Questa storia significa per me molto più di quanto io possa esprimere.
Quando l'ho letta, ho pensato "accidenti, sono fregata", perché mi sono bastate dieci righe o poco più per rendermi conto che nessun commento avrebbe potuto spiegare in modo soddisfacente cosa questa storia mi abbia trasmesso.
Lo ammetto, parte del mio coinvolgimento profondo e difficilment descrivibile riguarda il fatto che tratti una tematica che mi tocca da vicino, e il fatto che tu ti sia ispirato al video di "Take me to church" ha "peggiorato" le cose, in senso buono, perché anch'io sono rimasta profondamente colpita dal video, per lo stesso motivo per cui sono rimasta colpita dalla tua storia.
Questa storia è così reale nel modo in cui è presentata da essere dolorosa. Fa letteralmente male il modo in cui i pensieri sono veriosimili, e lo sono grazie allo stile e al lessico. Condivido in pieno ogni singola scelta lessicale e stilistica: a partire dalla costruzione dei periodi ai vocaboli, la storia è incredibilmente realistica. Non si ha l'impressione di leggere un racconto, ma di ascoltare dei pensieri. Nemmeno un discorso, dei veri e propri pensieri mentre si susseguono nella mente, con tutte le loro contraddizioni e ripetizioni e il loro ritmo.
In particolare, i pensieri che ricorrono, ossessivi, sono da togliere il fiato. La continua ricerca, quel continuo "dove sei?" sapendo la risposta, ma non arrendendosi. Perché lui è solo e non vuole essere solo, è stato costretto ad essere solo e non è giusto. Nessuno dovrebbe essere separato da una parte di sé, per nessun motivo, e ancora meno per amore.
Non finirò mai di ringraziarti - sì, ringraziarti, perché mi hai fatto letteralmente un favore personale - per come hai trattato la relazione. Il modo in cui il fatto che gli amanti fossero omosessuali emerga con la storia, e non sia il focus della loro relazione. E' il focus di chi li odia, di chi non capisce, di chi si permette di decidere chi possa amare chi. E amo questa distinzione, perché è importante. Perché è vera: l'amore è amore, senza distinzioni. E' l'odio che distingue, divide, distrugge.
Mi sono piaciute davvero moltissimo le immagini che hai creato. Dalle immagini iniziali, di due innamorati separati dal mondo che non capisce, alla conclusione finale. Conclucione che è lotta e tragedia e odio che torna e non si ferma mai, che continua a distruggere e distruggere.
Il dolore del protagonista (mi fa una strana impressione chiamarlo "protagonista", perché per me non è un personaggio, è una persona) è tangibile e devastante. E' così sbagliato che sia solo, così folle che debba soffrire così.
Fa davvero male, questa storia, perché mi è piaciuta da morire in ogni singolo aspetto, dallo stile alla struttura, e allo stesso tempo è stata incredibilmente dolorosa. E sono felice, felicissima di averla letta, nonostante mi abbia lasciato un nodo in gola e un po' più di voglia di lottare per ciò che è amore e non è odio.
E non inizio nemmeno a dire quanto sia importante che storie così esistano. Non cambieremo il mondo, forse, con queste idee, ma il fatto che qualcuno le abbracci e le diffonda è un passo enorme. |