Vagavo nel buio e questo canto mi ha indicato la via… Come un profumo agrodolce di fiori notturni ha inebriato i miei sensi, ha permeato il mio inconscio con le sue radici: immagini incantate eppure vividissime.
Mi avevi accennato ad un incontro nella Foresta, ma leggerlo, vederlo così, è tutta un’altra cosa. Ogni frase che usi è degna di una pausa per essere soppesata appieno. Perché è pura melodia ed un piacere sentirla prender suono. Perché ne va trattenuto il senso, travalicando la mera estetica delle parole per concentrarsi sul loro significato. Penso, ad esempio, a quelle riflessioni sull’amore…
Caleloth è bellissimo, animo e voce della Foresta; una creatura fatta di poesia. Mentre Feren è proprio come quei faggi di cui mi parlavi, e nasconde una sensualità ferina, in grado di travolgere l’argine del suo equilibrio, del suo contegno ostentato, portando con sé, possessivamente, ciò che desidera. Elrhoss, invece, è una presenza affilata, una stilettata provocante, ma al contempo delicata. Il loro respingersi e trovarsi, il loro incontro e scontro, è eco della melodia iniziale e, anzi, amplificazione della stessa. Un eco conturbante ma anche doloroso, che lascia l’animo esattamente come la corteccia di quell’albero.
Sono onorata di aver contribuito, seppur in minima parte, con piccoli spunti e idee, alla composizione di questo meraviglio canto… Ed ora che esso è giunto a me, sappi che ho davvero il bisogno di udirne altri.
Grazie per aver condiviso questa nuova magia. (Recensione modificata il 09/03/2015 - 11:20 am) |