Recensioni per
Asylum
di RedLolly

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
16/02/16, ore 00:11

Di nuovo mi ritrovo a farti i complimenti per questi racconti geniali (e un po' agghiaccianti a dire la verità) e per la brillante idea di usare come filo conduttore diverse psicosi.
Solo un appunto:
In quest'ultimo racconto la bulimia mi sembra sia un po' debole come sostegno della storia, mi sarei anzi aspettata (viste le riflessioni e i flashback del tenente Hawkeye) una psicosi di guerra, di quelle tipiche dei sopravvissuti a scontri particolarmente violenti. Non ne so molto ma mi sembrava più calzante. Ma tolto questo la storia è lo stesso davvero interessante.

Il racconto di Winry invece è stato il più agghiacciante (forse perché quel genere di patologie e comportamenti li ho approfonditi per motivi di studio), e nonostante costringa ad immaginare un personaggio essenzialmente positivo sotto un'ottica distorta e anche crudele, riesce a non risultare assurdo grazie a una scrittura intelligente e accattivante.
Ancora una volta i miei complimenti!

Ciao Lolly ^^ Finalmente sono qui a recensire questo meraviglioso capitolo!
Inutile dirti che sto apprezzando ogni singola storia di questa raccolta (il progetto e l'idea erano molto interessanti ma la realizzazione mi sta davvero soddisfacendo!) e che adoro il tuo stile di scrittura ^^ Ma passiamo a recensire il capitolo!
Van Hohenhaim è un personaggio senza dubbio molto interessante da analizzare e la patologia che gli hai attribuito la trovo davvero molto IC nel personaggio e magari poteva stare perfettamente come un missing moment dell'anime (io mi baso sull'anime perchè ho visto solo quello ^^ Ma appena avrò tempo leggerò anche il manga). A differenza per esempio della storia di Winry il male di Hohenhaim era più intuibile, non hai giocato di sorpresa (sì quella storia mi ha raggelata, ma era scritta davvero molto bene) ma hai scavato nell'interiorità del personaggio, facendosi quasi percepire quel timore di essere visto, quel timore di vedere strappata da sè quella famiglia che tanto amava. 
E le sue grandi mani tremavano leggermente, le lacrime colavano sulle sue guance, il suo cuore batteva irrequieto. Ho apprezzato moltissimo questo intercalare che si ripresenta più volte nella storia, le parole sono molto adatte e costituiscono un refrain davvero bene fatto ^^
Come già ho accennato prima per me questo potrebbe essere un perfetto missing moment dell'anime, Van è un personaggio molto malinconico, che ha vissuto fin troppo, ha avuto tutto il tempo per la sua immortalità per apprendere e sa che il suo nemico (e al contempo "benefattore") conosce il suo punto debole: la famiglia. Hohenhaim ne ha sempre sognata una e Trisha le ha potuto donare questa felicità. Eppure Van è così ossessionato dall'idea che tutto possa sparire, così timoroso che le persone che ama muoiano e così impaurito all'idea che le possano essere strappate via che non riesce a godersi ciò che ha tanto lottato. Il suo è un modo ostile di vedere le cose e quindi invece di comportarsi come un buon padre e un marito affettuoso non può far altro che rinchiudersi, studiando e al contempo nascondersi. Ma anche nel buio della sua stanza, nel silenzio delle sue scartoffie è inquieto, vede minacce incalzanti e sente che presto la sua pace verrà turbata, che qualcuno metterà presto fine al suo dolce sogno, senza rendersi conto che questa sua inquietudine gli sottrae anche la felicità che poteva ricavare da quel sogno stesso. Sa di essere un codardo, sa di non sapere come opporsi a quel male e lui, l'unico che davvero conosce e può fermare i piani dell'uomo dell'Ampolla non può fare niente e resta lì, a soffrire.
Trova molto ingenua Trisha, la trova accondiscente e forse non si rende conto del pericolo che costantemente li affligge. E' una principessa di pezza, inerme ma bellissima, in quella polveriera di violenza. Ma Van è consapevole che prima o poi dovrà abbandonare il suo sorriso per metterla al sicuro, deve salvaguardarla e quindi dovrà scappare altrove per non coinvolgerla. E' una donna che viene quasi angelicata (cosa che detesto sinceramente, ma nel contesto è inserito alla PERFEZIONE). Lei intanto non si scandalizza nemmeno alla sua preoccupazione nel sapere che le imposte siano chiuse. E' avvezza ormai a queste domande e cerca di rassicurarlo ma Hohenhaim scoppia a piangere. E' un uomo grande ma non riesce a non trattenere le lacrime, non riesce a non sfogare quell'ansia e quelle minacce che sembrano perseguitarlo. 
Ottimista, infantile, bellissima, incolta, malata. Non riusciva ad adirarsi con lei per la sua ingenuità, anche se avrebbe voluto.  In poche parole essenziali riesci perfettamente a ritrarre Trisha agli occhi di Hohenhaim. In un certo senso potrebbe anche sentirsi minacciato dal figlio che non lo ama ma ha giurato di salvarlo e non si tirerà indietro. Trisha cerca di rassicurarlo, cerca di fargli capire dolcemente che come padre non è molto presente e per questo Edward non si dimostra amichevole alla sua presenza. Ma Van è ormai nella più completa crisi e reputa che tutti lo odiano, anche suo figlio e anche Trisha prima o poi lo odierà e nonostante il fermo rifiuto di lei non riesce a gestire la drammaticità e piange. Piange vicino alla moglie, tenendola vicino a sè, cercando di capire con la vicinanza quanto la ami e quanto le ha fatto del male stando con lei. Non si accorge nemmeno di essere visto dal piccolo Edward che, con gli occhi intelligenti li scruta. Ma presto questo suo ricordo infantile si perderà come tanti altri. Hohenhaim non si accorgerà mai della sua presenza, mi chiedo se hai dato una nota di speranza nel tutto. Il paranoico è una persona che costantemente crede di essere osservato e non abbassa mai la guardia. Possibile che l'amore possa sottrarre Van da questa malattia? Ho almeno interpretato l'azione così ^^ fammi pure sapere.

