Quinta classificata al Fatemi paura! Horror flash contest.
Correzioni
1. Fai finta che non esisto […] --> In una subordinata oggettiva ci vuole il congiuntivo; inoltre, dato che così facendo il soggetto diventa ambiguo, consiglierei di aggiungere un “io” per esplicitarlo: “Fai finta che (io) non esista […]”
2. Fai finta che non esisto ma lo so che mi senti […] --> Prima del “ma” avversativo ci vuole la virgola --> “Fai finta che non esisto, ma lo so che mi senti[…]”
3. Vorresti che ti permetta di vivere la tua vita. --> Ci vuole il congiuntivo imperfetto, quindi “permettessi”, non “permetta”.
4. Fai ancora due passi ma questa volta […] --> Vedi punto 2.
5. […] ma questa volta non ti volti […] --> Non è un vero e proprio errore, ma resta comunque un’allitterazione che infastidisce la lettura, per cui ti consiglierei di eliminarla.
6. Pensi di seminarmi ma lo sai […] --> Vedi punto 2.
7. Corri fra il marciapiede carico di persone […] --> La preposizione usata non è corretta, va sostituita con “su” --> “corri sul marciapiede”
Griglia di valutazione (senza punteggio, come richiesto)
Titolo:
È un titolo molto semplice, ma al contempo questo imperativo lo rende decisamente originale, soprattutto perché il suo significato lo si capisce solo a storia conclusa.
Livello di ansia:
Pur avendo adoperato il POV del licantropo, hai trasmesso tutta l’ansia della vittima mentre cerca di fuggire da un testino ineluttabile, correndo col cuore in gola fino a ritrovarsi – sia letteralmente che metaforicamente – in un vicolo cieco: non può scappare da se stesso.
Grammatica e sintassi:
Gli errori più gravi sono sicuramente quelli di modo (punto 1) e tempo (punto 3), mentre gli errori di punteggiatura (punti 2, 4 e 6) sono più lievi; l’errore di preposizione, al punto 7, è una via di mezzo.
Per il resto, eccetto gli errori che ti ho segnalato, sia grammatica che sintassi sono molto curate: l’utilizzo di frasi spesso molto brevi e la quasi totale assenza di modi indefiniti rendono la lettura incalzante e il ritmo serrato, proprio come se il lettore stesse fuggendo insieme al protagonista.
Caratterizzazione del mostro:
Giudicare questa sezione (e anche la prossima) mi è risultato piuttosto complesso, dato che mostro e vittima sono in realtà un unico essere. Ho risolto giudicando l’uno e l’altro come due personalità distinte che coesistono in un solo corpo.
Premesso questo, pur avendo adottato il POV del mostro, paradossalmente l’hai caratterizzato con minor precisione della sua vittima: per quasi tutta la storia ti concentri su ciò che sente colui che sta fuggendo, lasciando poco spazio ai pensieri, desideri, emozioni dell’inseguitore.
Caratterizzazione della vittima:
La personalità della vittima è invece ben delineata: la sua ansia e la sua paura, così come il suo irrealizzabile desiderio di sfuggire al suo destino, emergono da ogni frase attraverso tanti piccoli dettagli – lo spasmo involontario, il cuore che batte sempre più forte, il respiro strozzato – descritti con cura minuziosa attraverso gli occhi di quello che è il suo metaforico carnefice.
Stile e trama:
All’interno della flash c’è stato un punto, più che altro una pignoleria, che mi ha stonato un po’, ovvero quel “ma lo sai che sono più veloce di chiunque altro”: in effetti non è che la voce narrante – diciamo così – è più veloce in senso assoluto, è soltanto che l’altro non può sfuggirgli; la differenza può sembrare piccola, ma in realtà il significato cambia profondamente, perché come l’hai messa tu sembra che tu parli della creatura più veloce del mondo, mentre in realtà la velocità in sé non c’entra molto, e la sua “vittima” non può sfuggirgli solo perché sono intrinsecamente legati.
Oltre a questo, gli errori di tempo (punti 1 e 3) e di preposizione (punto 7), più l’allitterazione del punto 5, hanno leggermente interrotto la fluidità della lettura, ma per il resto lo stile è molto scorrevole e incalzante, coinvolge il lettore rendendolo partecipe della fuga disperata del protagonista e lo sorprende con un finale del tutto inaspettato.
Gradimento personale:
Di questa storia mi ha colpito soprattutto l’andamento estremamente veloce della narrazione, che riesce a trasmettere al lettore tutta l’ansia della “vittima” in fuga dal suo “carnefice” fino a raggiungere l’apice con quel frammento di specchio e il finale decisamente inaspettato.
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