Recensioni per
A Spoonful Of Sugar (helps the medicine go down, in the most delightful way)
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Buonasera, mia cara, ho scelto questo racconto incuriosita dal titolo: mi ricordavo della fata verde dell'assenzio, dei suoi riti tra il peccaminoso e il letterario celebrati da Oscar Wilde ai pittori ottocenteschi. E qui l'ho ritrovata, riflessa e deformata in un gioco di specchi (come piace a me) tra antico e moderno, alto e basso, letteratura e pop.
Perchè il parallelismo c'è tra l'assenzio, droga colta e letteraria, e la droga di oggi (penso l'eroina, a giudicare da come Maria la assume), proletaria e disperata.
C'è tra il cucchiaino traforato, il rituale decadente e raffinato, e il cucchiaino banale usato per prepararsi la dose: senza alcuna magia, senza nessuna suggestione romantica, principalmente per fuggire da se stessi e da un mondo che non ci piace.
Ma la fata verde non è solo un richiamo all'assenzio, è insieme simbolo della parte infantile e sognatrice di Maria (parte che regala una voce alla sua coscienza e parallelamente tenta di rassicurarla) ed anche - almeno così l'ho letta - espressione del suo perdersi, allucinazione derivata dall'uso costante di droga (ormai è una "fissa").
Triste ma realistico, credo, questo continuo contrapporre l'anima infantile della protagonista (che sfugge al disgusto inseguendo Peter Pan) e il mondo reale, nei cui confronti non si sente all'altezza e che la sta, piano piano, bruciando.
Alla fine la conclusione resta, tuttavia, aperta e lascia qualche speranza che la ragazza ritrovi la sua via e riesca a tirarsi fuori dall'incubo in cui è precipitata, un po' per gioco.
Credo che tu sia molto brava con le storie originali (cosa nella quale io non mi sono mai cimentata e rispetto alla quale non so se sarei capace), perchè non ne scrivi di più?
Un forte abbraccio, a presto.

3° posto: A Spoonful of su sugar (helps the medicine go down, in the most delightful way)- Setsy 39.5



Stile: 10/10

Stile colloquiale ma non per questo basso, usato sia nel dialogo che nella narrazione in modo da non creare una troppa differenza, un eccessivo shock al lettore.

La tua protagonista, anche se ormai vive in un mondo diverso da quello in cui è nata, ha comunque avuto un’un’istruzione e lo si ritrova nel suo linguaggio.

Del tuo stile mi piace soprattutto la leggerezza, la fluidità con cui si riesce a leggere la storia, come se ogni tassello fosse andato al posto giusto.



Originalità e trama: 9.5/10

Chiedo scusa in anticipo perché ci sono delle cose che credo di non aver capito nella trama.

Sweet Mary/Maria ha un veleno dentro che la sta corrodendo pian piano, ovvero la dipendenza dalla droga, che la sua mente ormai malata personifica in una fata che la spinge sempre più giù, sempre più in basso, verso la degradazione più totale.

La trama è viva e si sente: il flash back fa entrare direttamente in contatto con la quotidianità della protagonista e la fine/ non fine credo che renda bene il fatto che quella non è la fine dell’incubo ne è solo una parte.

Come trama quindi devo togliermi il cappello, per l’originalità mi sono sentila divisa in due: uno dei temi più diffusi nella letteratura è la caduta nel proprio lato oscuro, il peggiore dato dall’ansia del fallimento, ma la tua fastidiosissima Fatina Verde è tutta roba del tuo sacco come anche il rapporto con Maria.

Personaggi e introspezione: 15/15

Essendo un lettore prima che giudice, mi permetto di dirti che ho odiato Maria perché la sento molto vicina a me.

Il continuo sentire di fallire, di deludere porta a scelte estreme, come nel caso di Maria, o a tacere e portarsi il macigno dentro.

Quello che ho sentito, è la fine di una persona fragile che si sente fragile, ma chi le sta intorno reputa forte, lasciando macerare dentro di lei dubbi e paure che la cara Green Fairy è pronta a colmare.

Nelle descrizioni che fai, specialmente nel lungo dialogo con Green, tratteggi con poche parole un mondo interiore fatto di paure e autostima nulla.

Green fairy… chi sei?

Sei la parte autodistruttiva di Maria? Sei la dipendenza?

Ho adorato il vedo non vedo che ho visto nella storia, il suo essere misteriosa anche se sotto gli occhi di tutti.