Alla prossima!

Alice Jane Raynor

Recensore Master
16/03/15, ore 16:01

Ciao! :D
No, ok, questa non me l'aspettavo e ci sono rimasta male! Non male nel senso che non mi è piaciuto il capitolo (anzi!) ma proprio perché... oddio povera Riza ç_ç e che bastardo Roy!! Non gli hai fatto fare una gran bella figura! xD
Ok, passate le emozioni iniziali passiamo a qualcosa di più oggettivo.

Complimenti! Una gran bella introspezione, molto toccante e anche straordinariamente credibile! Si incastra molto bene nel canon e anzi, potrebbe persino essere una missing moment, un retroscena della Tenente. Bellissima davvero, hai trasmesso l'angoscia e la sofferenza della bambina che fu e della donna che è diventata. La scena del passato ad Ishval è stata terribile... effettivamente quello dello stupro delle prigioniere è un evento tipico di qualsiasi guerra, ma non so... non avevo mai applicato questa "legge" all'universo di FMA... è stato... triste. Vero, per carità, e adoro il realismo nelle storie che leggo però mi sono sentita... triste. Triste perché Roy non ci fa nulla, triste perché Riza qualcosa fa, ma viene rifiutata. Triste perché è una situazione che hanno visto tutti i personaggi che amo di più e... chissà che hanno fatto. Chissà se hanno o no approfittato della cosa. Scusa, sono andata un po' off topic, ma questo capitolo mi ha scosso. Quindi beh, immagino che come autore questo possa farti piacere ^^
Complimenti anche perché fino alla fine mi sono arrovellata per capire che diavolo di disturbo potesse avere Riza. Ho pensato alla paranoia, ma non c'erano abbastanza prove, e poi l'avevi già adoperata per Hohenheim e l'ho scartata subito. Complimenti perché hai reso tutto un crescendo fino all'apice, alla fine, in cui la donna apre il frigo e distrugge qualsiasi cosa trovi davanti.
Normalmente trovo Roy molto interessante e mi piace come personaggio, ma qui me l'hai fatto odiare xD non è una critica, assolutamente, anzi rende benissimo la disperazione di Riza, però anche il fatto che, dopo averci "dato dentro", lui la chiami semplicemente Tenente mi ha irritata. Ma come?! Roy, come puoi essere così insensibile?! Non è una critica per OOC, assolutamente no. Siamo nell'introspezione di Riza, nelle sue paure, ed è giusto che abbia il timore di essere ancora una volta usata. Quindi complimenti anche per la scelta di termini :)
Per concludere... complimenti! ^^ come al solito ben scritta e ben resa!
A presto e un bacione,
Yellow Canadair

Recensore Veterano
16/03/15, ore 13:54

Eccomi qua, eccomi qua!

