Ciao Lolly ^^ Finalmente sono qui a recensire questo meraviglioso capitolo!
Inutile dirti che sto apprezzando ogni singola storia di questa raccolta (il progetto e l'idea erano molto interessanti ma la realizzazione mi sta davvero soddisfacendo!) e che adoro il tuo stile di scrittura ^^ Ma passiamo a recensire il capitolo!
Van Hohenhaim è un personaggio senza dubbio molto interessante da analizzare e la patologia che gli hai attribuito la trovo davvero molto IC nel personaggio e magari poteva stare perfettamente come un missing moment dell'anime (io mi baso sull'anime perchè ho visto solo quello ^^ Ma appena avrò tempo leggerò anche il manga). A differenza per esempio della storia di Winry il male di Hohenhaim era più intuibile, non hai giocato di sorpresa (sì quella storia mi ha raggelata, ma era scritta davvero molto bene) ma hai scavato nell'interiorità del personaggio, facendosi quasi percepire quel timore di essere visto, quel timore di vedere strappata da sè quella famiglia che tanto amava.
E le sue grandi mani tremavano leggermente, le lacrime colavano sulle sue guance, il suo cuore batteva irrequieto. Ho apprezzato moltissimo questo intercalare che si ripresenta più volte nella storia, le parole sono molto adatte e costituiscono un refrain davvero bene fatto ^^
Come già ho accennato prima per me questo potrebbe essere un perfetto missing moment dell'anime, Van è un personaggio molto malinconico, che ha vissuto fin troppo, ha avuto tutto il tempo per la sua immortalità per apprendere e sa che il suo nemico (e al contempo "benefattore") conosce il suo punto debole: la famiglia. Hohenhaim ne ha sempre sognata una e Trisha le ha potuto donare questa felicità. Eppure Van è così ossessionato dall'idea che tutto possa sparire, così timoroso che le persone che ama muoiano e così impaurito all'idea che le possano essere strappate via che non riesce a godersi ciò che ha tanto lottato. Il suo è un modo ostile di vedere le cose e quindi invece di comportarsi come un buon padre e un marito affettuoso non può far altro che rinchiudersi, studiando e al contempo nascondersi. Ma anche nel buio della sua stanza, nel silenzio delle sue scartoffie è inquieto, vede minacce incalzanti e sente che presto la sua pace verrà turbata, che qualcuno metterà presto fine al suo dolce sogno, senza rendersi conto che questa sua inquietudine gli sottrae anche la felicità che poteva ricavare da quel sogno stesso. Sa di essere un codardo, sa di non sapere come opporsi a quel male e lui, l'unico che davvero conosce e può fermare i piani dell'uomo dell'Ampolla non può fare niente e resta lì, a soffrire.
Trova molto ingenua Trisha, la trova accondiscente e forse non si rende conto del pericolo che costantemente li affligge. E' una principessa di pezza, inerme ma bellissima, in quella polveriera di violenza. Ma Van è consapevole che prima o poi dovrà abbandonare il suo sorriso per metterla al sicuro, deve salvaguardarla e quindi dovrà scappare altrove per non coinvolgerla. E' una donna che viene quasi angelicata (cosa che detesto sinceramente, ma nel contesto è inserito alla PERFEZIONE). Lei intanto non si scandalizza nemmeno alla sua preoccupazione nel sapere che le imposte siano chiuse. E' avvezza ormai a queste domande e cerca di rassicurarlo ma Hohenhaim scoppia a piangere. E' un uomo grande ma non riesce a non trattenere le lacrime, non riesce a non sfogare quell'ansia e quelle minacce che sembrano perseguitarlo.
Ottimista, infantile, bellissima, incolta, malata. Non riusciva ad adirarsi con lei per la sua ingenuità, anche se avrebbe voluto. In poche parole essenziali riesci perfettamente a ritrarre Trisha agli occhi di Hohenhaim. In un certo senso potrebbe anche sentirsi minacciato dal figlio che non lo ama ma ha giurato di salvarlo e non si tirerà indietro. Trisha cerca di rassicurarlo, cerca di fargli capire dolcemente che come padre non è molto presente e per questo Edward non si dimostra amichevole alla sua presenza. Ma Van è ormai nella più completa crisi e reputa che tutti lo odiano, anche suo figlio e anche Trisha prima o poi lo odierà e nonostante il fermo rifiuto di lei non riesce a gestire la drammaticità e piange. Piange vicino alla moglie, tenendola vicino a sè, cercando di capire con la vicinanza quanto la ami e quanto le ha fatto del male stando con lei. Non si accorge nemmeno di essere visto dal piccolo Edward che, con gli occhi intelligenti li scruta. Ma presto questo suo ricordo infantile si perderà come tanti altri. Hohenhaim non si accorgerà mai della sua presenza, mi chiedo se hai dato una nota di speranza nel tutto. Il paranoico è una persona che costantemente crede di essere osservato e non abbassa mai la guardia. Possibile che l'amore possa sottrarre Van da questa malattia? Ho almeno interpretato l'azione così ^^ fammi pure sapere.
Alla prossima!
Alice Jane Raynor |