un bel po' me ne dispiaccio, poiché l'ho trovata piatta e senza una svolta del tutto significativa che sollevasse in qualche modo le sorti della narrazione.
Il racconto si apre in modo lento, forse anche troppo, spiattellandoci in paio di paragrafi la vita di Roberto e le collezioni che contiene la sua stanza dalle pareti tappezzate di poster, prima di diramarsi verso una seconda parte altrettanto lenta e ridondante a causa delle azioni ripetute e meccaniche che sembrano venir fuori dai gesti e dalle parole sue e di sua madre; segue, dopo aver lasciato una sesnazione al lettore che non tutto andrà per il verso giusto, la scena al bagno che, personalmente, avrei evitato o per lo meno tagliato, in modo che non risultasse uno stacco in più al testo.
Avrei sì parlato del fatto che, dopotutto, era un ragazzo come tanti con un certo fisico, ma avrei accorciato tutto il resto, dato che si tratta di particolari inutili che a volte ai lettori non interessano. A chi importa quanto tempo sta al bagno un protagonista o come si veste, elencando la cosa dettagli per dettaglio? Si tratta ovviamente di un parere soggettivo, ma la presenza di tutti quegli elementi ha a propria volta stancato e ha fatto sì che non riuscissi a godermi la storia come meritava. Non mi danno fastidio i dettagli, anzi, li adoro e nelle storie ne ricerco sempre, ma quando si tratta di cose su cui si potrebbe sorvolare divento un po' critica, storcendo il naso; avresti potuto accorciare tutto e passare direttamente al particolare che per il ragazzo sembra così importante, ovvero la maglia con la scritta I♥80s - mettendo per iscritto così anche nella storia, magari, poiché si tratta di un dettaglio della maglia ed è permesso usare segni grafici di questo tipo quando si tratta di cose del genere -, e spiegare brevemente il resto.
Non comprendo inoltre perché tu l'abbia considerata una commedia, mettendola anche in quella sezione. Si tratta di una storia drammatica e con il significatooriginale di commedia c'entra ben poco, poiché non mi ha fatta sorridere né mi è sembrato che si concludesse con un lieto fine. Finisce male e avrei forse scelto altri generi su cui spostarsi, dato il modo in cui la storia comincia a diramarsi a poco a poco dinanzi agli occhi del lettore.
Ti cali inoltre davvero poco nell'introspezione di Roberto, non dai il tempo a chi legge di patteggiare per lui e di cominciare ad amarlo come personaggio, dando risalto a fronzoli e descrizioni inutili e dimenticandoti che una storia è fatta anche per rendere più vicino il protagonista al lettore, che deve condividere in questo modo le sue ansie, le sue gioie, le sue paure e le sue passioni, imparando ad amarlo riga dopo riga e parola dopo parola; non si capisce nemmeno perché sia affezionato così tanto agli anni '80 e perché faccia determinate cose, e proprio per questa mancanza di empatia non ho battuto ciglio nel finale, non riuscendo a provare la solidarietà che avrebbe dovuto smuovermi per un avvenimento tanto devastante. Ho visto il tutto come se si trattasse di una notizia al telegiornale, dove senti che qualcuno purtroppo ci ha rimesso la vita e tu sul momento ti puoi anche dispiacere e ti domandi perché è successo proprio a lui, ma più di tanto non ti interessa perché non è legato a qualche conoscente stretto e non ti lascia il vuoto che si prova quando si perde qualcuno a cui si vuole bene.
Parlando per l'appunto di quella parte, succede tutto esageratamente veloce: comprendo che un incidente di quel calibro non ti dia esattamente il tempo per capire che cosa sia accaduto, ma è stato descritto così in fretta, a differenza del ritmo lento con cui si è mossa fino a quel momento la storia, che ti lascia scombussolato il rapido susseguirsi degli eventi, senza farti comprendere come si deve e liquidando così la presenza quasi ingombrante di Roberto, personaggio che, come detto, a causa della mancata introspezione risulta piatto e difficilmente amabile dal lettore.
La sola cosa che ho apprezzato davvero è stato quel breve ritorno di Roberto nell'età moderna, con quell'SMS inviato a Bea per farle capire che, nonostante il suo stile di vita e la sua voglia di tornare negli anni '80, ha pensato di scriverle in quel modo per farle vedere che in un certo qualsenso di lei gli importa e che ha tentato così di farglielo capire. Peccato, però, che poi tutto venga dissolto da quell'incidente che lo priva della vita, e mi meraviglio anche che siano riusciti a fermare il suo investitore così in fretta.
Avevi molti spunti su cui fa presa, idee che viste singolarmente avrebbero potuto dar risalto all'intero testo, ma che insieme funzionano poco, sia per il modo in cui vengono spiattellate davanti sia per il corso che prende il racconto, lento fino alla conclusione dove sembra invece che tu voglia tagliar corto una volta per tutte, mettendo così la parola fine al tutto. C'erano degli elementi belli, particolari, cose che potevano rendere il tutto splendido, ma hai voluto peccare un po' di inerzia e hai adattato tutto su altro, senza osare troppo come magari avresti potuto fare.

- Sintassi, stile & grammatica
La massiccia presenza di virgole iniziali, atte a suddividere le frasi per le troppe informazioni che hai dato nella prima parte della storia, hanno fatto sì che la stessa si appesantisse, rendendo un po' ostica e a singhiozzo la lettura. In contrapposizione, quelle stesse virgola mancano quando servono, e ciò ha pesato ancora di più.
Non ho trovato la fluidità che mi aspettavo e la troppa mole di spiegazioni iniziali ha fatto sì che il protagonista venisse scoperto troppo in fretta, senza dare il tempo al lettore di capire pian piano le sue passioni e ciò che aveva nella stanza. Se da un lato ho apprezzato questa dettagliata descrizione, dall'altra avrei preferito che non fosse spiattellata tutta insieme, ma adagio nel testo per non dare l'impressione che fosse una sorta di elenco.
Ho inoltre notato che tendi a descrivere cose e azioni che sono meccaniche e che non necessitano di spiegazione alcuna, facendo un grande spreco di parole anche quando si potrebbe evitare, ma mi spiego meglio segnalandoti delle annotazioni qui di seguito:

