Ciao! Devo dire che da quando ho iniziato a usare questo account e a leggere le tue storie sto trovando difficile non recensire.
Dunque, prima di tutto una piccola osservazione grammaticale: sette righe dal fondo della storia hai scritto "Sherlock aveva persino compreso di... Ricambiarla, in qualche strano modo. deglutì e si staccò da lui [...]". Sicuramente sai che la "r" di ricambiarla è minuscola e la "d" di degluitì è, al contrario, maiuscola, ne sono certa. Spero non mi odierai per avertelo fatto notare, ma... è più forte di me. Dopo essere stata per tanto tempo una beta è inevitabile temo.
Se ti rassicura, questo è l'unica cellula del pelo dell'uovo che mi è saltata agli occhi.
Detto questo, ti assicuro che non ho più critiche. Mi piace come è scritta questa storia, perché è scorrevole, veloce, ed al tempo stesso affatto superficiale. Quando "muovi" Sherlock sulla scena è molto realistico, soprattutto nella parte iniziale, sia nelle movenze (lui che fissa il soffitto senza vedere nient'altro per ore, tutto preso a studiare e organizzare il suo Mind Palace, forse), sia nelle sue emozioni. Nella prima parte poi, hai praticamente descritto la stessa curiosità, la medesima iperattività, la consueta, perenne noia provata da Sherlock che possiamo immaginare che lui provi nella serie TV. Quindi posso solo congraturarmi per aver analizzato le sfumature della mente (complessissima) di un personaggio in uno spazio molto ridotto, il più possibile fedele all'originale nonostante la situazione inevitabilmente improbabile (ti immagini cosa succederebbe se la BBC girasse una scena basata su questo pezzo? O.o Io prevedo una pazzia dilangante in tutto il fandom, e chissà, forse nascerebbero -finalmente- più ff su questa coppia).
Ora, Greg. Che dire di lui? L'hai descritto in modo un po' insolito, ma certamente adatto al contesto, e piuttosto trasparente per Sherlock... come sempre, in realtà. Altro punto a favore del verosimile.
C'è altro che devo dirti? Ah, sì: non perdere mai -mai!- il desiderio di scrivere. Non è un mestiere facile quello dello scrittore, le parole non sgorgano sempre come si vorrebbe anche se nella nostra testa (un po' pazza, ammettiamolo) tutto è incredibilmente chiaro, ma non rinunciare, ok? Scrivere bene è un dono, ma, dal mio punto di vista (discutibile), è anche un dovere verso gli altri.
- Alex - |