Gradimento personale: 5/5

La storia mi ha colpito molto proprio perché so cosa significhi essere Maria.

Io non farei né penserei mai di distruggermi così, perché per ora mi voglio troppo bene per cadere così; d’altra parte non la posso giustificare, perché la droga è più facile del chiedere aiuto. E in qualche modo lei vuole annegare nei suoi pensieri,

La fata mi ha spaventato, perché sembra quella dei film horror tanto piccola e carina per poi essere un mostriciattolo poco dopo. Doppia faccia mi fa paura.


4° Classificata "Academy Emotions" contest

Grammatica e sintassi:
–        “Prima estrasse il cucchiaio d’argento che aveva sottratto al servizio di nozze dei suoi genitori, che non ne avrebbero notata la mancanza…”:
al posto del “che” dovresti usare “di cui” (di cui non avrebbero notato la mancanza);
–        “…era importante che neppure un singolo granello del suo contenuto non si perdesse accidentalmente”:
il “non” rende la negazione ripetuta, avendo già usato “neppure”;
–        “convinta che le avrebbero letto nel pensiero, scoprendola subito. Ma non era successo;”
Prima del “ma” metterei la virgola. In altre occasioni ho lasciato il ma con la maiuscola dopo il punto, immaginando fosse più che altro una scelta stilistica; in questo caso però stona parecchio;
–        “… però, guardava in preda al panico una clessidra che portava al polso”:
manca la virgola che chiuda l’inciso “in preda al panico”, oppure mettilo direttamente alla fine del periodo, sempre preceduto da una virgola dopo “polso”;
–        “Se non esiti come fai a rispondermi?”:
esisti;
Inoltre, vorrei segnalarti che ogni tanto ho avuto qualche dubbio con l’uso che fai delle virgole e della punteggiatura in generale. Non sto a elencarti i vari punti perché spesso l’uso dei segni di interpunzione è vista più come una questione soggettiva, ma forse dovresti dare una riletta generale per vedere se tutto quadra come deve. 8.5/10
 
Stile e lessico:
Non ne faccio mistero: il tuo stile mi è sempre piaciuto molto. È vero, sono più abituata a leggere le tue storie su The Vampire Diaries e, forse, di originale non ho letto granché, ma direi che qualsiasi cosa tu scrivi, riesci a renderlo in qualche modo magico. A volte capita che in un frase, che in genere allunghi parecchio, tu riesca a mettere di tutto, ma questo non mi ha mai impedito di comprenderne appieno il senso e di goderne.
Quando ho iniziato a leggere la tua storia, devo dire che sono stata tratta in inganno: pensavo avrei letto una storia un po’ fiabesca, leggera, magari anche divertente. Mi hai fregata e piacevolmente colpita in quanto hai saputo utilizzare un linguaggio vario e di diverso registro, che ha permesso uno stacco abbastanza netto tra la prima parte – ingannevolmente disneyana – e la seconda del racconto – drammatica e cruda, senza però confondere o renderla pesante e fuori luogo. 9/10
 
Originalità:
Ecco, su questo punto invece non posso darti sicuramente un punteggio troppo alto. Ho apprezzato lo stacco tra i primi momenti, in cui fai credere al lettore di essere quasi davanti a una favola, per poi invece farli cadere nell’oblio di una tossicodipendenza vera e propria. È stata sicuramente una scelta coraggiosa che, devo dire, ti è riuscita molto bene; il tema però l’ho letto ovunque, in tutte le salse e in tutti modi, per cui non posso certo dire che la storia brilli in questo senso. 2.5/5
 
 
Utilizzo dei pacchetti:
Pacchetto 1: CUCCHIAIO – Euforico
Devo dire che per questo pacchetto ho avuto qualche dubbio. Sì, la parola “cucchiaio” figura, bene o male, ma è “euforico” che mi lascia un po’ perplessa. Ho riletto la storia più volte e, sebbene compaia la parola “euforica” parlando di quella volta che Mary aveva fatto usare la clessidra piena di “roba” ai parenti durante la partita di Monopoli, ho trovato la cosa un po’ forzata. Non ho percepito nel modo corretto quella sensazione; è stato solo un veloce passaggio che non ha lasciato il segno. 3/4
Pacchetto 2: CLESSIDRA – Insoddisfatto
La parola “clessidra” compare all’interno della storia e sono contenta, ma sono ancor più contenta per come hai utilizzato l’insoddisfazione di fondo che dovevi far percepire al lettore – e non parlo di quella data dai capelli di Mary; parlo di un’insoddisfazione di fondo che si percepisce in tutto il racconto, quella della protagonista nei confronti della vita, fondamentalmente.
Di certo, una persona che arriva ad abusare di sostanze, una persona che attua un tentativo di autodistruzione, orgogliosa e felice della propria vita proprio non lo è, per cui devo farti i complimenti perché qui hai centrato il segno senza essere forzata o retorica. 4/4
 