Mi avevi anticipato che uno di questi capitoli avrebbe riguardato Riza e ovviamente ero più che impaziente di leggerlo!
Ti dico subito che forse, davvero, inizi ad andare verso il rating rosso: è stato un capitolo veramente duro dove l'abuso subito da Riza si fa sentire in tutta la sua pesantezza.

Sai, mentre terminavo di leggere non ho potuto far a meno di ripensare al mio ultimo capitolo di Odi et Amo, quello relativo alla festa della donna. Lì Riza detesta quella festa perché nella sua vita ha visto le femmine trattate sempre come inferiori e lei stessa ha subito questo tipo di abusi, vedendosi privata della sua dignità.
Tu qui vai molto più a fondo e ci mostri una Riza lucidamente dilaniata in due. Da una parte la soldatessa perfettamente capace di controllarsi, che sa che tutta la sua squadra fa affidamento su di lei, a partire dal colonnello. Quella che può far a meno delle medicine perché non vuole sentirsi annebbiata quando svolge il suo dovere, quella che non ha bisogno di rifugiarsi in alcool o altro per scappare dagli orrori della guerra vissuta. Quella che fa anche a meno del sonno.
Ma questo quadro di forza scompare non appena ci immergiamo nei pensieri di questa ragazza, consapevole di aver vissuto una vita difficile e tormentata. Ripercorre lei stessa gli abusi subiti dalla sua persona, a partire da quello da parte di suo padre. Mi sono venuti i brividi quando mi immaginavo quell'uomo che le accarezzava la schiena, facendovi già i suoi progetti sul tatuaggio... è un qualcosa di tremendamente perverso perché si può intuire tutta la malsana prigione in cui la ragazzina è rinchiusa: quella per cui quel gesto paterno riesce a paralizzarla, nonostante da lui non abbia mai ricevuto un abbraccio o altro gesto d'amore. Una violazione simile da ragazzina non può che devastarti.

E poi Ishval, con quella triste visione del destino delle donne sconfitte: violentate dai soldati, tenute separate proprio come animali in un recinto. E per quanto Riza abbia provato ad opporsi non c'è stato niente da fare ed anzi, i suoi gesti caritatevoli sono stati disprezzati dalle prigioniere (a torto o a ragione, è troppo difficile da dire).

Ed infine arriviamo a Roy, colui che le ha dato un motivo per andare avanti quando è rimasta sola, e che è diventato suo amante anche se la stessa Riza non capisce fino a che punto ne sia coinvolto. Quel rapido rivestirsi e chiamarla tenente può essere indice di una relazione fredda, senza un vero e proprio amore... del resto quello che hanno vissuto è così difficile che l'ipotesi di un amore in parte forzato non è assolutamente da escludere.

Da questa analisi impietosa, fatta mentre il suo corpo riposa senza però cedere al sonno, arriviamo alla vera anima di Riza.
Un enorme, disperato, bisogno d'accettazione che però non ha mai trovato alcuna soddisfazione. In qualche modo tutti i suoi tentativi sono stati distrutti dalla crudeltà degli altri... suo padre, i soldati, le donne di Ishval, in parte lo stesso Roy. Proprio lui sarebbe la persona con cui Riza vorrebbe lasciarsi finalmente andare, ma ha costruito un muro troppo forte di paura e autoanalisi di cui in parte non se ne rende conto. C'è sempre quel dubbio di non essere davvero all'altezza, al di fuori del suo lavoro di guardia del corpo e segretaria... quello di non valere nulla a livello di donna.

E quindi c'è il rifugiarsi spasmodicamente nel cibo per colmare quel disperato vuoto che lei sente dentro, con solo Hayate come testimone.
Ma è una debolezza che dura il tempo del rito... poi il soldato riprende il controllo e va a cancellare qualsiasi prova di quanto è successo.

Davvero crudo... devo ammettere che quelli di Winry e Riza mi sono piaciuti più degli altri. Si scava nel loro essere donne in una maniera davvero interessante.

Sono davvero curiosa di sapere chi sarà il prossimo.

