Buonasera, innanzitutto (o sarebbe il caso di dire buonanotte?) e bentornata come scrittrice!
Se queste sono le cose che produci con la febbre, mi verrebbe da dirti di averla più spesso... o che vorrei tanto averla anche io! Saranno solo poco più di 100 parole, ma in poche, pochissime righe, sei riuscita a farmi emozionare. La cosa bella di questa lunghezza è che si presta perfettamente al concetto che vuoi esprimere: il non successo, il non detto, un qualcosa che è nell'aria e che ci lascia solo l'amaro in bocca.
Inoltre, e non è da tutti, in pochissime righe sei riuscita ad essere estremamente fotografica. Infatti, avevo perfettamente nella mia testa l'immagine di John e Paul dapprima vicini, poi separati, con Yoko in mezzo. Il susseguirsi dell'azione si formava nella mia testa come un piccolo puzzle. Era esattamente come se avessi davanti ai miei occhi la scena, un po' opaca e rovinata come se fosse tratta da "Let it be", e questa cosa fa emozionare ancora di più.
Concludo dicendo che ho apprezzato molto anche la scelta stilistica di usare per Yoko il nome (o meglio, la traduzione) "bambina dell'oceano", è così delicato, ci sta perfettamente all'interno della storia.
Insomma, complimenti davvero. Scrivi ancora, è un invito caloroso.
Un abbraccio, Anya |