del suo corpo/nuovamente il corpo → Essendo ripetuti ad una distanza ravvicinata di appena due righe, ometterei uno dei due o cercherei un sinonimo che suoni bene comunque
Con ben poca fluidità nei movimenti riuscì a sedersi → “Con ben poca fluidità nei movimenti, riuscì a sedersi”
sulle pareti attaccati poster di Samantha Fox → “sulle pareti erano attaccati poster di Samantha Fox”
stranamente ben ordinata vi era uno scaffale con sopra, → “stranamente ben ordinata, vi era uno scaffale con sopra,”
“Capitan Tsubasa”, conosciuta meglio in Italia come “Holly e Benji”, e se da un lato → ““Capitan Tsubasa”, conosciuta meglio in Italia come “Holly e Benji”; e se da un lato”
Hulk Hogan, formato ridotto ovviamente e con una salda → “Hulk Hogan, ovviamente formato ridotto e e con una salda”
Infine il giovane/Infine in un angolo → Uno dei due potrebbe essere eliminato senza alcun problema
Ah cavolo, rischiavo → “Ah, cavolo, rischiavo”
Roberto sei sveglio? → “Roberto, sei sveglio?”
Sì, arrivo mamma!” una volta risposto Roberto si strusciò il palmo della mano sinistra sopra gli occhi, per cercare di ridestarsi completamente, ed infine si alzò e adottò la completa posizione eretta → “Arrivo, mamma!” una volta risposto, Roberto si strusciò il palmo della mano sinistra sopra gli occhi per cercare di ridestarsi completamente, ed infine si alzò e adottò la completa posizione eretta” senza il sì, è superfluo. Trovo inoltre che scrivere “la completa posizione eretta” sia qualcosa in più che potrebbe essere evitato. Se scrivi “si alzò” lasci già presupporre che comunque è in piedi, o, se proprio vuoi specificare, trovo suoni meglio “si alzò e drizzò la schiena”
Ciao cucciolo → “Ciao, cucciolo”
“Buongiorno mamma” rispose al saluto il giovane ancora molto assonnato. → ““Buongiorno, mamma” rispose al saluto il giovane, ancora molto assonnato.”
Kellogs → “Kellogg's”
pronto a consumarli di lì a breve tempo. → Si tratta di un'azione in più che si può tranquillamente evitare ai fini di una narrazione fluida
Roby sei sicuro → “Roby, sei sicuro”
No mamma lo sai → “No, mamma, lo sai”
le rispose il figlio mentre aveva appena terminato di collocare i cereali dentro la sua ciotola e si apprestava a versarci sopra del latte. → “le rispose il figlio, gettando i cereali nella ciotola e affogandoli poi nel latte” semplice, incisivo e d'impatto, senza troppe parole e fronzoli inutili
Giornata dura oggi a scuola? → “Giornata dura, oggi a scuola?”
Ah Roby… → “Ah, Roby…”
ok → “okay”
Dopo qualche attimo di piena immobilità Roberto rispose “Certo mamma”.
Ma la stessa madre
→ “Dopo qualche attimo di piena immobilità, Roberto rispose “Certo, mamma”. Ma la stessa madre”
Mentre stava eseguendo la pulizia dei propri denti il ragazzo per qualche secondo si squadrò allo specchio → “Mentre stava eseguendo la pulizia dei propri denti, il ragazzo si squadrò allo specchio per qualche secondo”
Una volta uscito dal WC era il turno di uno dei momenti più solenni di ogni mattina → “Una volta uscito dal WC, era il turno di uno dei momenti più solenni di ogni mattina”
per la mattinata scolastica ma per → “per la mattinata scolastica, ma per”
Ciao mamma io vado! → “Ciao mamma io vado!”
“Va bene cucciolo a dopo!” provò a tenergli il ritmo la mamma che poi, una volta che la porta d’ingresso fu violentemente sbattuta nell’atto di richiuderla, commentò tra sé “Oh misericordia! Ha ripreso la maglia speciale…” mettendosi una mano sulla fronte, presa dallo sconforto. → ““Va bene, cucciolo, a dopo!” provò a tenergli il ritmo la mamma che poi, una volta che la porta d’ingresso fu violentemente sbattuta, commentò tra sé “Oh, misericordia! Ha ripreso la maglia speciale…” mettendosi una mano sulla fronte, presa dallo sconforto.”
Nel mentre il ragazzo era fuori dall’abitazione che stava raggiungendo la propria meta a grandi falcate → Rivredrei completamente l'intera frase, poiché così scritta sembra che sia l'abitazione a raggiungere la meta a grandi falcate
Ciao Rob! Oddio ma stai ancora conciato così?! → “Ciao, Rob! Oddio, ma stai ancora conciato così?!”
a fare questo esplicito commento fu una ragazza dai capelli neri lunghi poco più in giù delle spalle e gli occhi lievemente truccati del medesimo colore. → Rivedrei anche questa frase, poiché la mancanza di punteggiatura suscita un senso di apnea
Ciao pupa! Anche te sei uno schianto! → “Ciao, pupa! Anche tu sei uno schianto!”
piuttosto Rob ti ricordi di oggi pomeriggio? → “piuttosto, Rob, ti ricordi di oggi pomeriggio?”
Ma sì Bea stai tranquilla ci sarò → “Ma sì, Bea, stai tranquilla. Ci sarò”
Ma dai Rob → “Ma dai, Rob”
Proprio mentre indugiava in questa sua operazione → Suona davvero male, spiegato così. Comprendo ciò che vuoi dire, ma durante una narrazione è bruttissimo leggere termini del genere. Lo cambierei o lo eliminerei del tutto
14 anni → “Quattordici anni”, non si scrivono i numeri in un testo, a meno che non siano date o orari
Lei, speranzosa in qualche attenzione particolare rivolta nei suoi confronti da parte dell’amico, visto che i genitori del ragazzo erano via per qualche motivo, magari qualche bacio o addirittura maliziose palpatine. → Sembra che la frase venga troncata così, senza un nulla di fatto. Proverei a rivederla, poiché letta ad esempio ad alta voce da' proprio la sensazione che manchi qualcosa
