Recensione per il contest "Cento giorni di introspezione, fantasia e romanticismo"
Correttezza grammaticale e sintattica: - 0,25 punti
Il testo è abbastanza corretto, non ci sono molti errori, però vorrei comunque farti notare delle cose:
Sì, quell'amico che ogni volta che lo nomino non ha mai il suo vero nome, ma mille altri; soprannomi, nomignoli, nomi generici per indicare una persona di carne e sangue, di due occhi e una bocca, di due mani e di due gambe; e di un cuore così lontano dal mio che probabilmente dovrei considerare un vero miracolo il fatto che riusciamo a rivolgerci la parola senza litigare. → la punteggiatura di questo periodo non mi convince. Al posto del primo punto e virgola sarebbero stati meglio i due punti, visto che quella che segue è una spiegazione e non un'altra frase; per quanto riguarda il secondo punto e virgola, personalmente avrei tolto la "e" e messo i puntini di sospensione: sono una soluzione che detesto, in genere, per il loro essere indeterminati e per il fatto che quando li usi traspaia l'idea che tu non sappia davvero cosa dire, ma in questo caso li avrei trovati adeguati sia per il ritmo, sia per il fatto che essendo una lettera non è poi una tragedia se la protagonista ha qualche incertezza;
io voglio avere le tue lebbra sottili → labbra;
che non riusciresti a soppravvivere un secondo come bestia ammaestrata → sopravvivere;
Insomma, assolutamente nulla di tragico, come vedi: si vede che hai curato e riletto la storia; qualche svista può capitare anche così, ma si riesce sempre a capire la differenza tra un testo curato e uno poco curato.
Stile e lessico: 13/15
Sia lo stile che il lessico mi sono piaciuti abbastanza: rispetti il contesto e non usi quasi mai espressioni fuori luogo o che si discostino dalle scelte che hai fatto, quindi in questo senso va molto bene.
La storia è abbastanza scorrevole, anche se, visto il genere, ci sono dei punti in cui la narrazione rallenta per permettere al lettore di afferrare meglio le sensazioni della protagonista e i suoi sentimenti per Emeric.
Inoltre, nonostante l'espediente della lettera che avrebbe giustificato una scelta simile, almeno in parte, non hai preso la "strada facile", non hai scelto di essere vaga e astratta.
Avresti potuto, trattandosi di una lettera inviata a un amico: gli amici sanno comprendersi con poco e perfino parole vaghe e vuote riescono ad avere un significato profondo in certi contesti.
Tu, nonostante questo, hai scelto di mostrare molto dettagliatamente il rapporto tra i due, aggiungendo anche molte immagini e dettagli sensoriali, che secondo me sono il punto forte della storia e le hanno dato tantissimo, rendendola diversa dalle miriadi di storie in cui si usi lo stesso espediente per descrivere situazioni simili. Forse a volte ti perdi troppo in questi dettagli e finisci per trasmettere una sensazione strana al lettore, quasi come se alcune precisazioni e immagini fossero di troppo, ma personalmente preferisco questo all'eccesso contrario, perché significa che hai "osato" troppo (dal mio punto di vista, ovviamente), mentre il contrario significherebbe che non hai nemmeno provato. Per avere un esempio e capire meglio a cosa mi riferisca, puoi rileggere la prima frase che ti ho segnalato nella grammatica.
Oltre a questo, ci sono altre piccole cose di cui vorrei parlare.
Ti ricordi, Emeric, quando abbiamo preso tutti i libri dai tuoi scaffali e ci siamo messi a copiarne di ognuno l'inizio? → questa frase mi sembra un po' troppo pomposa e artificiosa, quando in realtà non credo che ce ne sia bisogno. Questa sensazione è data dall'ordine insolito dei costituenti nella seconda parte della frase: ogni volta che si usa una costruzione particolare o insolita per la lingua in cui si scrive, l'attenzione del lettore viene temporaneamente distolta dal testo e sorge una domanda: perché l'autore ha usato questo ordine invece di un altro? In genere questo dipende dalla volontà di sottolineare un passaggio o un concetto e di spingere il lettore a soffermarcisi, ma in questo caso non mi sembrava necessario e avrei usato l'ordine normale, personalmente.
Non so se tu, laggiù, riesci ancora a ricordarti del mio volto, ma voglio che tu sappia che io, del tuo, mi ricordo molto bene. Mi ricordo perfettamente la tua postura dritta come un fuso, i tuoi fianchi stretti, le gambe eccessivamente lunghe, le dita sottili e freddissime anche d'estate → qui il ritmo è un po' a singhiozzo per via delle virgole forse troppo frequenti; inoltre, c'è una piccola incongruenza: all'inizio la protagonista chiede se Emeric ricordi il suo volto, poi afferma di ricordare quello di Emeric e immediatamente dopo, senza soffermarcisi, passa ad altro. Non so, sarà una piccolezza, ma un po' mi ha stonato.
Per quanto parlassimo, litigassimo, scherzassimo, tu non hai mai ceduto, manco per un attimo → mi rendo conto che il tono della lettera fosse colloquiale, ma quel "manco", rispetto ad altre scelte che hai fatto ‒ molto più sobrie ‒ secondo me un po' stona.