(Riza è davvero nei miei pensieri in questi giorni... ho in progetto anche una multicapitolo su di lei xD)

A prestissimo e tanti complimenti!
Ogni capitolo di questa raccolta è una bellissima perla, credimi

Povero Hohenheim. In FMA stanno tutti a cercare l'immortalità e l'unico che davvero non può morire è uno dei personaggi più malinconici in assoluto (e non solo dell'opera, ci sono pochi personaggi che mi trasmettono la nostalgia e la tristezza del buon Van).
Molto azzeccata la scelta del suo disturbo (stavolta non ho avuto molte difficoltà ad "ingarrarlo"), e mi sono davvero commossa quando quest'uomo così massiccio, così forte, così saggio, non può fare altro che piangere tra le braccia della moglie. Complimenti :) l'ho trovato molto toccante e questo capitolo l'ho trovato anche più facilmente incastrabile nella trama rispetto agli altri... spero di riuscire a spiegarmi: con tutto quello che Hohenheim ha passato, è credibilissimo che abbia sofferto di un disturbo simile, considerando sia la sua immortalità (e le ragioni dietro questa) sia la situazione nuova in cui si trova: immortale e maledetto, sa che dovrà assistere alla morte di tutte le persone che ama, a cominciare dalla moglie e a finire con i suoi piccoli, l'ultimo dei quali non è nemmeno nato.
Molto ma molto bella la sua visione della realtà, così distorta dal suo disturbo: tutti che lo vogliono colpire, tutti che stanno attentando alla sua vita, persino l'immagine di Trisha è deformata dalla sua fantasia: certo avrà avuto i suoi limiti, ma la visione che ne ha il marito è un po' troppo impietosa, e si incastra benissimo con il contesto.
E i sensi di colpa per averla trascinata nella sua vita, per averla messa in pericolo, quel senso oppressivo e incessante di "è solo colpa mia" che però non può e non vuole liberarsi di quella famiglia... insomma, complimenti. Un IC struggente.
Davvero mi è piaciuta tantissimo questo capitolo (non che gli altri fossero meno belli! Però... non so, Hohenheim è un personaggio che ultimamente sto rispolverando, e credo influisca ^^)!
Un bacione e ancora complimenti!
Yellow Canadair

Recensore Veterano

Eccomi qua!
Avevo visto l'aggiornamento qualche ora fa, ma sono voluta tornare a casa dalle commissioni per potermelo leggere in tutta calma ^_^

Hohenheim è certamente un personaggio parecchio complesso perché già di suo non è propriamente normale: beneficiato di una vita praticamente immortale, tanto da rinunciare in parte alla consapevolezza di essere una persona umana, deve inoltre far coesistere nel suo corpo tutte le anime di Xerses che sono state sacrificate per colpa del Piccolo Uomo nell'ampolla. Di conseguenza era facile immaginare che per lui quella parentesi a Resembool, che per un immortale vuol dire davvero pochi istanti, debba esser stata di poco conforto: anche ad aver voluto cercare un attimo di tranquillità i suoi rimorsi e le sue preoccupazioni non gliel'hanno fatto vivere come voleva. Del resto come si potrebbe nella consapevolezza che è destinato a vedere le persone che ama che invecchiano e muoiono?

In questo quadro mentale ed emotivo già abbastanza difficile, il tuo disturbo va ad inserirsi alla perfezione. Se non sapessi di che cosa parla questa raccolta e quindi non fossi preparata al fatto che ogni personaggio ha un disturbo mentale, l'avrei presa per una normalissima fic su tutti i pensieri, rimorsi e paure di quest'uomo.
Del resto la certezza che l'homunculus combinerà qualcosa c'è, questo è un dato di fatto. Però lui porta oltre questa minaccia, arrivando a chiudersi nel proprio studio in piena paranoia, quasi che il minimo contatto con l'esterno lo possa far scoprire, mettendo in pericolo lui e la sua famiglia.
La sfaccettatura del suo disturbo che mi ha colpito maggiormente è la visione che lui ha della moglie. Mentre per il piccolo Ed riconosce già in lui una forza ed intelligenza che lo porteranno in futuro a disprezzarlo (quando invece, se si fermasse a riflettere, capirebbe che essere un padre al dir poco assente di certo non aiuta ad instaurare un rapporto, come gentilmente gli ricorda Trisha), per la donna ha un sentimento di pietà misto ad amore. Si sente profondamente in colpa per averla coinvolta in una relazione con lui, sapendo bene quali saranno le conseguenze, ma soprattutto ne ha una... percezione in parte negativa: ignorante, infantile, una Principessa degli stracci che in parte gli fa pena (e riconosce in lei anche l'odore della malattia... anche questa è parte della mania, presumo, anche se per qualche secondo ho avuto il dubbio che potesse essere un sentore del fatto che ella, effettivamente, morirà qualche anno dopo per la peste).
Eppure se da una parte ne prova pietà, dall'altra sente il bisogno di lei come l'unica che lo può consolare, far sentire in parte bene. Sebbene tutti questi sentimenti positivi vengano ancora una volta stravolti dall'ansia di averla messa in pericolo accettando il suo amore.

