Recensioni per
Accettami
di Ghen

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/07/15, ore 14:31
Cap. 1:

Quinta classificata al Fatemi paura! Horror flash contest.

Correzioni

1. Fai finta che non esisto […] --> In una subordinata oggettiva ci vuole il congiuntivo; inoltre, dato che così facendo il soggetto diventa ambiguo, consiglierei di aggiungere un “io” per esplicitarlo: “Fai finta che (io) non esista […]”
2. Fai finta che non esisto ma lo so che mi senti […] --> Prima del “ma” avversativo ci vuole la virgola --> “Fai finta che non esisto, ma lo so che mi senti[…]”
3. Vorresti che ti permetta di vivere la tua vita. --> Ci vuole il congiuntivo imperfetto, quindi “permettessi”, non “permetta”.
4. Fai ancora due passi ma questa volta […] --> Vedi punto 2.
5. […] ma questa volta non ti volti […] --> Non è un vero e proprio errore, ma resta comunque un’allitterazione che infastidisce la lettura, per cui ti consiglierei di eliminarla.
6. Pensi di seminarmi ma lo sai […] --> Vedi punto 2.
7. Corri fra il marciapiede carico di persone […] --> La preposizione usata non è corretta, va sostituita con “su” --> “corri sul marciapiede”


Griglia di valutazione (senza punteggio, come richiesto)

Titolo:
È un titolo molto semplice, ma al contempo questo imperativo lo rende decisamente originale, soprattutto perché il suo significato lo si capisce solo a storia conclusa.

Livello di ansia:
Pur avendo adoperato il POV del licantropo, hai trasmesso tutta l’ansia della vittima mentre cerca di fuggire da un testino ineluttabile, correndo col cuore in gola fino a ritrovarsi – sia letteralmente che metaforicamente – in un vicolo cieco: non può scappare da se stesso.

Grammatica e sintassi:
Gli errori più gravi sono sicuramente quelli di modo (punto 1) e tempo (punto 3), mentre gli errori di punteggiatura (punti 2, 4 e 6) sono più lievi; l’errore di preposizione, al punto 7, è una via di mezzo.
Per il resto, eccetto gli errori che ti ho segnalato, sia grammatica che sintassi sono molto curate: l’utilizzo di frasi spesso molto brevi e la quasi totale assenza di modi indefiniti rendono la lettura incalzante e il ritmo serrato, proprio come se il lettore stesse fuggendo insieme al protagonista.

Caratterizzazione del mostro:
Giudicare questa sezione (e anche la prossima) mi è risultato piuttosto complesso, dato che mostro e vittima sono in realtà un unico essere. Ho risolto giudicando l’uno e l’altro come due personalità distinte che coesistono in un solo corpo.
Premesso questo, pur avendo adottato il POV del mostro, paradossalmente l’hai caratterizzato con minor precisione della sua vittima: per quasi tutta la storia ti concentri su ciò che sente colui che sta fuggendo, lasciando poco spazio ai pensieri, desideri, emozioni dell’inseguitore.

Caratterizzazione della vittima:
La personalità della vittima è invece ben delineata: la sua ansia e la sua paura, così come il suo irrealizzabile desiderio di sfuggire al suo destino, emergono da ogni frase attraverso tanti piccoli dettagli – lo spasmo involontario, il cuore che batte sempre più forte, il respiro strozzato – descritti con cura minuziosa attraverso gli occhi di quello che è il suo metaforico carnefice.

Stile e trama:
All’interno della flash c’è stato un punto, più che altro una pignoleria, che mi ha stonato un po’, ovvero quel “ma lo sai che sono più veloce di chiunque altro”: in effetti non è che la voce narrante – diciamo così – è più veloce in senso assoluto, è soltanto che l’altro non può sfuggirgli; la differenza può sembrare piccola, ma in realtà il significato cambia profondamente, perché come l’hai messa tu sembra che tu parli della creatura più veloce del mondo, mentre in realtà la velocità in sé non c’entra molto, e la sua “vittima” non può sfuggirgli solo perché sono intrinsecamente legati.
Oltre a questo, gli errori di tempo (punti 1 e 3) e di preposizione (punto 7), più l’allitterazione del punto 5, hanno leggermente interrotto la fluidità della lettura, ma per il resto lo stile è molto scorrevole e incalzante, coinvolge il lettore rendendolo partecipe della fuga disperata del protagonista e lo sorprende con un finale del tutto inaspettato.