modo gli stessi pensieri ma poi la → “modo gli stessi pensieri, ma poi la”
delle pubblicità. Mentre Beatrice → “delle pubblicità, mentre Beatrice”
dalla frenata dell’autobus che si fermò → “dalla frenata dell’autobus, che si fermò”
Lo stesso Roberto si ridestò pienamente battendo la testa contro il sedile davanti e facendogli cadere gli occhiali da sole. → “Lo stesso Roberto si ridestò pienamente e batté la testa contro il sedile davanti, che gli fece cadere gli occhiali da sole.”
Sai com’è Bea → “Sai com’è, Bea”
A proposito che canzone utilizzerai? → “A proposito, che canzone utilizzerai?”
Ma è possibile Rob che a volte sei così scemo? → “Rob, ma è possibile che a volte sei così scemo?”
e togliti quel ridicolo giubbotto che sembri Ufo Robot → “e togliti quel ridicolo giubbotto, che sembri Ufo Robot”
Allora Rob sei pronto per il tema? → “Allora, Rob, sei pronto per il tema?”
Che cosa stai dicendo Bea? → “Che cosa stai dicendo, Bea?”
Senti un po’ Rob ma → “Senti un po’, Rob, ma”
le chiese guardandola dritto → “le chiese, guardandola dritto”
Ma dai Rob! → “Ma dai, Rob!”
ma insomma possibile → “insomma, possibile”
dolce sorriso/mezzo sorriso → Distanza ravvicinata, eliminerei uno o utilizzerei un sinonimo
Senti Bea ma ora c’è piscina giusto? → “Senti, Bea, ma ora c’è piscina... giusto?”
Sì perché? → “Sì, perché?”
il ragazzo stiracchiandosi → “il ragazzo, stiracchiandosi”
Dopo un attimo di silenzio Roberto riprese → “Dopo un attimo di silenzio, Roberto riprese”
No Roberto non → “No, Roberto, non”
Dato/data → Il “data” lo sostituirei con un sinonimo
impegnativo per i due. Quando s’imbatterono → “impegnativo per i due, quando s’imbatterono”
E perché non ci provi te Rob?” scoccò la frecciatina Bea squadrando l’amico. → “E perché non ci provi tu, Rob?” scoccò la frecciatina Bea, squadrando l’amico.”
“Cosa?!” voltandosi preoccupato verso di lei “e te pensi che, visto che sono “speciale”, come dici te, posso → ““Cosa?!” voltandosi preoccupato verso di lei, sbottò “e tu pensi che, visto che sono “speciale”, come dici tu, posso”
Ah dai Rob scherzavo! → “Dai, Rob, scherzavo!”
Oddio sono talmente tesa per oggi! → “Oddio, sono talmente tesa per oggi!”
Ma no tranquilla andrà tutto bene → “Ma no, tranquilla, andrà tutto bene”
Sì però questo è il primo spettacolo che facciamo → “Sì, però questo è il primo spettacolo che facciamo”
Tranquilla sarà una passeggiata → “Tranquilla, sarà una passeggiata”
Speriamo Rob → “Speriamo, Rob”
confermò Beatrice anche se rimaneva il dubbio → “confermò Beatrice, anche se rimaneva il dubbio”
questa storia Rob, ma è possibile → “questa storia, Rob, ma è possibile”
E’ → Ovviamente si dovrebbe scrivere “É”, anche se è più veloce e pratico. Se si usa NVU si può utilizzare la funzione caratteri e simboli per inserire la É accentata, altrimenti su Word lo fa automaticamente dopo il punto
“Vabbe’ lasciamo stare…” rinunciò definitivamente al suo intento Beatrice. → ““Va beh, lasciamo stare…” Beatrice rinunciò definitivamente al suo intento.”
“Ciao Rob ad oggi e, ricordati, se non ti fai vedere giuro che te ne faccio pentire a vita!” lo minacciò l’amica con sguardo serio e dito indirizzato al collo come fosse un coltello pronto a tagliargli la gola. → ““Ciao, Rob, ad oggi! E ricordati: se non ti fai vedere, giuro che te ne faccio pentire a vita!” lo minacciò l’amica con sguardo serio, facendo cenno con un dito di tagliargli la gola.”
Credo proprio che mi conviene darti ascolto” accettò la proposta dell’amica Roberto. → “Credo proprio che mi convenga darti ascolto” accettò la proposta dell’amica.”
Ehi Bea → “Ehi, Bea”
Ci penserò su Rob, ciao a dopo → “Ci penserò su, Rob! Ciao, a dopo”
da Roberto, come poche volte faceva e poi si ritirò subito → “da Roberto, come poche volte faceva, e poi si ritirò subito”
Era incredibilmente teso quel primo pomeriggio, quasi come se toccasse a lui a breve danzare sulle punte invece che alla sua splendida amica Beatrice. → “Quel primo pomeriggio era incredibilmente teso , quasi come se toccasse a lui danzare sulle punte invece che alla sua splendida amica Beatrice.”
Decise di partire.
Ma quasi varcata
→ Salirei la successiva frase, giacché è sconsigliato cominciare con una negazione
il ragazzo era infine arrivato a destinazione, con sommo stupore dello stesso Roberto → “il ragazzo era infine arrivato a destinazione con sommo stupore”
Il ragazzo, ormai un uomo, alla guida della vettura aveva ben altri pensieri in testa → “L'uomo alla guida della vettura aveva ben altri pensieri in testa”
Se non si presenta oggi quel bastardo non gliela perdonerò mai! → “Se qiel bastardo non si presenta, non gliela perdonerò mai!”
viso sereno/occhi sereni → Cercherei un sinonimo
alla odiata → “all'odiata”
Tale azione però le fu quasi del tutto impedita da un uomo che la semi bloccò dicendole “signorina si fermi! non è prudente muoverlo ora!”. → “Tale azione, però, le fu quasi del tutto impedita da un uomo che la semi-bloccò, dicendole “signorina, si fermi! non è prudente muoverlo ora!”.”
nel luogo. → “sul luogo.”
“Ciao Bea sono uscito ora da casa ci vediamo tra poco Roberto” → ““Ciao, Bea, sono uscito ora da casa. Ci vediamo tra poco. Roberto”” Sarà pure un SMS, ma io sono pignola e odio il fatto che non ci sia punteggiatura nemmeno in quelli. Aye, sono vecchio stampo pure io