Pacchetto Bonus: ZIRCONE – Trasecolato
Bene anche qui, la parola “zircone” compare, e ne hai fatto sicuramente buon uso. “Trasecolato”, seppur compaia una volta sola, ha reso perfettamente l’idea dello sguardo di Mary. Forse, però, avresti potuto fare uno sforzo in più. 2/2
 
Giudizio personale:
Non posso dirti altro all’infuori di: “Mi è piaciuta tanto”.
È probabilmente che questo mio entusiasmo di fondo sia dovuto al fatto che hai scritto qualcosa che in qualche modo non mi aspettavo proprio da te. Mi hai presa in contropiede e hai fatto gol. Ho apprezzato quel repentino salto dall’idillio legato solo a qualcosa simile a una favola, per poi farci piombare nell’oscurità di una dipendenza così pesante e brutale. In poche parole hai saputo prendere una storia e ribaltarla sotto ai nostri occhi, prendendo un argomento un po’ trito e trasformandolo in qualcosa di interessante. Brava! 4/5

Totale Fair: 33/40 

Quarta classificata al contest “Academy Emotions”: A spoonful of sugar, Setsy
 
Grammatica e sintassi: 9,75/10.
Il colore dei capelli, del trucco e infine della carnagione, cambiò fino...”
Si tratta più che altro di un elenco di cose, per cui questa virgola non è necessaria. È comunque piuttosto ambigua e, se credi che vada lasciata, fai pure: la differenza non è sicuramente abissale. (-0,05)
Abbiamo deciso da tanto tempo di non essere banali, io e te.”
La virgola in questione è tra soggetto e predicato. L’ho detto a tutti quelli a cui l’ho segnalata: stilisticamente parlando, è molto usata, ma a livello di grammatica la trovo comunque scorretta e preferisco farlo notare. (-0,05)
“...seppur graziosa in sé, sfigurava in mezzo alle sue sorelle più preziose...”
Non c’è una vera e propria ripetizione, però “graziosa” e “preziose” si assomigliano molto come parole e creano una cacofonia che potrebbe essere evitata. (-0,15)
 
Stile e lessico: 9/10.
Come avrai notato anche tu, gli appunti riguardanti la grammatica sono pochissimi per i miei standard, e questo può solo farmi immensamente piacere, perché significa che hai seguito i miei appunti e hai anche curato molto di più il testo. In particolare, questo si nota durante la lettura perché è come se ogni frase fosse calibrata e limata e riletta mille volte: si sente che il testo è molto ben delineato, come se avessi in mente di dare alle parole una forma precisa. E devo dire che ci sei riuscita, hai dato degli ottimi contorni a tutto quanto e hai dato l’impressione di una lettura più facile proprio perché rivista. Ho visto anche che hai accorciato i periodi, che ti avevo detto più volte essere troppo lunghi e confusionari. Sono molto soddisfatta di questa tua crescita stilistica, sebbene la perfezione non sia ancora stata raggiunta (e non penso verrà mai raggiunta da nessuno in nessun campo, ma questo è un altro discorso). Tutto ciò per dirti che, sebbene vi siano evidenti miglioramenti nel complesso, ci sono ancora alcuni periodi che hanno molte virgole tra i complementi e rendono il testo poco enfatico. Ti porto alcuni esempi qui sotto:
La modella sospirò con rassegnazione, poi si passò davanti al viso una mano, precedentemente invisibile, dalla quale sprizzò una sottile scia lucente, che si depositò su di lei.”
Maria allungò il braccio destro, non senza fatica, fino a raggiungere il cassetto più in basso sotto il lavandino, recuperando dietro un mucchio di trousse aperte ma quasi intonse, un vecchio portapenne che usava alle elementari.”
Ribadisco il fatto che sono decisamente meno evidenti e diffuse di una volta, per cui ti basterà rileggere una volta prestando attenzione solo a quello e vedrai che riuscirai a sistemare. Non ti consiglio di sostituire le virgole coi punti e virgola perché lo hai già fatto più volte nel testo (e hai fatto bene), quindi non è il caso di esagerare o gli sforzi verrebbero vanificati.
Avevi dei dubbi sul lessico, per via dell’inserimento di alcune parole un po’ gergali, ma le ho trovate perfettamente adatte al contesto e nemmeno incomprensibili. Penso che si possano evitare le note a piè di pagina, per cui stai tranquilla perché è tutto molto ben amalgamato. Al massimo, potresti inserirle in corsivo per far notare lo stacco, a meno che non l’abbia già fatto (perdonami, non ricordo).
 