Trama e originalità: 13/15
L'idea della lettera a un amico perduto e visto per l'ultima volta durante un litigio, con tutti i rimorsi del caso, non è molto originale, chiaramente, ma il punteggio è più che dignitoso perché comunque sei riuscita ad aggiungere degli elementi interessanti e a mantenere la suspence, per quanto possibile in una trama che comunque era facile prevedere.
Innanzitutto, mi è piaciuta l'idea di evocare così tante immagini e di non utilizzare soltanto una descrizione delle emozioni di lei: del resto, anche le immagini sono importantissime per comunicare stati d'animo e sensazioni e mi è piaciuto molto che tu abbia prestato attenzione a questo.
Ho apprezzato anche che tu abbia detto esplicitamente soltanto alla fine cosa fosse successo ad Emeric: come dirò anche nel giudizio personale, la cosa era prevedibile, ma hai fatto comunque bene a non "bruciartela" subito, secondo me.
Insomma, credo che tu sia riuscita a rendere una trama abbastanza abusata personale e di certo questo va a tuo favore.
Mi sarebbe piaciuto avere qualche dettaglio in più sia sul rapporto dei due ragazzi, sia sulla morte di Emeric, che invece è soltanto accennata e non viene spiegato cosa sia realmente successo, per quanto in effetti si possa trattare di un particolare secondario. Insomma, stava a de decidere se parlarne o meno, ma personalmente penso che la trama ci avrebbe guadagnato.
Caratterizzazione: 14/15
Credo che la caratterizzazione di Emeric sia ottima: è un personaggio singolarissimo, scontroso, che dall'esterno sembra quasi inerte nei confronti delle persone che lo circondano, anche se leggendo si capisce che in realtà ha una psicologia molto complessa e forse anche una sensibilità fuori dal comune… sarà per questo che la protagonista si sente tanto legata a lui da essere gelosa della sua cotta per una ragazza "normale" e così stereotipata, quando lui è invece unico nel suo genere.
Ho apprezzato anche il fatto che tu abbia inserito quel piccolo dettaglio riguardo al suo aspetto: la ricrescita di qualche centimetro sotto i capelli blu e il fatto che la protagonista comprenda di non aver visto veramente lui, perché lui non le avrebbe sorriso e non l'avrebbe salutata. Potranno sembrare piccole cose, ma mi hanno aiutata molto a farmi un'idea, anche se oltre a questo aggiungi molte altre informazioni, come quella riguardo agli occhi. Ciò che ho preferito di Emeric è stato la sua passione per i libri e il fatto di sentire di potersi esprimere bene soltanto così, essendo meno bravo con le parole.
Il punteggio non è pieno per via della protagonista: lei probabilmente era soltanto un filtro per mostrare questo personaggio così singolare, tuttavia non sono riuscita a immedesimarmi o a provare un vero coinvolgimento emotivo, nonostante ci fossero tutti i presupposti. Non so, lei non mi ha ispirata molto, nonostante capisca che fosse opportuna una certa "trasparenza" nell'utilizzare il suo punto di vista al meglio.
Giudizio personale: 17/20
Devo dire che è stato piacevole leggere la storia di un'amicizia così particolare e sentita, con una fine tanto tragica, che viene svelata soltanto nelle ultime righe (anche se il dubbio viene da prima, perché in generale si tratta di una situazione molto sfruttata).
Ho apprezzato molto il tuo lavoro, il tuo utilizzare un lessico adatto alla persona che parla e non forzatamente aulico o elegante e, soprattutto, la tua attenzione ai dettagli.
È la cosa che mi colpisce di più, in uno scritto, perché spesso i dettagli sono l'unica cosa che resta nella mente di un lettore, mentre il resto svanisce. I dettagli fanno la differenza tra una storia che potrebbe essere raccontata da tante persone e una storia unica, anche se vengono sottovalutati da molti autori alle prime armi e non solo.
Ovviamente questo non significa che si debba infarcire la storia di particolari inutili, ma del resto questo non è il tuo caso, perché sei riuscita a conciliare benissimo l'attenzione per questi dettagli e il ritmo della storia, che risulta comunque abbastanza veloce e piacevole.
Ci sono essenzialmente due ragioni per questo punteggio, però: la prima è che, nonostante la qualità della storia, non sono riuscita a sentirmi molto coinvolta e la seconda è che secondo me il potenziale di questa storia sarebbe stato più evidente dando un'impostazione diversa da quella della lettera, che spesso trovo controproducente. Non te l'ho accennato in altre voci perché credo che si tratti di qualcosa di molto soggettivo e quindi non sarebbe stato il caso di parlare di questo altrove, ma avrei preferito leggere di questa vicenda mano mano che si sviluppava: leggere degli incontri più importanti uno ad uno, essendo ancora ignara della fine. In fondo, però, sta bene così: la storia è tua e giustamente l'hai impostata come preferivi, ottenendo in ogni caso un buon risultato.
Totale: 56,75/65 |