- Parere personale
Mi spiace dirlo, ma ammetto che la storia non mi è piaciuta molto. Nonostante i vari elementi inseriti, dai manga di Holly & Benji alle Tartarughe Ninja a piccolezze simili che hanno caratterizzato gli anni '80, non è riuscita a catturare del tutto le corde del mio interesse a causa della narrazione lenta e a volte troppo pretenziosa, la quale sembrava voler sprecare molte parole per rendersi più bella agli occhi del lettore. Magari è stata semplicemente un'impressione, ma mi è sembrato che tu utilizzassi molte parole per riempimento, così da far salire il contatore senza renderti conto che, a volte, tali parole rendevano solo ridondante la frase e l'azione stessa.
Il titolo e le premesse davano altre aspettative, e sarebbe di certo stato interessante leggere qualcosa vecchio stampo che ci avrebbe gettati in pasto ai tempi ormai andati degli anni '80.

Recensore Master
16/07/14, ore 15:40

Ecco qua il giudizio ^_^


I came from the 80s – J85

Grammatica, ortografia e punteggiatura: 16/20
Stile e lessico: 9/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione dei personaggi: 7/10
Attinenza con il tema: 15/15
Gradimento personale: 4/5
Totale: 61/70

Grammatica, ortografia e punteggiatura:
Non ho trovato gravi errori di grammatica, ma ho notato che il testo è molto carente di virgole, ne utilizzi poche... Rendendo la lettura piuttosto difficile, devo ammetterlo, perché tutto scorre troppo veloce senza esse, non si ha la possibilità di fermarsi.
Parlando della grammatica, ho trovato un errore di concordanza del pronome con il suo sostantivo: “Una delle sue amiche le si avvicinò […]Poi riparti e la stessa Beatrice partì con lui”. Il “lui” è sbagliato, perché fino ad un momento prima stavi parlando di un’amica, non amico.
Inoltre ho trovato un paio di parole scritte sbagliate: “pelouche”, che va scritto “peluche”, e “sgraffio”, che sarebbe “graffio”; “riparti”, che dovrebbe essere “ripartì” dato che è tutto al passato remoto.

Stile e lessico:
Non è male, usi parole semplici e lo stile è fluido, senza alcun intoppo. L’unico appunto che vorrei farti è che ti perdi troppo nelle descrizioni, nei dettagli, e ciò può rendere la lettura pesante, anche se sarebbe semplice. Quello che ti consiglio è di fare descrizioni un po’ meno minuziose, in fondo è bello lasciare lavorare un po’ la fantasia del lettore. Per il resto, è tutto a posto.

Originalità:
Ad essere sincera, non ho mai letto nulla di simile, la storia mi è sembrata molto originale. È piuttosto insolito, al giorno d’oggi, che un ragazzi desideri tornare indietro proprio agli anni 80, quando avrebbe tutte le comodità che desidera, ma il protagonista trova davvero fascinoso quel periodo e farebbe davvero di tutto pur di tornare indietro nel tempo.
Peccato per il finale, che stronca tutte le sue fantasie nel giro di pochi secondi.

Caratterizzazione dei personaggi:
Qui ho avuto un po’ di difficoltà, se devo essere sincera, poiché non sono riuscita a cogliere a fondo la personalità del protagonista, le sue sfumature: il problema, come ho detto prima, è che ti soffermi troppo sulle descrizioni, lasciando un po’ a desiderare per l’introspezione. Perché Roberto è affascinato dagli anni 80? Perché fa di tutto per emulare la moda di quel periodo, abbandonando tutte le comodità del suo periodo?
Ecco, poi rimangono domande in sospeso cui non si riesce a dare una risposta precisa... Ed è un peccato, davvero!

Attinenza con il tema:
Questo è stato il punto di forza della storia, il finale che lascia così, forse un po’ con l’amaro in bocca, ma anche sorpresi: non mi aspettavo mica che Roberto potesse morire, è stato un colpo quando l’ho letto. Una perfetta “cosa che non mi aspetto”!

Gradimento personale:
Sì, la storia l’ho gradita, è stata una lettura piacevole. Però con un po’ d’introspezione in più sarebbe stata perfetta, peccato! Comunque una bella storia, complimenti.

Recensore Veterano
19/03/14, ore 19:28

Ciao e grazie per aver partecipato al mio contest “Vecchie Storie”.

Grammatica-Lessico: 6/10
Stile: 8/10
Originalità: 8/10
Descrizione: 10/10
Caratterizzazione personaggi: 6/10
Gradimento personale: 3/5
Punti prima storia: 0/2
Tot parziale: 41/57 Punti bonus: 6
Totale Punteggio: 47
Comincio subito a spiegarti i punteggi. La storia presenta molti errori che rallentano la lettura e che non permettono di capire la frase alla prima lettura, anche la scelta del lessico non è particolarmente mirata, risulta molto semplice, quasi tipica del parlato. Per quanto riguarda lo stile anche questo è poco articolato, ma secondo il mio parere si adatta abbastanza bene a questo tipo di storia. Per quanto riguarda le descrizioni sono ottime, assolutamente evocative, fanno sorridere e sentire mancanza. Anche se alla fine, non hanno una grande funzione nello svolgimento tranne che nel caratterizzare il personaggio principale. Di cui a parte l’amore per gli anni ‘80 e l’amicizia e l’affetto nei confronti Beatrice sappiamo ben poco. La parte finale invece colpisce molto, non mi aspettavo la morte di Roberto, è stata una vera e propria doccia fredda. In ogni caso la storia mi è piaciuta, e spero che la riguarderai per renderla perfetta.

Baci Baci
Jogio

Recensore Veterano
13/03/14, ore 11:57

I grew up in the 8o's, quindi posso ben capire il fascino che procura questa storia.