Originalità: 3,5/5.
La storia in sé non è molto originale, perché le dipendenze vengono trattate molto spesso e il modo più semplice di indorare la pillola (perdonami il triste modo di dire) è spesso giustificare il tutto, o almeno creare un precedente, usando le insicurezze di chi assume la sostanza. Non dico che sia sbagliato o brutto, perché in realtà è così molto spesso anche nella realtà (per non dire sempre), però non è questo che fa spessore nella storia, anzi se non vi fosse altro non avresti preso questo quattro.
Ti ho dato un punteggio alto per via della tua bravura nel costruire il parallelismo con Mary Poppins. Probabilmente è tutto partito dal pacchetto “Cucchiaio” ed è assolutamente un’ottima cosa, perché è sorprendente come tutto quanto sia collegato in modo logico, a partire dalla fatina verde (collego anch’essa al cucchiaio dell’assenzio, quindi di nuovo il cucchiaio, eccetera) per poi sfociare nel Paese delle Meraviglie senza comunque perdere la connessione con Mary Poppins e con la squallida realtà. Hai creato un ottimo intreccio, sfruttando molti dettagli e girando la situazione a tuo favore.
Il finale, tra le altre cose molto positive, mi ha garbato perché non è un vero finale, ma lascia il lettore nel limbo come fa anche la sostanza d’abuso dopo una dose: andrà bene o non andrà bene? Quel momento combatte la pace dei sensi che l’iniezione porta, ma c’è sempre una vena di “chissà”. Il fatto che la storia si chiuda con Maria che è ancora nel mezzo dell’abuso, piuttosto che con la risoluzione in positivo o in negativo che sia della vicenda, mi sembra richiamare di nuovo l’abuso stesso. È tutto collegato, non so se direttamente o meno, e l’ho trovato originale perché un epilogo conclusivo, piuttosto che così incerto, sarebbe stato quasi scontato.
Forse avrei preferito qualche accenno in più sulla sostanza in questione, visto che è impossibile che nessuno si accorga dello sfiorire del corpo e dello sguardo (nonché della mente) di Maria. Quindi da questo punto di vista sei stata un po’ carente e alcune informazioni sono state poco contestualizzate, ma capisco anche che ti sia focalizzata su altro e quindi posso contestare solo relativamente. Però, se hai tempo, pensa a come giustificare almeno con qualche accenno i passaggi più nebulosi.
 
Utilizzo dei pacchetti: 3,5 + 4/8.
1) Cucchiaio: “euforico”.
L’euforia è tipica dei primi momenti delle sostanze d’abuso, sia appena dopo l’assunzione (nel caso del parenterale, o appena inizia a fare effetto negli altri casi) che quando la persona inizia a – in gergo – “prendersi bene” con le conseguenze iniziali. Maria rispecchia tutto ciò da subito, perché la smania del tossico si presenta proprio come il desiderio di aggiustare i propri difetti assumendo cose, senza pensare alle conseguenze. È solo più avanti che si rende conto di come Green Fairy sia già un lato negativo di ciò che sta facendo, ma le importa solo relativamente. Un altro esempio dell’euforia è la questione della clessidra, del fatto che si sia sempre sentita molto soddisfatta della sua abilità di nascondere le prove. In conclusione, trovo che l’emozione sia presente e perfettamente bilanciata con l’altro pacchetto. Forse non hai calcato molto la mano, ma trovo comunque che ne abbia fatto un uso equilibrato.
Il cucchiaio è un po’ alla base di tutto, devo dire, a partire dal titolo per poi proseguire lungo tutto il parallelismo con Mary Poppins e la droga stessa. Come ti ho detto da qualche altra parte, si ricollega anche al cucchiaino a volte usato per l’assenzio, a sua volta collegato alla fatina verde. Oserei dire che è tutto un intreccio molto fitto e ben studiato, per cui ti faccio i complimenti.
2) Clessidra: “insoddisfatto”.
L’insoddisfazione è alla base di molte dipendenze. Il desiderio di essere di più, di fare di più, di sfuggire ai propri demoni e alle proprie debolezze spinge le persone più deboli a rifugiarsi nell’abbraccio della chimica, che prima di distruggere sa essere la migliore amica che una persona in queste condizioni possa avere. Le insoddisfazioni di Maria sono forse molto classiche, o semplicemente non c’è stato lo spazio necessario ad approfondirle, ma sono comunque funzionali a ciò che volevi raccontare, oltre che al contenuto del pacchetto. Quindi non c’è niente da dire, se non che va bene.
Anche la clessidra è inserita in modo molto particolare. Ha la funzione di simboleggiare l’euforia (quindi l’altro pacchetto) di Maria, così come lo sporco sulla sua coscienza. A lungo andare l’euforia si trasforma in insoddisfazione, rappresentando perfettamente anche il contenuto del pacchetto stesso. È forse molto sottile – e forse l’ho inventato – però è un altro dettaglio dell’intreccio e mi ha senza dubbio affascinata molto.
 