Quel che si suol dire un circolo vizioso.

Complimenti!
Ogni capitolo è sempre una piccola ed interessante finestrella nei meandri della psiche umana

Manco a dire che aspetterò con ansia il prossimo aggiornamento ^_^

Alla prossima!

Giulia

Recensore Master

Eccomi qua.
Innanzitutto volevo scusarmi per la recensione del primo capitolo. Il capitolo mi è piaciuto, sono stata io che non ho capito subito l'intenzione della storia, ma tu scrivi davvero benissimo, e lasci il lettore con il fiato sospeso fino alla fine, quando si scopre l'arcano.
In questo caso, poi, è ancora più evidente.
All'inizio descrivi Winry nella sua solitudine, tra i mille dubbi sul suo rapporto con Ed, che si sta comportando allo stesso modo del padre.
Fin qui tutto normale, anche nel manga traspare una certa solitudine nella vita di Winry.
Poi c'è questo neonato, che viene definito malato, ma che nemmeno il medico riesce a capire cosa sia la sua malattia.
L'unica cosa chiara è che proprio grazie a questo piccolo neonato malato, che Winry riesce ad ottenere attenzioni e affetto che probabilmente non avrebbe mai avuto.
Fino al gran finale, dove si scopre cosa causa i problemi di salute del piccolo.
Davvero complimenti, anche per il fatto di trovare delle malattie che non avevo mai sentito, e di cui ignoravo completamente l'esistenza.
A presto.
Narclinghe

Recensore Veterano

Ciao ^^ Eccomi a commentare anche questa bellissima e ben riuscita storia ^^
Devo ammettere che leggendo il titolo non sapevo cosa aspettarmi, avevo immaginato diverse situazioni e il riusltato mi ha sorpresa e intrigata ^^ Ma andiamo con ordine.
Nella prima parte inizi introducendo la solitudine di Winry che ho trovato molto IC. Anche se magari non si capisce benissimo nell'anime (almeno per quello che ho visto io) Winry è sì allegra e spensierata ma per la maggior parte del tempo è intenta a lavorare, reclusa nella casetta e il suo amore per l'automail è come se sostituisse la carenza di relazioni umane. Ecco, se devo essere sincera, avevo pensato a questo amore viscerale per le automail all'inizio della storia (intendo dal titolo) ma il risultato è stato ben diverso (e interessante, molto interessante)
Ho adorato il modo in cui hai descritto il suo amore per Edward (l'epiteto di distruttore di automail è stata una vera chicca!) e così ci metti subito al corrente di suoi figlio.
La parte in cui parli della sua "inadeguatezza" alla gravidanza, il fatto che non era preparata e non sapeva come agire è stata molto toccante. Winry appare molto tenera, stanca e sola. Sei riuscita a farmela adorare, sei riuscita a farmi beh... non proprio personificare in lei (siamo molto diverse) ma a creare una sorta di empatia certamente sì. Sei stata molto delicata e schietta a scrivere di quella parte che non ho potuto non apprezzare, semplicemente fantastica.
Ci metti anche al corrente che la loro non sia una relazione felice. Ora lo devo ammettere. Sarò anche sadica (E farei passare qualsiasi cosa ai miei personaggi) ma quando devo far andare male le storie d'amore... beh poi mi sento in colpa xD Non il totale lieto fine ma almeno una soddisfazione vorrei darla e quindi scoprire una storia in cui Ed e Winry non siano felici è stato il primo "avvertimento" per quello che sarà la soluzione finale (giusto?).