Partirò dalla fine: stento a credere che in nessuna delle recensioni ci sia soffermati sul vero significato del finale, quell'sms che indica un passo di Rob per amore (sì, lo penso) verso Bea, il nuovo cellulare comprato per avvicinarsi di più a lei, ma scherzosamente mascherato dietro la scusa della cabine telefoniche degli anni 80.
Era una mano tesa fuoriuscita dall'immaginario dietro il quale il protagonista si era chiuso, per afferrare la mano più volte tesa di Bea.
L'sms era la sorpresa: "Ciao, ho comprato un cellulare, come mi avevi consigliato, un passo per vivere anche un po' nel mondo moderno, in contatto con te".
Cosa resa impossibile, ovviamente, dalla morte lasciva, improvvisa e anche un po' puttana che colpisce sempre quando non dovrebbe, come nell'Eleganza del Riccio citato già in altra recensione.

E a proposito di recensioni, molte provengono da concorsi: in più di una hanno lamentato la grammatica traballante, ma un'aggiustatina giusto per patinarla per i concorsi? Sarebbe un riguardo dovuto verso la storia stessa, che merita.

Ho amato Bea, ho simpatizzato con Rob, deciso a vivere un sogno anacronistico, non suo.

Sogno che in questo decennio, però, vivono un po' tutti.

Ventennali e venticinquennali, anniversari, la frase dei Journey che ho ascoltato qualche anno fa dal vivo, e che farò ancora tra un paio di mesi.
E così anche gli Europe, i Depeche Mode, Limahl...

E' un tuffo nel passato pur senza appartenervici, i tanti particolari voluti e studiati, sembrano più adatti a un quarantenne nostalgico che non un sedicenne (sul serio, trovare in blocco "Capitan Tsubasa" è un patrimonio).

Senza contare il bambino della Taito che cavalca arcobaleni. (E sempre a proposito, su un jeans chiaro è più adatta una canotta nera, tipo Dragon Ninja ;) ), Tetris...

Sì, un ragazzo che vive in un mondo finito vent'anni fa può sembrare strano, ma c'è anche il trentenne che veste seventies e il cinquantenne che si pettina alla Elvis.

E' l'immaginario, il mito che non muore mai.

Solo una cosa è rimasta degli anni 80: recentemente i russi sono tornati a fare i cattivi. Però non abbiamo più Rambo.


"Cosa resterà di questi anni 80?"

Qualcuno che non li ha mai vissuti, ma li sogna ancora, anche dal paradiso. Come Roberto.

Recensore Junior
07/11/13, ore 22:41

Devo essere sincera: purtroppo questa storia non mi è piaciuta molto, nonostante la stima per il protagonista. Non solo non rispetta pienamente le richieste del bando, ma diciamo che in generale ha parecchi elementi che non me l'hanno fatta piacere abbastanza. Cercherò di spiegarti tutto:

1) Grammatica: dal punto di vista grammaticale, il racconto ha parecchi problemi, come si può evincere dall'elenco complessivo che ti ho fatto, nel caso volessi rileggere e correggere qualcosa:

- "un volta che le sue pupille si riabituarono alla luce" = "si furono riabituate" è più corretto;
-"gli rispose il figlio mentre aveva terminato di collocare i cereali dentro la sua ciotola" = "mentre terminava". Se "rispondere" e "terminare" si svolgono nello stesso momento o li metti tutti e due al trapassato (remoto e prossimo) o uno al passato remoto e l'altro all'imperfetto;
-"s’informava la donna cercando di coinvolgere l’assente figlio" = qui va usato il passato remoto "s'informò";
-"interrupe vocalmente la lenta marcia del giovane" = il correttore di Word mi sottolinea "vocalmente", io però so che esiste, ma non significa quello che credo volessi intendere tu (ad alta voce). Per sicurezza ho anche controllato su un dizionario: vuol dire semplicemente "a voce, oralmente";
-"una quantitativamente enorme chioma di capelli castani chiaro" = o elimini quel "chiaro", oppure devi accordare e scrivere "castano chiaro", perché "castani chiari" non si può dire;
-"Oh signore ha ripreso la maglia speciale" = innanzitutto, "Signore" va scritto con la maiuscola, dato che ci si riferisce a quel signore, poi è necessario mettere una virgola subito dopo, essendo "Oh Signore" un vocativo. È un errore che hai ripetuto più di una volta, in frasi come "Scusa hai per caso da accendere", "No mi dispiace", "Ciao Rob", "Ciao pupa" ecc;
-"mettendosi una mano sulla fronte presa dallo sconforto." = a meno che non sia la fronte ad essere presa dallo sconforto, lì va messa una virgola;
-"ormai del tutto non curante degli sguardi" = "noncurante" tutto attaccato;
-"non aveva compreso a pieno la battuta" = "appieno" tutto attaccato;
-"hanno tolte le cabine" = "hanno tolto";
-"ma poi la sua attenzione fu letteralmente rapita." = "era stata letteralmente rapita": la storia è narrata al passato, ma tu hai appena iniziato a raccontare un evento antecedente al passato di cui parli, dunque va usato il trapassato prossimo. È un errore che hai ripetuto costantemente per tutto il passaggio;
-"Quando s’imbatterono in un gruppo di persone che, disposte in cerchio, facevano d’arena ad altri due giovani che se le stavano dando di santa ragione." = questa frase ha un grosso problema sintattico, poiché è una subordinata che non è legata a nessuna frase principale. O la colleghi alla frase che la precede, oppure togli quel "quando" lo sostituisci con "all'improvviso/d'un tratto/poco dopo/subito dopo/improvvisamente e simili";
-"quest’ultimo richiamo l’attenzione della ragazza" = hai dimenticato l'accento su "richiamò", probabilmente è solo una svista;
-La punteggiatura, in generale, è usata male o non usata affatto quando invece avrebbe dovuto esserci. Mi riferisco soprattutto alle virgole.

2) Lessico e stile: non ho apprezzato particolarmente né l'uno, né l'altro. Il primo perché spesso la scelta delle parole mi è sembrata un po' discutibile e poco appropriata, se non addirittura errata. Il secondo invece non mi ha particolarmente entusiasmata: la lettura non è stata molto scorrevole e più di una volta mi è capitato di dover rileggere una frase per capirla, perché anche la sintassi ha qualche problema. Mi è piaciuta però la descrizione molto dettagliata e azzeccata della cameretta di Rob. Ho apprezzato anche tutte le varie citazioni di cose che riguardano gli anni '80, però fossi in te metterei delle note in fondo alla pagina dove spieghi almeno quelle meno conosciute, perché non credo che tutti i lettori sappiano di cosa stai parlando.