Pacchetto bonus: 0,75/2.
Zircone: “trasecolato”.
Qui ho invece dei dubbi. L’unico momento in cui vedo Maria – o chiunque altro, chiaramente – trasecolata è quando realizza che la fatina è in realtà parte della sua immaginazione, o dipendenza. Certo, è un momento molto forte, ma la protagonista è in realtà già sotto l’effetto degli stupefacenti, per cui l’emozione sfuma via insieme al sangue che scorre nelle vene e muove la sostanza. Anche il momento in cui realizza di aver giocato i suoi genitori, se vogliamo, può assumere questa connotazione, ma mi sto un po’ arrampicando sugli specchi e quindi non voglio continuare troppo, perché rischierei di dire cose poco sensate. Hai probabilmente tentato di inserire l’elemento senza riuscirci a trecentosessanta gradi come hai fatto con gli altri due pacchetti, anche se comunque apprezzo che non sia rimasto nulla di intentato.
Lo zircone, invece, è molto importante anche ai fini della trama e mi è piaciuto l’uso che ne hai fatto. È bello, ma non è reale, che alla fine è un po’ la stessa storia di Green Fairy e del vortice in cui Maria sta cadendo a tutta velocità. Ci sono molti doppi sensi e significati nascosti in questa storia e non posso che apprezzarli tutti, perché è quasi sublime il modo in cui li hai incastrati tutti. Ti meriti senza dubbio i miei più sinceri complimenti per il lavoro accurato.
 
Gradimento personale: 4,5/5.
Credo che questa storia sia il più grande esempio di partecipante che conosce il giudice (uno dei due, perlomeno). Sai che amo molto la quasi perfezione grammaticale, per cui hai probabilmente riletto fino alla nausea e mi hai fatto apprezzare la cura per il testo; sai che amo le tematiche delicate, per cui hai modellato i tuoi pacchetti su un argomento a me molto caro e che non mi stufa mai; sai che amo i riferimenti, per cui hai impalcato tutto su Mary Poppins e lo hai fatto davvero egregiamente. Questa è senza dubbio una delle storie che, a livello di gradimento personale, è andata di più a toccare le mie corde – cosa che nei contest non accade praticamente mai perché quasi nessuno riesce a dire quello che vorrei leggere senza strafare o prendere gli argomenti nel verso sbagliato. Tu sei stata molto brava in questo, perché c’è questa crudezza a tratti che davvero è ben distribuita e mi ha colpita in positivo. Non pensavo che potesse uscire qualcosa del genere da te, che sei così delicata in quel che scrivi, e quindi mi hai conquistata.
Mi sono permessa di toglierti mezzo punto perché la protagonista è a tratti simile alla protagonista di Blue Maiden, o almeno l’impostazione della personalità così poco forte mi ha ricordato lei. Non potevo chiaramente toglierti dei punti per l’originalità per questo motivo, e generalmente non lo faccio a prescindere neanche in questo parametro, ma siccome è un tipo di donna che vorrei vedere il meno possibile (nella realtà, più che altro) mi ha vagamente indispettita... anche se non è la parola adatta. Probabilmente hai capito cosa intendo.
Ad ogni modo, ti faccio ancora i complimenti perché hai consegnato una storia molto valida!
 
