Cara, per prima cosa ci tengo a sottolineare di come sia egoisticamente felice della tua decisione di raccontare il passato di Thranduil. I racconti originali ci lasciano completamente all'oscuro su questo tema, quando invece sarebbe di fondamentale importanza per comprendere pienamente il personaggio. Gli eventi raccontati ne Lo Hobbit e nel Signore degli Anelli si svolgono, infatti, quando il tempo degli elfi è ormai alla fine. Quando, dunque, la più ampia e significativa parte della loro vita, quella che conta, è già trascorsa.
Ho trovato coerente, credibile - molto vivo - il carattere del giovane Thranduil. Egli si veste sì della maschera della vanità (e probabilmente un po' vi indulge), ma dimostra subito una personalità che non si riduce certamente al narcisismo, neppure con pochi anni alle spalle. Mi è piaciuto il suo non tener conto del contesto, la volontà e il coraggio celati e messi al servizio unicamente degli scopi da lui ritenuti meritevoli. Emergono l'incoscienza e l'arroganza della sua giovane età, ma hai saputo evidenziare la presenza già all'epoca dei fatti qui narrati di quel tratto che, a mio parere, è quello che maggiormente lo caratterizza e che lo rende unico nella Terra di Mezzo: l'indipendenza - del giudizio, della morale, dell'azione.
Quanto a Thingol, mi è piaciuto come hai saputo coniugare e mettere in risalto i tre elementi chiave che di lui ci raccontano anche nel Silmarillion: l'orgoglio di chi non è mai stato messo in dubbio, la saggezza misurata che lo contrappone ai Noldor, l'indipendenza dal contesto e dalle aspettative nelle scelte (che lo accomuna a Thranduil).
Thingol non si scompone davanti alla tracotanza di Thranduil perchè non si ferma di fronte alla mera apparenza di cordialità comunemente ritenuta la norma. Mi piace pensare che, invece, resti colpito e affscinato proprio da quell'esuberanza di pensiero, scissa da qualsiasi regola prefissata, che è così simile alla sua.
Thingol e Thranduil sono un bel pairing perchè sono figure per certi aspetti sovrapponibili, eppure per altri diverse. In ere diverse, potremmo dire che ricoprano lo stesso ruolo. Governano quel gruppo di elfi che, pur non rifiutando Valinor, ha scelto di vivere nella Terra di Mezzo, ma senza volersene appropriare come invece tendono a fare i Noldor. Preferiscono la quiete, la non interazione - il "Lathe biosas", se vogliamo. Partecipano alle guerre contro Morgoth, ma solo se minacciati e provocati.
Thingol appare, rispetto al più giovane, maggiormente incarnante la figura del perfetto sovrano - più magnanimo, più guerriero e con un maggior ascendente sulle folle. Ma è anche meno misurato nelle azioni e maggiormente preda delle passioni - nel bene e nel male. L'indulgere nelle passioni lo ha portato, alla fine, a tradire la strada della misura che aveva scelto per se stesso e per il suo popolo e che lo distingueva dagli altri elfi.
Thranduil invece sin da subito si mostra più coerente. E' meno rassicurante di Thingol, più obliquo e manipolativo, ma dietro ad atti apparentemente arbitrari nasconde ben fondate ragioni. Di esse semplicemente non da spiegazione, perché non ritiene di dover rendere conto a nessuno se non a se stesso. Trovo che tu abbia reso molto bene questa ambiguità innata del suo carattere, che è un po' quella che immagino anch'io.
Esemplificativo l'episodio dell'alce, che dietro all'adorabile fluff nasconde la chiave per interpretare e comprendere la vera natura del giovane elfo.
Bella anche la contrapposizione con Galadriel che invece, dietro ad una saggezza ostentata e convenzionale, sembra nascondere una maggior meschinità di intenti.
Ho trovato divertente ed efficace il modo in cui hai reso la personalità dei due protagonisti attraverso i dialoghi, il modo in cui hai impostato il rapporto di Thranduil con Oropher, evidenziando le apparenti differenze e le profonde somiglianze tra padre e figlio.
Non vedo l'ora di asssaggiare un altro spaccato della tua realistica, viva e vivace prima era e di scoprire come interagiranno Thranduil e Thingol con tutte le straordinarie figure che l'hanno popolata.
A presto,
Orlando |