Allegooria è il primo romanzo di un giovanissimo autore che ha molto da raccontarci, e lo fa in prima persona.

Un diario noir, tinte fosche, anche nella scelta di rappresentarlo su uno sfondo nero con caratteri bianchi che alla lettura sembrano confondere le idee. In realtà è il romanzo stesso che confonde le idee in quanto si presta a svariate interpretazioni.

Inizia tutto con un incubo in cui strane combinazioni numeriche aprono scenari diversi a seconda di come scegliamo di leggerli.

Il ritmo è serrato e le numerose descrizioni dell’ambiente e delle sensazioni e pensieri, inducono il lettore a continuare, ad annaspare per scoprire di che si tratta, dove l’autore ci porterà in questo viaggio che si svolge interamente nello stesso luogo. Appunto, è un viaggio ma non si va da nessuna parte se non con l’immaginazione. … o forse no!

E’ invenzione? Realtà? Direi entrambe. E’ certamente impossibile non provare empatia per il narratore che ci guida e ci parla, a volte direttamente, come se ci vedesse mentre leggiamo, come se comprendesse ciò che stiamo provando.
La trama induce il lettore a riflessioni su se stesso, sulle proprie esperienze e lo fa utilizzando spesso metafore e controsensi.

Lo si potrebbe definire un viaggio nel profondo dell’anima o la macabra scena di una realtà futura possibile.
In quanto al finale beh … invito tutti alla lettura e soprattutto alla rilettura, potrebbero cambiare di continuo le carte in tavola.

Stefano Brustia
(Recensione modificata il 28/02/2015 - 12:56 pm)