Totale: 35/40.

Moooolto bella davvero!
E' strano da dire ma è molto delicata come storia, anche se parla di droga...
Non fa rivoltare lo stomaco, non è volgare ed è piacevole da leggere.

Confesso che ti ho cercata, e non è stato facile, ma ero curiosa: sto scrivendo anche io una storia per lo stesso contest a cui partecipa questa e non ho resistito alla tentazione di "spiare gli avversari" (ho sempre paura di trovare tra gli altri un racconto che somigli al mio) :S e devo dire che mi hai messo molta ansia!
La tua storia è meravigliosa, e te lo dice una che non ama per niente la tematica "droghe"... e che ha le dita pesanti - ergo, per scrivere una recensione il racconto deve valerla :D
L'idea di base, quella della fartina verde che parla a Maria e la ossessiona nei sogni, è geniale: in un testo così corto sei riuscita a collegare insieme tante opere letterarie e cinematografiche in una maniera che non solo è logica, ma funzionale alla storia! Mi ha davvero stupita - e, te lo dico, leggermente inquietata - quella Green Fairy malignia e tentatrice! Avrei voluto poterla shciacciare sotto un piede alla fine della storia >_<
Maria è tanto debole quanto profonda: hai saputo sviluppare un personaggio complesso in maniera semplice, delineandolo perfettamente con il giusto numero di parole e avvenimenti - quanto basta per far capire cosa intendevi e lasciare al contempo a chi legge la libertà di immaginare e "giudicare" secondo la propria coscienza. Io, per esempio, alla fine della storia ho provato pena per la fragilità di Maria e dispiacere per la sua famiglia, per chi la ama e non è in grado di vedere che, dietro quei sorrisi, lei sta fuggendo via.
Mi è piaciuto il modo in cui ti sei soffermata sulle scene di degrado a maggior impatto: il sesso come pagamento e l'anello infranto. Si, messe a confronto la seconda non sembra reggere il peso della prima, eppure ho trovato più "pesante" da digerire la scena del vecchio gioello di famiglia rotto e ceduto che quella con Daniele. L'anello ha un impatto molto più profondo e mi ha lasciata più sconcertata, perché è una parte del suo passato, dei suoi amori familiari, della sua stessa personalità che viene ceduta per... per nulla, in realtà, dato che poi è richiesto un altro pagamento. Questa cosa mi ha rattristata molto, confesso.
Il dialetto non l'avevo neanche notato, sai? Sarà che anche il mio risente dell'influenza romana :S Ma mi è piaciuto molto che tu abbia voluto caratterizzare così i tuoi personaggi: dona un senso di realtà che amo trovare nelle storie.
Il finale è aperto, o almeno così l'ho visto - forse perché spero sempre nel lieto fine, anche se vado a cercarmi storie drammatiche? O_o
Dubito che Maria sarà mai tanto forte da guardarsi allo specchio e affontare la sua più grande nemica, ovvero sé stessa... e non oso immaginare a cosa potrebbe spingerla quella malefica Fata Verde!
Ho provato tanta pena per Maria, e per questo ti ho voluto scrivere: se una storia riesce a coinvolgermi abbastanza da trasmettermi qualcosa, e lo fa in così poche parole, vuol dire che vale veramente ;) Inoltre, se è anche una storia scritta bene, come posso resistere? Hai un bello stile, essenziale e gradevole, e il ritmo che dai al testo è quello giusto: non affretti nè rallenti la lettura, e io adoro trovare storie scritte bene *_*
Unico appunto: per le note, ti consiglio di usare gli apici numerici: occupano meno spazio degl iasterischi e sono più belli da vedere ;)
Tornando a noi, non posso in coscienza dire che questa storia sia bellissima (mi sembra una parola non molto adatta alla tematica) ma di certo l'ho apprezzata, e tanto ;) La tua One- shot è ciò che mi piace leggere, un racconto non banale e che trasmetta qualcosa! Brava, davvero *_*
In bocca al lupo per il contest e... si, ho più timore per la mia storia, sappilo :S
Alla prossima ;)

Edit: dimenticavo! Mi è piaciuto da morire il titolo, e il modo inb cui ci hai inserito l'immagine della fatina. Immagino che sia una banalità dirlo (forse) ma io l'ho apprezzato da subito e volevo fartelo sapere :D
Ciao :*
(Recensione modificata il 09/02/2015 - 11:40 am)