3) I personaggi: tralasciando la madre e l'amica di cui so troppo poco per poter commentare adeguatamente, come ti ho anticipato nell'introduzione alla recensione, penso che questa storia non abbia rispettato appieno le richieste del bando. Questo essenzialmente per due motivi, uno legato alla trama, che ti spiegherò nel punto seguente, l'altro riguardante il "ribelle" stesso, Roberto. Infatti, sebbene questi viva effettivamente in maniera alternativa e piuttosto disadattata – ma più che altro direi fuori contesto – non rispetta un parametro fondamentale del bando: la ragione – o le ragioni – della sua scelta di vivere con un determinato stile di vita molto controcorrente non vengono spiegate. Sappiamo solo che a 14 anni, guardando un documentario sugli anni '80 con la sua amica, ne è rimasto affascinato e ha deciso di abbracciare quel modello di vita. Ma la domanda rimane: perché? Che cos'è che lo affascina tanto di quel decennio? In che modo e quando esattamente ha preso la decisione di "riportarlo in vita"? Qual è il suo rapporto con la società contemporanea? Le risposte a tutte queste domande le ho trovate un po' vaghe, o non le ho trovate affatto, sebbene tu abbia descritto abbastanza dettagliatamente la sua giornata-tipo. E questo mi dispiace, perché era proprio di questo che desideravo leggere. Per il resto, come ho già detto nell'introduzione, il protagonista mi piace e avrei voluto sapere qualcosa in più su di lui: basti pensare che la sua morte non mi ha colpita più di tanto (per quanto sia toccante, emblematica e ben descritta, anche dal punto di vista grammaticale), dato che non ho avuto modo di affezionarmi abbastanza a lui.

4) La trama: come ho accennato nel punto 2, l'apertura di questo racconto è originale, intrigante e interessante e continua ad esserlo per circa tre pagine, finché, arrivata quasi alla fine, ho iniziato a chiedermi "ok, ma qual è il senso di tutto ciò?". Terminata la storia, non sono comunque riuscita a trovare la risposta: qual è il senso di questo racconto, della fine del protagonista? Quale messaggio vuole lanciare? E soprattutto ne ha uno, o è una tragedia del tutto fine a sé stessa? Inoltre, penso che questo finale drammatico, svoltosi con questa modalità e narrato in questo modo, abbia fortemente sviato la tematica iniziale del "ribelle/disadattato", fino a relegarla al ruolo di sfondo/tappezzeria, portando la tragedia accidentale in primo piano e deragliando completamente dai binari imposti dal bando. Se invece la morte del protagonista fosse stata "causata" dalla sua diversità e dalla non accettazione da parte della società del suo stile di vita, sarebbe stato ben diverso e più azzeccato.

5) Premio Twist: nonostante tutto, però, questa storia non può non aggiudicarsi il premio per il finale più imprevedibile: quella di Rob, infatti, non è assolutamente una di quelle "morti annunciate" che fin dall'inizio della storia ti aspetti, anzi, è giunta in maniera del tutto inaspettata e improvvisa, un po' come quella di Renée ne "L'eleganza del riccio", ottenendo l'effetto di destabilizzare il lettore e segnare in maniera forte e drammatica la fine questo breve racconto.

Recensore Veterano
30/08/13, ore 14:48

Recensione-giudizio (One-shot panic! contest)

Correttezza grammaticale e sintattica: 7/10
Mi spiace, ma non posso darti di più a causa dei numerosi errori che ho riscontrato. Ti riporto degli esempi:
Ciao cucciolo → il complemento di vocazione va sempre separato dal resto della frase con una virgola;
gli rispose il figlio → “le”; inoltre, la precisazione è superflua;
madre ma soprattutto, il suo personale vanto → la congiunzione “ma” deve essere sempre preceduta da una virgola - in questo caso, io separerei anche “soprattutto”;
Lo stesso Roberto si ridestò pienamente battendo la testa contro il sedile davanti e facendogli cadere gli occhiali da sole → facendo;
4.000 volte → in un racconto, a meno che non si tratti di dati particolari, è sempre meglio evitare di scrivere i numeri in cifre;
Ma come te lo devo dire che, oltre a non averlo, non mi comprerò mai un simile costume! → è un’interrogativa retorica, dovresti usare il punto interrogativo;
furono assaliti dalle tre migliori amiche di Beatrice, Alessandra, Sabrina e Stefania → la prima virgola andrebbe sostituita con i due punti, altrimenti sembra che le tre migliori amiche, oltre che di Beatrice, siano di Alessandra, Sabrina e Stefania xD;
interrupe vocalmente → interruppe.
Inoltre, anche se non si tratta di un errore vero e proprio, vorrei farti notare che esageri con i puntini di sospensione: a volte sono superflui.
 
Stile e lessico: 6,75/10
Soprattutto nella prima parte mi è sembrato che la tua storia facesse fatica a coinvolgere, oltre che da un punto di vista legato alla trama, anche per quanto riguarda lo stile. Pur lasciando da parte la punteggiatura non sempre correttissima, infatti, ci sono dei punti in cui usi delle espressioni davvero strane:
ed infine si alzò e adottò la completa posizione eretta → non capisco perché usare una perifrasi che sembra tanto artificiosa rispetto a un’azione così banale, la cui descrizione avrebbe potuto essere del tutto omessa;
in occasione delle pubblicità → anche questo sembra eccessivamente ampolloso.
Rileggendo il testo, potrai trovare esempi simili, che ti consiglio di correggere, dal momento che stonano in modo non indifferente.
Per quanto riguarda il resto, devo dire che il tuo stile non mi ha coinvolta molto, a parte forse nella tragica scena finale. Tuttavia, ho visto che a parte ciò che ti ho fatto notare sei in grado di scrivere fasi dal ritmo vivace, incalzante, e credo che correggendo la punteggiatura ed evitando certe espressioni potresti scrivere in modo molto interessante.
 