"Lui, che si era sempre lamentato di come Hohenheim aveva abbandonato la sua famiglia, pareva comportarsi nello stesso modo con lei, tuttavia non riusciva ad odiarlo. Non ce la faceva." Ecco ho apprezzato questo paragone che hai fatto con Hohenheim/Edward e Trisha/Winry. Ci sta moltissimo e con una motivazione così davvero non posso contraddire il fatto che sia una relazione se non drammatica o triste almeno molto tesa.
Alla "felicità" iniziale (non era tutto rose e fiori ma almeno sembrava scorrere tutto bene) ecco che inizia a presentarsi un secondo problema: il bambino non è sano. Ecco proprio l'espressione "bambino malato" mi aveva messa un po' in allarme. Quando uno scrittore non specifica qualcosa c'è sempre un motivo xD e si hanno sempre due casi:
1) Non si è esperti nel campo in questione e quindi si lascia perdere (e non mi sembra il caso, tu sei esperta in queste cose per aver intrapreso un tipo di storia del genere)
2) C'è un colpo di scena
Ecco anche se avevo optato per la seconda azione MAI avrei pensato al finale che hai prospettato ma di questo ne parlerò dopo xD
Designi comunque una Winry-madre accanita a proteggere il figlio, il suo scatto felino verso il telefono ne è una dimostrazione. L'avevi tratteggiata stanca e sfinita ma nel proteggere il suo bambino lei balza in avanti, pronta a difenderlo a qualunque costo (e qui il pensiero che potesse essere una madre iperprotettiva, dopotutto avevo anche pensato che il bambino non fosse effettivamente malato dato che il medico non riusciva a diagnosticare nulla. Potevo spiegare la storia che era dimagrito, sbiancato ecc. ecc. per un'assurda fissa della madre/Winry)
Edward chiama, è preoccupato e promette di arrivare presto tra le suppliche di Winry. Insomma, ci stava perfettamente! Già solo per il fatto di avere un figlio avrei potuto capirlo perfettamente ma con la frase

"Non aveva dovuto subire le occhiatacce delle pettegole che sparlavano di quella giovane e avvenente biondina che non aveva saputo tenere chiuse le gambe." Insomma sì, aspettavo una reazione del genere da parte degli abitanti ed è normale che Winry chieda l'aiuto e il sostegno di Edward (mi sembra cosa buona e giusta è.è) quindi fin qui non vedevo niente di strano (ma ahimè la spiegazione finale mi ha spiegato che neanche questo passaggio era una casualità)
Winry non sembra soddisfatta, Edward non le riserva mai tenerezze più del necessario e almeno sembra trovare nella nonna Pinako un conforto in più, qualcuno che la possa almeno minimamente capire e proteggere. 
Quando poi Winry sale di sopra a far mangiare il bambino, ecco il colpo di grazia. Non conoscevo la sindrome quindi non avevo mai pensato a una perversione umana di questo genere. Cioè diciamo che ci avevo anche pensato ( il fatto delle attenzioni) quello si sapeva ma addirittura far star male il bambino per un motivo del genere... no. Ecco che con quel titolo ingannatore "cure AMOREVOLI di una ragazza sola", sciogli finalmente il mistero. Ci sono rimasta male (e al contempo piacevolmente sorpresa dal colpo di scena) e trovo che le tue spiegazioni sotto siano molto utili. Purtroppo non sono un'esperta in campi medici e questa raccolta mi dà anche un'occasione in più per approfondire le mie povere conoscenze.
Non mi pare di aver visto errori ma un plauso va fatto (cit.) anche al tuo stile di scrittura! Sei stata bravissima, davvero complimenti. Quella di Mustang magari era più "banale" rispetto a questa che era subdola e malvagia è.è
Ancora bravissima ^^ Alla prossima!