Gradimento personale:
Di questa storia mi ha colpito soprattutto l’andamento estremamente veloce della narrazione, che riesce a trasmettere al lettore tutta l’ansia della “vittima” in fuga dal suo “carnefice” fino a raggiungere l’apice con quel frammento di specchio e il finale decisamente inaspettato.

Recensore Master
14/05/15, ore 15:33
Cap. 1:

Ciao Ghen, eccomi qua con la recensione premio :)
Devi sapere che ho una specie di affezione verso gli uomini-lupo, mi viene da un anime che vidi anni fa, Wolf's rain, in cui degli umani erano in realtà lupi, una figura diversa da quella del classico licantropo. Comunque il mio interesse è in generale rivolto a come lupo ed essere umano si incontrano e infatti non nego che nel contest di San Pietroburgo speravo che qualcuno mi scrivesse una storia su dei lupi visto che la Russia si presta - sono stata esaudita ^^
Mettendo da parte questa premessa che ti starai chiedendo perché cavolo l'ho scritta *rolls* appena ho visto di che parlava la storia mi sono fiondata, incuriosita. E' la seocnda volta da poco che leggo qualcosa scritto in seconda persona singolare e per la seconda volta sono piacevolmente sorpresa di quanto mi piaccia. C'è uno strano senso di... intimità, non so come dire. Hai scelto il punto di vista migliore ai fini della storia: non si legge di due persone, ma di una sola, il protagonista rincorso dalla belva che è. Mi è piaciuto lo stile secco, molto scandito per dare un'idea di corsa serrata, mi è quasi sembrato di inseguire questo licantropo che cerca di fuggire dalla sua natura e poi se la vede riflessa nello specchio. L'ultima immagine è cruda ed evocativa al tempo stesso. Hai un modo di scrivere che cattura con poco, piccoli dettagli che fanno scorrere le righe davanti agli occhi, ti faccio - di nuovo - i complimenti :)
un saluto
Primavere

Nuovo recensore
30/03/15, ore 18:51
Cap. 1:

Okay, questa è una delle più belle storie che ho letto fino ad ora.
Ho apprezzato tutto di essa, dall'inizio incisivo e secco ("Sono sempre lì, dietro di te") e l'uso della seconda persona, all'ultima parola che chiude lo scritto riprendendo il titolo in alto. Questa scelta mi da come l'impressione di qualcosa di ciclico, qualcosa che si ripete ogni giorno, o notte che dir si voglia, per "torturare" la vittima.
Il descrivere le azioni ed il commentare da esterno dà una bella sensazione al lettore, nel senso che gli permette di immedesimarsi più facilmente nel protagonista che tenta di sfuggire a qualcosa che non potrà mai più lasciare, sfortunatamente per lui: il licantropo è diventato la seconda natura dell'umano, il quale non può più tornare ad essere pienamente se stesso perchè qualcuno è ora parte di lui. E non importa quanto possa sperare di fuggire, questa cosa non cambierà.
Più rileggo e più mi immagino il punto di vista dell'umano mentre corre, fugge: ogni volta che si gira vede il licantropo che lo segue come un'ombra (ed effettivamente me lo vedo così: una figura animale con degli occhi da fiera che resta in agguato, a volte mezza nascosta ed a volte in bella vista, ed osserva attentamente).
Con il suo finale la flash mi dà l'impressione di essere una sorta di incubo nel passato ed una visione, in un certo senso: l'umano si guarda nello specchio, il licantropo gli dice di mordere ed accettare la sua natura; è un po' come se le figure di vittima e carnefice stiano per mescolarsi, "l'incubo (il licantropo, l'essere stato una preda) si capovolgerà nell'esatto istante in cui l'umano accetterà (diventerà il predatore, sarà lui a portare il terrore da lui provato ad altri)" - questo è quello che ho pensato.
Bene, dopo non so quante parole dei miei vaneggi mentali/di interpretazione, ti faccio i miei più sinceri complimenti per la storia, ti ringrazio per aver deciso di pubblicarla e ti faccio gli auguri per il contest!