Trama e originalità: 7,50/10
Certamente l’idea del ragazzo fissato con gli anni ’80 è molto carina e originale, tuttavia non sei riuscita a svilupparla in modo interessante: dai molto peso a questo particolare, ma poi non è risolutivo ai fini della trama,  quindi sembra sprecato, in un certo senso.
Tuttavia, il voto basso dipende dall’eccessivo numero di pagine che la storia impiega per ingranare: l’idea di descrivere nei dettagli la giornata del ragazzo potrebbe essere carina in vista del finale, ma ho trovato che fosse descritta banalmente e che in quella prima parte non ci fosse nulla di molto interessante, quindi avrei ridotto drasticamente - per intenderci, l’unica cosa che mi sembra davvero rilevante nella descrizione della mattinata del ragazzo è il “rituale della vestizione”, durante il quale comprendiamo che si tratta di una giornata importante, poiché il resto, a mio parere, non arricchisce.
 
Caratterizzazione: 8/10
Ho trovato molto ben descritta e coinvolgente la fissa del ragazzo, tuttavia, almeno nella prima parte, Beatrice mi ha dato l’impressione di essere affetta da bipolarismo: prima insulta Roberto a morte, poi in uno schiocco di dita sembra dimenticare tutto e inizia a parlare d’altro… è stata un po’ comica, come cosa, ma ha dato un che di brio al racconto.
Carino, se anche lasciato un po’ in disparte, il personaggio della madre.
 
Giudizio personale: 8/10
Devo ammettere che su questa voce hanno influito molto la grammatica e lo stile, cose che ritengo imprescindibili. Tuttavia, ho apprezzato molto la scena finale: era descritta meglio rispetto al resto e l’ho trovata parecchio toccante. Inoltre, vorrei farti un appunto che in qualsiasi altra voce avrebbe stonato: faccio anch’io danza classica e un tutù non è tanto delicato da strapparsi appena entra in contatto con qualcosa, a meno che non sia uno di quei tutù professionali con gli strati di tulle cuciti “artigianalmente” e in modo molto discutibile xD
 
Totale: 37,25/50

Recensore Junior
12/12/12, ore 23:07

Lo stile di scrittura è semplice, scorrevole, senza intoppi di nessun genere. (Ti avverto comunque di rivedere la grafica perché i segni di interpunzione così come le lettere accentate sono oscurate da un sombolino che te lo segna come errore o come segno non identificato) 
L’attinenza al tema è presente, nel senso che sei stata in grado di far affezionare il lettore a Roberto, sei stata in grado di farlo apparire amabile, cosa fondamentale. 
Nessuno si emoziona per un qualcuno di cui non sa niente o che non conosce. 
Tu fai conoscere Roberto, lo fai amare, lo fai entrare dentro al lettore con i suoi sorrisi e le sue convinzioni da ragazzo nato nel decennio sbagliato, e poi dai la mazzata sulle gambe, portandolo via. 
La storia è originale per il personaggio, non per la trama in sé, che comunque si sa come andrà a finire. 
Odioso il personaggio di Rebecca, più per il fatto che non si fa gli affari suoi, che per lei in sé. Lei lo vuole normale, conforme alla massa, cosa che invece si cerca sempre di evitare. 
Si può anche estendere alla convinzione che il diverso finisca sempre male. 
Sei stata anche capace di creare una morte epica, con la canzone di “Final Countdown” che parte nel cervello del lettore che già sa che una macchina sta per arrivare per fargli fare un triplo salto mortale al poraccio di Roberto, stecchendolo sul colpo. 
Una bella storia, infine, dove il personaggio fa da capitano al tutto.

Recensore Master
17/11/12, ore 20:31

Recensione relativa al contest "Amore? No, grazie"

Devo dire che sono rimasta abbastanza sorpresa da questa one shot. Bella l’idea di parlare di un ragazzo che decide, di punto in bianco, di regredire tecnologicamente fino agli anni ’80, utilizzando unicamente gli strumenti esistenti in quel periodo. In parte mi ha pure fatto sorridere quando riconoscevo tali oggetti, perché in qualche modo sono sbarcati anche negli anni ’90, periodo della mia infanzia/adolescenza. Comunque, a parte questo, un po’ capisco anche la ragazza, che si ritrova un quasi fidanzato che non vuole più usare nemmeno il cellulare, così non possono nemmeno sentirsi al di fuori dell’orario di scuola (perché, al giorno d’oggi, usare il telefono di casa può risultare difficile se il telefono fisso uno non ce l’ha).
Passando al finale, diciamo che mi ha molto colpito, e un po’ mi è dispiaciuto che finisca tutto così. Cioè, non si è salvato, vero? Quel pirla di automobilista ha stroncato la vita di un ragazzo così giovane, che era arrivato al punto di scrivere un sms dopo tanto tempo. L’unica cosa che spero non sia successa è che fosse proprio quella la causa dell’incidente. Cioè, il messaggio l’ha inviato prima di partire di casa, giusto? Non mentre attraversava la strada. Comunque non mi aspettavo un finale tragico, bella sorpresa.

Riepilogando, la trama è carina, l’idea è buona e sarebbe stato bello leggere una vera e propria long che parla di un ragazzo che decide di vivere con lo stile degli anni ’80. Certo, uccidendolo alla fine della OS non puoi nemmeno decidere di continuarla, però mi sarebbe piaciuto veramente leggere ancora di questo strano ragazzo.

