All'inizio tutto ciò che si percepisce è l'angoscia e la depressione di Hiro. E' triste, è vuoto, ma la sua determinazione è notevole. Una cosa che mi è piaciuta particolarmente è la tua capacità di descrivere la sua poca voglia di vivere, che però sa di poter sconfiggere tornando indietro nel tempo e aiutando Tadashi. Quel Tadashi che verrà inghiottito dal fuoco, che lo separerà da lui per sempre.
10 anni di sofferenza, di prove, di esperimenti e, infine, riesce finalmente a creare la sua macchina del tempo, ispirato da ciò che ha passato nel corso degli anni e da ciò che ha imparato.
Vuole che il suo progetto sia perfetto, perché vuole che riesca e, infatti, quando capisce che la sua macchina funziona, decide di partire immediatamente il giorno dopo, non prima di aver avvertito i suoi amici della bellissima notizia che andrà finalmente ad aiutare Tadashi.
Sogna di suo fratello, prima di partire, perché l'unico desiderio che ha è riabbracciarlo... vuole rivedere il suo amato, suo fratello, la persona più importante della sua vita e niente glielo impedirà.
Torna indietro nel tempo e rivede angosciato quella scena che, sicuramente, non avrebbe mai voluto rivivere per nessuno motivo, ma sta volta sa che riuscirà a salvare Tadashi. Deve farlo o sarà il fallimento più grande della sua esistenza.
Infine ci riesce e, donando la vita al Tadashi passato, si priverà della propria per poi, finalmente, ricongiungersi con lui... e vivere di nuovo uniti... per sempre.
Sto piangendo, e dico sul serio... ho le lacrime agli occhi, e sono felice di averle versate per questa storia così profonda, originale, non scontata, ben scritta e commovente.
Mi piace anche come hai descritto i luoghi, oltre le sensazioni. Hiro vive da solo, ormai lontano dalla zia, anche per una sua indipendenza e per avere la testa abbastanza fissa sul suo obiettivo.
Basta, mi ha commossa un sacco, sei bravissima!
Spero ne scriverai un'altra. Il mondo ha bisogno di Hidashi così dolci!
Miry |