Alice Jane Raynor

Recensore Veterano
28/02/15, ore 15:31

Ciao ^^ Eccomi finalmente a recensire le tue idee!
Prima di tutto l'idea è bellissima e mi ha interessata e incuriosita fin da subito. Vedere i propri personaggi con una malattia psichiatrica (inoltre scritto con una bella maestria) è stata davvero un colpo di genio ! Anche se magari a prima vista i personaggi non sembrano completamente IC posso dire che sono loro solo che - dato il contesto in cui hai deciso di metterli - appaiono sicuramente esagerati nei loro comportamenti ed è un bell'esperimento che per il momento mi ha lasciato completamente soddisfatta dalla mia idea iniziale!
Iniziare con Roy Mustang è stato... un colpo xD Volente o Nolente resta il migliore *scappa dai pomodori* e vederlo in eccessi di pirofilia è stato un vero e proprio piacere. E' una malattia che trovo perfetta per il nostro Alchimista di Fuoco, che combina le sue più grandi passioni: le donne e il fuoco."Carne che Brucia" mi ha completamente conquistata e merita completamente un giudizio positivo. Ma adesso analizziamo la storia ^^
All'inizio non si nota davvero di anormale, Mustang è nel suo ufficio con la sua solita posa pensosa (le dita incrociate davanti la bocca *^*), conosciamo il suo carattere pigro ma allo stesso tempo sembra assorto in ragionamenti più complessi di quelli che fa... tu ci avevi già avvertiti con il "Aveva in testa elucubrazioni più pressanti, il colonnello." ma quella descrizione così accurata dei suoi ragionamenti mi ha (almeno personalmente) smossa un attimo dal primo avvertimento. Poi velocemente chiarisci subito i suoi pensieri e ci trascini nel tormento interiore del colonello.
Oltre quindi ad aver preso perfettamente i due "punti deboli" del colonnello hai rievocato una scena molto forte dell'anime: la sua sfida con Lust. Ci metti al corrente dei suoi ragionamenti contorti, perversi e contrastanti. Adoro i personaggi tormentati (lo ammetto, sarò sadica xD) quindi tutti questi elementi erano sicuramente elementi a tuo favore per la storia. In poche righe sei riuscita perfettamente a rievocare il combattimento (divinamente direi), a chiarirci i confusi pensieri di Roy e di farci comprendere la sua perversione. Forse i suoi sentimenti possono sembrare esagerati ma in realtà trovo che sia perfettamente IC con il personaggio, non lo trovo esagerato. Anche se non se ne fa minimamente parole nell'anime e nel manga, per me potrebbe starci. Roy era adirato con Lust ma lei era pur sempre una donna e soprattutto La Lussuria, credo molto plausibile che lui possa aver provato un certo piacere misto a rabbia nell'ucciderla. Non ci avevo mai pensato ma davvero l'ho trovata un'idea molto azzeccata quindi ancora complimenti.
Anche richiamare Riza è stata una mossa molto appropriata. Sono una fan Roy/Riza e vedere come hai scritto della loro storia... è molto particolare e mi piace. E' stato anche molto bello e interessante e il richiamo alla schiena di Riza,altro elemento essenziale della malattia di Roy.

"Sapeva perfettamente di non essere ben visto dalle alte sfere dell’esercito e di potersi fidare solo del suo personale team… E non era nemmeno sicuro che i suoi devoti sottoposti potessero capirlo." Dai Roy su! Hai conquistato tutti i tuoi sottoposti dicendo di voler far indossare a tutte le donne dell'esercito le minigonne! *Va a seppellirsi decisamente da qualche parte*

Il richiamo finale a Edward è stato anche un bel colpo per i fan della coppia. Sei riuscita a descrivere perfettamente il male che affligge il colonnello, tanto da obbligarlo a chiamare Riza, come se lei fosse un controllo a quella passione di fiamme che lo sta divorando.

Stilisticamente posso dire di adorare il tuo stile, magari non ti fai completamente avvolgere dall'introspettività (io beh... lo sai ci sprofondo in maniera esagerata xD) ma usi le parole giuste ed essenziali per descrivere ciò che vuoi trasmettere al lettore. L'idea - come ho più volte ho ripetuto - è davvero eccezionale e lo sviluppo che per il momento sei riuscita a dare mi ha soddisfatta appieno! Non ho notato errori grammaticali o almeno ero talmente immersa nella storia da non rendermene conto! Per il momento non ho particolari consigli da darti riguardo a eventuali malattie e personaggi associati, ma ti farò sicuramente sapere più in là ^^ Per il momento voglio vedere le tue idee malvage ^^
Ancora complimenti ^^

Alice Jane Raynor

Recensore Veterano

Ed eccomi a recensire anche questo secondo, bellissimo, capitolo.

Ovviamente non essendo esperta di medicine mi capita di restare spiazzata davanti alla spiegazione finale quando sveli il disturbo trattato. Per esempio ero assolutamente convinta che quella di Winry fosse depressione post parto o qualcosa di simile... quindi immaginati quanto mi abbia spiazzato la frase finale! Così devastante dopo un quadro tutto sommato triste, non certo facile, ma che comunque rientrava in una certa normalità.
Però effettivamente mi sono detta che forse la depressione post parto non era una patologia così forte come la sindrome da te trattata (non che sia una cosa bella, tutt'altro...)