Per quanto riguarda la grammatica, invece, devo tirarti un po’ le orecchie. Qui di seguito ti segnalo gli errori più evidenti che ho trovato, in fondo aggiungerò anche qualche considerazione (gli errori li ho segnati man mano che leggevo, quindi potrebbero non essere in linea con il finale della storia, tipo il mio commento al punto 3):
- Rilasso nuovamente il corpo ed osservò <-- manca un accento, ci va “Rilassò”
- Una delle prime versione <-- versioni, non versione
- Il ragazzo si chiama Roberto Ripoli <-- Capisco che non è morto, ma stai parlando al passato, quindi ci va “chiamava”
- Si…arrivo mamma <-- dato che è affermazione, il “sì” va con l’accento. Poi, dopo i puntini di sospensione ci va uno spazio. Altra cosa, “mamma” è un complemento di vocazione, quindi ci va una virgola dopo “arrivo”
- Vestiti per bene ok? <-- prima dell’ok ci va una virgola
- Scarpe da ginnastica della , <-- della? Mi sa che manca una parola
- Il fatto è che <-- parli al passato, ci va “era”
- Non superasse eccessivamente la fare rem <-- fase, non fare
- Lei speranzosa in qualche attenzione particolare rivolta nei suoi confronti da parte del suo amico, visto che i genitori del ragazzo erano via per qualche motivo, magari qualche bacio o addirittura maliziose palpatine. <-- ho copiato l’intera frase perché non ho capito quale sia la reggente. Secondo me rimane più leggibile se metti “Lei era speranzosa…”, perché così arrivi al punto e dici “ma come? Dov’è la frase principale?”
- È l’argomento erano niente meno che gli anni ’80 <-- perché c’è l’accento sulla “e”? °-°
- Di far tornare il suo fedele amico nella retta via <-- sulla retta via, non nella
- Infine i due si allontanarono dalla zone <-- zona, non zone
- Anche se rimane il dubbio <-- anche se rimaneva, devi rimanere al passato
- Erano finalmente arrivata <-- arrivati, non arrivata
- Erano le 15 in punto <-- esclusi gli anni, i numeri vanno tutti in parola
- Il saggio cominciava tra un ora <-- innanzitutto, parlando al passato non metterei “tra”, ma “dopo”. Poi, ora è femminile, quindi ci va l’apostrofo
- E proprio stamani <-- quella mattina, parli al passato, bisogna adattare anche il resto del linguaggio
- Di certo i suoi pensieri non potevano di certo essere <-- hai messo due volte “di certo”
- Dando ogni tanto un’occhiate <-- occhiata, non occhiate
- Per stringerlo forte a se <-- dato che è un pronome, il “sé” richiede l’accento, per distinguerlo da “se” particella ipotetica
- Anche il corpo di Roberto fu rimosso è caricato sull’ambulanza <-- e, non è
Oltre agli errori segnalati, mancano parecchi segni di punteggiatura. Le virgole sono pressoché assenti, per non parlare di alcune frasi che andavano spezzate in più parti, tramite punti fermi, punti interrogativi o punti esclamativi in base all’esigenza. Secondo me una buona betatura potrebbe migliorare ulteriormente questa storia, che devo penalizzare pesantemente proprio per questo problema. Scalo 1 punto intero per la grammatica (punti 4 – che vale 3 errori –, 5, 9, 10, 15, 16, 19, i verbi al presente che andrebbero al passato dei punti 3, 7, 13 che li raggruppo in un errore unico), e 0.4 per l’accuratezza (gli errori di battitura e la punteggiatura mancante).
Voto: 9.5 – 1.4 = 8.1


Grazie per aver partecipato.

Baci.
SNeppy.

Recensore Veterano
21/06/10, ore 16:26

E' la seconda volta che leggo questa storia ed è la seconda volta che il finale straziante mi coglie totalmente impreparata.
Ma partiamo dall'inizio...
La storia inzia con la classica scena del risveglio che permette di conoscere il protagonista. La minuzia dei particolari con cui viene descritta la stanza induce il lettore a pensare che la storia sia ambientata nel passato, certo, in un passato non troppo lontano ma comunque abbastanza diverso ormai dalla realtà attuale. Per buona parte della storia il lettore crede di trovarsi negli anni ottanta senza ombra di dubbio, le occhiate dei passanti, la maglietta preferita non sono sufficenti a far pensare di trovarci in un presente differente. Diventa tutto palese solo con l'entrata in scena della migliore amica e della citazione al "fidato walkman" messo in contronto con i moderni i-pod. E allora tutto diventa chiaro. La storia prosegue con una normale giornata scolastica e i divertenti dialoghi fra i protagonisti, ma cioè che fa scappare un sorriso in più è la bravura dell'autore nell'inserire tutti quei particolari (come la frase magica "parmimpampù" o le merendine ringo persino il bikini trigrato di lamù) all'interno della storia. particolari totalmente azzeccati che permettono di comprendere quanto per il protagonista quello sia un modo d'essere e non di apparire. la storia prosegue e il lettore inizia a chiedersi cosa accadrà al ragazzo fuori posto che vorrebbe una delorian per tornare nell'epoca che si sente fin dentro la pelle... ma tutto continua con una classica giorna fino al momento dell'incidente. Che si presenta con una macabra ironia: alla guida un ragazzo che ha vissuto sicuramente gli anni ottanta, una musica di quel perioso e addirittura i cerchi in aria che compiono la forma di un 80. apro partentesi perchè qui sinceramente se non conoscevo gia il finale avrei potuto pensare tranquillamente che quei cerchi in volo avrebbero preannunciato un ritorno al passato una sorta di viaggio sicuramente a causa di quella macchina e non della delorian. MA questo non è accaduto e ci scontriamo con la dura realtà e sopratutto con la morte. una morte improvvisa e violenta che stronca il futuro di una persona piena di sogni che sicuramente non si sarebbero fermati al passato. l'utilizzo di un sms infatti per una persona che si sentiva così a proprio agio negli anni 80 era sicuramente una svolta importante. per lui e magari anche per un futuro con la propria migliore amica. ed è così che una storia che hha fatto nascere tante risate ti lascia totalmente l'amaro in bocca per un finale cosi crudo. perchè purtroppo un ambulanza a sirene spente conferma solo una cosa. la morte.
Ottimo lavoro all'autore. continuo a ribadire che questa è una bellissima storia devo aggiungere poi che ha sabuto lavorare molto bene sulla frase fornita: “Il mio sogno non è nel futuro. Il mio sogno…è nel passato” tratta dal manga di naruto. ancora complimenti.
(Recensione modificata il 21/06/2010 - 04:28 pm)

Recensore Junior
11/03/10, ore 20:05

Ah che storia triste, ma molto intensa...Mi piace molto il personaggio di Roberto! Mi ha fatto proprio piacere leggerla.

Recensore Master
08/02/09, ore 01:38

Non leggo spesso originali, ma devo dire che si tratta di una storia azzeccata, specie per il finale volutamente ambiguo.

Recensore Junior
27/11/08, ore 14:19

Come mai ad una storia così bella non ci sopno recensioni?Hai inventatoproprio una bella storia,complimenti...il finale è del tutto inaspettato...complimentoni!