E' incredibile come la mente di Winry abbia creato un quadro perfettamente plausibile, dove il bambino è effettivamente la cosa per la quale il mondo ruota almeno un po' nel modo giusto. Senza di lui crede che la gente la tratterebbe da meretrice, verrebbe lasciata sola e così via. E tutta la sua preoccupazione è volta al fatto che lui stia male e che i medici non riescano a capire che cosa abbia.
E' agghiacciante una delle ultime frasi: quando si sentiva sola poteva sempre contare sull'effetto che il suo figlio malato faceva sugli altri.

Però non riesco ad afferrare una cosa: Winry è consapevole di far del male al suo bambino? Nella spiegazione dici che le madri non provano alcun senso di rimorso... però nel capitolo dici che Winry è comunque preoccupata perché non sa che ha il piccolo. Eppure l'effetto che fa caffè nero e lassativo non è difficile da immaginare su un bimbo così piccolo.
^^'

In ogni caso bellissimo capitolo.
Ho letto anche la tua risposta alla mia recensione precedente e sappi che sono felicissima di sapere che inserirai anche gli altri membri del Team Mustang *-*

Alla prossima!

Ciao! Complimenti per l'idea, mette molta angoscia ma è proprio per questo che mi piace molto. Sembra strano da dire, ma mi piacciono le storie in cui l'autore riesce a farti estraniare dalla realtà fino a farti star male e a respirare l'ansia e la malattia (a volte inconscia, altre no) dei protagonisti, e tu ci sei riuscita davvero molto bene! Complimenti! :D
mi piace molto anche l'idea di spiegare solo alla fine il disturbo del personaggio, lasciando il lettore a cercare di capire di cosa soffra il protagonista. In Roy Mustang era un po' più semplice (anche se personalmente non conoscevo la pirofilia, al massimo la piromania, ma ho capito che sono due cose un po' diverse), mentre per Winry inizialmente avevo pensato che fosse una gravidanza isterica, e che il bambino esistesse solo nella sua testa. Comunque molto bello e molto d'effetto! :D
Complimenti ancora! Spero di leggere anche di altri personaggi, magari più secondari!
Ciao,
Yellow Canadair

Recensore Master
24/02/15, ore 18:13

Ciao,
ammetto che leggendo questo tuo primo capitolo, mi sono sentita un pò spiazzata.
Quello che pensava Roy era del tutto incoerente da come noi lo conosciamo dall'anime e dal manga.
Ma poi ho pensato che questa tua idea è davvero originale, e devo dirti che scrivi davvero benissimo.
Lanci un messaggio forte che arriva dritto al cuore e non ti nascondo che leggendo certe frasi di Roy (come il paragone del bruciare la schiena di Riza e fare l'amore con lei) mi hanno fatto venire dei brividi.
Guarda, sono curiosa di leggere altre storie come questa, perchè la tua idea è davvero speciale, e immagino che neanche per te sia stato facile scrivere questo capitolo.
A presto.
Narclinghe

Recensore Veterano
16/02/15, ore 20:41

Ciao,

aggiungo subito questa storia tra le seguite. La trovo un'idea davvero interessante e soprattutto mi piace molto il tuo stile che si adatta perfettamente a situazioni non proprio facili come queste.
(storcerò il naso davanti alle Roy/Ed, ma è questione di principio... non leverà il fatto che leggerò con interesse pure quelle).

Questo primo capitolo è veramente fantastico.
Le sensazioni di Roy, il piacere perverso che prova nel vedere le persone bruciare è qualcosa che ti penetra dentro fino a darti anche un senso di disagio che ci sta benissimo... vuol dire che arriva.
In particolare mi ha fatto venire i brividi il momento in cui ha rimembrato quando ha bruciato la schiena di Riza... come fare l'amore con lei per la prima volta... bellissima e personale martire divorata dalle fiamme. Sono tutte cose che rendono perfettamente quanto questo suo disturbo abbia reso perverso anche il rapporto con la sua assistente. E' sfociato in una relazione fisica, certo, ma quello che prova nel fare l'amore con lei non è che un surrogato di quello che gli dà veramente piacere.

E poi c'è Edward... di cui Roy riconosce le indubbie doti.
Da quanto scrivi pare che comunque il suo disturbo, la sua mania di veder bruciate le persone, sia rivolto soprattutto verso casi particolari. Persone forti come possono essere Lust, Riza e lo stesso Ed... è qualcosa che va oltre le preferenze sessuali.

Ancora complimenti per questo primo capitolo e per l'originalità dell'idea :D

Laylath